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Autore: L S Blackrose    11/05/2014    2 recensioni
Eric è uno dei leader degli Intrepidi. Freddo, calcolatore, spietato e crudele.
Ma non è sempre stato così. Cosa lo ha portato ad odiare a tal punto i Divergenti?
In questo prequel di Divergent, il suo destino si intreccerà a quello di Zelda, una ragazza tenace e potente come una freccia infuocata.
Può un cuore di ghiaccio ardere come fuoco?
Un cuore di pietra può spezzarsi?
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dal capitolo 4 (Eric)
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Sto per aprire bocca, per invitare le reclute a dare inizio al loro cammino negli Intrepidi, quando un movimento al limite estremo del mio campo visivo mi obbliga a voltare il capo.
Ormai davo per scontato che le disgrazie fossero finite, invece una figura esile si lancia dall’ultimo vagone del treno e fende l’aria come un proiettile.
A causa della luce del sole che mi arriva dritta in faccia, in un primo momento metto a fuoco soltanto una macchia indistinta, blu e nera.
Nella frazione di secondo che segue, sono costretto a spingere l’autocontrollo al massimo della potenza per non mostrare nessuna emozione, per mantenere la mia posa autorevole e l’espressione gelida.
Perché sono talmente esterrefatto da non riuscire a credere ai miei stessi occhi.
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Eric, Four/Quattro (Tobias), Nuovo personaggio, Zeke
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Zeric - Flame of ice'
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Capitolo 2




Zelda




Il test è fondamentale, dicevano.

Serve ad aiutarti a scegliere la fazione che più ti si addice, dicevano.

Come no, tutte balle!

A me questo stupido test non è servito praticamente a nulla.

Rimango distesa a letto, rannicchiata sotto le coperte color azzurro cielo – uno dei pochi ricordi di mia madre sopravvissuto nel corso degli anni – e apro gli occhi di scatto.

Il grande giorno è arrivato.

La Scelta mi attende.

Può una sola parola, di due sillabe appena, incutere tanto terrore? Non lo credevo possibile, eppure, se ci penso, sento un gusto amaro in bocca e le gambe tremare.

Mi stupisco di me stessa, sono sempre stata una persona abbastanza coraggiosa.
Di certo non la prima a buttarsi nelle situazioni più rischiose, ma non sono neanche una codarda che si tira indietro quando viene provocata o sfidata.

Eruditi.

Il mio risultato era alquanto prevedibile.
Con un cognome come il mio, mi sarei stupita maggiormente se fosse uscita una fazione diversa.

Fisso le mappe del cielo attaccate al soffitto della stanza, su cui spiccano le varie costellazioni che ho imparato a memoria per gioco, per dimostrare a mio padre che non sono inferiore a quei geni dei miei fratelli.
Le guardo come se negli spazi tra una stella e l’altra ci fosse la risposta che sto cercando.

Sospiro e mi copro il viso col lenzuolo.

D’accordo, Zelda. Un bel respiro.

Sento i polmoni dilatarsi fino al limite. Trattengo il fiato per alcuni secondi, finché riesco ad avvertire il ritmo martellante del mio cuore.
Pulsa con forza nelle orecchie, come se mi stesse incitando a non mollare, ad andare avanti nonostante le difficoltà.

D’altronde nessun altro crede in me.
Nemmeno mio padre, che mi definisce la vergogna della famiglia perché i miei voti sono molto più bassi di quelli presi dai miei fratelli alla mia età.

Lui non sa che nel test del quoziente intellettivo ho battuto perfino lui, il grande dottor Blackburn, il chirurgo più gettonato della città.

Una delle poche soddisfazioni personali che la vita mi ha concesso.

È per questo che sapevo per certo il verdetto del test attitudinale.
Un cervello come il mio dovrebbe rimanere negli Eruditi, continuare a studiare e prepararsi a diventare una personalità di spicco, seguendo l’esempio del mio caro paparino.

Quando non riesco più a trattenere il respiro, rilascio l’anidride carbonica e fingo che assieme a lei se ne stia andando anche la tensione che mi opprime il petto come una gabbia e mi ha impedito di dormire questa notte.

Sono sicura della mia decisione, non mi farò spaventare dalle difficoltà.
Sono stata abituata ad affrontare qualsiasi cosa, da quando un tumore si è portato via mia madre.

La mia adorata mamma, l’unica persona in grado di capirmi, l’unica con cui poter confidarmi e parlare liberamente senza correre il rischio di essere derisa o umiliata.

Se fosse ancora viva probabilmente mi direbbe di seguire l’istinto ed è quel che farò.

Mi districo dal groviglio di coperte e mi alzo dal letto con decisione.

Farò quel che è giusto per me. Gli altri possono anche andare al diavolo.


 
* * *

 
Davanti al palazzo nel quale avrà luogo la Cerimonia della Scelta si è formata una numerosa folla.

Il miscuglio di colori è tale da sembrare che un arcobaleno sia caduto giù dal cielo per posarsi sull’asfalto della città.

L’effetto è abbastanza comico. Riesco addirittura a fare un piccolo sorriso, nonostante l’ansia e il terrore di essere sul punto di commettere un errore.

Coerenza, Zelda.

Mi libererò mai di quella vocina odiosa che mi sussurra all’orecchio nei momenti meno opportuni?

Credo proprio di no.

Ad ogni modo, cercherò di farci l’abitudine, altrimenti la mia già precaria sanità mentale potrebbe svanire del tutto e non sarebbe una buona cosa, visto che sto per gettarmi in pasto agli Intrepidi.

La fazione che sto per scegliere non è sicuramente famosa per intelletto o saggezza.

Questo è uno dei motivi che mi hanno spinto a decidermi in suo favore.
Ne ho abbastanza di libri e studio: anche se fossi la più brava di tutta la scuola, per mio padre resterei una nullità e io non sono disposta ad accettare di trascorrere un giorno in più in compagnia di quelle canaglie dei miei fratelli.

Quattro zotici che fingono di essere dei dottori di talento.

Mi chiedo come abbiano fatto a superare i livelli di istruzione medica.
Deve esserci lo zampino di mio padre, la sua influenza riesce a giungere in tutti gli angoli della città senza sforzo.
Non potrebbe essere altrimenti, visto che dirige tutti gli ospedali, di ogni quartiere.
I suoi figli non devono essere da meno, lo farebbero sfigurare.

Mi immagino l’espressione che farà quando capirà che me ne sto andando per sempre.
Sulle mie labbra si disegna un ghigno perfido che non riesco a reprimere.

- Si può sapere perché stai ridendo, Zel? Se trovi un lato divertente in tutto questo, ti prego, fa ridere anche me! – supplica una voce resa spezzata dall’ansia.

Mi volto di lato e mi trovo faccia a faccia con Alicia, che mi sta guardando con gli occhi spalancati.
Le sue iridi azzurre sono quasi trasparenti, rese più sottili dall’ingrandirsi delle pupille. Ha i capelli legati in una treccia elaborata che le ricade su una spalla.

Io continuo a sorridere e mi sporgo in avanti per passarle un braccio sulle spalle. – Andiamo, Ali, non ti starai spaventando per così poco! Dobbiamo solo decidere del nostro futuro, cosa vuoi che sia? -.

- Grazie tante. Ti preferivo quando stavi zitta – replica acidamente, allontanandomi con una spinta molto poco delicata.

Getto indietro la testa e rido. - Anche io ti voglio bene, ma non c’è bisogno di essere così sdolcinati -.

Alicia mi guarda socchiudendo minacciosamente le palpebre. Poi sospira e mi abbraccia.
Sento le sue mani tremare quando mi circonda la schiena. – Sii seria, Zelda – sussurra, posandomi il mento alla spalla. – Non è solo il futuro che mi spaventa. Sei così felice di lasciare anche me? Sai bene che se cambi fazione non ci rivedremo mai più -.

Alicia è l’unica persona che conosce la mia decisione di lasciarmi gli Eruditi alle spalle. È la mia migliore amica, per lei non ho segreti.

La stringo a mia volta. – Sai perfettamente perché devo farlo. Non riesco più a vivere in quella famiglia. Ho bisogno di andare via da qui – mormoro, cercando di farmi udire solo da lei. I miei fratelli potrebbero essere vicini, non voglio rovinargli la sorpresa.

Ali mi da dei colpetti tra le scapole, solidale. – Lo so, Zel. Ho sempre saputo che tu hai più fegato di tutti e cinque gli uomini di casa tua messi insieme e ora lo stai dimostrando -. Scioglie l’abbraccio e cerca di sorridere, ma ha le labbra tirate e gli occhi lucidi. – Per una volta devi scegliere egoisticamente e so che prenderai la decisione più giusta. Resta il fatto che mi mancherai un sacco! Come farò senza di te? Senza le tue battute pessime per il resto della vita? Mi sento già persa -.

- Puoi sempre venire a trovarmi alla residenza degli Intrepidi! – esclamò, tanto per spezzare la tensione. – Magari riesco anche a convincerti a farti un tatuaggio -.

Alicia storce il naso. – Sì, certo – borbotta, sarcasticamente.

- Neanche per farmi compagnia? -.

- Ma neanche per tutti i libri del mondo! -.

- Un piercing? -.

- Forse … quando vedrò una coppia di elefanti ballare il tip tap! -.

Scoppio a ridere, ma torno seria in fretta. – Anche tu mi mancherai -.

Ali tira su col naso, voltando appena il capo per non farmi vedere che sta per piangere. – Beh, forse ci rivedremo, dopotutto. Ti romperai talmente tante ossa da aver bisogno del miglior fisioterapista della città e io mi divertirò a vederti soffrire -.

Quindi anche la sua Scelta è definitiva. Non che mi aspettassi qualcosa di diverso. - Per forza. Non mi farei torturare da nessun altro dottore, puoi starne certa! -.

- Ehi, Zeldy! -.  

Quel disgustoso soprannome interrompe bruscamente la nostra conversazione.

Non può che trattarsi di uno dei miei fratelli (barra cervelli-di-gallina) che mi ritrovo come parenti.

Infatti Clark, il secondogenito, spunta alle mie spalle e mi scompiglia i capelli più con cattiveria che come prova di affetto.

– Nervosette, eh? – esclama allegramente, dimostrando la più completa mancanza di tatto sulla faccia della Terra.

Mi trattengo a fatica dall’allungare le mani e soffocare lui e quel suo sorrisetto sornione che tanto detesto.

– Ginocchia che tremano e tutto il resto, scommetto. Ah, non preoccupatevi, dura poco -.

Mi lancia un’occhiata divertita. – Ci vediamo dopo la Scelta, Zeldy! – conclude, allontanandosi verso un gruppo di Eruditi della sua età.

Meglio, così non finirò in carcere per fratricidio.

Alicia fa finta di rabbrividire. – Ora capisco perché non li puoi vedere. I tuoi fratelli sono decisamente … -.

Non termina la frase, sembra cercare il termine più adatto per descriverli.

-… insensibili? –, suggerisco, mentre continuo a fissare la schiena di Clark, nella vana speranza di vederlo inciampare e cadere a terra.

Ali alza le spalle. – Tu sei troppo buona. Io pensavo più a ‘deficienti’, ma fa lo stesso -.

Lascia perdere le battute e si volta verso l’edificio di vetro.

Un gruppo di Pacifici ci passa accanto. Sono rumorosi e allegri, vestiti di rosso e giallo come un fuoco che divampa.
Un po’ li invidio, sembrano così spensierati. Io non riuscirei mai a lasciarmi andare in quel modo.

Alicia li osserva e scuote la testa, borbottando un ‘babbei’ tra sé e sé.

Un rumore appena accennato mi obbliga a distogliere l’attenzione da lei e dal suo disprezzo per i Pacifici.

Il fischio di un treno in avvicinamento diventa sempre più forte e io cerco con gli occhi l’inizio della locomotiva.

Non appena scorgo le luci della prima carrozza sento il cuore aumentare i battiti in modo esponenziale.

Il treno scivola sulle rotaie come un serpente di acciaio liquido, accorciando sempre più la distanza che lo separa dall’edificio.
Le porte dei vagoni si aprono di scatto e centinaia di figure vestite di nero si gettano al di là delle rotaie.
Sembrano quasi delle ombre guizzanti, tanto sono veloci ed aggraziati nei movimenti.

Fra poco sarò una di loro, penso con convinzione, ma non posso impedirmi di sentire un brivido lungo la schiena.

Ci metto solo mezzo secondo a capire che non è paura, bensì eccitazione.

Le figure in nero atterrano sull’erba accanto ai binari e sfrecciano verso di noi come un fiume in piena.

Alicia guarda assieme a me l’entrata trionfale degli Intrepidi nel palazzo e mi posa una mano sulla spalla.

– Guarda, Zelda -.

La sua voce è allo stesso tempo sarcastica e deferente.

– La tua nuova famiglia è venuta a prenderti -.







 
 
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Ciaooo belli!!! ecco un nuovo capitolo, questa volta dal punto di vista della mia Zelda…spero vi piaccia ;)
ringrazio in anticipo chi lo leggerà! Se volete commentare, non esitate a farlo… tengo molto ai vostri pareri, perciò fatemi felice (bastano anche poche parole) ;)
non siate timidi, forza ;)
Vi pongo una domanda, tanto per rompere il ghiaccio: voi cosa avreste fatto al posto di Zelda? Sareste rimasti in quella famiglia? Avreste cambiato fazione?
Al suo posto, credo avrei reagito allo stesso modo…ma forse non avrei avuto il coraggio di scegliere gli Intrepidi. Magari gli Abneganti, di certo non i Candidi ;)
Rispondete, così facciamo due chiacchiere ;)
Un bacio a tutti
Lizz
   
 
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