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Autore: ely91    23/12/2004    5 recensioni
Harry torna dai Dursley pronto ad un altra estate impossibile...ma ecco che tutto gli ritorna in mente...la morte di Sirius, il senso di colpa...tornare a Grimmuld Place...e poi...di nuovo a Hogwarts. è li che lo aspettano i mille pericoli di una guerra ormai scoppiata da tempo.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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RABBIA E MAGIA

RABBIA E MAGIA.

 

Harry proseguì senza fiatare immerso in mille pensieri, negativi e positivi, anche se di positivi ce n’erano davvero pochi. I Dursley non erano molto felici di vederlo, in verità non lo erano mai stati, ma stavolta erano davvero di pessimo umore. Arrivati al numero 4 di Privet Drive Harry entrò e schiaffò il baule in un angolo della sua stanza. Si sedette sul letto e si augurò di addormentarsi per non svegliarsi mai più. Si sentiva stanco sia fisicamente sia moralmente, la cicatrice gli prudeva e aveva le lacrime agli occhi. Ora era rimasto davvero solo. Finalmente aveva capito perché Silente si ostinava a mandarlo dai Dursley, e purtroppo per lui doveva restarci. Appoggiò la bacchetta nel cassetto e giurò a se stesso di non sfiorarla fino a Settembre. Come avrebbe trascorso questi tre mesi? Sarebbe rimasto chiuso nel suo sgabuzzino sopraffatto dall’ansia di tornare a Hogwarts. Stavolta però, era tutto diverso. I compagni avevano capito chi aveva ragione, ma ora a Harry questo non importava più. Cercava di allontanare dalla mente ogni pensiero che lo riconduceva a Sirius, ma le alternative erano davvero poche e stupide, in confronto a quello che era successo al suo padrino.. si sentiva triste e colpevole. Si sentiva quasi un assassino. “mi starebbe bene andare ad Azkaban” pensò e una lacrima gli rigò il viso. Ma se l’asciugò subito e si alzò di scatto. Tutti quei pensieri gli avevano seccato la gola. Scese il più lentamente possibile e solo quando fu arrivato in cucina si accorse che suo cugino non c’era. La cosa non lo toccava più di tanto, ma non aveva mai visto i suoi zii così preoccupati. Si riempì un bicchiere con tutta la calma possibile e, senza pensarci, azzardò a dire: - dov’è Dud?- non appena finì la frase un pianto interruppe il silenzio che regnava fino a poco prima. Sua zia piangeva. Sembrava una cosa seria. Ma non seria come la morte del suo padrino. E solo a pensarci, Harry tremò, facendo cadere a terra il bicchiere. Stranamente sua zia non lo uccise di ceffoni, così, con tutta la volontà possibile, asciugò e pulì. – tuo cugino non è dai Dowkins, doveva andare lì a pranzo, ma non c’era. Abbiamo telefonato a casa dei Dowkins, per dirgli a che ora doveva tornare Dudley, ma loro mi hanno risposto che Dudley non era mai arrivato a casa loro- spiegò zio Vernon -e se l’hanno rapito?- gemette sua zia. Harry guardò la scena attonito e subito pensò di avere già troppi problemi (la paletta gli cascò dalle mani) quando la porta si aprì con uno scatto. Dudley era tornato. Harry corse di sopra. Non voleva essere d’intralcio. Sapeva bene cosa faceva Dudley il pomeriggio. Frequentava una banda di ragazzi teppisti e fumava, anche. Sorrise appena quando pensò alla faccia che avrebbe fatto sua zia se avesse saputo che il suo “piccolo e indifeso” Dudley fumava. Ma il pensiero non era allegro abbastanza. Si stese sul letto senza togliersi nemmeno le scarpe e, dopo circa un’ora si addormentò.

Verso mezzanotte un dolore lancinante lo svegliò. La cicatrice bruciava. Harry si alzò, si massaggiò la fronte ormai abituato a quei dolori e si accorse di aver deformato gli occhiali. “magnifico” si disse, e cominciò a ripararli.

 

Il mattino seguente si svegliò grazie all’urlo di suo cugino (-No!-) ma non riuscì a capire perché gridasse, e, a dir la verità, nemmeno gli importava. Si alzò, si stiracchiò appena e un peso terribile gli crollò addosso: era solo e non poteva sfogarsi con nessuno. Come avrebbe potuto sopportare tutto questo? E a tutto si aggiungeva la paura del duello finale con Voldemort. Non gli importava, in verità di morire, ma di cosa avrebbero pensato tutti quando l’unico che poteva salvare le loro vite si fosse fatto uccidere. C’erano anche altre due cose che contribuivano all’ansia che lo opprimeva. Sapeva che a luglio sarebbero arrivati i risultati dei G.U.F.O. e sapeva che da lì dipendeva la sua futura carriera da Auror. Poi, alla fine dei suoi problemi c’erano le ragazze. Cho, così carina, ma così difficile, e inoltre, doveva anche sopportare i battibecchi amorosi fra Ron ed Hermione. Perché sapeva che tra loro c’era una certa simpatia. L’aveva intuito. “passerò due mesi in compagnia dei miei problemi” si disse Harry affranto, e per distrarsi scese giù x vedere cosa diavolo stava succedendo.

Su zio aveva il viso contorto in una smorfia di rabbia e sua zia tratteneva a stento le lacrime, emettendo, di tanto in tanto, gemiti e sospiri. Dudley era sprofondato su una poltrona, le mani impegnate a ficcarsi in bocca una merendina ipercalorica. Harry alzò gli occhi al cielo e si versò del succo all’arancia. Lo bevve tutto d’un sorso e decise che era meglio uscire per una passeggiata. “Non incontrerò nessuno che vuole farmi fuori”disse a bassa voce Harry ripensando con orrore all’estate scorsa.

  
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