Fanfic su attori > Cast Glee
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Autore: breaking free    11/05/2014    0 recensioni
Poche parole per ricordare Cory.
"Alla nostra stella, che brillerà in eterno".
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cory Monteith, Lea Michele
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Arrivederci, Cory.

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«Non mi piacciono le discoteche.»
«Lo so.»
«Non voglio andarci.»
«Lo so.»
«Ma dobbiamo, ci aspettano tutti. Non è vero?»
«Mh-mh.»
«Preferirei guardare le stelle.»
 «Magari in quel parco pieno di fiori, quelli che ti piacciono tanto.»
«Ti ci porterò, un giorno.»

 


L’aria è fredda, quasi gelida: quel tipo di aria che entra nella pelle e non esce più. Le gambe nude della ragazza sono scosse da alcuni brividi di freddo e lei è costretta a passarsi sopra le mani per darsi un po’ di calore. E la stessa cosa succede alle braccia, poi al collo e poi alle guance; ha freddo, così tanto freddo che le ci vorrebbero tre cioccolate calde bollenti per riacquistare il calore perso. Si stende sul prato verde, anche se è nero perché è buio, e l’unica luce che le permette di sapere che non sta calpestando nessuna cacca di cane o nessun guscio di lumaca è quella della luna e delle stelle. Gira la testa di lato, per poi allungare le braccia e le gambe lungo il corpo. Sta zitta e guarda il cielo, aspettando. Chiude gli occhi, girando di poco la testa alla sua destra, sorridendo.
«E’ davvero bellissimo.»
Sussurra poi, lasciando che alcune lacrime le scendano lungo il collo freddo. Ritorna a guardare il cielo, con una morsa allo stomaco; non al cuore, quello non c’è più. Se l’è portato lui quando si sono conosciuti, e lei lo sapeva dall’inizio, che le avrebbe cambiato la vita.
«Grazie per avermi portato fin qui.»
Sorride dolcemente, alzando una mano verso il cielo e tenendo le dita distese come corde di violino, per poi piegarle poco dopo, in modo delicato, come se stesse cercando di afferrare qualcosa di delicato e di prezioso. E poi la vede. Una stella cadente le passa veloce davanti agli occhi, quasi alla velocità della luce, sferzando il cielo e cadendo dietro gli alberi, lontano dallo stupore della ragazza.
Esprimi un desidero.
Sei tutto ciò che desidero.
E in quel momento Lea si dimentica di essere in uno stupido parco, con un solo vestito di raso addosso, con delle scarpe che le fanno un male cane, con il senso di colpa che le penetra nelle ossa e urla colpevole colpevole colpevole; si dimentica dell’erba che le fa il solletico, del vento che è sempre più leggero, quasi come se si volesse scusare, si dimentica delle lacrime, dei sorrisi e delle urla, e del freddo perché, Cory, sto bruciando.
  
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