Serie TV > Agents of S.H.I.E.L.D.
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Autore: zauberer_sirin    11/05/2014    1 recensioni
Traditi, arrabbiati e offesi, Coulson e Skye decidono di affogare i dispiaceri nell’alcol. Ma scoprono che mentre le altre cose affondano, i dispiaceri sanno nuotare.
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Spoiler dell’episodio 1x17 "Turn Turn Turn"
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(Pietà per la mia prima traduzione. DanzaNelFuoco)
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Phil Coulson, Skye
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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You said you'd lend me anything, I think I'll have your company
zauberer_sirin
 
 
 
Tutto é perduto.
 
Cazzo, non solo rotto, magari! - tutto é martoriato, attraversato da miriadi di proiettili. Dai pezzi da collezione nella sua camera a ognuna delle finestre, a ogni singolo elemento dell'equipaggiamento del laboratorio. Pensa che a Fitz potrebbe dispiacere. A Skye decisamente non dispiacerà, ma Coulson la guarda recuperare i due pezzi irrimediabilmente rotti della sua bambolina Hula e passare il pollice lungo i bordi per un momento prima di gettarli senza troppe cerimonie nella spazzatura.
E non é questo un perfetto riassunto di Skye? Se perdi la prima metà potresti pensare che questo é tutto quello che c'é, la freddezza di allontanarsi dalle cose, scrollarsi di dosso ogni cosa, gettare via tutto.
 
In più l'hard drive é andato.
 
Ogni, file, la prova del lavoro che avevano compiuto insieme nei mesi passati, svanito come se non fosse mai esistito. Coulson non aveva mai creduto nel simbolismo, non in questo modo, ma poi uno scettro aveva attraversato il suo cuore e allora sarebbe stato un idiota a non soffermarsi sulle metafore.
 
Ward era andato. Molto probabilmente anche Victoria Hand (aveva un brutto presentimento su di lei) e Garrett sicuramente.
 
Alcune certezze su Melinda May distrutte per sempre.
 
La purezza della propria missione, gli eroi dei fumetti e "la cosa giusta da fare" non erano semplicemente persi -non erano mai stati al primo posto e lui era stato un tale folle...
 
Perso, andato, distrutto.
 
Buchi di proiettili ovunque, ma grazie a Dio avevano mancato in qualche modo il bar e avevano mancato lo scotch e anche la vodka.
 
+
 
Bere non lo rende meno arrabbiato, ma lo fa sentire molto più nel giusto per la sua rabbia. E lo fa sentire bene, per il momento (farà male come l'inferno domani).
Lo aiuta, perché in questo stato di legittimità può giustificare più o meno qualunque cosa. Può giustificare il fatto di voler essere un vero bastardo con chiunque sull'aereo in questo momento.
 
Tutti gli altri hanno prudentemente capito di doversi togliere dai piedi.
 
Eccetto ovviamente Skye, che non potrà mai levarsi dai piedi o fare qualcosa di prudente per la sua sicurezza. Il bere potrebbe aiutarlo a risentirsi a causa sua, invece che per le altre cose.
Le altre cose farebbero meglio ad annegare.
 
Si toglie la giacca e si arrotola le maniche, toccando la ferita che gli aveva inferto Garrett, dolorosa come tutto, ma molto più dolce di ogni altra cicatrice ottenuta combattendo al fianco di quell'uomo, e beve uno, due, tre bicchieri prima che Skye faccia la sua attesa apparizione. Coulson finge di non averla aspettata.
 
"Ci sono frammenti di vetri rotti su praticamente ogni superficie della mia stanza." annuncia. "Hey, almeno il bar é intatto. Beh, la maggior parte."
 
Traccia con le dita il profilo dei buchi che i proiettili hanno lasciato sui pannelli di legno pregiato, come se una belva feroce avesse lasciato l'impronta dei suoi denti su essi.
 
"Sì." Coulson si sposta sull'altro sedile, per farle posto. Se Skye ha intenzione di bere con lui, almeno lo faranno come si deve.
 
"Uhm, sì, grazie. Immagino che questo sia uno di quei momento in cui l'alcol sia molto raccomandato per mantenere la sanità mentale." Coulson le passa un bicchiere vuoto.  "E i sottobicchieri?"
"Fottitene." le dice sottovoce, mentre lei sgrana gli occhi.
"Ok. Chiaro, capo."
 
Spinge la bottiglia di scotch verso di lei. "Prova questo. Il direttore Fury mi ha dato questa bottiglia come regalo di buona fortuna quando mi ha affidato il Bus. Se ne intende di queste cose. Se ne intendeva, dovrei dire. Dovrebbe essere molto buono. Dovrebbe."
 
Lei fa di nuovo quella faccia triste, come se stesse guardando una cosa misera e maltrattata e Coulson non ne ha bisogno. Forse domani lo farà sentire meglio quando si ricorderà del suo appoggio. Però per adesso non ne vuole sapere. Non é lì per piangere o sfogarsi, non é lì per guardare Skye mentre lo compatisce, no, quella ragazza farà bene ad andare avanti con il piano e bere.
 
"Mi dispiace per il direttore Fury," Gli dice e suona come se lei volesse che lui si confidasse e svuotasse la sua anima o qualcosa del genere. Ma stasera non é domani e in questo preciso momento quel sentimento è solo inutile e amaro. Non lo farà, decide sbuffando e guardando via.
 
"Non sono certo che 'dispiaciuta' sia la parola adeguata in questa situazione", tenta di digrignare i denti, ma esce fuori solo un' orrenda smorfia.
 
"Anche dopo tutte le bugie che ti ha detto, devi stare provando qualcosa in questo momento. É normale."
 
"Io non devo provare provare proprio niente! Quindi..." dice dondolando il bicchiere davanti a lei.
 
"Ci arrivo."
 
"Davvero? Andiamo, Skye. Devi averla presa male anche tu. Lo S.H.I.E.L.D. era l'unica cosa che avevi nella vita, l'unica cosa che tu abbia mai avuto."
Sa di essere crudele. Forse vuole solo un po' di compagna laggiù, sul fondo di tutto. "E salta fuori che é..."
 
"HYDRA."
 
"Esattamente."
 
Gli prende la bottiglia dalle mani e si versa un drink.
 
"Se la metti così..."
 
Questo é grandioso, Phil, davvero, perché no, spingere la subordinata a bere. No, non la subordinata, non più, non davvero, non ufficialmente. Niente più S.H.I.E.L.D., niente più protocollo. Se non c'è più la parola 'subordinata' (o la parola 'protégé' o la parola 'mascotte' e le parole 'agente di livello uno') tra Skye e qualunque cosa venga fermata da queste parole, allora...
 
Ha bisogno di smettere di bere, adesso, realizza.
Ha bisogno di bere dannatamente di più.
 
"Ugh, non mi piace per niente lo scotch."
 
"C'è della vodka" indica.
 
"No, sto bene. Quanto hai già bevuto?"
 
"Perché? Se ti senti scomoda sei caldamente invitata ad andartene."
 
"Wow questa roba dev'essere buona per ridurti in questo stato. Se non mi vuoi qui..." si alza per andarsene, ma Coulson si aggrappa al suo braccio, in una sorta di stretta che non é una stretta, riportandola a sedere.
Non la vuole lì, non vuole lei, già, quella non é parte dell'equazione.
Skye afferra il bicchiere con rinnovato entusiasmo e uno sguardo lievemente infastidito verso di lui, molto meglio della commiserazione. "Immagino di doverti sopportare."
 
 
+
 
Di solito era un ubriaco brillante.
 
Di solito era divertente e di compagnia. (Ricordava le bevute con Garrett, cielo se le ricordava!)
 
Di solito era affascinante con mezza bottiglia di vino rosso (lo era davvero, non molto tempo fa, chiedi a Audrey).
 
Di solito...
 
Cosa era accaduto? Ora era solo triste e patetico e risentito; e triste e patetico e risentito davanti a Skye e non sembrava importargli - pensava che gli sarebbe importato, ma non era così e forse era solo colpa dell'alcol. Gli rimanevano davvero poche umiliazioni, cos'era una in più? Magari l'unica cosa che sentiva in questo preciso momento era vecchiume.
 
Lo scotch é finito - il direttore Fury é morto, lunga vita al direttore Fury, o qualcosa del genere che desse lo stesso effetto, ma che bruciasse di meno nel retro della sua gola -, ma é rimasta un sacco di vodka. Skye é una ragazza da bourbon, lo confessa a un certo punto, e lui lo sapeva già, conosceva il suo passato e i posti dov'è stata, conosce l'orrida scelta di trasferirsi nella città natale di Miles Lydon per amor suo e del sesso e si meraviglia della connessione e non ci va mai - di tutti i posti dove Coulson rifiuta di andare questo orribile posto in particolare ha il dubbio onore di essere il primo della lista.
 
Lei preferisce la vodka allo scotch e presto si mette in pari con lui, sorseggiando generosamente e con un po' meno cura. La testa di Coulson comincia a preoccuparsi per il cambiamento, però. Si sta cominciando a domandare se una Skye ubriaca é davvero qualcosa che vuole gestire.
 
"Devi pensare che io sia un'idiota" dice lei tristemente, con la logica dell'alcol e molta autocommiserazione.
 
"...perché?"
 
"Ho dato l'hard drive a Ward e adesso Ward é..."
 
"Non sappiamo per certo dove sia o cosa stia facendo." non dice che non é colpa sua o che non é stata un'idiota.
 
"Non dirmi che non hai sentito puzza di bruciato, anche prima che si allontanasse per scortare Garrett."
 
"É colpa mia" dice Coulson, ma non in suo beneficio."ha ucciso un uomo a sangue freddo due giorni fa, certo che non era in condizioni di salire su un aereo con il suo ex-mentore, l'agente HYDRA."
 
"Ma pensi che stia bene, no?"
Sembra preoccupata per qualcosa di più dell'incolumità fisica di Ward e, per essere onesti, Coulson é sulla stessa barca.
 
E potrebbe dire qualcosa per farla sentire meglio per il momento, ma stasera non é in sé. Stasera non é il burbero, ma empatico mentore che sa quando Skye ha bisogno di essere spinta piuttosto che tirata. Stasera non é interessato a offrire rassicurazioni.
 
"A dire il vero non ne ho idea." dice.
 
Skye sorseggia abbondantemente il suo drink, evitando i suoi occhi quando pone la domanda successiva,
 
"Ne hai parlato con May? Di Ward, intendo."
 
La guarda. Ovviamente lei lo sapeva. La cosa non lo sorprende nemmeno, anzi fa l'opposto, Coulson non ha nemmeno iniziato a pensare a tutto questo casino.
 
"No. É stata un po' impegnata a descrivere dettagliatamente il completo e profondo tradimento della mia fiducia."
 
Skye apre la bocca per un istante. Poi scivola sul suo sedile, scomoda.
"Pensava di proteggerti."
 
"Non mi interessa."
 
Skye diventa molto tranquilla, quasi pensierosa - o quello che é, nella sua versione ubriaca.
 
"No" gli dice. "Magari non ti dovrebbe importare. Non cambia niente, ma..."
 
"Non voglio parlare di May."
 
"Lo so, lo so. E non la sto difendendo. So che quello che ha fatto, anche se con le migliori intenzioni, é stato imperdonabile. Ma..."
 
"Cosa?"
 
"Alla fine, un giorno, non sto dicendo subito né presto, la perdonerai."
 
"Non puoi saperlo. Io non lo so."
Skye sorride tristemente. "Io lo so."
 
"Come?"
 
"Perché... andiamo, Coulson! Sei tu! Tu sei... così. Ecco perché sei così cool."
 
Lui schiocca la lingua. "Penso che tu non sappia cosa significhi effettivamente quella parola."
 
Lei sbuffa, poi si acciglia sorpresa dal suono. Forse é già davvero ubriaca. Perfetto. Phil pensa che questo sia davvero deprimente.
 
"Non voglio parlare di May." ribadisce lui.
 
"No, certo che no, qualunque cosa tu voglia."
 
Qualunque cosa lui voglia. Voglia voglia voglia voglia voglia voglia voglia voglia. Come se importasse. Non é nemmeno responsabile per la sua stessa vita.
 
"Sai quant'è umiliante?" sbotta, inclinandosi verso Skye come se fosse una qualunque sconosciuta incontrata in un bar. "Non ho una squadra, non ho niente con cui riparare le cose, sono il giocattolo rotto di Fury."
 
"Non lo sei, non potresti mai esserlo. Non rotto." spiega onesta, farfugliando. Posa il palmo della mano sul suo petto. "Forse con un po' di cicatrici, ma non é una cosa così cattiva. Meglio le cicatrici che le ferite aperte."
 
Gli sembra contemporaneamente così vecchia e così dannatamente giovane.
 
Ritira la mano, sfregando contro il suo ginocchio mentre ritorna dalla proprietaria e lui pensa ai loro confini come se non ci fossero mai stati.
 
Le ha raccontato tutto quello che gli aveva detto May, ogni dettaglio di come lui non avesse mai avuto nessun potere decisionale fin dall'inizio. Pensava che lei meritasse di sapere dal momento che era in qualche modo un'altra vittima del tradimento. I loro corpi erano specchi e Skye doveva sapere se c'era la possibilità che ciò la coinvolgesse in qualche modo. Non le ha raccontato però le sue paure riguardo al fatto che l'indiscrezione di May potrebbe essere costato a Skye il segreto delle sue origini. Glielo dirà, solo non adesso, gli si conceda un minuto.
 
"Pensavo di essere un uomo. dice guardando le sue dita  strette attorno al bicchiere. "Pensavo di avercela fatta. Invece no. Non sono un uomo." Questo non é essere un uomo."
 
"Smettila." Lo implora, ma ubriaca sembra come se fosse arrabbiata. Ma smetterla non é quello che vuole fare; il punto, del tutto patetico, dell'ubriacarsi é che non c'è il divieto di fermarsi
 
E lui non si ferma.
 
Continua anche oltre l'espressione di sconforto sulla faccia di Skye.
 
"Ho servito quell'uomo con cieca fede. E quella donna era mia amica. E quello che stavano facendo, quello che pensavano di me... É vero. Sono un giocattolo a molla e sono rotto e adesso ogni giorno perdo la carica."
 
"Non dire così. Non pensarlo neanche."
Ma lui decide di non ascoltarla.
 
"E il direttore Fury" sputa fuori, non proprio sicuro del perché dovrebbe continuare a usare i gradi dopo tutto quello che Fury ha fatto. "Lui era il mio... mi ha insegnato ogni cosa, e adesso..."
 
Tutto è perduto. Non solo rotto. Non solo danneggiato oltre le riparazioni.
 
Le dita di Skye accarezzano la curva della sua spalla destra. Si é perso il momento in cui il movimento é iniziato, troppo concentrato sui suoi pensieri. C'è un principio di umidità che le arruffa i capelli e lei respira profondamente per calmarsi.
 
"Mi dispiace così tanto." dice, come se non fosse complicato, come se Coulson stesse solo rimpiangendo un amico e non una certa idea di sé stesso. Si irrigidisce, facendo sì che lei sposti la mano.
 
"É tutto così. Abbiamo sbagliato tutto. Voglio dire, non abbiamo nemmeno il nostro passato. Vaffanculo, John Garrett." dice, pungente. "Di solito risolvevamo i problemi insieme. Sono stato dietro le linee nemiche con lui. Abbiamo persino condiviso il sacco a pelo, rannicchiati per stare più caldi, in una missione in Polonia, e per tutto questo tempo... Quanti altri come lui? Quali ordini ho seguito?magari dovrei solo alzarmi in piedi e dire 'hail HYDRA'."
 
È buono, così buono, l'orribile sapore di quelle parole nella sua bocca.
 
"Non farlo." dice di nuovo Skye, prendendo la bottiglia e versandosi un altro drink. "Non puoi pensare così, Coulson. Non puoi."
 
É agitata, sta tentando di arrivare a lui per fermare quel declino, ma Coulson vuole solo stare in quella spirale discendente.
 
La logica delle interazioni umane - i segnali avvertimento, la regolazione del respiro, la distanza - é stata lasciata dietro uno stupore ubriaco qualche tempo fa, così non é davvero disturbato quando Sky ritorna alla carica e afferra il colletto della sua camicia, le dita chiuse a pugno, e spinge la faccia molto vicino al suo collo. Coulson smette di pensare a Garrett all' HYDRA e alla sua intera vita come a una lunga e tortuosa fregatura di cui non é mai stato parte e comicia a pensare a qualcosa di davvero molto, molto più problematico.
 
"Skye?"
 
"Mmm-uh."
 
Skye ha il mento appoggiato alla sua spalla.
 
Questo è il problema di bere in compagnia e Coulson adesso si immagina a baciarla.
 
Mentirebbe se dicesse che è la prima volta, ma mentirebbe ugualmente se dicesse di indulgere in tale idea così precisamente come sta facendo adesso. La sua pelle avverte la precisione del momento e lei è proprio lì. Skye é così vicina e proprio lì e lui deve solo chinarsi e lo vuole, lo vuole così ardentemente e...
 
Improvvisamente la bocca di lei è sulla sua, muovendosi. Prima che Coulson abbia tempo di capire cosa sia appena successo Skye lo sta baciando di nuovo, un altro breve, quasi-casto bacio all'angolo della sua bocca.
Skye lo ha baciato.
Lei lo ha baciato e poi l'ha baciato di nuovo.  
 
"Oh no, cosa?"
 
La sua voce suona terrorizzata. Lo stesso Coulson è un po' terrorizzato, in tutta franchezza. Immaginare é una cosa, l'intera orribile esperienza é un'altra - non orribile in sé perché, mmm, no, neanche attraverso il velo dell'alcol e della rabbia, può non apprezzarlo, dolce e tenero e frustrantemente breve, ma orribile a causa di ciò che significa per loro.
 
"Skye...?"
 
Lei appoggia le mano sulle sue spalle, gli occhi sgranati.
 
"No, no, no, mi dispiace tanto, tanto, tanto. Davvero tanto."
 
È un po' troppo dispiaciuta per i suoi gusti. Anche se ubriaca. Davvero trova quello che ha appena fatto così disgustoso? Normalmente bisogna aspettare di essere di nuovo sobri per rimproverarsi le cose che si sono fatte da ubriachi. Guarda più da vicino i suoi occhi e realizza che non c'è disgusto in essi, ma paura. Si domanda perché ci sia tale paura, cosa sulla terra possa mai spaventare qualcuno come Skye.
 
La ragazza si copre la faccia con le mani. Una leggera, terribile risatina le sfugge tra le dita.
 
"Oh cazzo. Dopotutto non sono una macchina per baciare in questi giorni?"
 
"Cosa?"
 
Solleva lo sguardo. "Cosa? Niente. Non è stato niente, davvero."
 
Lui sta per chiedere di nuovo, ma poi sente quella bocca, la bocca di Skye (merda merda merda) di nuovo sulla sua. Questa volta la sua è lievemente aperta e la lingua di Skye (merda merda. merda?) scivola oltre le sue labbra e i suoi denti. No no no no no o forse sì. Quali che fossero le ragioni per il no, non riesce nemmeno a ricordarle; arriva al forse e poi definitivamente decide per il sì. La sua bocca è calda e lei sa di vodka e dolce. Muove la sua lingua contro la sua mentre lui scivola sul sedile, improvvisamente un po' troppo scomodo nel suo completo. Le sue mani scivolano lungo la schiena, lui pensa di farlo per creare maggior contatto.
 
Quando lei lo spinge via mantiene le mani sulla sua camicia, le dita attorcigliate costre il suo petto. Sembra che lei non abbia la minima idea di quello che è appena successo, addirittura meno di lui.
 
"L'hai appena fatto di nuovo." mette in chiaro. Sembra la cosa più educata da fare. Coulson è troppo stordito per poter sentire nient'altro che curiosità al momento.
 
"Ne sono consapevole, signore."
 
"E dopo esserti profusa in scuse." La parola 'profusa' suona strana nella sua bocca. È questo il modo giusto di pronunciarla? Stringe gli occhi per concentrarsi.
 
"Oh cielo, sono orribile! Sono una persona orribile! Tu non fai queste cose. Tu sei Coulson. Tu sei A.C.. Io non avrei dovuto... cosa sto...? Sono una cretina."
 
"Skye, calmati." Sembra la cosa giusta fingere di avere il controllo perché, dannazione, lui non sente davvero di avere nessun tipo di controllo sulla situazione in nessun modo. Se riesce a far sì che lei si calmi - e magari che smetta di baciarlo, in qualche modo- tutto si sistemerà e sarà a posto. A posto come qualunque cosa può esserlo stanotte.
 
"Sono ubriaca." dichiara, sembrando speranzosa all'idea si trovare una scusa. "È una cosa da ubriachi. Come si dice?"
 
"Un bacio da ubriachi."
 
Lei si acciglia. "No, in realtà non lo è. Non è niente del genere. Non era il bacio la cosa da ubriachi, è l'altra cosa.
 
Passa le braccia attorno alla sua vita, premendo il viso al suo petto, sorpresa di starlo abbracciando, ma andando avanti comunque.
 
Coulson si irrigidisce, questo è il preciso momento in cui comincia a riprendersi, ma non abbastanza, neanche lontanamente abbastanza per non farlo indulgere nella pressione della sua guancia attraverso la camicia, nelle sue piccole mani sovrapposte a chiudere l'abbraccio. Fa scorrere un dito lungo la sua scapola, sentendone i bordi attraverso il bianco cotone della sua maglietta.
 
Skye solleva un po' la testa e prende un lungo respiro sotto il nodo della sua cravatta.
 
"Hai un buon odore. Tu hai sempre un buon odore."
 
"Odoro di scotch."
 
"Esatto. No! Voglio dire... dimentica."
 
Si muove, più vicina, premendo il seno contro il suo fianco. Merda merda merda.
 
Ha bisogno di essere sobrio o molto molto più ubriaco per affrontare questa cosa. E lui è così... tutto questo è così triste. Non si sarebbe mai permesso di pensare così alla luce del giorno o senza mezza bottiglia di scotch o di vodka nell'organismo, ha sempre spinto queste emozioni così in profondità (non abbastanza in profondità, evidentemente) che è un miracolo il fatto che possa formulare tali pensieri, anche se è ubriaco, con qualche approssimazione nell'onestà. Non si è mentito così bene come aveva pensato.
 
Oh cielo è così arrabbiato con tutto, così ferito in questo momento e così eccitato, e Skye è così... così Skye. Ciò significa che è probabilmente una cattiva idea lasciarla appoggiata alla sua spalla.
 
Improvvisamente lei si allontana, le sue braccia scivolano sotto lui, ma lontane da lui. Si tira su con un sussulto, guardando davanti a sé.
 
"Oh, no, no, no." Dice come se avesse appena realizzato qualcosa.  
 
"Cosa?"
 
"Mi dispiace," dice e sembra così insopportabilmente e incomprensibilmente triste.
 
"Perché ti stai scusando così tanto?"
 
"Perché non volevo farti questo da ubriaco."
 
"Tu sei più ubriaca."
 
Lei prende un lungo e drammatico respiro. Come se questo non fosse già abbastanza stancante da spiegare, perché lui non dovrebbe solamente e magicamente capire?
 
"Sì, ma non é lo stesso. Io sono nella mia testa, giusto? Io so cosa so e so come... ma tu? No, mai. Tu sei così, così, così... Lo sai? Io non ne ho idea. Così se tu fossi sobrio almeno lo saprei, in un modo o nell'altro."
 
"Sapere cosa?"
 
"Lo sai."
 
"Non lo so."
 
Solleva gli occhi al cielo. "Sì, lo sai."
 
"Di cosa diavolo stai parlando?" decisamente non è un ubriaco paziente. Si può aggiungere questo alla lista.
 
"Non lo sai?"
Lui non dice niente. La sua faccia va incontro a un nuovo tipo di realizzazione. "Oh merda. Penso di aver fatto un grande casino! Potrei aver rovinato tutto, per favore, per favore, per favore, non..."
 
Coulson guarda il suo corpo tremare per un secondo. Non ha più niente, lui non ha assolutamente niente. Tutto è distrutto e sconvolto e allora perché Skye è così intera così davanti a lui?
 
Deve sistemare questa cosa. Deve assicurarsi che arriverà a domani e che le cose non saranno irreparabili tra loro.
 
"È tutto ok, Skye" le dice piano. "Non c'è niente si rotto, non hai fatto niente di sbagliato. È solo in bacio da ubriachi. Date le circostanze, è solo logico. È meno di niente.
 
"Meno di niente?"
 
Prova a rendere il proprio discorso abbastanza coerente, ma salta fuori confuso e senza fiato. "Sì, sì, non devi preoccuparti. Domani non farò... Ascolta, noi semplicemente dimenticheremo tutto. È così che vanno questo genere di cose. Non è un gran danno, noi non dovremmo nemmeno parlarne. Non c'è niente su cui dobbiamo riflettere."
 
Skye sembra pallida. Le sfugge un rumore combattuto, a metà tra un singhiozzo e un fremito di pianto.
 
"Per favore, per favore, signore, non faccia in modo che questa sia l'unica conversazione che avremo sull'argomento."
 
"No?"
 
"No. Vorrei ri-ri-riprendere? questa conversazione quando saremo meno  ubriachi e meno 'wow, lo SHIELD era HYDRA' e meno 'cosa diamine sta succedendo con Ward' e meno 'davvero May ti ha fatto questo?'. Voglio dire, è semplicemente troppo tutto insieme."
 
"Tu vuoi ri... tu vuoi parlare di questo ancora? Perché?"
 
"Ugh, ti odio così tanto a volte. Beh, non davvero. È lo scotch che parla, certo, ma per essere l'uomo più intelligente che conosca sei anche l'uomo più stupido che conosca. È un' abilità!"
 
"Questo non è carino, sono un tuo superiore."
 
"Non più. Niente SHIELD. Niente regole. Hey! Ci sono appena arrivata: niente regole. Sai cosa significa?"
 
"Cosa significa?"
 
Improvvisamente è molto interessato a sapere cosa significa, cosa lei pensa che significhi, improvvisamente sapere diventa un'urgenza.
 
"Significa che posso..." fa una faccia impanicata. "Penso che rimetterò."
 
E lo fa.
 
+
 
 Coulson fa scorrere la mano lungo la schiena di Skye, mentre lei si piega sul water, vomitando.
 
È abbastanza per rendere sobrio chiunque. È abbastanza per entrambi.
 
Sono sul pavimento del bagno privato di lui, è più grande e più confortevole, inoltre gli dà l'opportunità di cambiarsi la camicia. Sposata la mano dalla base della schiena ai capelli, accarezzandoli gentilmente con le dita,
 
"Non sei... oh cielo, non sei obbligato a farlo.
 
"È tutto ok."
 
In realtà è calmanti per lui, far scorrere le dita attraverso i suoi capelli, un paio di ciocche umide attaccate alla fronte. Lo fa finché riesce a farlo distrattamente, una sorta di rumore bianco, e la sua mente è vuota per la piacevole sensazione dei suoi capelli che scivolano sul palmo della sua mano e del calore della sua nuca.
 
"Non avrei dovuto mischiare." borbotta lei. "Avrei dovuto saperlo."
 
Coulson si sente colpevole. Lui ha spinto lo scotch davanti a lei dal primo momento, solo perché la miseria ama la compagnia in un certo modo e in quel modo lui non poteva pensare a nessun altra compagnia che non fosse Skye, nessuno meglio di lei in quei giorni. Non è una rivelazione o non per lo meno non dovrebbe esserlo, ma gli dà un margine. È ancora abbastanza ubriaco e questo è il genere di cosa che lo colpisce come un camion -l'alcol è lì in primo luogo per aiutarlo a nascondere le sue emozioni complicate, non per affinare quelle inconvenienti.
 
Dopo un po' sembra che abbia finito.
 
Lei non può ancora alzarsi, ma lui le porta dell'acqua che lei sputa nella tazza, alzando lo sguardo su di lui, pallida.
 
"Grandioso. Devi star pensando a quanto sembri super sexy in questo momento."
 
La parte peggiore è che lo pensa davvero.
O meglio, non esattamente sexy, ma reale e desiderosa e desiderabile. E c'è il fatto che lui non ha mai fatto questo prima: non con le amanti, non con gli amici, non con il partner di lavoro che si è scoperto lavorare per un'organizzazione nazista. È una gestualità completamente nuova. È qualcosa che nessuno ha potuto riscrivere.
 
Si sporge e posa un semplice bacio sul suo collo o meglio dove il collo incontra le spalle.
 
"Non sarà sempre così." dice, una qualche sorta di promessa che sa di non poter fare in questo momento. Suona come se fosse sicuro di ciò, vede un giorno in cui i buchi di proiettili e il peso del tradimento non tentano di sopraffare questo momento tra loro. Vede un giorno con le giuste ragioni, un giorno senza queste paure. È sobrio adesso e sobrio significa cauto. Sobrio significa anche nessuna scusa nella sua testa.
 
Le accarezza la nuca con le dita, stringendo forte ma teneramente.
 
Questo non ha niente a che fare con tradimenti o sentimenti distrutti. Cosa che ovviamente rende peggiori le cose. Questo non ha niente a che fare con nient'altro che non siano lui e Skye.
 
La ragazza alza lo sguardo e lo guarda negli occhi, molto seria. Molto concentrata.
 
"Vorrei farti sapere che l'unica ragione per cui non ti sto baciando in questo esatto momento è che penso che sarebbe troppo volgare per te." gli dice, enunciando ogni parola con dolorosa importanza.
 
"Capito."
 
Perché lei non sembra terrorizzata quanto lui?
 
La aiuta a tornare alla sua camera (dopo aver avuto una piccola crisi per aver considerato l'opzione di offrile invece il suo letto). La sua camera è a soqquadro, ma il letto sembra pulito.
 
Si sdraia sopra le coperte e Coulson le porge una delle coperte di ricambio marcate SHIELD, quelle economiche non vengono mai usate, eccetto adesso perché non c'è nient'altro.
 
"Oh, questo farà male domani" dice, sul fianco, chiudendo gli occhi davanti alle lenzuola.
 
"Pensi che avrai bisogno..."
 
"Penso di aver vomitato abbastanza per il resto della mia vita. Yuck."
 
"Ti ho lasciato una bottiglietta d'acqua qui."
 
"Stai bene?" gli chiede, guardandolo dal cuscino. Ed è strano, pensa, dovrebbe essere lui a farle questa domanda. Poi di nuovo ha la prova empirica che Skye è molto più intelligente di lui.
 
Annuisce e si allontana per lasciare la stanza.
 
Skye gli afferra la mano per fermarlo, le dita chiuse attorno all'indice e al medio.
 
"Hey. Grazie."
 
 
 
 
 
+
 
 
 
 
Skye sta sistemando la stanza.
 
"Sei riuscita a togliere tutti i vetri?"
 
"Probabilmente no. Domani mi sveglierò tutta tagliuzzata." dice, non cupa, ma a terra. Si massaggia le tempie. "E perché mi stai gridando contro?"
 
"Così tremendo?"
 
"Non berrò mai più." dice. Così tremendo? si domanda, un po' deluso. Skye socchiude gli occhi e ridacchia. "Ok, ho detto la stessa cosa dopo il mio ventesimo compleanno, so come va."
 
"Ventesimo."
 
Sorride. "Mi spiace far scoppiare la tua bolla, capo, ma no, non ho aspettato di avere l'età legale per bere alcol. Per favore non chiamare la polizia."
 
Pensava di star andando bene con la sua sbornia, ma deve essere che stia diventando vecchio perché è doloroso sorridere.
 
Si domanda quanto lei ricordi della notte precedente. Spera non molto, anche se non sa se sia una mezza speranza o una palese bugia.
 
Ora che la stanza è pulita Skye comincia a riorganizzare tutte le sue cose sparse attorno al letto. Sembra che sia riuscita a fissare la sua bambolina Hula incollando insieme le due metà - l'effetto non è perfetto, si può ancora vedere che l'oggetto è rotto, ma può funzionare. Coulson si silente dolorosamente confortato da questa cosa, dal suo rifiuto di gettare la bambolina. Anche questa è Skye, e non lo si saprebbe se ci si fosse perso il primo gesto, quello del buttare via.
 
"Quindi cosa c'è? " chiede lei, quasi come se tutto di fronte a lei fosse normale.
 
(Phil si sta davvero domandando quanto lei ricordi della notte precedente e in questo momento, molto egoisticamente, vorrebbe che si ricordasse tutto.)
 
"Ci sono ancora alcune riparazioni da fare. Probabilmente non avremo le ruote fino al pomeriggio."
 
"Ok."
 
Si domanda se lei stia pensando al buco a forma di Ward nei loro piani. Tra l'altro non ha idea di come lo troveranno nel caso lui lui non voglia essere trovato.
 
"Volevo scusarmi per la scorsa notte." le dice alla fine, sistemandosi il nodo della cravatta. Sta ancora cercando di riprendersi dalla quantità di alcol nel suo organismo,  tutto é ancora un po' troppo forte e fuori portata.
 
Skye smette di fare quello che stava facendo e lo guarda con curiosità. È una buona cosa che lei riesca a guardarlo negli occhi, una buona cosa, un buon segno.
 
"Ti vuoi scusare?"
 
"Il fatto è, Skye... Ieri sera non mi hai visto al meglio."
 
"Beh, io non sono stata proprio un brillante esempio di umanità. Mi hai visto rigettare per tutto il tuo bagno. E su di te. Dunque penso di essere io quella che si dovrebbe preoccupare di aver perso tutto il tuo rispetto."
 
"Allora non preoccuparti."
 
La ragazza si siede sul letto e incrocia le gambe. Non parla immediatamente, si dà un momento per guardarlo, come se lo stesse esaminando.
 
"Penso comunque che fosse una buona cosa." gli dice.
 
"Com'è possibile?"
 
"Non il fatto che ti ho vomitato addosso, quello era brutto." Si ferma: "Ci siamo visti l'un l'altro in un momento in cui eravamo qualcosa di molto meno del nostro meglio. E quindi? Ci siamo visti così. E stiamo bene. Hey, non sto dicendo che mi sia piaciuto vederti così... sono solo contenta che ti sia riuscito a parlarne con qualcuno."
 
Non menziona il fatto che quel qualcuno fosse lei (o che sarebbe potuta essere solo lei, almeno per il momento) e Coulson pensa che questo renda la sua opinione più valida. Non si stava infilando a forza nella situazione, perché l'unica cosa che realmente voleva era che lui stesse bene. Si domandò esattamente come lei fosse riuscita a farlo, sempre che ci fosse il trucco. Sapeva che Skye poteva essere meschina ed egoista come chiunque altro, perciò doveva significare qualcosa.
 
"E mi ricordo come ci siamo detti la scorsa notte." aggiunge Skye, qualcosa guizza nei suoi occhi, coraggiosa e timida allo stesso tempo.
 
Phil si concede un piccolo e stanco singhiozzo.
 
"Ci siamo detti molte cose, Skye, non tutte sono meritevoli di essere ricordate."
 
"Questa lo è." gli dice. È concentrata e seria e lo sta guardando negli occhi. "Non andrà sempre così. E stavo pensando che magari potremmo sostenerci l'uno con l'altra fino a quel momento."
 
Phil sposta il peso da un piede all'altro e torna al momento in cui desiderava che lei non ricordasse niente.
 
"La scorsa notte ero arrabbiato e disperato e ho riversato tutto su di te. Non avrei dovuto permettere che le cose si spingessero tanto oltre."
 
 
Si appoggia all'indietro. "Se questo è ciò che pensi realmente, allora siamo a posto, immagino."
 
"E se non lo fosse?" chiede Coulson, le parole escono dalla sua bocca prima di potersi fermare. E lui è sempre stato un uomo che eccelleva nel fermarsi.  
 
"Allora dovremmo lavorarci su." dice lei, piegandosi in avanti di nuovo, chiudendo un po' di spazio tra di loro, non solo per metafora. "Ci riprenderemo l'hard disk e ci riprenderemo Ward. Capiremo cosa sta succedendo. Perciò fino a quel momento niente più drink e niente più altra roba, ci sono arrivata, ho capito perché deve essere in questo modo. Ma poi, non so, un giorno penso che vorrò che tu ti sieda con me e ascolti, perché ci sono alcune cose che potrei volerti dire."
 
Coulson annuisce, non ha la più pallida percezione del momento in cui ha preso la decisione di sfondare questa porta aperta, ma l'ha presa. L'ha presa. Questa è una sorta di consolazione per lui. No, in realtà, è molto più di questo, è un miglioramento.
 
C'è un momento di pausa tra di loro e Skye gli sorride in modo carino. Le vorrebbe dire che sembra un po' troppo soddisfatta per essere una che ha passato metà della notte su una tazza del gabinetto a vomitare per riuscire a dormire.
 
"Comunque... da dove viene questa?" le chiede, indicando la bambolina sul davanzale della sua finestra.
 
Skye la prende in mano, con cautela, ma anche con entusiasmo. "La mia bambolina Hula? "
 
"Sì, me lo sono sempre chiesto."
 
"Non l'ho rubata, se era questo che stavi pensando. È una bella storia, comunque." dice brillantemente. "Se hai tempo."
 
Ce l'ha.
 
Note della traduttrice
Pietà per la mia prima traduzione. so che le Skye/Coulson non vanno molto nel fandom italiano, ma a me piacciono e siccome di questa coppia non riesco a scrivere bene allora traduco questa grandiosa autrice, che invece ci riesce magnificamente. 
Ciao, DanzaNelFuoco. 
 
  
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