Salve
gentili lettori! :3
questa
che vi presento è una cosa un po' particolare....una raccolta di
frasi (genere che so già essere stato utilizzato più volte da
queste parti). 24
frasi e/o brevi periodi
con un prompt in comune (datomi da un amico): il fumo.
Io l'ho giostrato in questo modo! Con un velo di porn
e
di angst. Sullo sfondo c'è un alone di SasuSaku e di NaruSaku, lo capirete leggendo =p
Non c'è una vera e propria trama, anche se le frasi
vanno in un ordine abbastanza cronologico. E' narrata la storia
passionale
di Sasuke e Naruto, qualcosa di segreto, di non duraturo; ognuno può
pitturare sopra ciò che vuole, i particolari che sente più vicino a sé
e a loro; io spero di riuscire a donarvi delle istantanee.
Oh, la mia fic “Lighter” ne è un assaggio! (In realtà
doveva essere parte di questa fanfic, ma poi le frasi sono andate un
po' diversamente...pilotate verso l'angst. Ehm. *adora l'angst.).
Spero vi piacciano! E scusate se assillo un po' troppo da queste
parti ma...meno
male c'è efp.
E ci sono loro due. XD
Grazie a chi leggerà e mi farà sapere, un
bacio e buona lettura...:3
[The other side of] Bidirezione
Smoke on the water
#1
Ultimatum.
L'ultimatum
che aveva dato a Sasuke era: o
smetti di fumare o non ti bacio più; ma
alla fine Naruto aveva cominciato a fumare.
#2
Prese
di coscienza.
«Ho
notato questo: ogni volta ti vedo con una sigaretta diversa,.»
Sasuke
lo guardò mentre prendeva una lunga boccata. Gli espirò il fumo in
faccia e «fortuna che non si tratta di uomini, Naruto.» disse, non
riuscendo a nascondergli il sorriso che gli era apparso sulle labbra.
#3
Fumo
passivo.
Alla
fine appena visualizzava nella mente il nome e la figura
dell'individuo di cui si era innamorato perchè per svariate ragioni
quella sera o quel giorno non potevo vederlo, sentiva subito in bocca
il gusto del tabacco rollato.
Era come avesse fumato come un
turco dalla mattina alla sera: tanto
lo pensava.
#4
Sesso.
Probabilmente
il vizio di Naruto era forte come quello del fumo di
Sasuke.
«Prendimi.»
Sentiva che era arrivato al punto da non
riuscire a stare più di due giorni senza essere scopato forte da
lui, proprio come Sasuke non sarebbe mai riuscito a rinunciare alla
sigaretta pre e post sesso.
#5
Mozzicone.
Quando
era nervoso prendeva brevi e ripetute boccate, riducendo la sigaretta
ad un mozzicone piccolissimo. All'apparenza era calmo, ma Naruto
sapeva che il ragazzo covava qualche pensiero fastidioso
dentro la sua testa.
Erano dei minuti che Sasuke fumava a quel
modo e Naruto era certo che non si prospettava nulla di buono.
«Nei
prossimi giorni non mi cercare.»
Il mozzicone irrisorio cadde a
terra e fu calpestato con violenza.
Naruto si sentiva come quel
mozzicone, solo che a differenza di quest'ultimo poteva domandarsi in
un mantra senza fine: perchè?
#6
Solitudine.
Nei
giorni in cui era stato di nuovo un individuo senza alcuna metà che
lo completasse aveva preso l'abitudine di provare più tabacchi e
segnare i giudizi che si faceva in merito ad essi su di un blocknotes
che aveva comprato assieme a Sasuke: era un modo per sentirlo vicino,
oltre che distrarsi
in attività che solamente un anno prima gli sarebbero risultate di
una noia
mortale.
#7
Eccitazione.
Gli
bastava visualizzare le labbra di Sasuke che stringevano una
sigaretta, per eccitarsi.
#8
Odio.
Quella
sera gettò nel portacenere la sigaretta ancora quasi intatta con un
moto di nervoso: odiava fumare. Non ce la faceva più ad aspettarlo.
#9
Una donna.
Ricomparve
una notte di agosto, erano passati tre mesi dall'ultima volta che lo
aveva visto. Naruto sentì tra le braccia che era più magro di
quando l'aveva lasciato e non odorava che di profumo.
Deve
esser stato da una donna,
una
donna a cui non piacciono le sigarette.
«Grazie
di essere tornato.»
All'udire quelle parole, Sasuke ebbe un lieve
sussulto.
A
meno che a Sasuke non piaccia fumare in compagnia di lei – pensò
Naruto aggrappandosi ad un filo di speranza, consistente quanto
quello lasciato da una sigaretta e stringendo l'uomo più forte a sé.
#10
Bagnoschiuma alle fragole.
Per
giorni Sasuke aveva
profumato
di bagnoschiuma alle fragole, inutilmente Naruto gli aveva fumato
addosso.
«E'
bella vero?» gli aveva domandato allora al quarto giorno di agonia,
uscendo sul terrazzino del proprio minuscolo appartamento e cercando
con gli occhi una scia di fumo familiare. «Lo capisco dal
profumo.»
Sasuke si alzò e gli annusò il collo, Naruto sentì
il proprio corpo profumato del nuovo bagnoschiuma alle fragole
rabbrividire tutto.
«Non provarti più a metterti addosso quella
roba»
Dopo di che un odore acre gli invase le narici e fu lì lì per
piangere di felicità. «Bentornato a casa, Sas'ke.»
#11
Sublime
Un
momento sublime? Quando Sasuke gli aveva spento la sigaretta su una
natica e Naruto allora si era sentito pervadere da un dolore così
acuto che aveva creduto di svenire, ma allo stesso tempo il piacere
era stato talmente tanto che aveva creduto pure di venire subito
dritto sulle lenzuola.
#12
Consumarsi.
A
un certo punto, guardandolo per la prima volta con occhi non
schiacciati dall'estasi, realizzò per la prima volta che Sasuke
Uchiha era un individuo che giorno dopo giorno andava consumandosi
come quella sigaretta rollata che teneva sempre tra le mani; ma ormai
era troppo tardi per spegnere la miccia.
#13
Tasselli.
Non
gli aveva mai parlato molto di sé, della esistenza anagrafica
di
lui sapeva solo che in vita aveva unicamente un fratello più grande
a capo di un'importantissima multinazionale; sapeva però che ogni
volta che riceveva una certa
chiamata si metteva ad armeggiare subito con le cartine, filtro ed il
tabacco a mani svelte ma leggermente tremanti, ogni volta che spariva
ritornava più nervoso, diffidente, schivo, violento.
E a volte, ma solo a volte, quando tornava profumava di
doccia-schiuma e di donna.
Naruto doveva cercare di mettere
insieme dei tasselli che nella sua mente ora apparivano già chiari
di loro.
Che
la donna e suo fratello fossero parte dello stesso puzzle?
Dalla
curiosità e dall'angoscia aveva cominciato a fumare anche di sera,
da solo sul terrazzino a osservare il cielo
mentre chiedeva alle stelle che non si vedevano proprio come il suo
ragazzo segreto: «Perchè
non rimani qui?»
Un
vento molto forte allontanava sempre la scia di Sasuke dal luogo in
cui si dipartiva.
#14
Destino.
Suo
padre era morto di cancro alla gola, Sasuke sapeva che quel fottuto
tumore non era stato altro che la manifestazione esterna di una vita
di merda fatta di avvoltoi, fiducie spezzate e troppi soldi.
Sasuke
gli diceva sempre che probabilmente gli sarebbe toccata fine simile e
non certo perchè
fumava.
#15
Dolcezza.
Non
era nè il tiramisù che aveva preparato con le sue mani quella
mattina nè l'accendino appena regalatogli dipinto di tante
coccinelle rosse a scaldargli il cuore, ma il calore che emanava il
corpo di Sasuke che gli stava dando il loro
primo vero abbraccio.
«Buon compleanno, dobe.»
#16
Masturbazione.
A
volte fumava persino mentre lo masturbava con violenza: i suoi gesti
erano straordinariamente ipnotizzanti: prendeva una lunga boccata,
espirava piano girando la testa su di un lato e poi dopo averlo
guardato una frazione di secondo con un piglio sensualissimo glielo
prendeva in bocca, la mano che teneva la sigaretta tenuta vicino al
fianco, neanche troppo lontano
dal
suo cazzo duro come marmo.
#17
Dichiarazione.
«Io...
ti amo»
Non gli rispose a voce, ma
il corpo di
Sasuke quella notte gli fece male,
gli fece capire che non doveva dirlo, ma non disse mai neppure una
volta che non ricambiasse.
#18
Pericolo.
Sasuke
era entrato in camera e l'aveva sbattuto sul muro e Naruto aveva
notato fin troppo bene che la solita apatia dipinta su quel viso
pressoché perfetto era stata sostituita da una maschera di
rabbia.
Quella volta aveva creduto fosse davvero giunta la
fine.
«Brutto bastardo...si può sapere dove l'hai
messo?»
L'accendino nero di Sasuke era sparito nel nulla.
#19
Amici.
Quelle
rare volte in cui li vedeva, i suoi amici gli chiedevano che fine
avesse fatto, che razza di mostro
lo tenesse occupato
così tanto da non vederli più neanche per una chiacchierata al bar
il venerdì sera come avevano sempre fatto fin dai tempi del liceo.
Naruto eludeva la domanda sorridendo bonariamente e accendendosi una
gitanes che aveva chiesto in prestito a Sasuke la sera prima chiedeva
loro, nella sorpresa generale, se avessero da accendere.
Era
troppo abituato a farsi prestare l'accendino dal suo ragazzo, per
comprarne uno.
#20
Ritrovamenti.
Non
la vedeva dai tempi delle elementari, eppure era rimasta esattamente
uguale a se stessa; perciò fu un pugno allo stomaco ritrovarsela al
bancone del bar, coi suoi folti capelli lunghi fino al fondo schiena
e gli occhi verdi che vagavano a cercare proprio lui che però in
quel momento se ne stava vicino all'ingresso del bar a fumare una
sigaretta prima di cominciare il turno serale.
«Sakura?»
#21
Incontri.
«Di
tutte le cose che avrei immaginato su di te da grande...quella del
fumo non mi era proprio mai passata per la testa»
Sakura sorrise
scuotendo la testa e in quel sorriso Naruto notò che era cresciuta
anche lei, non lo ricordava così affilato.
Dolce-amaro.
«Non
è colpa mia, ma di una persona che fuma come un turco!»
Naruto
rise ma smise quando vide Sakura farsi seria, gli occhi ridotti a due
fessure e il martini liscio dentro al bicchiere nella sua mano destra
sembrò tremare appena.
«Anche io conosco un tipo così, ma io
odio chi mi fuma accanto» disse tutto d'un fiato e Naruto credette
di morire.
#22
The
end.
La
fine arrivò una sera di agosto, gliela presagì la sigaretta che si
spense sotto a secchiate d'acqua che sembravano mandate giù sulla
terra da Dio in persona.
«Non
cercarmi più.»
Non
ci sarebbero più stati prossimi giorni in cui aspettare il suo
ritorno.
#23
Felicità
in fumo.
Naruto
pensò ai capelli rosa di Sakura tirati indietro da un cerchietto
rosso col fiocco, ad una fronte spaziosa e alla promessa di
matrimonio che le aveva fatto quando avevano otto anni.
Dove
era finita tutta quella felicità?
Era
cominciato tutto da quando il fumo era entrato nella sua vita.
Tutto
il dolore di questo di mondo.
#24
Ciò
che è stato e ciò che sarà.
Non
aveva rimpianti, soltanto un grande senso di malinconia che neanche
il suo sorriso più grande e la fronte spaziosa che aveva riottenuto
riuscivano a togliergli di dosso.
Aveva smesso di fumare, ma
l'odore non aveva alcuna intenzione di andarsene: era nelle narici e
probabilmente non se ne sarebbe andato più, unico segno veramente
tangibile di una storia clandestina e al limite della follia durata
due anni e poco più.