Anime & Manga > Soul Eater
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Autore: Mikirise    11/05/2014    6 recensioni
Sta piovendo, lei non arriva ed ho avuto il tempo di bere del tè verde, che fa schifo cavolo, schifo; non capisco come faccia a piacerle.
Grazie a Kid, so che Liz non è nascosta dietro a quell'albero, facendomi foto da attaccare all'album Come-Soul-ha-trovato-l'amore. Cioè, so che Liz non si metterà in mezzo e non farà foto, ma sono quasi sicuro di vedere un ciuffo dei suoi capelli dietro il giornale che finge di leggere, laggiù, mentre Kid studia la luce del locale, per non so che ragione. Farò finta di niente.
Anche perché l'unica cosa a cui riesco a pensare adesso è Maka, che o si è persa per strada, o è stata rapita, di nuovo, da Black★Star per non farci incontrare -e non sarebbe la prima volta-, o, e cavolo, non riesco proprio a pensarci, mi darà buca
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maka Albarn, Soul Eater Evans | Coppie: Soul/Maka
Note: AU, Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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"You should date a girl who reads"

 

 

 

"You should date a girl who reads. Date a girl who reads. Date a girl who spends her money on books intead of clothes, who has problem with closet space because she has too many books. Date a girl who has a list of books she wants to read, who has had a library card since she was twelve"
Rosemary Urquico

 

 

 

Piove. Non può essere un bel segno. Piove a dirotto. Piove un sacco. Non verrà.

Con la scusa di questa stupida pioggia, farà finta di aver avuto un impedimento, di non essere riuscita a prendere l'autobus, o il treno, o il taxi o qualsiasi cosa mi abbia detto che avrebbe preso per venire in questo stupido bar, mentre io la guardavo in contemplazione dei suoi più che espressivi occhi verdi.

Non verrà. Lo sento nelle ossa.

È da quando è iniziata questa storia che non siamo fatti l'uno per l'altra. È dall'inizio che le mie ossa non fanno che dire "Scappa Soul. Cosa ci fa una come lei con uno come te?"

E, cazzo, io sono fantastico. Cool. Uno a cui cadono le ragazze ai piedi, per intenderci. Ma le ragazze come lei... lei è diversa.

Lei legge.

E cavolo se questo conta! Penso di non essermi mai sentito così inadeguato accanto ad una persona. E penso che mai il senso di inadeguatezza mi abbia fatto sentire così a casa, protetto, compreso. Non riesco a capire.

Non sono mai arrivato un'ora prima ad un appuntamento. Non ci ho mai messo ore a prepararmi prima di uscire di casa, con Liz che mi prendeva in giro perché sembravo -sembro- una ragazzina. Non ho mai sentito tanta ansia al guardare l'orologio al mio polso e vedere che il tempo scorre, ma lei non arriva. Non mi è mai capitato di corteggiare tanto una ragazza perché lei mi dicesse sì...
...e se... e se avesse detto sì solo per togliermi di mezzo? Non ci avevo pensato.
E se mi trovasse petulante? E se non mi volesse vedere?

Cavolo. Mi darà buca.

Se prima era solo un'ipotesi, ora ne sono sicuro. Al cento per cento.

Come cazzo mi sono ridotto. A farmi stupidi viaggi mentali per una ragazza, una sola ragazza, con due codini da bambina e la risposta acida pronta ad ogni mia singola a.

Me lo diceva sempre mamma:"Soul trovati una ragazza come te. Che sappia suonare, magari, ed ami la musica." Il problema è che nei miei diciassette anni di vita, l'unica ragazza compatibile con me che ama la musica e suona uno strumento - anche se male; mamma non ha mai detto che sappia suonare bene uno strumento- è la mia migliore amica, Liz, ed uscire con lei sarebbe come uscire con... con mia sorella maggiore, o mia cugina, o la mia stessa madre. Oddio, immagini come sarebbe andata a finire? T'immagini come potrebbe essere baciare tua madre? Che schifo. No. Proprio no. Lascia perdere proprio. Liz è più alta di me, piagnucola sempre, non mangia il condimento degli hamburger nel McDonald's ed è già impegnata con Kid-quando-eravamo-all'asilo-l'ho-vista-prima-io. E, te lo giuro, quando ci abbiamo provato a stare insieme -perdona la mia curiosa trasgressività dei miei primi anni d'adolescenza- ci siamo fermati prima del nostro primo bacio, che ha fatto traiettoria verso Kim, per me, e verso Hiro, per lei, presa da un impeto di compassione.

Poi Liz, seduta davanti al computer e curiosando tra quei famosi siti di moda, di quelle strane fashion blogger che fanno foto a modelle bellissime ma troppo alte per me, ha trovato un stranissimo e lunghissimo consiglio da una blogger filippina, che penso andasse proprio contro quei siti di moda che Liz visitava con così tanto piacere. Io, buttato sul tappeto della sua camera, annoiato a morte, ero appena uscito dall'ennesima storia-andata-a-finire-male e giocavo con una pallina gialla da tennis. Lei mi avrà visto troppo solo, o triste, o si sarà sentita in colpa per la sua relazione con Kid, non so... Ed eccola, l'origine di tutti i miei guai e di tutte le mie preoccupazioni ora. È tutta colpa di Liz, non l'avevo mai pensata così. "Dovresti uscire con una ragazza che legge. Perché te lo meriti." Non è vero. Non merito niente. Anzi, guarda, adesso mi alzo e me ne vado.

Ma piove. E se poi arriva e non mi trova? Meglio rimanere qui. Ordinerò un tè caldo, da portare quando arriva. Sicuramente è tutta bagnata... beh, se arriva...

 

"Find a girl who reads. You'll know that she does because she will always have an unread book in her bag. She's the one lovingly looking over the shelves in the bookstore, the one who quietly cries out when she has found the book she wants. You see that weird chick sniffing the pages of an old book in a secondhand book shop? That's the reader. They can never resist smelling the pages, especially when they are yellow and worn"

 

 

In fondo, io e Liz ci siamo resi conto che tutte le ragazze con cui sono uscito, ad iniziare per la stessa Liz per arrivare alla più recente e Jacqueline, erano ragazze che tutto facevano, tranne leggere. "Hai provato a stare con tutti i tipi di ragazze, più giovani, più vecchie, più alte, più basse... almeno se non va a finire bene, potrai dire di averne fatto la collezione" ed ancora ricordo le risate di Patty dopo questa frase della sorella. Ed anche la seguente caccia-alla-lettrice di Liz, che frugava nelle borse di tutte le ragazze con cui parlava alla ricerca di un libro, mentre Kid le distraeva con i suoi modi da falso gentiluomo. Penso di non essermi mai sentito così in imbarazzo se non in quel periodo. Anche perché alla fine li beccavano sempre.

Mi hanno presentato tutte le ragazze che ai tempi si stavano leggendo Twilight, o Divergent, o Hunger Games; se non sbaglio, una sola non stava leggendo quelli, ma un manuale di filosofia. Senza togliere niente a questi libri -Maka mi ha confessato che anche lei li ha letti. Io, più semplicemente, non leggo- con nessuna di loro sarei riuscito a concludere o ad avere una relazione. Non eravamo compatibili, penso. In più io non avevo un motivo per cui stare con loro; o forse già sapevo di dover aspettare lei.

Lei, che se ne andava in giro con Patty e la lasciava costruire giraffe di foglie al parco.

E che adesso non arriva.

Che ore sono? Sono passati già dieci minuti dall'ora dell'appuntamento. Spero arrivi presto. Sento dei tuoni. Se anche avesse deciso di non venire, spero non sia uscita di casa... sono preoccupato. Non direi nemmeno che è ancora giorno.

Spero venga. E che ora stia bene.

Forse arriverà da quei cespugli, come la prima volta che l'ho vista. Ero proprio in questo posto, vicino al vetro, seduto su uno sgabello a guardare il vuoto e le cuffie all'orecchio. Penso che, in quel momento, Liz stesse servendo un paio di clienti, perché è stata l'unica volta quel giorno in cui mi ha lasciato in pace. Non faceva altro che blaterare qualcosa sul fatto che mi stessi lasciando andare e che solo perché con Kim mi era andata male, non voleva dire che con le altre sarebbe andata peggio. Parole piuttosto stupide e vuote per me. Mica mi sono mai lasciato crescere la barba -mamma e papà non me lo avrebbero permesso- e solo perché preferisco rimanere a casa accanto al mio piano, non vuol dire che ho mandato a quel paese la mia vita sociale. È la mia vita sociale che ha mandato a quel paese me, dandomi come unici amici un maniaco del controllo, una fissata con le giraffe ed una rompiscatole, nonché invasiva, ragazza-modello. Dai, il mondo mi odia.

Sono contento di esser stato solo, con un pezzo jazz nelle orecchie, mentre vedevo Maka entrare nel bar accompagnata da Patty ed il tipo coi capelli blu ed un sorriso da ebete stampato in faccia. Black Star mi è stato subito simpatico, devo ammetterlo. Maka mi è rimasta in testa da quando mi è passata accanto per sedersi con quei due. Non dico innamorato. N-non sono i-innamorato, ok? Però mi piace. Mi piace un sacco. E Liz deve essersene accorta appena ha puntato lo sguardo sul mio tavolo, perché subito dopo, con la scusa di un paio di gomme ed un favore chiesto all'amica di sua sorella, le ha rovistato nella borsa e ha trovato due libri, Cime Tempestose e Dieci Piccoli Indiani, poi mi ha alzato il pollice in segno di approvazione e lì sarei voluto morire, anche se non l'ho dato a vedere, perché gli occhi a prato inglese di Maka si erano rivolti verso di me, per poi scoppiare a ridere e chiedere a Liz se le poteva portare del tè verde.

Patty cercava di nascondercela. Sotto ordine di Black Star. Che tipo, quello.

Eppure, ricordo perfettamente di non aver mai staccato gli occhi da lei e, a volte, lei stessa mi guardava e manteneva il nostro sguardo sorridendo, mentre continuava a parlare con Black Star più che con Patty, visto che lei era intenta a disegnare sui fazzoletti di carta dati dalla sorella. Quando poi si è alzata, prendendo la sua borsa a tracolla e salutando con la mano, l'ho inseguita con lo sguardo finché non mi è stato impossibile vederla dal vetro e, girandomi, mi sono ritrovato davanti il ragazzo dai capelli blu che mi fissava serio. Mi sono dovuto abituare in fretta a questo di Black Star, a volte è rumoroso e sai che sta arrivando da chilometri di distanza, a volte, quando deve parlare di cose serie o di Maka e Tsubaki, soprattutto quando le crede in pericolo, arriva furtivamente, forse anche un po' minacciosamente. Mi ha detto che forse era meglio che stroncassi alla nascita qualsiasi cosa avessi con Maka, non perché lei fosse un pericolo o al contrario io fossi un pericolo -" Guarda" mi aveva detto " mi sembri uno simpatico"- ma lei è un tipo delicato, è una tipa ingenua, imbranata, un po' stupida fuori dalla scuola e... beh, che il ragazzo che si è guadagnato il soprannome Eater a scuola abbia messo gli occhi su una piatta e rompiscatole -giuro di star usando le sue parole, anche se a volte sono più che d'accordo con questa prima descrizione di Maka-, non gli faceva pensare a nulla di buono. "Non ho niente in mente, sta tranquillo"

Ed era vero. Dopo Maka non sono più riuscito a pensare lucidamente, a meno che lei non stia qui con me.

Guardo l'orologio. È passato un quarto d'ora, non smette di piovere ed io non smetto di guardare fuori dalla vetrina. Di solito, con le altre, a questo punto mi alzavo e me ne andavo, anche se pioveva, anche se fuori c'era una tormenta. Solo con Kim ho aspettato per più di un'ora perché arrivasse e la sua scusa al suo ritardo è stato "Non lo sai che le ragazze si fanno sempre aspettare almeno un po'?". A me sembrava che quell'attesa fosse valsa la pena, perché, davvero, mi sembrava bellissima. Con Jacqueline abbiamo rotto perché è arrivata ad un appuntamento con dieci minuti di ritardo, ed io non c'ero già più ad aspettarla. Forse Liz ha ragione e dopo Kim sono diventato cinico. Non so, so che quella ragazza mi ha spezzato un po' il cuore. Ma l'ho superata. Adesso.

Spero davvero che Maka arrivi.

 

 

"She's the girl reading while waiting in that coffee shop down the street. If you take a peek at her mug, the non-dairy creamer is floating on top because she's kind of engrossed already. Lost in a world of the author's making. Sit down. She might give you a glare, as most girls who read do not like to be interrupted. Ask her if she likes the book."

 

 

La prima volta che abbiamo parlato, eravamo seduti a quel tavolo laggiù. Lei leggeva un libro tascabile e beveva tè verde. Da sola. Era la prima volta che riuscivo a vederla da sola e Liz, dal bancone, mi faceva stranissimi segnali per spingermi ad andarle a parlare. Mi sono alzato, però, solo quando Kid si è alzato dallo sgabello sul quale era seduto con un pettine e del gel uscito da chissà dove. Direi che più che camminare sono corso via, prima che quel matto potesse toccare i miei capelli. Mi sono scaraventato sul tavolo di Maka, tanto che lei mi ha detto di avermi confuso con Black Star. E già iniziamo male. In più, la prima frase che mi viene in testa da dirle è "Scusa sono inseguito da un maniaco che vuole tagliarmi i capelli".

Cosa cazzo avevo in testa? È il modo meno cool di presentarsi. E già non avevo fatto bella figura grazie a Liz. Cos'era quello? Autosabotaggio?

Lei, sorprendentemente, ha sorriso e si è presentata, dicendo che, accanto a lei, non era un buon nascondiglio da gente strana, anzi. Io ho risposto che mi nascondevo solo in quel momento, per il resto delle giornate a me piacciono i miei amici.

Maka frequenta molto spesso il bar dove lavorano Liz e Patty, solo che, come io lo frequento solo ed esclusivamente durante i turni di Liz, lei lo frequenta solo durante i turni di Patty. Con qualche eccezione. Ed in quelle eccezioni ci sono i momenti in cui noi c'incontriamo. Mi piace parlare con lei. Con le atre ragazze, sono sempre stato attento alle mie parole, ho sempre fatto in modo di non diventare loro amico. Con Maka sono diventato amico senza neanche accorgermene. Con lei posso parlare o stare zitto, posso stare calmo od arrabbiarmi, posso litigare e chiedere scusa. Posso dire di sì e pure di no. E quando le ho chiesto "Usciamo insieme? " la prima volta e lei, arricciando le labbra, mi ha detto "No" non mi sono dato per vinto. Le ho chiesto così tante volte di uscire insieme da aver perso il conto e le ho spiegato che, per me, qualsiasi posto sarebbe andato bene, se lontani dagli occhi di Liz e Black Star. Lei mi sorrideva sempre dicendo che in fondo un appuntamento avrebbe incasinato tutto, ne era sicura. "Rimaniamo amici, come con Black"

Però lei a me piace. Anche se ha paura di una storia. Anche io ho paura di avere una storia con lei... forse addirittura più di lei. Però sono qui. So che suo padre l'ha delusa e che si fida solo di un ragazzo, Black Star; so tutto di lei, anche il fatto che contro tutti quelli che conosce ama la musica elettronica ed odia i romanzi storici.

So che ha paura del nuovo. Per questo le ho chiesto di vederci nel solito bar, in un orario diverso per star lontani da quei nostri invasivi amici. So che per calmarsi si ripete a mente un sonetto, o qualsiasi cosa sia, di Mario Benedetti e che, quando lo fa, strizza gli occhi e si morde il labbro. So che, anche se è più piccola di me, è molto matura ed ama i gatti. So che non beve caffè ma solo tè verde, perché il caffè la rende nervosa. So che, se una cosa non le riesce, ci prova e ci riprova finché non la fa perfettamente. So che deve mettersi una sveglia quando entra in una libreria perché altrimenti perde la cognizione del tempo. So che non è invadente e cerca di dare all'altro il suo spazio. So che è molto impulsiva e sognatrice. So che è piena di contraddizioni. So che dà una possibilità a tutti per essere suoi amici. So che è una ragazza puntuale e che probabilmente non verrà.

No, sicuramente non viene.

Eccolo a voi. Soul Evans, il grande Eater, solo, aspettando una ragazzina.

Mi ha fregato. Che dire.

Eppure sembrava così entusiasta. Era stata lei a dirmi sì con quell'enorme sorriso. Mi ha venduto un sogno. Non verrà. Che scemo. Ci avevo creduto. Va bene. Adesso mi alzo e me ne...

Maka?

È spuntata dai cespugli, come la prima volta. In una mano tiene l'ombrello, rosso ed un po ' rotto, dall'altra abbraccia qualcosa contro il suo petto. Tiene la testa bassa. Cavolo, non ho ancora ordinato il suo tè. Mi alzo velocemente dal tavolo e dico al barista di preparare un tè verde ed uno inglese.

Ci ho provato, devo essere sincero, a bere tè verde. Beh, non prendermi in giro, perché il colore degli occhi di Maka è quello ed avevo pensato che, bevendone un po', sarei riuscito a sentirmi accanto a lei. L'unico inconveniente è che il tè verde proprio non mi piace. E che sono un figo io. Non un deficiente romanticone e piagnucolone. No, sono un figo. Va bene? Ricordatelo.

Corro verso Maka.

È piccola, è di fretta, è vestita in rosso. È bellissima. E pure bagnata. Entra dentro il bar e al vedermi inizia a parlare senza sosta. Parla così velocemente che non la capisco. Inciampa sui suoi piedi e l'afferro dal braccio. Si scusa. E dire che lei è la stessa che ha atterrato Patty con un solo calcio, al corso di karate; o almeno così mi hanno detto.

Una goccia cade dalla sua giacca alla mia mano e mi vengono i brividi. Si scusa di nuovo e mi dice di essere arrivata in ritardo perché si è addormentata sul metrò. Dice, chiedendo l'ombrello ed entrando nel bar accompagnata da me, che ieri Black Star ha avuto un attacco di pazzia ed ha iniziato ad urlare in piena notte sotto casa sua e, dopo aver attirato la sua attenzione, le aveva detto di andare da Tsubaki, ché il Grande Star voleva dichiararsi. Era un po' ubriaco, ride Maka, confabulava qualcosa su un matrimonio a quattro. Beh, non per niente ha tenuto sveglie le ragazze fino alle quattro del mattino e Maka, stamattina alle otto, è andata a scuola. L'ho detto che è una tipa responsabile. Io, come Liz, sarei rimasto a letto tutto il giorno.

Maka si scusa di nuovo. E sono io a ridere, adesso. Le dico che se vuole farsi perdonare, può vestirsi da infermiera sexy e fare una visita a casa mia. La guardo nei suoi favolosi occhi verdi -arrabbiati- e rido aggiungendo " Ah, giusto. Non ci sarebbe tanto da vedere, senzatette"

Sono masochista? Ho scoperto di sì.

Maka infila una mano nella sua borsa e prende un grosso libro, che mi finisce in testa neanche pochi secondi dopo.

Rido accarezzandomi la testa. Mi piace un sacco questa ragazza.

Le chiedo allora se, per farsi perdonare mi può dare un bacio. Indico la guancia. Maka ci pensa su, prima di avvicinarsi a me con le labbra arricciate, le guance rossissime e tenendo lontano da me il bacino e le gambe. Mi piace di lei anche il fatto che siamo della stessa altezza e non deve abbassarsi, come se fosse una mamma, per darmi un bacio. Mi è successo con Blair, questo.

Appena sento il suo calore -un po' bagnato- accanto alla mia guancia, mi giro competamente verso di lei, le do un bacio sulle labbra e la stringo dalla vita, avvicinandola il più possibile a me. Lei ride contro le mie labbra prima di rispondere al bacio.

 

 

"Date a girl who reads because you deserve it. You deserve a girl who can give you the most colorful life imaginable. If you can only give her monotony, and stale hours and half-baked proposals, then you're better off alone. If you want the world and the worlds beyond it, date a girl who reads.

Or better yet, date a girl who writes."

 

Penso che adesso sia ufficiale. Esco con una ragazza che legge. Che però è molto di più di una semplice girl who reads, è una girl who studies, una girl who loves, una girl who dreams. È la girl that makes me dream.

Ed è un'ottima baciatrice, per la cronaca.

 


 

 

Note dell'autore

 

Hols. Si, hols con la s e non con la a. Trasgressive. 

 

Questa è la mia prima one-shot su Soul Eater,  l'ho scritta un po' di tempo fa e mi sembra abbastanza convincente oggi. Spero che sia abbastanza chiaro che le citazioni messe qua e là vengono dalla detta Rosemary Urquico. Mi sono imbattuta un po'di settimane fa in quella che era il suo lunghissimo consiglio e mi ha toccata particolamente. Beh, direi che mi sono impersonata nella ragazza che descriveva,  più o meno,  e chi rappresenta per antonomasia la lettrice accanita meglio di Maka? 

 

Amo la SoMa e mi piace anche l'amicizia tra Black★Star e Maka, o Kid e Soul, o Liz e Soul. Yeah baby.

 

Che dite? Ve piace? No?

Aspetterò speranzosa le vostre recensioni!

 

 

 

  
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