Prologo

Nevica.
Anche questa giornata, si colora di bianco.
I fiocchi di neve scendono delicati, come piccoli pezzi di cotone, depositandosi sulla superficie umida della strada, fatta di ciottoli e sanpietrini.
Il cielo è grigio, un grigio scuro che non fa passare la luce del sole.
Sono le 15, ma sembra mezzanotte, con tutti i lampioni a candela già accesi che circondano la stradina percorsa dalle carrozze.
“Attento ragazzo. Levati da qui.”
“Non me ne vado neanche se mi trascini.”
Tsk.
Dannato cocchiere.
Mi ha quasi investito.
Ma dico io, come si fa a non vedere un ragazzo, seduto sul ciglio della strada, sotto un ponte semi-illuminato e con i vestiti sbrindellati e da buttare?
Mah.
Io non lo so.
So soltanto che sono 5 giorni che mi trovo qui, al freddo, e in compagnia dell’unico amico, che ha deciso di non abbandonarmi.
“Bau bau.”
“Tranquillo sono sveglio, non mi congelo mica.”
“Caiii.”
“Si lo so Akamaru. Fa freddo, ma dobbiamo resistere. Vedrai che qualcuno di buon cuore, ci getterà una mollica di pane.”
Dio quanto ero ottimista.
Tra i due ero io, quello più convinto che non avremo passato la notte.
Che prospettiva eh?
Ah comunque, non mi sono ancora presentato.
Il mio nome è Kiba Inuzuka.
Sono un orfano scappato dalla mia famiglia adottiva, perché troppo severa e punitiva.
5 giorni fa, presi la mia decisione di lasciare la casa, dopo essere stato sgridato da mio padre, per essere stato troppo buono.
Nell’aiutare un’anziana signora ad attraversare la strada infatti, arrivai in ritardo alla miniera di zolfo dove mio padre lavorava…e dove lavoravo anch’io.
Ma perché tutte le persone malvagie e disoneste, devono capitare a me.
Perché?
Che cosa ho fatto di male a Dio, per meritarmi questo?
Sono nato?
Sono ancora vivo?
Mi volevi morto farabutto?
Beh attaccati, perché io ho la pellaccia dura, e non crepo tanto facilmente.
D’altronde, sono o non sono uno svizzero doc?
Qui a Zurigo, la gente ci chiama ‘i duri a morire’ perché negli ultimi trent’anni in questa città sono morte la minor quantità di persone rispetto alle altre città dello stato.
E io voglio far rispettare questa tradizione.
Non morirò.
E a tenermi in vita, se non basterà il pane, ci sarà lei.
Quella che chiamano…leggenda metropolitana.
“Bau bau.”
“Come dici? Non la conosci?”
“Bau bau arf.”
“Va bene. Vorrà dire che te la racconterò, Akamaru.”
Ma guardatelo come scodinzola felice.
E’ troppo un giocherellone, il mio amichetto a quattro zampe.
“La storia che ti sto per raccontare è successa esattamente due anni fa. Era il 1864, e esattamente il 22 dicembre, in una fredda giornata d’inverno, su questa stradina, si cominciò a notare una bambina dal cappuccio rosso, e dal vestitino pieno di toppe e strappi. Andava in giro vendendo dei fiammiferi in scatola, per guadagnare i soldi necessari a curare la madre, gravemente malata. E fu proprio per questo suo modo di guadagnare i soldi, che la chiamarono con il soprannome di…Piccola Fiammiferaia…”

Fic che va, Fic che viene
finito Tobi's World, vi porto una nuova e bellisima fiction.
fatemi sapere come vi sembra ;^) see ya