Anime & Manga > Due come noi/Kyou kara ore wa!!
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Autore: rospetta92    12/05/2014    1 recensioni
L'Akehisa non ha intenzione di farla passare liscia a Mitsuhashi. Mitsuhashi dal canto suo ha una gran voglia di dar loro una lezione come si deve.
[...] A un certo punto Mitsuhashi si fermò e Riko quasi non gli andava a sbattere sulla schiena. Pochi metri avanti un gruppo di teppisti dell’Akehisa cappeggiato da Sagara sogghignava sinistramente.
“Ti stavamo aspettando biondino!” sbraitò Sagara. [...]
Genere: Azione, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Din Din Dan Don”
La campana della scuola aveva appena annunciato la fine delle lezioni. Fiumi di ragazzi e ragazze si riversavano all’esterno per tornare a casa o uscire con gli amici. Chiacchiericci e risatine rendevano frizzante l’atmosfera.  Solo un grugno pensoso appariva tra la folla: Takashi Mitsuhashi. Dove camminava si apriva un varco e qualcuno addirittura si zittiva.
“Mpf…quello scemo di Ito è sparito! Se la svigna prima per vedere Kyoko!” brontolava tra sé e sé Mitsuhashi.
“Ehiii! Mitsuhashi!”
“Come osa non dirmi nulla, io sono il grande Mitsuhashi!” continuava a pensare Mitsuhashi.
“Ehiii! Aspettami!”
“Quando lo vedo gliela faccio pagare!” rimuginava nella sua testa.
“Insomma ti ho detto di aspettarmi! EHI!”
Sdeng!
Mitsuhashi era accasciato per terra con un grosso bernoccolo sulla testa.
“Ehi, che cavolo fai idiot…” urlò Mitsuhashi voltandosi indietro, ma rimase bloccato perché vide Riko.
Se ne stava ritta in piedi con le mani sui fianchi e un viso imbronciato.
“Ma che esagerato. Ti ho solo dato un colpetto sulla spalla” disse Riko.
“Si può sapere che cosa vuoi da me?” rispose Mitsuhashi rimettendosi la cartella sulle spalle e procedendo il cammino.
“Ti ho detto di aspettarmi. Facciamo la strada insieme” disse Riko accennando un sorriso e allungando il passo per raggiungerlo.
Mitsuhashi  emise un verso sprezzante  ma non disse di no. Continuava a camminare senza voltarsi. Riko lo prese come un sì e gli camminò a fianco. Troppo timido e spaccone per dirle di si, ma contento perché lei glielo avesse chiesto. Mitsuhashi era fatto a suo modo, e Riko lo sapeva. La ragazza lo guardò e un sorriso sincero comparve sul suo viso.
Fecero la strada insieme, ma Mitsuhashi non spiccicò una parola. Riko era morsa dalla curiosità di sapere cosa frullava nella testa a Mitsuhashi.
“Ehm…Mitsuhashi a cosa pensi? Te ne stai così zitto” tentò Riko.
Ma non ebbe successo, Mitsuhashi camminava imperterrito. Riko sbuffò “uff!”.
A un certo punto Mitsuhashi si fermò e Riko quasi non gli andava a sbattere sulla schiena. Pochi metri avanti  un gruppo di teppisti dell’Akehisa cappeggiato da Sagara sogghignava sinistramente.
“Ti stavamo aspettando biondino!” sbraitò Sagara.
Il volto di Mitsuhashi si oscurò e si fece serio. “Ma non mi dire, mi risparmi la fatica di cercarti”.
Poi, rivolgendosi a Riko: “Ora la strada dovrai fartela da sola fino a casa, io ho un piccolo impegno”.
“Mitsuhashi, sei sicuro? Forse dovresti chiamare Ito” disse lei.
“Macchè! Posso sistemarli da solo questi ceffi!” disse il ragazzo con un sorrisetto sfacciato.
Riko aggrottò le sopracciglia in segno di disapprovazione: “Non so se hai notato, ma hanno le spranghe di metallo”.
“Certo che ho visto scema!” ribattè Mitsuhashi e di nuovo guardandola in faccia: “Che c’è?! Credi che io sia così debole? Vedrai rimpiangeranno di aver cercato rogne con me!”. Il volto di Mitsuhashi era determinato, ma Riko era preoccupata. “Ora vattene a casa. Non voglio gente fra i piedi” proferì il biondo.
Riko restò impalata con lo sguardo ansioso. Poi pensò: “E se andassi a cercare Ito? Sono sicura che accorrerebbe”. Riko si mosse nella direzione opposta e in poco tempo sparì dalla vista.
Intanto Mitsuhashi, apparentemente calmo e controllato, aveva la  testa che ribolliva di rabbia e il pugno nascosto sotto la tasca tremava nell’impazienza di scagliarsi contro il muso di Sagara.
“Allora testa ossigenata, stasera noi ti daremo una bella lezione. Tutte quelle arie che ti dai mi danno sui nervi. Ti farò capire una volta per tutte che l’Akehisa è il liceo più forte in circolazione” sentenziò Sagara brandendo la stanga.
“Uh uh uh…” ridacchiò ironicamente Mitsuhashi. “Credi davvero di potercela fare? Forse non ricordi che ti ho già steso tre volte, ma ti rinfrescherò la memoria volentieri!”.
Mitsuhashi ripensava alle seccature che Sagara e i suoi scagnozzi avevano causato a Riko. “Maledetto bastardo!” pensò. Il pugno nella tasca era talmente stretto che le nocche gli dolevano. Aveva una gran voglia di prendere a cazzotti quella brutta faccia da idiota.
“Basta blaterare! Fatti sotto!” urlò Sagara, e si lanciò con il tubo di metallo verso Mitsuhashi. Quest’ultimo schivo l’attacco e caricò un calcio che si proiettò sul fianco di Sagara. Quello finì a terra, ma si rialzò poco dopo stringendo ancora più deciso la spranga. Mitsuhashi gli andò incontro con un colpo sul naso e Sagara barcollò all’indietro. “E’ veloce il bastardo biondo” pensò il teppista dell’Akehisa. Ma nel mentre in cui Mitsuhashi era pronto a colpire un’altra volta, un fendente arrivò sulla sua spalla ed egli, colto da dietro, si piegò  sulle ginocchia con una smorfia di dolore. “Pezzo di…” sussurrò Mitsuhashi, stringendosi  la parte colpita e dolorante.
“Eh eh eh…” fece Sagara, “non ti sei accorto di quanti siamo? Creperai qui Mitsuhashi.”
Il tizio dell’Akehisa  che l’aveva colpito alle spalle aveva un ghigno arrogante dipinto in faccia. Mitsuhashi si rialzò e guardò i suoi avversari, erano una decina.
“Maledizione…”
Mitsuhashi  con un’aria sicura disse: “Non cantare vittoria così in fretta. Sei solo un verme Sagara.”
Un gemito rabbioso uscì dalla bocca di Sagara e così la lotta proseguì…
  
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