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Autore: sonofabeach    12/05/2014    2 recensioni
22.24.
tra i tanti occhi intenti a fissarmi ne notai un paio.
due sottili occhi azzurri.
mi fissavano, fermi su di me da un po'.
fu abbastanza difficile staccarsi dalle due ragazze, ma paragonato alla fatica che dovetti impiegare per raggiungere quei due occhi era minimo.
non erano molto distanti, ma la gente era tutta appiccicata, nessun passaggio, nessuno spiraglio.
gli occhi erano rimasti su di me, per tutto il percorso.
ora ero arrivato.
li avevo raggiunti.
eravamo verde dentro azzurro.
eravamo ghiaccio contro acqua.
eravamo chiaro con scuro.
'sono harry' furono le uniche parole che riuscì a pronunciare.
'ciao, harry, io sono louis, louis tomlinson'
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: Triangolo
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20.52. 
'cazzo sono in ritardo'. 
imprecare in questi momenti aiuta, è scientificamente provato, soprattutto se devi essere ad una festa in 10 minuti e la zip dei pantaloni ti si inceppa. 
anche se fossi arrivato in ritardo nessuno se ne sarebbe accorto, ma per principio io non arrivo mai in ritardo. 
così, pantaloni neri, maglietta bianca, stivaletti e uno dei sorrisi più credibili possibili era quello che indossavo. 
a quella festa non ci sarei voluto andare, ma 'è tua cugina, fa 18 anni, non puoi non andare' era quello che continuava a ripetere mia madre da giorni. 
in effetti aveva ragione, ma non conoscevo assolutamente nessuno e fare amicizia non era una delle cose che mi venivano meglio. 
scesi di casa, a piedi non ci avrei messo tanto. 
faceva caldo. 

21.03. 
non ero in ritardo, almeno, tre minuti non sono considerati ritardo, solo da mia sorella, al massimo, ma lei è abbastanza fissata, forse più di me, quindi non conta. 
il locale era affollato, le luci fortissime, le urla degli invitati fuoriuscivano dal locale ogni volta che la porta si apriva lasciando uscire qualche coppietta ansimante o un paio di ragazzi implicati in qualche folle rissa da ubriachi. 
per entrare dovetti scansare un ragazzo che odorava di alcool, sembrava completamente ubriaco, nonostante fossero solo le nove. 
la vista da dentro era persino peggiore di quella da fuori: una massa di ragazze coperte da piccoli pezzi di tessuto colorato che riuscivano a coprire molto meno del dovuto, e un'orda di ragazzi più grandi, ricoperti di tatuaggi e piercing già ubriachi e strafatti, che non mancavano a tastare con le loro mani tutte quelle parti che non erano coperte dai tessuti nelle ragazze. 
speravo solo che sarebbe finito al più presto. 
il tavolo del buffet era ancora intatto quindi in poco riempii il mio piatto e me ne andai in un angoletto a mangiare. 

21.37. 
mezz'ora li dentro mi era sembrata un'eternità. 
gente arrivava da ogni parte. 
decisi di uscire, magari una sigaretta ed un po' di aria fresca mi avrebbero distratto da quella vista. 
avevo il pacchetto in una mano, accendino nell'altra. 
in lontananza c'era un gruppetto di ragazzi che si stava avvicinando. 
erano quattro, un ragazzo magro e biondo, uno moro con la pelle scura, non doveva essere di quelle parti, uno castano, con occhi grandi e marroni, erano tutti bei ragazzi, ma l'ultimo... l'ultimo mi lasciò senza parole. 
non molto alto, fisico tonico e magro, capelli castani, lunghi, tirati indietro con del gel, occhi azzurri ghiaccio, da perdercisi dentro, labbra fine e di un rosa pallido. 
quel ragazzo aveva fatto scaturire in me più emozioni di quanto pensassi si potessero manifestare in un lasso così breve di tempo.
c'era sorpresa, curiosità, paura, ansia ed una marea di altre a cui neanche saprei dare un nome. 
dal posto in cui ero, riuscii a seguire con lo sguardo tutto il percorso che fece, con i tre amici. 
seguivo il modo in cui ogni piede superava l'altro, il modo in cui le sue vans nere gli stavano, le sue caviglie scoperte si muovevano, ed i muscoli delle gambe si contraevano. 

21.53. 
aiuto, questa serata sembrava non aver fine, la gente continuava ad arrivare e il tempo non scorreva. 
mi ero fumato due sigarette, me ne erano rimaste otto, le avrei tenute per il resto della festa. 
forse entrare nella sala mi avrebbe distratto un po'. 
il volume della musica era assordante, la puzza di sudore, mista a quella dell'alcool asfissiante.
tutti gli invitati erano ubriachi, ma sembravano felici, sorridevano e si divertivano. 
'un mojito, grazie' dissi al barman. 
seguì un sorriso ed in poco tempo il drink mi venne servito. 
ne bevvi tre, tutti di seguito, poi un paio di short alla pera. 
ero abbastanza ubriaco per potermi avvicinare alla pista. 
sentivo l'alcool che fluiva. 
le vene che si riempivano del sangue sporco. 
il cuore che pompava, i battiti accelerati, che seguivano la musica. 

22.18. 
mi muovevo abbastanza bene, avevo due ragazze appiccicate, più decine di occhi puntati. 
ero di certo un bel ragazzo. 
piacevo tanto alle ragazze, ma non mi erano mai interessate. 
mi ero accorto di essere gay in seconda media, quando arrivò in classe un nuovo compagno. 
era bellissimo, ed anche a lui piacevo, fu il mio primo ragazzo. 
la bionda continuava a strusciarsi sul mio sedere, mentre la mora era occupata a lasciarmi leggeri baci sulle mani e ballarmi intorno. 
era una bella sensazione sentirsi voluto, anche se non dalla persona che proprio desideravi. 

22.24. 
tra i tanti occhi intenti a fissarmi ne notai un paio. 
due sottili occhi azzurri. 
mi fissavano, fermi su di me da un po'. 
fu abbastanza difficile staccarsi dalle due ragazze, ma paragonato alla fatica che dovetti impiegare per raggiungere quei due occhi era minimo. 
non erano molto distanti, ma la gente era tutta appiccicata, nessun passaggio, nessuno spiraglio. 
gli occhi erano rimasti su di me, per tutto il percorso. 
ora ero arrivato. 
li avevo raggiunti. 
eravamo verde dentro azzurro. 
eravamo ghiaccio contro acqua. 
eravamo chiaro con scuro. 
'sono harry' furono le uniche parole che riuscì a pronunciare. 
'ciao, harry, io sono louis, louis tomlinson' 
la sua voce era squillante, vivace, ma anche sexy. 
con una semplice frase, giusto pronunciando il mio nome mi aveva fatto venire i brividi. 
non ero mai stato così infantile, soprattutto non in amore. 
ero sempre stato il saggio, quello con esperienza, ma con lui mi sentivo nudo. 
'hai intenzione di rimanere a fissarmi ancora? io vorrei ballare'
lo stavo fissando, chissà da quanto. 
fingendo disinvoltura cominciai a ballare, ma ormai era fatta, l'ansia aveva avuto la meglio. 
un turbinio di emozioni, un fascio di nervi. 

22.36. 
stavamo ballando. 
harry styles ballava con louis tomlinson. 
mi stavo calmando, lui sembrava felice. 
avevo bevuto un altro drink nel frattempo. non sapevo cosa fosse, sapeva di menta. 
ballando avevo avuto la possibilità di scrutare il corpo di louis.
era bello, aveva dei tatuaggi sul braccio destro ed altri sul petto. 
'io esco, che fai?' chiedeva louis. 
'oh si, qui inizia a far caldo, vengo anche io' mi ero perso nei miei pensieri, un'altra volta. 
uscimmo fuori. 
con noi c'erano anche gli altri tre ragazzi con cui erano entrati.
'io sono niall' disse il biondo. 
'piacere' risposi. 
'io zayn' disse il moro con la pelle scura. 
'io mi chiamo liam' disse con un gran sorriso il castano. 
era molto gentile, e visibilmente meno ubriaco degli altri due. 
soprattutto del biondo, niall che non riusciva a reggersi in piedi. 
zayn non rimase a lungo. aveva adocchiato una bionda in lontananza, in pochi minuti stavano pomiciando su una panchina lì vicino. 
accesi una sigaretta, liam e lou cominciarono a parlare della festa. 
'secondo me ha invitato troppa gente, l'anno scorso si stava meglio' diceva louis. 
non riuscivo a smettere di guardare la sua bocca, le labbra che si muovevano, si separavano per poi richiudersi in un ghigno. 

22.58. 
eravamo rimasti a parlare per un po'. 
si alternavano conversazioni leggere, battute stupide di liam, grugniti di un niall, ora completamente andato al sonno, e semplici silenzi da ubriachi. 
avevamo anche fumato un paio di sigarette, una l'avevamo divisa io e louis. 
il pensiero di posare le labbra nello stesso posto dove erano state quelle di louis era eccitante. 
'che ne dite di un altro paio di giri di shorts? tranne che per niall, lui dovrebbe rimanere qui' disse liam. 
l'alcol mi avrebbe solo potuto aiutare. 
'io ci sto' rispondemmo quasi contemporaneamente io e louis. 

23.10. 
io ero arrivato a cinque shorts, louis sette, liam si era fermato a tre. 
ero su di giri, completamente andato. 
ora vedevo louis circondato da fiamme, lo immaginavo su un letto, disteso, nudo, ad aspettarmi. 
lo immaginavo ripetere il mio nome. 
lo immaginavo sotto di me. 
'che ne diresti di ballare, per stavolta davvero?' ero stato io a chiederglielo. 
dovevo essere davvero ubriaco. 
louis non rispose. 
si limitò ad afferrarmi il braccio con presa ferrea ed a trascinarmi nella pista. 
eravamo molto vicini, non c'era quasi più spazio tra i nostri corpi. 
si univano a ritmo, si muovevano come fosse una cosa sola, combaciavano perfettamente. 
louis avvicinava il suo viso al mio, continuava a fissarmi, stavo preparando la mia mente ad un suo bacio, ero sicuro che sarebbe successo in quel momento. 
il suo viso deviò all'ultimo momento, dirigendosi, stavolta al mio orecchio destro. 
i battiti stavano tornando ad un ritmo più o meno normale. 
la sua bocca sfiorava il mio orecchio. 
'mi stavi fissando, penso di sapere quello a cui stavi pensando... quello che stavi immaginando' pronunciò louis in una maniera così sexy da provocarmi una leggerissima scomodità nei boxer. 
'sai, non eri l'unico, anche io ti stavo fissando, avendo bevuto più di te posso affermare che i miei pensieri erano anche meglio dei tuoi' continuò. 
stavo per morire, non pensavo che una voce potesse toccare un tale livello di sensualità, o farti sentire così a disagio. 
'vediamo, cosa stavi pensando?' dissi, ma non me ne accorsi, a questo punto era l'alcol a parlare. 
'a te, in ogni modo, ogni posizione, nudo, ovunque, a me, a quello che potresti farmi' disse e spostò la sua mano dalla mia spalla scendendo fino al collo della maglietta, poi al torace, per arrivare alla cintura. 
'mh, beh tu a cosa pensavi?' chiese. 
'te, nudo, un letto e tanto piacere.' risposi. 
'l'ho detto che i miei pensieri erano meglio, si vede che hai bevuto meno' esclamò cominciando a tirare la cintura verso di lui.
continuava a tirare fissandomi, l'altra mano era ferma a stringere la mia spalla. 
i suoi occhi di sfida nei miei di piacere. 
le mie mani erano abbandonate sulle sue spalle, nessuna presa. 
la sua mano ora aveva lasciato la presa della cintura. 
era sotto la maglietta. 
scorreva, era arrivata al petto ed ora scendeva. 
scendeva lentamente, facendo movimenti circolari con le dita. 
in poco era arrivato all'elastico dei boxer. 
non riuscivo a parlare, non avrei saputo cosa dire, entrambi sapevamo quello che volevamo. 
ora stava stuzzicando l'elastico, tirandolo e facendo scorrere le dita tra l'elastico e la pelle. 
fremevo. 
era tornato con la bocca al mio orecchio 'forse avresti dovuto bere altri due bicchierini, non vorrei essere l'unico a divertirmi' disse mordendomi il lobo e cominciando a lasciare leggeri baci su tutto il collo, poi sul mento, la mascella ed intorno alla bocca. 
finora aveva fatto tutto lui, avrei dovuto prendere in mano un po' di coraggio, giusto per sembrare ancora vivo. 
raccolsi tutto quello che avevo in corpo e lo baciai. 
era evidentemente sorpreso. 
i miei occhi erano chiusi, ma potevo vedere i suoi fissarmi con aria interrogativa. 
il primo bacio fu a stampo. 
fece un sorriso malizioso, di quelli che ti fanno saltare le cuciture dei boxer, e si accanì sulle mie labbra, stavolta era un bacio di piacere, di fiamme e passione. 
le mie labbra si schiusero immediatamente, lasciandolo scorrere in me con una forza innata. 
fu un bacio lungo al quale seguirono tanti altri con altrettanta foga, tutti alternati da parole sporche, sussurrate al mio orecchio ed il mio elastico ormai fisso nella sua mano. 
io mi ero limitato a tirargli i capelli nei momenti più coinvolgenti ed a lasciargli soffici baci sul viso e sul collo. 
forse aveva ragione, non ero abbastanza ubriaco. 

23.56.

eravamo lì da un po', a scambiarci fluidi ed a stuzzicarci. 
continuavo a pensare che io a questa festa non ci sarei voluto andare, e che se mia mamma non avesse insistito tutto questo non l'avrei mai vissuto. 
la mia vita non si sarebbe mai intrecciata in maniera irreparabile con quella di louis tomlinson. 
non mi sarei mai sentito così vivo e voluto da una persona di tale bellezza. 
non avrei provato queste così naturali sensazioni di piacere. 
la massa di gente sulla pista era aumentata e stava cominciando a comprimersi. 
era soffocante e sapevo che non sarei potuto rimanere li più a lungo. 
'perché non ci troviamo un posto meno affollato?' dissi. 
'ne conosco uno, vieni' rispose, riportò la presa dai miei boxer al mio braccio, trascinandomi con sè.
  
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