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Autore: littlebebe    12/05/2014    1 recensioni
[Cantanti/attori]
Quattro ventenni in carriera abitano insieme in una casa a Londra dopo essersi trasferite all'età di diciotto anni da New York. Avranno incontri con persone famose grazie al loro lavoro.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta
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Ricominciò la settimana di lavoro, il solito lunedì mattina, il giorno più faticoso. Chi ama alzarsi di lunedì dopo un rilassante weekend?
Nicky, silenziosa e molto assonnata, si vestiva per andare dai suoi colleghi che l’avrebbero aiutata ad organizzare uno dei suoi party meravigliosi. Questa volta toccava alla piccola figlia della bella attrice Amy Adams che avrebbe compiuto quattro anni a maggio.
Quella mattina Nicky era particolarmente strana, forse un po’ preoccupata, ma non per il lavoro. Prova a immaginare come si sente un cane se sta due giorni senza cibo. In quel fine settimana sarebbe dovuto arrivare Jacob in casa delle quattro ragazze, ma lui non si presentò, dicendo a Nicky che aveva degli impegni con il padre e quindi non partì.
Nicky andò nella stanza accanto alla sua, la stanza di Vinnie, al piano di sopra, e trovò l’amica concentrata sul suo trucco, il solito trucco di tutte le mattine.
-Secondo te è vera la storia dei genitori?- disse Nicky accasciandosi sdraiata sul letto.
-Perché dovrebbe mentirti scusa? Il prossimo fine settimana verrà, tranquilla.-
-Ma lui ha sempre rinunciato a tutto per stare con me, specialmente quando si trattava dei genitori.-
-Nicky, cosa staresti pensando? Un’altra donna? Non lo farebbe mai, lo sai meglio di me.-
-Sì ma sai, col fatto che non ci vediamo quasi mai…-
-Tesoro, non pensare a nulla del genere e sbrigati ad andare che fai tardi, sono le sette e mezza.-
Nicky usciva di casa sempre mezz’ora prima di Vinnie e Allie, mentre Ginny variava gli orari, dipendevano sempre dagli impegni della persona per cui lavorava.
Ginny quella mattina se ne andò di casa alle sette, aveva il suo primo incontro con Demi Lovato, e ovviamente, era agitata. Era un’agitazione insolita quella di quel giorno, probabilmente non stava così nemmeno i cinque minuti prima del suo esame di maturità.
Vinnie e Allie, le ultime rimaste in casa, presero borsa, occhiali da sole, trucchi, chiavi di casa e alle otto in punto si affrettarono per andare in ufficio, che non era molto distante, circa un quarto d’ora a piedi. Solitamente attaccavano alle otto e mezza e per un quarto d’ora, ogni mattina, si fermavano al bar dall’altra parte della strada del loro ufficio, per bere un caffè insieme. Erano migliori amiche. Si conoscevano da più o meno tutta la vita, frequentando ogni tipo di scuola insieme, da quando avevano due anni. Non si sono mai separate nel corso della loro crescita.
Entrarono nel bar di tutte le mattine e dietro pizzette, panini, cornetti e pasticcini trovarono il solito barista che le accoglieva con molta gentilezza come tutte le volte che sorpassavano lo scalino dell’entrata.
-Buongiorno signorina Wayland, buongiorno signorina Johnson.-
-Buongiorno a te Matthew!- gridarono in coro le ragazze.
-Solito caffè?-
-Sì grazie.-
Vinnie si avvicinò per pagare alla cassa, quel giorno toccava a lei. Si alternavano.
Nel frattempo Allie aspettava le due tazzine.
-Ecco a voi, Allie.-
-Grazie mille, Matthew.-
E così si girò per andarsi ad accomodare al tavolino vicino la grande vetrata da cui si vedeva il solito traffico della mattina presto, ma a un tratto si fece buio nei suoi occhi.
-Omg, scusami! Io non volevo… davvero, mi dispiace. Non l’ho fatto apposta. Scusami.-
Concentrata nei suoi mille pensieri, Allie era andata a sbattere contro il petto di un ragazzo più alto di lei, versandogli un goccio di caffè sulla camicetta azzurra, ma per fortuna senza aver fatto cadere le tazzine a terra, ma comunque la figuraccia l’aveva fatta.
-Non preoccuparti, tanto devo tornare in albergo.-
Lui le fece un sorriso da ragazzo molto per bene e gentile e la prima volta che lei alzò lo sguardo per osservare la persona davanti a lei, rimase sbalordita e a bocca aperta, e come se non bastasse, non riusciva nemmeno a parlare. Doppia figuraccia.
Un minuto dopo mostrò i primi segni di ripresa da un ‘rischio di sventimento’.
-Non è possibile. Oh mamma, tu sei….-
-Jamie Campbell Bower? In persona!-
-Sto sognando, non può esistere la tua figura davanti ai miei occhi.-
-No ti sbagli, non stai sognando.-
-E cosa ci fai tu qui?- chiese Allie mentre appoggiava le tazzine di caffè sul tavolino.
-Dovevo iniziare le riprese di un film questa mattina, non molto lontano da qui, ma le hanno rimandate a domani.-
-Io non ci credo!- disse Allie abbracciando Jamie. –Ho visto tutti i film in cui sei apparso e poi mi sono completamente innamorata di Shadowhunters, tu sei un eroe per me.-
-Oh grazie, davvero. Fa piacere sentirsi dire queste cose.-
-Che succede qui? Aspetta, ma lui non è Jamie, l’attore di Shadowhunters?- Intervenne improvvisamente Vinnie, tornata dalla cassa.
-Sì tesoro, ti rendi conto? E per sbaglio gli ho versato un po’ di caffè sulla camicia, che sbadata!-
-Ah, vedo. Piacere, io sono Vinnie e siccome scommetto che lei ancora non si è presentata, il suo nome è Allie e mi riempie il cervello con tutte queste cose strane, Shadowhunters, Divergent..inizialmente c’era Hunger Games, la prenderei a schiaffi avvolte.- disse Vinnie facendo un sorriso alla sua amica come per dire “lo sai che ho ragione”.
-Beh, non ho mai chiesto una cosa così a una mia fan, ma c’è sempre una prima volta. Allie, ti piacerebbe venire ora a fare una seconda colazione con me nell’albergo dove alloggio?-
- In realtà stiamo andando a lavoro..ma..- Allie guardò Vinnie come per cercare in lei le parole che per la prima volta in tutta la sua vita, non riusciva a trovare.
-Quando ti ricapita? Non preoccuparti, dirò che questa mattina ti è venuta la febbre, tanto non sei indispensabile oggi nel lavoro.- le sorrise Vinnie.
-Grazie mille Jojo, ti adoro.-
Jojo, era il soprannome che lei stessa le aveva dato sin dai tempi dell’adolescenza, “Jo” sta per l’iniziale del suo cognome.
-Io andrei allora. Jamie ti prego, non contagiarla ancora di più di quanto hai già fatto. Trattienila con altri argomenti.- e Vinnie se ne andò con un cenno di una mano.
-Simpatica la tua amica!-
-Lo so, ma a volte gliela tapperei quella bocca.-
-Allora, vogliamo andare?-
-Sì, andiamo..con la tua macchina?-
-Sì, è parcheggiata proprio qui davanti.-
Nel tragitto in auto Jamie raccontò a Allie la sua vita prima di iniziare la sua carriera. Frequentò un collegio inglese e a otto anni iniziò a prendere lezioni di canto. Iniziò a fare teatro con una parte di uno dei personaggi di ‘Alice nel paese delle meraviglie’. E in più fece anche il modello. Alto, biondo e con occhi azzurri. Doveva per forza affascinare le ragazze, ma ad Allie aveva completamente fatto perdere la testa, ancora di più vedendolo dal vivo.
Prima di salire nella stanza d’albergo, Jamie ordinò un po’ di cornetti al cioccolato e alla crema, dei succhi di frutta e del caffè.
-Non voglio sembrare una persona che porta subito le ragazze in albergo, ma il fatto è che non abbiamo scelta. Se ci mettessimo a fare due passi non avremmo tregua, capisci no?-
-Non lo sembri infatti.- entrarono nella stanza. –Wow! E’ bellissimo qui! Non sono abituata a stanze d’albergo così..grandi e..belle.-
La stanza aveva un’aria molto romantica e rilassante. C’era un salone con un tavolo rotondo con intorno sei sedie, le pareti erano arancioni e gli addobbi rossi e marroni. C’era un terrazzino gigante e nella piccola camera si era accolti da una grande finestra da cui si poteva vedere la piscina idromassaggio.
Mentre Allie visitava la camera da letto, Jamie ringraziò il cameriere che gli portò la colazione. Lui la chiamò e la fece accomodare sul divano rosso.
-Io  ti ho parlato di me, ora tocca a te.- lui la guardava con un viso dolcissimo, sembrava che se la mangiasse con gli occhi.
-Beh, non c’è molto da dire. Sono abbastanza semplice infondo, anche se non si direbbe. Come già sai ho la passione per i libri e film di fantascienza, una passione che mi ha trasmesso la mia amica Ginny. Dovresti conoscerla, potresti innamorarti di lei solo guardando i suoi bellissimi occhi verdi, che riescono a diventare grigi alcune volte.
Io, lei, Vinnie e un’altra nostra amica, Nicky, abitiamo insieme da circa due anni.
Nicky è fantastica, ha una capacità assurda. Anche i discorsi più noiosi, raccontati da lei, diventano interessanti.-
-Mi piacerebbe conoscere anche le altre due.-
-Soprattutto a Ginny farebbe molto piacere incontrarti.-
-E tu lavori insieme a Vinnie quindi? Di che si tratta il vostro mestiere?-
-Lavoriamo per la stessa rivista, lei come giornalista, io come fotografa.-
-Aspetta, hai un po’ di cioccolato sulla bocca.- disse Jamie appoggiando dolcemente il suo soffice dito sul bordo delle labbra di Allie.
Allie sembrava imbarazzata e guardò in basso. Per fortuna aveva una carnagione abbastanza scura da non far notare il suo rossore di quel momento.
-Fatto.-
-Mh..grazie.- disse Allie come se improvvisamente le fosse andata via la voce sostituita da una timidezza mai avuta prima.
Dopo due secondi di sguardi intensi, lei si fece coraggio e ricominciò a parlare come se non fosse successo nulla.
-Hai degli occhi veramente belli Jamie.-
-Anche tu Allie.-
-Come fai a dirlo? Sono scurissimi i miei.-
-Chi ti ha detto che gli occhi scuri non sono belli?-
-Beh sai, di solito non attraggono le persone.-
-Allora io sono un caso insolito.-
Lui si avvicinò di più a lei spostandole i capelli all’indietro come per guardarle meglio gli occhi. Ma un suono interruppe quel momento magico. La solita suoneria dell’iphone.
Allie prese il telefono dalla borsa accanto ai suoi piedi e guardò sullo schermo. “Jojo”.
-Ehy Allie, tutto okay lì?-
-Sì, perché?-
-No per sapere, ma devi venire a lavoro. Abbiamo bisogno di te.-
-Va bene ma..perché parli a bassa voce, Vinnie?-
-Perché volevo ricordarti di fingere che stai poco bene quando arrivi.-
-Sì, hai ragione, dammi dieci minuti e sono lì.-
-Okay, diremo che ci hai messo poco tempo perché eri in farmacia, quindi eri già pronta. A dopo.-
Così Jamie dovette accompagnare Allie al suo ufficio. Il tragitto in macchina, rispetto all’andata, diventò più imbarazzante. Lei guardava fuori dal finestrino senza dire una parola, ma era contenta, e sentiva qualche farfallina nello stomaco. Infondo per lei non era stato un primo incontro, quello con Jamie. Lui non è il tipo di persona che crede a cose come ‘il colpo di fulmine’, specialmente quando si tratta delle sue fan, ma quel giorno, quella mattina, quello scontro, quel caffè, quegli occhi, quel sorriso, probabilmente si rese conto che il colpo di fulmine, esiste.
  
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