Storie originali > Thriller
Ricorda la storia  |      
Autore: marine the racoon    12/05/2014    1 recensioni
(Ispirata dalla canzone In the Dark, dei The Birthday Massacre) la cantante Chibi si ritroverà in un bosco, e farà un fatale incontro, e la chiave che porta al collo deciderà il suo destino...
Genere: Dark, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Non so da dove vi sto scrivendo. Tutto intorno a me è buio, vedo a malapena dove scrivo, ovvero su una striscia di tessuto insanguinata. Sono ovunque, sul pavimento, sui muri e sul soffitto. Sto scrivendo perché ho paura, e cerco di distrarmi facendo qualcosa, aspettando la mia fine. E chissà, magari qualcuno finirà in questo posto, e leggerà queste mie ultime memorie. Magari riuscirà anche a trovare il modo di fuggire, e dirà ai miei cari cosa mi è successo. Il mio soprannome è Chibi. Non vi dirò quello vero. Ma vi dirò come sono finita qui.
Tutto iniziò da un sogno. Ero in un bosco, in mezzo ad una folta nebbia. Gli alberi intorno a me erano spogli e secchi, ma quelli più vicini erano illuminati da lampada attaccata al ramo più vicino. Ero vestita con un vestito unico viola, simile a quello di Cenerentola, e al collo portavo la mia collana preferita, una collana con una grande chiave appesa. Me la aveva donata mia madre prima di morire. I miei capelli, neri come le piume dei corvi, erano raccolti ai lati in due corti codini, e una ciocca ribelle ricadeva a lato sul viso. Avevo i piercing sul naso e uno sul labbro. Davanti a me, c’era solo uno specchio. Era uno specchio alto, dove mostrava tutta la mia figura, contornato da una cornice argentata decorata con motivi floreali. Ammirai il mio aspetto, chiedendomi cosa avrei dovuto fare, e perché fossi lì. Improvvisamente, la mia immagine scomparve, e lo specchio divenne nero. Poi, all’interno comparve una figura: aveva le braccia bendate, una camicia nera con un cuore in fuori, con un buco al centro, pantaloni neri e scarponi con zeppe nere. La faccia non era visibile. Mi tendeva la mano, al di là dello specchio. Provai a toccare lo specchio, e notai che le mie dita non avevano incontrato il lucido dello specchio, come normalmente sarebbe successo, ma erano ENTRARE all’interno, provocando delle piccole onde, come quando si immerge una mano in un placido stagno. Afferrai la sua mano, anche se continuavo a chiedermi come ci riuscissi, e lo tirai fuori. Uscì un ragazzo, ma la faccia era…mostruosa. La sua pelle era pallida, non sembrava che scorresse una goccia di sangue in lui, gli occhi dello stesso colore, contornati da ciglia folte, lunghe e scure. Sul collo aveva delle strane righe scure, che formavano quasi delle ramificazioni, come piccole vene. I capelli erano raccolti sopra la testa, a formare una capigliatura simile alla mia, ma più scompigliata. Lui non proferì parola, mentre io lo fissavo, sconvolta, e caddi per terra dall’orrore. Lui si mise a sedere per terra, senza fare rumore, e non fece altro. Dopo un poco, capì che non mi avrebbe fatto del male, così mi avvicinai e mi misi a sedere, davanti a lui. Continuai a fissarlo in silenzio, mentre lui continuava a guardarmi con i suoi occhi completamente bianchi. Provai a toccargli la pelle del viso: era gelata. Poi guardai il cuore. Sembrava di cartapesta, ma notai che la fessura era a forma di chiave…ed era molto simile a quella che portavo io al collo. Mi levai il ciondolo, e lo inserì nel cuore. Il ragazzo chiuse ed aprì le palpebre. Girai la chiave per aprire, e il ragazzo fece uno scatto indietro, rizzandosi a sedere dritto come un palo, portando le braccia indietro, mentre dalla bocca e dai bracci bendati iniziò a sanguinare copiosamente. Lo guardai, sgomenta, e mentre lo vedevo sanguinare da tutte le parti dentro di me si diffuse una piccola disperazione: non volevo che tutto ciò accadesse! Poi, dagli alberi giunse un suono attutito, e dagli alberi spuntarono delle bende insanguinate, che andarono ad avvolgere il ragazzo e me, bloccando gli arti. Iniziammo a dibatterci, cercando di afferrare le nostre mani. Non so perché, ma provavo pietà e una piccola punta di affetto per quel povero ragazzo. Non riuscivamo a toccarci, neppure sfiorarci, e le bende continuavano a trascinarci indietro. Iniziai a desiderare che tutto ciò fosse solo un terribile incubo, e gridai. Mi svegliai, ed ero sotto le coperte, ma si stavano muovendo, come se qualcuno le scuotesse per cercare di strapparle via. Iniziai a tastare tutto intorno gridando, disperata, quando guardai verso in fondo del letto. Vidi che anche il ragazzo era lì. Provai ad afferrargli la mano, e lui tese la sua verso la mia. Lo sfiorai con la punta delle dita, ma ad un tratto venne risucchiato da qualcosa verso la parte più profonda, completamente nera. Guardai il ragazzo scomparire, e di nuovo la disperazione si impadronì di me, e con una forza ancora maggiore. Perché non riuscivo a salvarlo? Perché non riuscivo mai a toccarlo? Comunque, riuscì a svegliarmi, ancora. Mi alzai a sedere immediatamente. Ero nel mio letto, con i capelli sciolti e una camicia da notte blu chiaro, in grembo tenevo un piccolo carillon dove girava una piccola bambola che assomigliava in modo inquietante al ragazzo. Guardai verso la tv, e vidi che era accesa, e andava normalmente. Tirai un sospiro di sollievo. Era tutto un sogno. Poi, la tv si oscurò, facendo interferenze, e sullo schermo apparve la sagoma del ragazzo, illuminata da dietro ma su sfondo nero. Stavolta non lo potevo vedere in faccia, ma sentivo il suo sguardo su di me, e riuscivo a percepire il suo desiderio di avermi. Mi spaventai, pensando: come è possibile? Doveva essere solo un maledetto sogno!. Mi tastai al collo, e notai che non avevo più la chiave. Guardai con orrore crescente lo schermo, e cercai di alzarmi, quando due braccia spuntarono e, tappandomi la bocca, mi stesero sul letto. Cercai di dimenarmi. Il ragazzo continuava a fissarmi. Spuntarono altre mani, che mi afferrarono e iniziarono a trascinarmi giù. Continuavo a dibattermi, ma niente. Sprofondai nel letto, letteralmente, e tutto divenne nero. Probabilmente svenni. Ed ora, mi sono svegliata in questo posto. Non so dove andare, non so cosa fare. Spero di riuscire a trovare un uscita da questo posto.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Thriller / Vai alla pagina dell'autore: marine the racoon