Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
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Autore: __Di    13/05/2014    2 recensioni
È un sacco di tempo che il mago non è più a Nihon. E Kurogane neanche era con lui, neanche era lì a dirgli addio. Era in missione, come lo è adesso, lontano da casa per proteggere quel paese che già non riconosce più, che già non merita tutto quello che ha fatto. E poi ha sempre reputato inutile proteggere un paese in pace, figurarsi ora che non ha più niente, niente per cui valga la pena lottare. Ha già perso tutto e manca un solo passo per perdere anche se stesso. Diventerà un ronin, presto o tardi, un senza padrone, se continua a pensarla così. Malgrado ami ancora quella sua terra, c'è qualcosa che ama di più, qualcosa che nulla può sostituire. Morirebbe ancora per il suo impero, morirebbe ancora per il suo Giappone, ma solo perché anche lui amava Nihon.
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Fay D. Flourite, Kurogane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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d

Tadaima

4.

 

La stanzetta è tutta disordinata. Kurogane s'è alzato tardi, già da tempo era passato mezzodì. Ma non guarda neanche la loro camera da letto, tutta la sua attenzione è rivolta a ciò che tiene tra le braccia, ora.
Il suo cuore sembra perdere di colpo un battito per poi impazzire del tutto. Sono dodici anni che non stanno insieme lì dentro. Dodici, quasi tredici. E tutto ora sembra pesargli addosso, all'improvviso.
Tutta l'urgenza di un attimo prima è stata inghiottita da un qualcosa che gli scava dentro.
Il mago, dal canto suo, è rimasto impaziente, gli bacia le labbra senza sosta. Ma non ottiene la gradevole risposta attesa, no, il ninja si lascia baciare ma non risponde.
«Ehi, ma insomma!» brontola appena scocciato. «Avevi un sacco di fretta di portarmi a letto e ora sei impalato? Mettimi giù!» borbotta.
Kurogane trasale dal suo assorto ragionamento e lo poggia a terra, ma se lo riporta al petto senza un fiato, stringendolo un po' di più. Tira un lungo sospiro, lungo, come se il mago fosse stato un miraggio finora, come se solo ora si fosse avveduto della sua presenza. È vero, il mago è lì. Se n'era accorto anche prima, eh, ma forse è solo ora che lo sente davvero, solo ora che quell'alcova li accoglie, solo ora che sono nel nido. Ed è una sensazione strana eppure naturale, perfetta. Non c'è niente di meglio, niente.
«Che c'è? Ti è passata la voglia?» domanda.
Lui scuote il capo.
Il mago gli stringe la vita. «Che cos'hai, allora?».
Un lungo sospiro, e finalmente ha chiaro in testa quello che vuole. Vuole solo abbracciarlo, stringerselo contro il petto e non permettergli mai di allontanarsi. Mai più, mai più. «Possiamo stare solo un altro po' così?».
«Oh. Certo.» annuisce lui, sorridendo e strusciando la guancia contro di lui. «Possiamo stare così quanto vuoi, Kuro-rin».
Il giapponese non parla. Ma tanto lo sa, il suo mago verrà a dargli aiuto. Sicuramente.
Quello che sente nel cuore è incredibile. È un'emozione confusa, è felice e spaventato. Felice perché è ovvio che lo sia, sembrerebbe il minimo, essere felice ora che il mago è lì. E invece è spaventato perché non lo sa, l'emozione è forte, il cuore gli fa male e sembra che gli stia mangiando lo stomaco. È lì, sono lì. Se lo stringe solo un po' di più contro il petto.
L'ha sempre amato così tanto?
Lui è lì, è lì, e lo tiene tra le braccia come se stringesse contro di sé un tesoro, un tesoro ineguagliabile, irripetibile. Lui è lì, e lo sente sotto la pelle, nel cuore, in ogni cellula. È lì, e non c'è niente di più bello, di più importante.
Il suo cuore sembra calmarsi finalmente. Sospira, a lungo, come a scrollarsi dalle spalle tutti gli anni di assenza. È finita ed è finita bene. Sì. È lì.
Tra le sue braccia, il mago sospira. «Anche a me fa uno strano effetto stare qui con te, lo sai? È passato così tanto.» sussurra baciandogli il petto. «Lo senti il mio cuore quanto batte? Mi prenderà un colpo presto...».
Kurogane nasconde le labbra tra i capelli del suo idiota.
«Anche il tuo cuore batte un sacco, lo sai? Posso farti sentire un po' meglio in qualche modo?» domanda alzando lo sguardo. «Che posso fare per farti sentire più...».
«Sei qua.» dice.
«Sì.» risponde il mago, non proprio convinto. Ma poi alza il capo, lo guarda, sorride. «Mi hai fatto preoccupare, lo sai, sì? Mentre dormivi neanche credevo di essere davvero qua. Ti controllavo continuamente e ti toccavo, ti sentivo ero con te eppure...» abbassa di nuovo il capo, nasconde il viso nel petto del suo compagno. «Tu non mi capivi e, non lo so, mi sentivo lontano anni luce da te, eppure ero qua e ti tenevo la mano... ma ora sei qua, e ti posso abbracciare... e tu mi parli e mi senti...».
Kurogane grugnisce, ma non dice niente, scioglie solo l'abbraccio.
Yui alza lo sguardo ancora, sorride appena. «Ti va se... mh? Cominciamo a recuperare il tempo perduto? Prima eri tutto un fremito, Kuro-pon...».
Il ninja arriccia le labbra. «Sei proprio scemo.» chiosa e gli arruffa i capelli.
«Non lamentarti, mi porti a letto o no?» sbuffa.
Kurogane supera il mago e si va a sedere sul letto.
«Oh, quindi hai deciso di farmi tante coccole?» farfuglia l'idiota scaraventandoglisi contro senza alcuna remora.
Kurogane sorride appena e gli poggia un bacio tra i capelli. «Scemo, prima di fare qualsiasi cosa, fammi vedere in che stato stai».
Yui si allenta l'obi storto del suo yukata, allarga la stoffa, lo abbraccia.
Il giapponese sta zitto, lo guarda con quella sua mezza smorfia di disappunto. Sbuffa. La sua pelle chiara sembra ancora più pallida con quei segni addosso, con quelle fasciature che gli circondano il petto e gli irritano la pelle. È davvero un disastro, quel suo piccolo mago.
Slaccia le bende, lentamente.
Kurogane schiocca la lingua sul palato e stringe le labbra, in una lieve smorfia di disappunto. «Sei pieno di lividi. Guarda qua.» farfuglia, sfiorandolo appena.
«Beh, ho sfondato un tetto...» gli confida, mentre perde un respiro. Anche solo quella semplice carezza è qualcosa di incredibile, di indescrivibile. E si capisce da quanto si lascia trasportare da quel lieve tocco.
Il ninja ringhia appena appena. «Ah, mi raccomando, vantiamoci! Potevi ammazzarti, idiota».
«Eh, ora è colpa mia!» farfuglia.
Lui si allunga con una mano a raccogliergli il mento. «No, non dico questo, però... Sei gracile.» sussurra, alitandogli sul volto. «Potevi farti molto più male».
«Lo so. Ma per una volta sono stato fortunato. Sarebbe stato orrendo, no? Arrivare finalmente a Nihon e schiattare stupidamente bucando un tetto.» farfuglia ridacchiando.
«Ancora non ho capito come...» sospira mentre l'idiota ride a singhiozzi, come i bambini. «E non ridere, cretino».
«La mia magia, mentre tornavo, ha preso a singhiozzare...» annuisce, mentre si sistema le fasciature alla buona, come se non valesse la pena perdere tempo in questo modo. «E ho sfondato il tetto del palazzo imperiale. Non so come sia successo, in realtà... ma è capitato. Fortuna che sono piombato in una stanza piena di cuscini... mi domando chi li collezioni... l'imperatrice non sembra il tipo».
Kurogane sospira e lo ignora del tutto. Si è fermato a “ho sfondato il tetto”, questa è l'unica informazione che gli interessava. «Sei pieno di segnacci».
Yui sorride. «Dai, non è niente, poteva andare molto peggio».
Il ninja sbuffa, di nuovo. Gli bacia il collo, piano piano. «Potevi ammazzarti, idiota.» brontola.
«Non è che l'ho fatto intenzionalmente. Non è che ho pensato “Tò, non vedo l'ora di sfondare il tetto del palazzo imperiale! Quasi quasi mi ammazzo pure”.» replica. «Volevo solo tornare da te. Che ne sapevo che la mia magia avrebbe deciso di impazzire mentre arrivavo qua?!».
Kurogane sospira. «Lo so, ma dovevi fare attenzione, forse conveniva aspettare un altro po'... voglio dire cosa ti costava aspettare ancora? Non scherzare su queste cose. Potevi farti davvero male».
«Mi costava aspettare, Kurogane.» replica seccamente. «Non sopportavo l'idea di stare da solo lì e di lasciare te qui. Quindi anche se con qualche acciacco... sono qua.» bofonchia.
Il ninja sospira. Sì, in effetti anche lui avrebbe fatto lo stesso.
«Che c'è ora?» domanda lui.
Kurogane poggia di nuovo la testa sulla sua spalla ghiacciata. «Mi preoccupo solo per te, non prendertela così tanto».
Il mago pigola, di nuovo. Gli abbraccia quel capoccione moro e lo stringe a sé. «Lo so che ti preoccupi. Però devi capire anche il mio punto di vista. Appena ho avuto la magia adeguata al trasporto, ho provato a tornare. Non avevo messo in conto che sarebbe stato problematico, semplicemente perché volevo vederti davvero tanto e non credevo di correre rischi. Ma qualche livido non è niente. Te lo assicuro. Sto bene, eh?» farfuglia.
Kurogane stringe le labbra.
«Uh, quindi siamo pronti a spogliarci!» pigola.
«Non lo so, sai?» farfuglia.
«Vuoi prendere altro tempo?» domanda, serio e impaziente come forse non è stato mai.
«Da quanto sei tornato? Sei ancora pieno di lividi e... non voglio farti male, lo sai, no?» farfuglia.
«Sto bene.» dice. «Siamo stati a stecchetto per... caspita, dodici anni o giù di lì...» borbotta.
«Quasi tredici...» dice. «E poi sei magro. Cavoli, mago...» aggiunge ignorandolo. Potrebbe contare le sue costole con la punta delle dita.
«Oh, anche tu sei deperito un po', Kuro-rin...».
Il ninja sbuffa. «Ci prenderemo cura l'uno dell'altro».
«E ci coccoleremo anche un sacco.» annuisce.
Kurogane lo fissa. È chiaro dove voglia andare a parare, non è che ci stia girando granché intorno, per un momento le sue orecchie pulsano impudentemente. «Argh!» forse il suo modo di assentire? «Ciò non toglie che tu debba riprenderti completamente! Devi riposarti per bene e devi mangiare. Mago... mi raccomando. Sei un mucchietto d'ossa... davvero.» dice, infine, con un tono accorato che non è proprio il suo, un tono che però può permettersi di usare con la porta della loro stanza chiusa per bene. In fondo, sono solo loro due lì.
L'idiota, il suo piccolo, meraviglioso e stupido idiota, come se idiota non bastasse a connotarne adeguatamente la sua idiozia, sorride. «Lo so, non avevo molto di che nutrirmi eh...» bofonchia. «Però tu invece non hai scuse, sei sciupato anche tu...».
Kurogane non dice niente, gli bacia solo la guancia.
Il mago lo fissa. A lungo con quegli occhi più chiari del normale eppure ancora belli. Tiene gli occhi fissi in quelli cremisi del ninja, senza paura, senza fuggire. «Che c'è?».
Lui sta in silenzio, se lo guarda trasognato come se fosse di nuovo in un sogno.
«Cosa c'è, Kuro-koi?» domanda, soffiandogli dolcemente le parole sul viso, piano piano.
«Sei bello.» dice, arrossendo appena. Non ha mai detto niente di simile eppure l'ha sempre pensato. È bello, lo è sempre stato. E forse è pure più bello di prima, sì. Senza dubbio, è bellissimo.
L'idiota si prende tra le mani una ciocca di capelli. «Guardami, sono tutto grigio!».
«Perché, dì un po', solo io debbo invecchiare?» sbuffa.
«Ma tu sei ancora più bello adesso!» dice poggiandogli un bacio sulla tempia. «Le tue rughe di espressione, qui... intorno agli occhi, sono adorabili! Meravigliose.» bofonchia.
«Lecchino.» sbuffa. «Ammettilo che lo dici solo per portarmi a letto...».
«Ah, dai! A parte che siamo già a letto, ma poi... tu sei diventato davvero bellissimo in questi anni, Kuro-rin...» mugugna. «Guardati, strappi il fiato!».
«Tu sei sempre uguale. Solo più magro.» replica. «E non esagerare, non sei per niente grigio».
«Sui biondi i capelli grigi si vedono di meno...» replica.
All'improvviso, lui lo fissa, lo squadra nella sua testa come ad imprimersi quella bellezza in ogni fibra del suo essere. Un moto intestino lo coglie e lo stravolge da capo a piedi, dentro e fuori, sotto e sopra. E Kurogane sospira, forte, a lungo. Come se dovesse buttare fuori tutta l'aria bollente dalla sua testa, insieme ai pensieri assurdi su quanto gli sia mancato. È sollievo, è affetto. Un sospiro carico di emozioni, di ricordi atroci sulla sua lunga assenza. Ora tutto è fuori, tutto. Forse si sono già cancellati i dodici anni di solitudine. Ed è stremato da questo sospiro, tutto gira intorno a lui, a loro. L'unica cosa che può fare è afflosciarsi contro di lui, accucciarsi con una debolezza che non ha mai sentito così forte e opprimente, eppure così liberatoria. Poggia di nuovo la fronte sulla sua spalla e gli abbraccia i fianchi, dolcemente. È lì, Yui, ed è tangibile, è vero. È proprio lì. Sospira di nuovo, e questo sospiro è una necessità, ancora una volta, come per cancellare del tutto quello che ha sentito. Sì, si è già fatto perdonare. 
«Che c'è ora?» domanda lui, accarezzandogli i capelli.
Da quando è diventato così forte, lui? Davvero non si sente strano come lui? Davvero è tranquillo come appare?
Sono cambiate molte cose, allora. Anche il mago è cambiato e tanto.
«Mi sei mancato.» farfuglia. «Mi sei mancato e... e ora sei qua e─».
Anche Yui sospira. «Non ti sembra vero, eh?» dice piano piano, la sua voce trema. Si stringe il suo capoccione scuro tra le braccia, contro la spalla come a volerselo inglobare dentro. «Anche a me non sembra possibile. Non credevo davvero di riuscire a tornare io...» sospira ancora e gli sfugge un leggero singhiozzo.
Kurogane alza il capo, si sposta dolcemente le braccia del mago intorno al collo e lo guarda. Le lacrime gli scorrono leggere sulle guance. Piange e sorride, sorride e piange.
Lui sposta una delle sue mani ossute a coprirsi gli occhi. «Scusa, non... non volevo piangere, io... sennò ti arrabbi e─».
«Yui...» lo chiama, questo nome gli sfugge dalle labbra. Ora vorrebbe consolarlo, ma non sa come fare, piange ed è colpa sua, altroché.
«Non... non mi hai mai chiamato per nome... non devi chiamarmi per nome...» bofonchia a testa bassa. Tira su col naso, con la manica dello yukata si asciuga il viso. «Sono cambiate un sacco di cose mentre ero via, eh?».
«Anche tu sei cambiato... un pochino...» dice.
Lui si asciuga le lacrime. «È solo una facciata... sono sempre un piagnucolone...».
Kurogane sospira, si allunga appena ad accarezzargli i capelli. «Scusami.» mormora, le labbra strette.
Il mago alza gli occhi, lo guarda. E tra le lacrime sorride appena. «Perché ti scusi?».
«Piangi... e─» mugugna.
«Piango perché sono... sollevato. Sono qua con te e, non ci credo ancora, lo sai?» mugugna.
Il ninja lo tira contro di sé, se lo abbraccia forte. È vero, sono lì tutti e due. Insicuri come due scemi della realtà meravigliosa che hanno addosso, tra le braccia. Cretini. Pure lui è cambiato, non solo il mago. Ma i sentimenti sono rimasti invariati.
«Lo so che non dovrei piangere. Abbiamo fatto un patto, non dovrei piangere con te in camera da letto se non quando siamo nudi e facciamo l'amore... però...» farfuglia.
Kurogane gli scompiglia i capelli, lo stringe semplicemente contro di sé. «Sfogati, piangi quanto vuoi.» mormora appena. «Se ne hai bisogno, piangi. Dimmi tutto quello che ti passa per la testa».
«Scusa.» bofonchia singhiozzando.
«Perché ti scusi, stavolta, idiota?» sussurra. «Sono lacrime di gioia, no? Sei a casa con me ora.» replica sdraiandosi per bene sul letto, portandosi dietro anche lui, l'idiota. «Puoi piangere quanto vuoi, oggi. Sei con me».
Al mago sfugge una risata. Tira su col naso e sospira. «Ti amo.» dice a mezza voce.
«Lo so.» mugugna, stringendoselo di più addosso. Va bene pure se non fanno niente stasera, è perfetto così, è tutto perfetto così. Stanno uno addosso all'altro, in quella stanzetta da letto in cui hanno fatto tutto quello che ci si può aspettare da due persone che si amano.
L'idiota ridacchia ancora. «Ah, mi è mancato così tanto stare nel letto addosso al mio amato Kuro-pippi!» farfuglia, rilassandosi del tutto su di lui.
«Dai, davvero?» farfuglia lui, come se avesse appena detto un'ovvietà. Trema appena il suo corpo, sente le cellule di tutto il suo essere rispondere al contatto con Yui.
«Sì. Davvero tanto tanto».
Le labbra di Kurogane si arricciano in un debole e tenero sorriso. «Anche io sognavo di averti di nuovo a casa».
«Ah,» dice, abbracciandolo appena di più. «Sai cosa mi è mancato di più di tutto questo? A parte te, ovviamente...».
«Stare a letto insieme, senza fare niente. Abbracciati e basta a riposare, vero?» mugugna.
Lui lo guarda. Gli occhi chiari chiari che brillano dallo sconcerto. «Anche a te?».
«Ovvio. Che domande fai!» annuisce. «Ti va di non fare niente stasera?».
«Cioè? Prima eravamo tutto un bollore...» mormora.
«Lo so, ma... sai, credo che dovremmo riposarci e stare solamente tranquilli oggi...» mugugna. «Io ho praticamente vaneggiato dalla febbre, e tu sei ancora un po' acciaccato...» mormora, gli poggia due baci leggeri sulle guance, per asciugarle dalle lacrime. «Ti va?».
«Stare solo addosso al mio Kuro-tan? Senza fare niente?» bofonchia.
«Non hai dormito mentre io stavo male...» gli dice. Lo conosce quel piccolo idiota, lui.
Il mago ride, gli accarezza i capelli. «Certo mi va bene... lo sai, no? A me basta stare con te».
Sorride. «Allora sdraiamoci.» farfuglia sciogliendo l'abbraccio.
«Sei davvero bellissimo, Kuro-rin...» mormora.
«Ah, smettila e sdraiati... che voglio dormire!» sussurra.
«Va bene, va bene.» sbuffa appena prendendo posto sul letto alla sua sinistra.
«Il pigiama?» domanda.
Lui sorride e chiude gli occhi. «Sto bene così. Troppa fatica cambiarsi...».
Kurogane lascia sgusciare il braccio di latta sotto al cuscino, prende la posizione solita, quella che assumeva quando lui non c'era, quella che ha assunto fino a ieri, e che però altri non è che una vecchia abitudine, di quando dormivano insieme. Ecco, ora sono insieme nel loro letto. Sta su un fianco e lo osserva, come faceva un tempo, crea questa nicchia, questo porto sicuro cui il corpicino gracile del mago può approdare e stringersi.
Si sistema con la testa sul cuscino, Yui, su quel cuscino rinforzato dal braccio sinistro di Kurogane. Sospira.
«Comodo?».
Lui sorride, si sposta verso il suo petto e lo abbraccia. «Ti amo».
«Lo so.» annuisce.
«Lo farò anche domani, sempre, eh?» farfuglia.
«Lo so.» ripete il ninja con aria confusa. «Cos'è? Sei solo un gioco della mia testa?» farfuglia sulla difensiva.
Yui ride, come un idiota, come l'idiota che è. «Scherzi? No, è solo che non te l'ho detto per tutti questi anni...».
«Sei scemo. Ed evidentemente stanco, dormi dai... sto qua.» sussurra.
«E anche io sto qua, anche domattina... sempre. Quindi dormi anche tu.» dice.
Il ninja sorride, gli sistema le lenzuola e poi gli abbraccia la vita. «Sappi che se non sarai nel letto quando mi sveglierò, ti odierò per sempre».
«Lo so.» risponde il mago sorridendo. «Farò in modo di coccolarti domattina».
Kurogane l'osserva in silenzio mentre il mago cade addormentato, stremato. Dove voleva andare? Cosa voleva fare lui? Si sarebbe addormentato pure nel pieno dell'atto per quanto era indebolito da tutta quella contingenza. Che assurdità!
Gli parlerebbe nel sonno, sente le parole premere sulle corde vocali e queste parole vengono direttamente dal cuore e non passano neanche per l'anticamera del cervello. Ma riesce a trattenersi, ha parlato abbastanza, e già da domani tutto cambierà tornerà quello di prima, il ninja burbero che è sempre stato. Lui deve dormire, devono riprendersi tutti e due, mangiare e ingrigire, come da programma.
Voleva solo il mago e basta, e lo vuole ancora, anche se ora ce l'ha. Effettivamente, lo sa, non se ne sazierà mai. Mai.
Domattina, ne è certo, lo troverà lì tra le sue braccia.





Salve,
Come al solito, cominciamo con un grandissimo inenarrabile grazie(!)
Davvero, grazie!
Stavolta non credevo di riuscire a postare in tempo (sono in tempo, ancora, no?) perché in effetti ho cambiato da poco luogo di vita, diciamo... e quindi è un po' complicato avere accesso a internet e compagnia bella... anche perché in fondo lavoro ora, più o meno...
Comunque, senza tergiversare oltre... il prossimo, dovrebbe essere l'ultimo capitolo, non so se riuscirò a postare in tempo francamente... diamoci appuntamento comunque tra sette giorni...

Per il resto, sono piuttosto contento di come sta uscendo fuori questa storia, voi? Non lo so, sono soddisfatto (per una volta) anche se la trama è quella che è...
Comunque... vi ringrazio ancora, tutti, anche chi si limita a leggere, ho molte visite a questa storiella neonata e sono contento, davvero. Grazie di cuore.
A presto (si spera).
D.









   
 
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