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Autore: darkangel98    13/05/2014    2 recensioni
Ogni tanto succede. Persino nel Distretto 2 a volte le falci della mietitura scelgono una bambina e la gettano nell'arena, e non importa a nessuno se fosse pronta ad offrirsi o meno: quando tocca a te tocca a te. Il punto di vista di una madre sugli Hunger Games, molto semplicemente.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Vincitori Edizioni Passate
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le darai il nome di tua madre. Già lo pensavi, ora ne sei sicura.                                                     
Rivedi la sua testardaggine nei piccoli pugni già ermeticamente stretti, in quanto hai dovuto urlare per metterla al mondo.  E’ nata in maggio insieme alle rose, come lei, e quando il sole accarezza la stanza vedi l’ombra di capelli sulla sua testolina sfumare di quel rosso che la tua famiglia porta orgogliosa come un marchio.                                                                       
Non la tieni in braccio a lungo: solo il tempo di pronunciare il suo nome a voce alta, allattarla e baciarla sulla fronte, poi la appoggi nella culla e ti alzi sulle gambe stanche.                           
La tua famiglia ha bisogno di te, e la tua rosellina di maggio è meglio che impari subito le due lezioni fondamentali per una bimba del Distretto 2: che bisogna sempre alzarsi anche quando ti senti morire e che nessuno ti da’ attenzioni se non ti ammazzi per meritarle.          
 
E’ l’unico momento in cui ti concedi di piangere, mentre prepari la zuppa per bambini sognanti che credono che lottare all’ultimo sangue sia una cosa bella.                                                                            
Così gli unici odiosi sguardi di compassione che devi sopportare sono quelli delle altre cuoche e puoi per lo meno cercare di dare la colpa alle cipolle. Ma le cipolle fanno solo lacrimare gli occhi e non hai scuse quando ogni tanto ti sfugge tra le labbra un singhiozzo.
E vorresti essere dura come la pietra come sei sempre stata, ma non ce la fai più e piangi per te e Liam che non avete fatto nulla per meritare una disgrazia simile. Piangi per Dar e per Ben che maledicono ogni giorno di essere nati maschi e non aver potuto salvare la loro sorellina. Piangi per Lili che è troppo piccola persino per poter andare agli Hunger Games e già ne sarà ferita irrimediabilmente. Piangi per le amichette di tua figlia che ancora per abitudine vengono a giocare fuori dalla porta di casa tua, ma hanno le mani strette per l’ansia e un filo di luce in meno negli occhi.                                                                             
E soprattutto piangi per la tua piccola rosa che appassirà troppo presto, e ripensi a quanto spudoratamente le hai mentito il giorno in cui l’hai costretta a farsi le trecce, le hai infilato un vestitino nuovo e le hai sussurrato all’orecchio che un giorno sarebbe diventata una favorita meravigliosa, l'onore e la gloria della famiglia… bastava solo che aspettasse qualche anno. 
 
Ti hanno dato il giorno libero in cucina, ma sai che è solo perché i ragazzi non vanno in accademia, quando gli Hunger Games arrivano alla finale e uno dei due del Distretto è ancora in gioco. Vedi le lacrime brillare negli occhi di Liam, di Ben e Darius e Lili, ma tu non riesci a piangere. Sarebbe un insulto per la forza della tua piccola.                                                             
Perché vedendola ora, le braccia snelle e bianche che fanno roteare la frusta come se stesse danzando, le labbra tirate, i  piccoli segni insanguinati che crepano la maschera di fango sul suo viso e quegli occhi, blu e bellissimi come quelli di Liam che guizzano agguerriti e terrorizzati per seguire le mosse dell’avversaria, capisci come la bambina che hai messo al mondo sia diventata dura e forte come la pietra. La ragazzina che risponde ai suoi colpi non è più alta di lei, i capelli lunghi e castani tipici da Distretto 7 quanto l’ascia che Rose continua a schivare con salti da ballerina.
Theasel, ti sembra che si chiami e l’immagine è tristissima: due fiori che si affrontano con tutte le spine che hanno a disposizione per decidere quale dei due avrà il diritto di sbocciare.  Sono agguerrite, ma la tua bambina è una favorita e lei no. Ti sembra di essere l’unica a ricordarlo e per questo non piangi e speri, ma quando la ragazza lancia un urlo di dolore, l’ascia si conficca di manico nel ventre della tua piccola e  lo schermo si oscura per un attimo, senti le tue speranze infrangersi come un bicchiere lanciato sulla roccia e le lacrime filtrano sui cocci.
 

Cominci ad essere stanca di vedere la tua famiglia in lacrime.                                                                                     
Oggi per la prima volta da settimane sei riuscita a cantare di nuovo mentre cucinavi e non hai sentito nessuna necessità di incolpare le cipolle, perché va tutto bene, finalmente: Rosie e la ragazzina del 7 erano ferite a morte entrambe, ma la ragazzina ha finito di dissanguarsi a morte un po’ prima e la tua rosellina di roccia oggi torna a casa.                                 
Hai preparato i suoi biscotti preferiti, la andrete a prendere alla stazione e magari per una volta riuscirete a comportarvi da famiglia senza che tu debba urlare addosso a tutti per farli comportare civilmente. Quasi salta dal treno direttamente tra le tue braccia per quanto dovete esserle mancati e pensi che in fondo non tutto il male vien per nuocere, visto che non ti abbracciava praticamente da anni.
– Brava la mia bambina.- mormori sorridendo mentre Liam ti da’ ragione.
– Sei la gloria della famiglia!- aggiunge, prendendosi il suo turno di abbracciarla. Darius le tira una virile pacca sulla spalla.
– Fortuna che non mi sono offerto, altro che proteggerti, mi avresti fatto il culo!- esclama,  ti sembra la prima volta in cui ridi da tanto tempo e giuri che non piangerai mai più.                                                              
Così vorresti piangere di indignazione quando la tua piccola si raggomitola nel tuo nuovo letto e inizia a raccontarti piano di cosa hanno fatto al  suo piccolo corpo di dodicenne   che aveva iniziato  a rabbrividire per gli sguardi dei ragazzi, ma non lo fai. La abbracci, le sussurri di stare zitta perché potrebbero esserci ancora le telecamere, e quando ha soffocato le lacrime nel cuscino le sussurri all’orecchio che è pur sempre meglio questo che la morte. – Io non ci volevo andare agli Hunger Games.- singhiozza, e tu pensi che sarebbe tutto molto bello se si potesse decidere di tornare indietro nel tempo e cancellare tutto quello che non piace. Ma non è così, e la stringi a te come facevi solo quando era neonata, e speri che nonostante tutto possa restare sempre così, forte e bella come un fiorellino sbocciato dalla pietra.
  
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