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Autore: Vanilla_91    13/05/2014    16 recensioni
L'inizio di un nuovo anno scolastico può portare con sé innumerevoli sorprese: nuovi amici, nuovi professori, nuove esperienze.
Kagome è una ragazza semplice, adora Sango, la sua migliore amica, Sota, suo fratello maggiore e il suo sogno più grande è quello di girare il mondo. Per questo, quando viene selezionata per un progetto studio che si terrà in America, non può che esserne entusiasta.
Ciò che non ancora non sa, è che dovrà avere a che fare con InuYasha, un teppista prepotente e scorbutico, che non sopporta, con il suo gruppo di amici e con un ex fidanzato invadente e noioso.
Folli corse in moto, feste proibite, guai, gelosie e quel pizzico di follia tipico dell'età accompagneranno i protagonisti in questa nuova avventura.
Tre mesi di convivenza forzata, novanta giorni per imparare a conoscersi e ad andare d'accordo..chissà che l'amore non ci metta lo zampino.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Koga, Miroku, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutte,
non so se alcuni di voi ricordano questa storia, è stata una delle prime che ho scritto. La cancellai, decisa a correggerla emodificarla, perchè troppo piena di errori e incongruenze,quindi, come promesso, eccola qua.
Ci terrei a precisare che la storia continua a non piacermi, ma una promessa è una promessa. Alcune cose sono stata costretta a modificarle, ma fondamentalmente non è cambiato molto, o forse nulla. La storia è completa, quindi non interferirà con le altre che ho in corso e cercherò di aggiornarla almeno una volta a settimana :)
Se vi va, fatemi sapere cosa ne pensate e se avete consigli, suggerimenti o critiche sarò ben lieta di ascoltarvi.
Ultima cosa, se vi va aggiungetevi alla nostra pazza cyber family: https://www.facebook.com/groups/758064124210814/
Grazie per la pazienza e buona lettura :)
Baci



La camera era silenziosa e immersa nell’oscurità.
 La luce del sole non superava le pesanti tende color avorio e, ancora avvolta dal calore delle sue coperte, una ragazza dai capelli corvini dormiva tranquillamente, rannicchiata in posizione fetale.
La porta si aprì all’improvviso e..
-Kagomeeeee, è tardissimooo..alzati o anche oggi, come al solito, farai tardi- urlò l’ultimo arrivato.
-Su, Sota, lasciami dormire ancora 5 minuti- si lamentò la ragazza, rigirandosi tra le lenzuola.
Sota era il fratello maggiore di Kagome. Un ragazzo di quasi 19 anni, alto e con un fisico atletico, occhi e capelli neri come la notte più buia. Kagome, sua sorella minore, aveva 16 anni, minuta di costituzione, ma con tutte le curve al giusto posto.
I capelli, lunghi e dolcemente ondulati, avevano preso il colore delle tenebre e creavano un dolce contrasto con gli occhi color del cioccolato.
Sota adorava sua sorella minore, distingueva in lei tantissimi pregi, ma conosceva alla perfezione anche i suoi tre più grandi difetti: era testarda, permalosa e soprattutto una grande ritardataria.
-Avanti, pelandrona, non vorrai far tardi anche il primo giorno di scuola..- le disse dolcemente, avvicinandosi al letto e tirando via le coperte.
Kagome scattò a sedere, aprì gli occhi e fissò le sue iridi in quelle del fratello maggiore.
-H…Hai de…detto primo giorno di scuola? Ti prego, Sota, dimmi che non sono in ritardo- implorò con occhi da cucciolo.
 Sota le sorrise.
-No, Kagome, non sei in ritardo. Mancano solo circa 20 minuti all’inizio delle lezioni- le sussurrò, con voce tranquilla e rassicurante.
Kagome per un istante si rilassò, ma, quando comprese ciò che il fratello le aveva detto, saltò letteralmente via dal letto, afferrò velocemente la sua nuova divisa e corse in bagno imprecando contro Sota. Ne uscì dopo pochi minuti, completamente vestita.
-Sota, perché non mi hai svegliata? Se adesso farò tardi la colpa sarà solamente tua- disse, cercando, contemporaneamente, di infilare una forcina tra i capelli per tirare indietro la frangia.
-Ma cosa dici? Ho bussato diverse volte alla tua porta e mi hai risposto di lasciarti in pace.-
-Beh, ma sai che faccio sempre fatica a svegliarmi. Diavolo, guarda che ore sono, Sango sarà furiosa- strillò, correndo via.
- Come non vieni a scuola con me?- chiese, rincorrendo la sorella.
- No, Sango mi sta aspettando. Ci vediamo direttamente lì.-
- Ma che sorella ingrata! Io l’aspetto rischiando anche di fare tardi e lei mi molla per la sua amica- protestò, finto arrabbiato.
Kagome scese al volo le scale, salutò di corsa la madre, bevendo d’un sol colpo la tazza di latte e trangugiando qualche fetta biscottata. Senza nemmeno degnare il fratello di una risposta, si fiondò fuori dalla porta di casa e cominciò a correre verso il luogo dove avrebbe dovuto incontrarsi con la sua amica Sango.
-S..Sango- urlò affaticata, vedendola in lontananza.
-Uffa, Kagome, non posso crederci, arrivare in ritardo anche il tuo primo giorno di scuola.- la richiamò, mettendole il broncio.
Sango e Kagome erano amiche da sempre. Si erano conosciute ai tempi dell’asilo e non si erano più lasciate.
Sango era una bella ragazza, una delle più corteggiate nella sua scuola, il liceo Shinboku, tra i più esclusivi e prestigiosi della città.
Era una ragazza dolce e semplice, ma dotata di un forte spirito combattivo. Alta poco più di Kagome, aveva lunghi capelli lisci e castani, che portava spesso raccolti in una coda e due bellissimi occhi marroni.
- Avanti, Sango, non mettermi il broncio proprio adesso. È il mio primo giorno nella nuova scuola e, a parte te e Sota, non conosco nessuno.- la pregò, con voce infantile cercando di intenerire l’amica.
-E va bene, ma la passi liscia questa volta solo perché siamo terribilmente in ritardo-
Entrambe erano iscritte al terzo anno del liceo linguistico. Sango frequentava l’istituto Shinboku già due anni, mentre Kagome, terminate le medie, aveva scelto un diverso liceo per seguire il suo ex fidanzato, Hojo.
Nella precedente scuola non si era mai sentita realmente accettata. Le sue ex compagne di classe erano state troppo snob e vanitose e lei aveva avuto gran difficoltà a socializzare con persone che trascorrevano l’intera giornata parlando di smalti e trucchi.
Perciò, una volta rotto con Hojo,  non aveva avuto più motivi per restare in un istituto che non le era mai piaciuto.
-Kagome, io non so se tu sai come funzionano le cose in questa scuola.- mormorò Sango, con voce tentennante, guardando l’amica in maniera sospetta.
-Sango, sarò anche nuova di questa scuola, ma sai prima d’ora anche io sono stata in una sede scolastica e so perfettamente come ci si comporta e cosa si viene a fare qui- rispose piccata.
-Non hai capito nulla, come al solito. Tuo fratello non ti ha mai detto nulla?-
- Non capisco, cosa avrebbe dovuto dirmi?-
- Non so, ti ha per esempio mai parlato de..degli Youkai?-
- Di chi? Gli Youkai?  Cosa sono, un club di scienze?-  le chiese curiosa.
Sango sospirò rumorosamente.
- Lo vedrai. Siamo arrivate.-
L’edificio era grandissimo, notò Kagome. La struttura era quasi interamente in vetro, ed ospitava non solo il liceo linguistico, ma anche quello classico e quello scientifico.
La ragazza si guardò intorno, rassicurata dall’essere arrivata prima dell’orario d’entrata.
 Il cortile era gremito di ragazzi radunati in gruppetti.
Le risultò semplicissimo distinguere il gruppo dei secchioni, tutti riuniti in un angolo intenti a parlare sicuramente di compiti o qualcosa del genere, quello degli sfigati che se ne stavano a lamentarsi in comitiva dei loro irrisolvibili problemi e l’unico gruppo che in qualunque scuola non mancava mai, quello delle oche.
Erano radunate intorno alle scale dell’entrata principale, come in attesa di qualcosa, chi a parlare dell’ultimo gossip, chi intenta a rifarsi il trucco e chi a ravvivarsi i capelli.
 Kagome le guardò quasi disgustata, poi riportò la sua attenzione su Sango.
- Allora, Sango, visto che non dobbiamo ancora entrare, vuoi dirmi chi sono questi Yukki? Hai detto che si chiamano così, vero?-
- Youkai, Kagome, Youkai.. loro sono..  come potrei mai spiegartelo? Non ce n’è bisogno, lo vedrai tra poco e credimi ne rimarrai davvero molto sorpresa.- dichiarò.
Le ultime parole della ragazza furono coperte da rombi di moto in avvicinamento.
Sull’intera scuola calò il silenzio e Kagome notò, mentre Sango la trascinava verso le scale, che tutti si erano allontanati dai cancelli di gran fretta. Il cortile fu invaso da sei moto che, sgommando, andarono a fermarsi proprio nei pressi dell’ingresso.
- Sango, ma chi diavolo sono quelli?-
 - Loro sono gli Youkai. Sono il gruppo di ragazzi che detta legge in questa scuola.. Guai a metterseli contro.-
- Il classico gruppetto di bulletti delle superiori che pensano di apparire fighi minacciando qualche sfortunato secchione.-
-Se fossi in te io aspetterei a parlare così in fretta. Guarda bene.-
Kagome, confusa, riportò la propria attenzione sui sei ragazzi che intanto erano stati accerchiati dalle oche.
 Un deja-vu, pensò, una tipica scena da film americani: il bulletto accoppiato con la fighetta del momento.
 Un concentrato di ormoni e la totale assenza di materia celebrale.
Notò che nessuno dei sei ragazzi portava la divisa scolastica, tutti erano abbigliati con semplici jeans e giubbotti di pelle.
 Quando uno dei sei motociclisti si voltò verso di lei e sollevò la mano in segno di saluto, Kagome sollevò un sopracciglio e si volse a guardare Sango.
-Sango, conosci quel ragazzo?Ti sta salutando.-
-Sì, Kagome, lo conosco, ma non è me che sta salutando. Sciocca, ha salutato te.- ribatté l’amica, ridacchiando.
Kagome la guardò, confusa, domandandosi cosa ci trovasse di divertente in tutta quella situazione.
-Sango, ma io sono sicura di non conoscerlo. Non potrei mai conoscere quel tipo di ragazzo, tu sai perfettamente quanto io odi i bullet..-
Non riuscì a concludere la frase. Lo sconosciuto che l’aveva salutata aveva tolto il casco, rivelando così occhi e capelli scuri che lei perfettamente conosceva.
 -N..non posso crederci! Ma qu..quello è S-Sota! Siamo sicure che quello sia mio fratello, Sango?- chiese, stupidamente, all’amica, che annuì un po’ preoccupata dall’espressione di Kagome.
-Non è possibile! Questo vuol dire che mio fratello è un bullo?Non ci posso credere, deve essere tutto un incubo.-
Sango le si avvicinò, sorridendo, e le poggiò una mano sulla spalla.
-Mi dispiace, Kagome, ma non è un incubo. Credimi, io sono rimasta sconvolta almeno quanto te quando ho saputo che sia tuo che mio fratello facevano parte di quel gruppo.-  le spiegò, comprensiva.
La moretta invece sgranò gli occhi e la guardò allibita.
- Mi stai dicendo che anche Kohaku fa parte di questo stupido gruppo? Beh, del resto c’era da aspettarselo, quei due sono inseparabili. Sango, ti rendi conto che i nostri fratelli sono dei teppisti?-
- Sì, Kagome, lo so perfettamente. Tutta la scuola non fa che parlare di loro. Gli Youkai sono temuti da tutti i ragazzi e desiderati da tutte le ragazze. Non fanno altro che passare da un letto a un altro, inclusi mio fratello e il tuo.-
-Non posso crederci, mio fratello è anche un puttaniere.- esclamò con voce disperata.
- Non preoccuparti, ci farai l’abitudine. Nessuno di loro ha mai avuto una ragazza per più di tre giorni. Le portano a letto e poi le scaricano. Il peggiore è lui- disse indicando un ragazzo fermo accanto ad una moto blu -Si chiama Miroku, ed è un pervertito di prima categoria. Sta molto attenta alle sue mani polipose. Quello più alto..- disse indicando un ragazzo dai lineamenti eleganti e dallo sguardo di ghiaccio -..è Sesshomaru. Quello alla sua destra..- continuò indicando un ragazzo dai capelli neri raccolti in una coda -..è Koga, l’altro è Inuyasha, il fratello minore di Sesshomaru.-
-E, infine, direi che conosci bene sia Kohaku che Sota.-
- Non riesco ancora a crederci, Sango. Non so perché, ma ho l’impressione che questo sarà un anno lungo e pieno di sorprese.-
 
   
 
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