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Autore: BlackBlitz98    13/05/2014    0 recensioni
"Volse lo sguardo all'imponente edificio, dall'alto in basso, soffermandosi, alla fine sul portone; tra poco sarebbero usciti tutti, come bambini, come fosse l'ultimo giorno. All'improvviso un botto, piedi che corrono, le porte si spalancano, ed ecco l'esplosione, ragazzi dai 14 ai 18 anni -19 e 20 per i ripetenti- che escono di corsa, chi per andare a prendere l'autobus chi per volare via con il proprio motorino"
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Capitolo 1
Jhon
13:10
Il sole cocente batteva forte sull'asfalto, Jhon era seduto sul muretto davanti all'entrata della scuola, 17 anni, un paio di enormi occhi verdi, capelli mori con qualche schizzo di giallo sulle punte, labbra piene, fisico perfetto. Volse lo sguardo all'imponente edificio, dall'alto in basso, soffermandosi, alla fine sul portone; tra poco sarebbero usciti tutti, come bambini, come fosse l'ultimo giorno. All'improvviso un botto, piedi che corrono, le porte si spalancano, ed ecco l'esplosione, ragazzi dai 14 ai 18 anni -19 e 20 per i ripetenti- che escono di corsa, chi per andare a prendere l'autobus chi per volare via con il proprio motorino, poi c'erano i bulletti che si fermavano lì davanti ad infastidire quelli di primo.. Perso in questi pensieri Jhon non si accorse che Melissa le stava venendo incontro, occhi azzurri, bionda tinta, labbra fine e rosa, 17 anni. 
, sorpreso John le rivolse uno sguardo penetrante, rise: . Melissa era a disagio, ecco perchè le piaceva, non solo perchè era davvero il ragazzo più bello della scuola, ma perchè lui.. Lui se ne fregava di lei. disse Melissa, non trovando argomento migliore in quel silenzio imbarazzante, indicando un ragazzo buffo appena uscito, al quale avevano fatto lo sgambetto proprio in quel momento. Jhon guardò prima lei con aria interrogativa, poi il portone della scuola, ed ancora ai piedi delle scale proprio davanti al marciapiede... Dinuovo, Andrea, dinuovo. disse Jhon mentre scendeva dal muretto e correva verso il suo migliore amico per rimetterlo in piedi.

Andrea
14:15
Essendo il secchione della scuola, naturale, scontato, assolutamente ovvio il fatto che i bulli se la prendessero lui, se l'ora prima si era rifiutato di passare compiti rischiando di essere beccato dall'insegnante e rovinarsi la media. Andrea era sdraiato sul letto della sua stanza, si alzò e si fissò nello specchio appeso alla parete, gli occhi azzurri lo scrutavano, impauriti? Intimoriti? Questo nessuno lo sa, era lì, davanti a quello specchio, con i capelli biondo cenere sparsi sulla testa, si tolse un polline da un capello, tirandosi un ricciolo che tornò immediatamente al suo posto. Sospirando si scostò, aprì la finestra che dava sul mare, che bello quel mare, così azzurro.. Così.. Così e basta. Andrea era stanco, non era brutto, non era stupido e non era sfigato; era solo gentile e timido, ma gli altri questo non lo sapevano, non lo capivano, erano loro gli stupidi. L'unico a capire davvero quanto in realtà fosse speciale era John, Jhonny, il suo migliore amico, anche se lui era bello, popolare e per questo tutte quelle che incontrava rimanevano incantate davanti a tanta bellezza e carisma, lui era.. Diverso, sembrava non accorgersidi tutte le attenzioni che riceveva. Andrea leggeva, leggeva molto e tutto, scriveva poesie, scattava foto, a lui piaceva viaggiare, ecco perchè erano amici lui e Jhon, erano uguali, identici e belli allo stesso modo, di personalità ed esteticamente, ma questo Andrea proprio non lo immaginava, non poteva immaginare di essere considerato bello e dannato dalle ragazze, non poteva immaginare di essere carismatico, anche se Jhon gli ripeteva queste cose da anni, lui non ci credeva, e non ci avrebbe mai creduto.

Sarah
14:15
Seduta sull'autobus che l'avrebbe portata a casa Sarah-17 anni, pelle ambrata, occhi ghiaccio, labbra carnose, un cespuglio nero in testa- leggeva il suo libro preferito, ma non ci stava riflettendo molto, non si stava concentrando, stava pensando a lui, ai suoi occhi, alle sue mani, ai suoi polsi forti.. Ad un tratto si ritrovò con un sorriso ebete in faccia, fortunatamente davanti a lei c'era solo Betta, la sua migliore amica, sorella, madre, figlia.. E chi più ne ha più ne metta. Sarah si risvegliò dalla sua trance e guardò l'amica che ridacchiava e scuoteva la testa. Chiudendo il libro e volgendo lo sgardo dalla parte del finestrino Sarah rispose:, si voltò mentre pronunciava quelle parole, e poi aggiunse: Betta stava per dire il suo nome ad alta voce, ma Sarah la prevenì tappandole la bocca con entrambe le mani.. Ci fù una breve ribbellione da parte dell'amica, ma alla fine finì con loro due che ridevano come bambine. Dopo qualche minuto scesero dall'autobus e tornaro a casa, abitavano nello stesso palazzo, allo stesso piano; arrivate davanti alla porta di casa, con accanto quella di Betta, Sarah si voltò verso di lei e le disse: Betta la scrutò, da sotto la frangetta biondo cenere, i suoi occhi neri che disarmavano e rispose:. Ci fu un secondo di silenzio come se il mondo si fosse fermato, Sarah la guardò, strinse gli occhi ghiaccio e disse Betta la interruppe e esclamò:. Detto questo Betta chiuse la porta in faccia all'amica senza lasciargli ribattere, e lei restò lì impalata a fissare il legno.
Entrando a casa, vide un biglietto lasciato sul tavolo dello spazioso soggiorno. Il biglietto era di sua madre e diceva "Stasera torno tardi, non mi aspettare, ti ho lasciato pranzo nel forno e cena nel frigo. Ti voglio bene, mamma". L'ennesima giornata da sola.. Se almeno avesse avuto un fratello, o un padre.. Il suo non l'aveva mai conosciuto.. Ma c'era Betta, quel pomeriggio l'avrebbe tenuta molto impegnata, se lo sentiva..



  
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