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Autore: kuwari    13/05/2014    2 recensioni
Sai, sono gli errori e gli sbagli che ci fanno crescere… Ci temprano e ci fortificano. E’ dai nostri errori che capiamo il vero valore della nostra esistenza e capiamo gli insegnamenti. La vita è fatta anche di questo, da errori ed imperfezioni. C’è chi evita di sbagliare ma è solo da questi nostri errori che possiamo migliorarci e crescere…
...Le persone davvero forti e coraggiose sono quelle che non scappano davanti ad un problema, ma con coraggio l’aspettano e l’affrontano. Il vero coraggio non è non cadere mai, ma rialzarsi dopo ogni caduta. Il coraggio è saper scorgere la luce laddove c’è il buio… Solo chi ha sofferto davvero è davvero forte perché ha conosciuto il dolore e sa come affrontarlo...
...La paura è parte di ciò che siamo, l’unica cosa che posso dirti è di non farti sopraffare da lei. A tutti capita di avere paura, di dover affrontare qualcosa che ci terrorizza o che temiamo. La cosa più sbagliata sarebbe quella di scappare, questo però non risolve nulla. Tutto quello che ci troviamo davanti va affrontato e combattuto se necessario, anche se pensiamo di non averne la forza. Se scappiamo abbiamo già perso in partenza…
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Libero me, Liberi tutti...
 
CAPITOLO 1
 
La domenica era sempre un giorno particolare in ospedale, un giorno in cui parenti ed amici lo affollano per salutare e passare del tempo con i loro cari ricoverati.
C'era una gran confusione quella mattina, gente che andava, gente che veniva... Insomma tantissime persone che facevano assomigliare quel posto, in genere silenzioso ed abbastanza tranquillo, ad un mercato nell'ora di punta.
 
Cris: -Accidenti quanta gente...-
 
Leo: -Già! Vengono tutti a salutare i parenti ricoverati...-
 
Vale: -E' bello però che almeno un giorno si faccia visita ai malati...-
 
Cris: -Per me c'è troppa confusione...-
 
I ragazzi guardavano l'andirivieni nei corridoi osservando tutte quelle persone, uomini, donne, bambini, anziani che entravano ed uscivano dalle varie camere. Molti di loro portavano regali ai degenti riempiendo, per la maggior parte dei casi, le stanze di cose assolutamente inutili... Oppure portavano dolci che, molto spesso, i malati non potevano mangiare perché era stato vietato dai medici.
Quel giorno i Braccialetti si erano dati appuntamento nella stanza del Leader e del Vice-Leader e non in quella di Rocco come invece facevano di solito. Leo infatti aveva fatto il giorno prima la chemioterapia e, per evitare che si stancasse ulteriormente, avevano deciso di riunirsi nella sua camera...
 
Toni: -Buon giorno a tutti! Scusate il ritardo ma mio nonno è venuto a salutarmi e ho aspettato che andasse via...-
 
Leo: -Tranquillo Toni, tanto manca Davide...-
 
Vale: -Eccolo! Sta arrivando...-
 
Davide: -Con tutto sto casino si fa fatica a muoversi con sta cavolo di carrozzina!-
 
Leo: -Calmati Davide... Fra un po' andranno via tutti...-
 
Davide: -Mi hanno rotto! Non ne posso più! Perché non andiamo sul campo da basket sul tetto?-
 
Toni: -Si, si! Ci stò!-
 
Cris: -Io non posso... Ho la prova del peso...-
 
La ragazza abbassò lo sguardo... Odiava pesarsi, odiava la psicologa che scriveva su quella dannata cartella i suoi progressi o, il più delle volte, i suoi peggioramenti e non sopportava sua sorella che osserva quella tortura, rimarcando e sottolineando il fatto che non mangiava e che non aveva fatto miglioramenti!
 
Vale: -Se vuoi ti accompagno... Sempre se ti fa piacere...-
 
Il giovane si era offerto di accompagnare Cris, le piaceva da impazzire e voleva proprio passare del tempo da solo con lei...
 
Cris: -Davvero? Davvero verresti con me?-
 
Vale: -Certo!-
 
I loro sguardi si incrociarono... Vale amava Cris e per lei avrebbe fatto qualsiasi cosa. Anche a Cris Vale piaceva, non sapeva però se era solo una cotta adolescenziale o qualcosa di più... Il suo cuore era infatti “tormentato” anche da qualcun altro... Lo sguardo di Cris si posò quindi su Leo che aveva ascoltato il dialogo degli amici senza dir nulla...
 
Leo: -Allora andremo solo noi tre!-
 
Cris: -Perfetto! Andiamo Vale!-
 
Cris si girò ed uscì seguita a ruota da Vale. La ragazza non lo aveva fatto vedere ma l'insensibilità di Leo la aveva ferita... Pensava che anche lui avrebbe voluto accompagnarla... Si era quasi aspettata che i due ragazzi “litigassero” su chi doveva andare con lei... Non che si augurasse o che volesse un litigio tra loro ma le piaceva essere un po' al centro dei loro pensieri ed essere “contesa”...
Sia per Vale che per Leo provava affetto, un qualcosa di non ben definito, il suo cuore era però molto indeciso e diviso... Vale era buono, gentile premuroso. Si offriva sempre di accompagnarla e di stare in sua compagnia. Leo, invece, era per certi versi, più duro e all'apparenza distaccato. Talvolta leggeva pietà nei suoi occhi, sopratutto non la capiva e non si sforzava neanche di comprendere il suo malessere, il suo stato d’animo e il motivo per cui non mangiava. La giudicava e questo Cris non lo sopportava!
 
Leo: -Allora andiamo!-
 
Lisandri: -E dov'è che vorreste andare voi tre?-
 
Leo: -Sul campetto! Per favore!-
 
Toni: -Ci dia il permesso...-
 
La dottoressa guardò i tre ragazzi e, dopo un attimo di indecisione, diede loro il “Permesso del Sole”, una sorta di pass che gli permetteva di andare sul tetto e passare del tempo all'aperto.
 
Leo: -Evvai!!-
 
Prima di uscire la Lisandri si rivolse a Davide facendosi promettere che non si sarebbe affaticato... La dottoressa era alquanto preoccupata per lui, lei e gli altri medici non avevano ancora ben capito cosa avesse e temeva che potesse avere un'altra crisi. Non aveva però vietato a Davide di andare con gli altri, sapeva che il ragazzino odiava l'ospedale ma l'amicizia con i Braccialetti lo aveva cambiato dal suo arrivo in reparto. All'inizio era scontroso, duro ed alquanto arrogante... Ora invece era più tranquillo e non si lamentava quasi più se doveva sottoporsi ad un esame...
Prima di tornare al lavoro e prima che quei tre partissero in quarta, la dottoressa richiamò da una parte Leo...
 
Lisandri: -Leo mi raccomando... Non ti affaticare, ricordati che ieri hai fatto la chemio... Inoltre, vedi di non fare affaticare neanche Davide. Parlo con te perché sei il più grande. Evitagli un qualsiasi tipo di sforzo... Preferirei che non venisse con voi ma non me la sento di dirgli di no...-
 
Il ragazzo poté leggere preoccupazione negli occhi della donna ed anche un po' di paura per quello che poteva accadere all'amico. Era la stessa paura che lui aveva provato quel giorno in ascensore quando erano rimasti bloccati. Davide si era sentito male, dopo una corsa si era accasciato al pavimento tenendosi la mano all'altezza cuore. Faceva fatica a respirare, era diventato all'improvviso molto pallido e diceva di avere delle fitte nel petto... Non sapeva come ma era riuscito a calmarlo e a fargli passare il dolore... Se non avesse avuto il sangue freddo probabilmente quella crisi non avrebbe avuto risvolti positivi.
Come Leader però Leo sapeva di essere responsabile per i suoi amici e, forse per questo motivo, era stato così lucido in quella circostanza.
 
Leo: -Non si preoccupi dottoressa! Non ci stancheremo! Cosa vuole mai che succeda?!-
 
Liasndri: -Bene... Grazie-
 
E così anche il Leader si avviò verso l'ascensore.
 
Davide: -Perché ci hai messo tanto? Che voleva la Lisandri?-
 
Leo: -Niente, niente...-
 
Una volta sul tetto i tre amici si appollaiarono al sole come delle lucertole usando degli strani occhiali gialli che Leo gentilmente “aveva preso in prestito” dal reparto oculistico…
 
Davide: -Ma sono graduati!-
 
Leo: -Non ti lamentare! E' già tanto se sono riuscito a trovare questi! E poi servono solo per il sole... Micca ci devi leggere!-
 
Davide: -E poi sono gialli!-
 
Toni: -E non ti piace il colore giallo?-
 
Davide: -Ma se sono orribili...-
 
Leo: -E su Davide! Non fare il difficile!-
 
La calma e tranquillità venne presto interrotta dall'arrivo di alcuni ragazzi più grandi che fecero il loro ingresso portando con sé un pallone da basket ed “invitandoli” a togliersi di là perché volevano fare una partita.
 
Davide: -E voi chi cazzo siete?-
 
Ruggero: -Ehi ragazzino chi ti credi di essere per parlarmi così?-
 
Quello che aveva parlato era Ruggero, un ragazzo di circa 20 anni. Era una sorta di “boss” per i compagni che lo seguivano ovunque andasse, proprio come nei clan mafiosi, quando il capo è sempre sorvegliato da guardie del corpo. Si era adirato ed aveva strattonato Davide per la manica. Non sopportava che un moccioso gli si rivolgesse così. Dal canto suo Davide non ci aveva pensato due volte ed aveva allontanato la mano di quell'idiota alzandosi dalla carrozzina. Odiava i prepotenti, non li aveva mai potuti soffrire! Sopratutto quelli come quel tipo, che si credevano chissà chi solo perché erano più grandi! Ma il Bello sapeva come farsi rispettare! A scuola era pieno di cretini del genere, che pensavano di poter comandare sugli altri ragazzi... Davide, però, non era certo il tipo che si faceva mettere i piedi in testa e, spesso, si ritrovava a discutere con loro! Ruggero stava per ribattere quando si intromise Leo.
 
Leo: -Ehi tu! Lascialo stare!-
 
Ruggero: -E tu chi saresti? Suo padre?-
 
Leo: -No! Ma se osi solamente toccarlo dovrai vedertela con me!-
 
Toni: -E anche con me!-
 
Ruggero: -Ma bene, bene... E voi due dovresti farmi paura? Uno storpio ed uno scemo?-
 
Davide: -Come li hai chiamati?-
 
Senza pensarci un attimo Davide si era avvicinato a Ruggero prendendogli il colletto della camicia e lo guardò dritto negli occhi!
Come si era permesso quello stupido di trattare i suoi amici in quel modo?!
Come aveva osato insultarli?!
Davide, quando si trattava dei suoi amici, non ne aveva per nessuno! Lo avrebbe preso a cazzotti ed avrebbe fatto a botte con quel tipo e con i suoi compagni se non fosse intervenuto Leo.
 
Leo: -Davide calmati!-
 
Sapeva che non doveva affaticarsi e quindi era intervenuto subito per placare quella che, sicuramente, sarebbe sfociata in una rissa.
 
Ruggero: -Non vogliamo problemi. Vogliamo solo fare una partita, quindi levatevi!-
 
Davide: -Ma levati tu!-
 
Leo: -Siamo arrivati prima noi e quindi non ce ne andremo!-
 
La situazione stava scivolando di mano, a Davide quindi venne in mente un'idea per liberarsi di quei tipi.
 
Davide: -Potremmo risolvere la questione con una sfida... Che ne dici?-
 
Toni: -Cosa?-
 
Leo: -Ma che dici Davide?-
 
Ruggero: -E' una bella idea ragazzino... Non sapevo che sapessi giocare... Va bene! Faremo una partita. Chi vince potrà usare il campo, chi perde se ne va!-
 
Davide: -Eccome se sono bravo! Sono il migliore della mia scuola!-
 
Davide e Ruggero si guardarono intensamente negli occhi. Si stavano sfidando, nessuno dei due voleva perdere. Sembravano i capi di due bande rivali che si contendono il quartiere...
 
Ruggero: -Allora cominciamo!-
 
Davide: -Aspetta! Noi non abbiamo mai giocato insieme... Dacci almeno mezz'ora per allenarci!-
 
Dopo un attimo di esitazione Ruggero concesse loro di allenarsi ed andò via lasciando i Braccialetti soli...
 
Leo: -Davide ma si può sapere perché gli hai proposto la sfida?-
 
Davide: -Perché volevo far tacere quell'idiota e non mi è venuto in mente nient'altro!-
 
Toni: -Ma almeno sai giocare! Io non ho mai fatto una partita...-
 
Leo: -Nemmeno io... Oh raga io sono proprio una pippa!-
 
Davide: -Veramente ragazzi neanche io me la cavo benissimo... Anzi proprio per niente a dir la verità...-
 
Leo: -Cosa?-
 
Davide: -Preferisco il calcio! Lì si che sono il numero uno!-
 
Toni: -Che fatto sulla carrozzina viene na' bellezza...-
 
Leo: -C'è poco da ridere ragazzi... E poi tu Davide non devi affaticarti!-
 
Davide: -Che palle Leo!-
 
Leo: -Che “palle no” Davide! E se ti senti male?-
 
Davide. -Uffa Leo! Smettila di preoccuparti! Non sei mia madre! Ci vogliamo o no allenare? Fra un po' ritornano quelli e di certo non voglio perdere!-
 
Leo pensava che Davide fosse davvero un incosciente... Non si preoccupava minimamente della sua salute! Era rischioso per lui ma sembrava che non gli importasse nulla delle conseguenze. In quel momento aveva in testa solo quella stramaledetta partita e a nulla valsero i suoi discorsi o quelli di Toni...
 
Davide: -Leo, Leo! Mi ascolti? Che fai ti alleni o no?-
 
Il Leader guardò gli occhi di Davide, vide come del fuoco e capì che niente e nessuno lo avrebbe fermato... Si girò verso Toni e, dopo un attimo di esitazione, disse che era pronto.
 
 
Angolo MIO:
 
Ma ciaoooooooooooo!!!!
Eccomi qua con una nuova fanfiction sui Braccialetti!!! Anche se l’altra mia ff non è ancora terminata, ho deciso comunque di iniziare questa nuova storia…
In questa c'è anche Davide! :) :) :) E' vivo e vegeto e non un fantasmino o spiritello!!
Nella prima parte descrivo semplicemente qualche scena della serie tv, dopo però la storia prenderà una piega completamente diversa con “nuovi” personaggi! Nel primo capitolo ho descritto più o meno la scena del balcone, quando Leo, Davide e Toni sfidano Ruggero e company. E' una delle mie scene preferite in Braccialetti Rossi!!! :) :) Ma quanto ho riso!!!
Non vi dico di più però... Non so ancora quanti capitoli ci saranno...
Qualcuno sa i nomi del dottor Alfredi o del papà di Davide?? Perché altrimenti tutte le volte devo scrivere -Alfredi- e -papà di Davide-...
Spero che il primo cap vi sia piaciuto!!!! Come vedete:) Nel prossimo cap. invece l’attenzione sarà su Vale e Cris...
 
  
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