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Autore: PurinBunny    13/05/2014    3 recensioni
Darksiders 2
Morte, venuto a sapere delle sorti del proprio fratello Guerra, si dirige nel Terzo regno.
Tutto intorno a lui era morto..o almeno, è ciò che credeva.
Genere: Avventura, Dark, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Otherverse | Avvertimenti: Spoiler!
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INTRODUZIONE:
Era tutto un silenzio, l’unico suono che vagava nell’aria era quello degli zoccoli di Disperazione, il destriero bianco cadaverico in decomposizione di Morte, il più grande tra i quattro Cavalieri dell’Apocalisse.
Era stato mandato in missione a carico dell’Arso Consiglio in quello che loro chiamavano Terzo Regno, ovvero quello popolato dagli uomini.
 
Aveva tirato le redini ed era sceso da cavallo, facendolo poi scomparire. Impugnò le sue falci e cominciò a camminare in quello che poteva essere definita una città, o almeno quello che ne resta.
I grattacieli erano in parte distrutti o ridotti a un cumolo di macerie che ancora potevi vedere separarsi dalla parete e cadere al suolo, frantumandosi. Le sale principali degli alberghi erano devastate e l’arredamento in parte distrutto o spinto tutto in un angolo.
Inutile descrivere il resto: quello che prima era un luogo di vita ora era vuoto, spento. Non c’era più nessuno.
C’era in corso una dura battaglia tra Paradiso e Inferno, angeli armati di asce con armature splendenti seguivano e sconfiggevano le tenebrose creature dell’inferno che a loro volta, senza pietà, si aggrappavano agli angeli e gli strappavano le lustre piume bianche che ancor prima di toccar terra si tingevano di un rosso cremisi, raggiunte poi dalla carcassa degli angeli. Non si poteva dire quale dei due regni stesse avendo la meglio; al nostro cavaliere non importava e si tenne in disparte dalla lotta, tranne quando veniva chiamato in causa, e allora non se lo faceva ripetere due volte: le sue falci in un modo o nell’altro finivano sempre col tingersi di sangue.
Morte era in missione, alla ricerca di un artefatto magico che gli avrebbe permesso di salvare suo fratello Guerra da un crimine non commesso. Lui era innocente, il maggiore ne era certo.
Camminava nella grande piazza centrale e quando alcune nuvole si dileguavano qualche raggio di sole faceva capolino e colpiva la schiena del nostro cavaliere e il piumaggio verdastro di Polvere, il suo fidato corvo che lo seguiva ovunque lui andasse.
Si stava dirigendo in quello che si poteva definire un condominio, o almeno, quello che ne restava. Esaminò ogni singola stanza trovandovi porte distrutte, l’arredo strappato, le pareti che potevi sentire sgretolarsi lentamente se restavi in silenzio
Ogni passo produceva un “cric”, ovviamente i vetri sparsi a terra erano migliaia e era impossibile non calpestarli.
Sapendo di non poter trovare quello che gli serviva lì dentro, Morte se ne andò deluso, ma senza perdersi d’animo. Le voci che giravano erano colte da fonti fidate: era sulla Terra.
Seguiva la strada principale che ora era distrutta e piena di automobili ammaccate.
L’andatura del Cavaliere era moderatamente veloce e i suoi pugni non lasciavano nemmeno passare un filo d’aria da quanto forte stringeva le sue falci, fino a che non sentì un suono metallico, come un’interferenza provenire da una macchina e allora scaglio la falce contro questa, arrestando il suono: proveniva dalla radio.
-Stupido rottame...-
E senza pensarci due volte riprese la falce e tornò a camminare. Il cielo si stava facendo più cubo e minaccioso, a breve si sarebbe messo a piovere.
Si ritrovò davanti ad un ponte, incredibile come si tenesse ancora in piedi.
Senza fare caso alle creature di basso rango, che noi solo a vederle le avremmo definite zombie, il cavaliere stava già percorrendo la strada fino ad arrivare alla fine, dove una parte superiore del ponte aveva ceduto, permettendogli così di salire e di ritrovarsi assalito da delle creature alte e magre che rilasciavano una sirena fastidiosa, seguita da una sciame di insetti.
Morte ripose le falci ed impugnò Redenzione, la pistola di suo fratello Conflitto, e sparò contro quella strana creatura, terminando più volte i proiettili.
Alla fine ecco tornare il silenzio.
Morte, appoggiato contro la parete fredda, alzò lo sguardo e sentì picchiettare contro la maschera qualcosa di freddo e bagnato: ecco la pioggia.
Chiamò Disperazione e montò in sella, andandosene da lì in fretta e furia.
Nel tratto di strada per il ritorno si fermò in una piccola chiesa fuori città, ne approfitto soprattutto per riparo contro quella che era diventata una tempesta.
Portò una mano contro il portone che si aprì lentamente, rivelando così il la piccola sala: buia e silenziosa. Si guardava intorno e vi trovò solo dei corpi ricoperti di sangue.
-Pare proprio che non siate riuscite a sopravvivere alle creature...povere anime in pena.-
Avvicinò la mano al viso del vecchio frate, chiudendogli gli occhi, quando una voce lo fece scattare e mettere subito sulla difensiva.
-Chi sei, fatti vedere.-
Silenzio.
Non dovette aspettare molto prima di sentire di nuovo quella voce e così decise di andare lui stesso a controllare di persona che cos’era. In un angolo della sala vi erano delle panche che sembravano tenere chiusa una porta, come se dovesse proteggere qualcosa...o qualcuno.
Si avvicinò lentamente, stringendo la falce, mentre Polvere fissava la scena appollaiato su una trave.
Aprì lentamente le porta e rimase a dir poco stupito.
-Ma è..viva!-
Un umano era ancora vivo, era sopravvissuto al caos! Ma...è solo una bambina!
Era piccola, gracile, avvolta in una coperta tutta stropicciata e i suoi occhi erano gonfi e rossi.
-Come può una bambina così piccola essere ancora su questo mondo.-
Il cavaliere si avvicinò e le sfiorò la spalla: non era un fantasma, era davvero lì.
-Non ho tempo da perdere con te.-
Neanche un passo e sentì la piccola umana singhiozzare. Cosa poteva fare?
In fondo è una bambina innocente, non ha fatto nulla di male per meritarsi di essere abbandonata in quella chiesa; ma Morte non poteva di certo prenderla e portarla via con sé!
Sarebbe stato solo un peso in più per la sua missione. Non c’era altra soluzione, se non ucciderla.
-Sarà una cosa rapida e indolore, non preoccuparti.-
Osservava il suo bersaglio, la sua vittima. Non si sarebbe pentito di questa sua azione, né ora né in futuro.
-Addio.-
  
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