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Autore: TeamInspired    13/05/2014    3 recensioni
le vite di quattro ragazzi verranno cambiate da qualcosa, o meglio, qualcuno. andrà bene? faranno le scelte giuste?
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bradley Simpson, Connor Ball, James McVey, Nuovo personaggio, Tristan Evans
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Eccola lì. Seduta al suo solito posto: banco all’ultima fila, accanto alla finestra così può guardare fuori e non essere disturbata. Ora mai i professori la conoscono e sanno cosa le è successo, come il resto della scuola in fondo, quindi la lasciano stare e fare quello che vuole. Non so come faccia a non seguire in classe e passare i test a voti alti senza copiare. Ci sono due cose in cui eccelle: musica e letteratura. Scrive testi che ti danno i brividi per il modo perfetto in cui sono scritti. Poi la sua voce...è qualcosa di indescrivibile. Pure io che ho una band e un sacco di visualizzazioni su youtube non ragiungo i suoi livelli, i suoi acuti. Trasmette ci che sente quando canta. E’ come se cantando cercasse di dirti ‘salvami’.
Lei è Zoë. Non la solita ragazza dei licei inglesi, bionda, con tre chili di fondotinta in faccia, minigonna e calze a rete. No. Lei è diversa. Lei è mora con le punte tutte di colori diversi, matitia sbavata e occhiaie sotto gli occhi per le ore insonni passate a piangere, vestiti neri e stivali bianchi autografati dai suoi idoli, cicatrici sotto la felpa, Sleeping With Sirens nelle cuffiette. Lei è così. Ed è questo, il suo lato misterioso, che la rende meravigliosa.
Io invece sono Bradley. Il solito ragazzo inglese che cerca di sfondare nella musica, capelli ricci e disordinati, si veste con jeans che gli bloccano i movimenti strappati sulle ginocchia, maglioni larghi con trame che attirano l’attenzione, stivaletti scamosciati. Io, a confronto di Zoë, sono sempre andato male nonostante ascoltassi durante le lezioni. Si, andavo, perché da quando, l’anno scorso, la prof ci ha messi in coppia per una lavoro di musica, abbiamo iniziato a frequentarci. Credo che all’inizio mi odiasse un po’ per il semplice fatto che cercassi sempre di non farla ubriacare, non farla fumare, farla star bene senza bisogno di nicotina e alcohol. Ma ora siamo arrivati a stringere un patto: beve solo alle feste, fuma massimo due sigarette al giorno, niente droghe e niente canne. Ho provato a farla smettere del tutto, ma non riesco. Lei è testarda e ostinata. Se si impunta su una cosa, o è come dice lei o niente. Ed è per questo che mi piace.
Mi ricordo la prima volta che l’ho vista. E’ stato tipo amore a prima vista. Ero con Tristan. Era il primo giorno che è arrivata a scuola, due anni fa. Lui mi chiede se avevo già visto ‘quella nuova’ e io gli risposi di no, allora lui me la indicò e BOOM! Love, love, love. Mi sembrava di essere una di quelle ragazzine che hanno una cotta per il capitano della squadra di football e, non appena lui le guarda, loro si sciolgono. Ecco, più o meno così. Ogni giorno Tristan e gli altri mi chiedono perché non provo a baciarla, nonostante tutti i momenti perfetti in cui avrei potuto farlo. Ma il punto è che se poi lei mi prende per pervertito, se non ricambia, se non vuole? E poi lei non è una da una botta e via. Mi ha detto quanto ha sofferto e quanto voglia una persona che sappia prendersi cura di lei. Vuole trovare il ragazzo capace di ridurle i brutti vizi, disinfettarle le ferite, ascoltarla, tenerla per mano in pubblico senza esserne imbarazzato, che la porti alle feste perché le piace ballare, che la porti al cinema e le tenga la mano per essere sicura che non se ne vada nel buio della sala, ma che sappia che odia la musica truzza dei party liceali e i film sdolcinati e che quindi sia disposto a rimanere a casa accoccolato con lei a guardare un horror, che la tranquillizzi durante le sue crisi, che ascolti la musica che piace a lei inserendo qualche canzone che piace a lui. E io sarei disposto a fare tutto ciò. E comunque, non che io voglia vantarmene, ma sono io che ho evitato che si suicidasse quella notte di febbraio di quest’anno. Sono io che sono entrato dalla porta sul retro perché so che è aperta. Sono io che sono corso sul tetto e l’ho afferrata prima che facesse quel passo fuori dal tegolato. Sono io che l’ho scaldata, che le ho bendato le ferite fresche, che le ho preparato la cioccolata calda bianca con i mashmallow perché so quanti le piaccia ridere dei baffi da Einstein che ci rimangono in faccia dopo averla bevuta. Sono io quello che le è stato accanto. Non i suoi genitori che l’hanno abbandonata dopo il suo primo tentativo. Non suo fratello che non le parla più perché con quella storia lo ‘imabarazzava’ davanti alla scuola. Non la sua ex migliore amica che se ne è scappata con l’unico ragazzo con cui lei aveva avuto una relazione. Nessuno di loro. Solo io.
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-Zoë, ho sentito che c’è una festa -subito il suo sguardo fulmiante mi colpì- lasciami finire…io, quindi, pensavo che potevamo stare da te, ordinare una pizza, preparare i pop corn e tirarli ai tipi in tv che ci irritano.
-Basta che non ci dimentichiamo della cioccolata!
-Con i mashmallow, ovvio!
Tutto ciò che ricevetti in cambio come risposta fu lei che mi salta addosso lasciandomi un bacio umido proprio all’angolo della bocca, mentre gioca con i miei capelli. Ma non appena nota che tutte le persone nel cortile della scuola che, come noi, dovrebbero andare a casa, si allontana da me. Facendole capire che a me non importa di quello che la gente dice, le prendo la mano e la trascino via in direzione di casa sua.
Una volta lì, entriamo e vado diretto in cucina a preparare le cioccolate, come da solito. Ma lei mi segue, si ferma sulla porta e mi guarda.
-Che c’è?
-E’ solo che…boh…
-Tutto ok? –mi avvicino a lei e accarezzandole il viso le domande- a che pensi?
-Ho voglia di fare qualcosa di diverso…
-In che senso?
-Tu suoni la chitarra…
-Si
-E canti…
-Si
-Ti andrebbe di farmi sentire qualche cosa?
-Certo!
Appena finisco di rispondere, un prende la mano e mi trascina in camera sua. Non l’avevo mai vista. E’ bellissima, pareti bianche decorate da foto e poster delle sue band preferite, una scritta dietro la testata del letto che dice ‘with ears to see and eyes to hear’ e luci natalizie sulla tonalità del giallo non acceso sul contorno del letto, della finestra e negli angoli di tutta la stanza. Sembra di essere in una foto di Tumblr. Lei si siede sul letto, affera una chitarra acustica bellissima dai piedi di esso e mi invita a mettermi accanto a lei. Mi porge la chitarra perfettamente accordata, con le corde usate e un plettro nero e bianco. Inizio a strimpellare qualche nota, per poi iniziarle a cantare ‘I’m Already There’ degli Westlife. So quanto le piaccia e quanto le ricordi. I suoi occhi lucidi ne sono la prova. Una volta finito di cantare, appoggio la chitarra al comodino e, non appena mi tiro su, mi ritrovo le sue labbra morbide ma screpolate sulle mie piene di scottature da microfono.
-Scusa…
-Ti amo
-Anche io
  
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