"Non v’era rumore in quel luogo, né vita se non la loro. Effimere presenze che si riflettono in vetri opachi e sporchi. Il suo corpo, prima così pesante, era talmente leggero da sembrare inconsistente. Guardò all’interno delle spoglie vetrate di quelli che una volta erano luoghi ricchi, brulicanti di vita e simbolo di divertimento ed ebbra allegria. Adesso sono spogli e lerci, grigie scatole vuote nelle quali si ode solo l’assordante grido del silenzio.
La malinconia striscia sulla stradina lastricata del viottolo e fa in tempo soltanto a sfiorarle la caviglia con lunghe e sottili dita gelide, che avverte appena, quel poco che basta per farla rabbrividire, ma spiccano un nuovo salto più simile al volo di un albatros, per poi planare leggere su enormi e levigati scalini di pietra."