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Autore: fra_eater    13/05/2014    9 recensioni
Levy accarezzò un papavero lì accanto “I papaveri crescono nonostante le intemperie, nonostante il terreno sia disseminato di spighe. Io ti amo come questi fiori amano la vita, contro ogni avversità, contro ogni passato nevoso.”
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gajil, Redfox, Kana, Alberona, Levy, McGarden, Mirajane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In una calda giornata d’inizio estate, la Gilda più scalmanata di tutta Magnolia, Fairy Tail, si godeva la frescura della propria piscina.
Tutti i maghi si divertivano a giocare con l’acqua, a fare tuffi o solo a prendere il sole. Tra quest’ultimi, una donna dai lunghi capelli castani era stesa su un lettino con la faccia imbronciata e sospirava di tanto in tanto, la ragazza accanto a lei se ne accorse “Cos’hai, Cana?”. Cana sospirò “Niente, Mira. Mi annoio”
Mira sorrise tenera “Cosa vorresti fare?” chiese; Cana si alzò, mettendosi a sedere e scrutando tutti i suoi nakama che ridevano e si divertivano come matti, tranne due: una ragazza con i capelli blu che leggeva un libro in disparte e un ragazzo dai lunghi capelli neri che le lanciava occhiate ben attendo a non faresi scorgere.
Cana sorrise perfida “Mira” disse “non credi che anche una bibliotecaria dovrebbe farsi un bagnetto ogni tanto?”.
Mirajane guardò la ragazza a cui si riferiva la sua amica “Che hai in mente?” chiese senza guardarla; la mora si sistemò il costume che copriva l’abbondante seno “In acqua può capitare che il costume vada via”. Mira fissò Cana e capì il piano malvagio che l’amica aveva in mente.
 
“Levy, vieni in acqua!”
Levy sollevò lo sguardo riluttante dalla bella storia d’amore che stava leggendo e guardò la voce che la stava chiamando: Mirajane e Cana avevano nuotato fino a raggiungerla al bordo piscina. “Dai, vieni in acqua” ripeté Cana facendo cenno alla ragazza di raggiungerle.
Levy sospirò, non era da lei dire di no a qualcuno; quindi poggiò il libro sotto i suoi vestiti, per impedire che qualche schizzo lo bagnasse, e raggiunse le ragazze.
 
Gajeel fissava in disparte la scena. Vide l’ubriacona e il demone confabulare piano tra loro e poi tuffarsi in piscina, nuotando verso il gamberetto che stava leggendo come al solito un libro; la vide poggiare il tanto amato tomo sotto i vestiti e poi raggiungere le ragazze in acqua. Fu nel momento in cui lei poggiava delicatamente un piedino chiaro in acqua che Gajeel poté vedere quanto fosse carina in quel bikini arancione.
Sapeva che in realtà si vergognava di essere vista in costume perché non era dotata come le sue compagne, ma per lui era perfetta. Trovava volgare come le altre mettessero in mostra le loro curve con indumenti striminziti e ringraziava tutti i draghi che lui non si tormentasse con tutti i problemi che una ragazza dotata comportava come accadeva a Laxus che si lamentava di tutti coloro che fissavano in continuazione il seno di Mirajane.
Levy entrò in  acqua, dimenticandosi della fascia gialla per capelli che si bagnò con gli schizzi che provocò la sua entrata. Gajeel poggiò il gomito sul ginocchio, reggendosi il capo mentre fissava la ragazza che si divertiva a schizzare d’acqua le due amiche a cui si erano aggiunte anche Lucy e Wendy, poi irrigidì la mascella quando vide Jet e Droy avvicinarsi lascivi alla piccola maga delle lettere.
Le ragazze si allontanarono, lasciando Levy da sola con i due ragazzi che scambiarono poche parole con lei per poi allontanarsi verso il bar.
 
Levy sorrise verso Jet e Droy che si allontanavano spingendosi in direzione del bar: stavano facendo a gara a chi prima le avesse portato il te freddo che aveva espresso il desiderio di volere.
Si immerse in acqua fino al collo, nuotando piano lungo il bordo piscina deserto.
Le piaceva il contatto del suo corpo con l’acqua fredda, la rilassava e poi quel costume nuovo le andava così bene che era proprio come se non lo indossasse.
Si fermò un attimo, spaventata, e si tastò il proprio petto ben attenta a non farsi vedere. Niente.
Non c’era niente che coprisse il suo petto! Aveva perso il costume!
 D’istinto strinse le braccia attorno ad esse e si immerse fino al naso, rossa come un peperone. Come aveva fatto a perdere il pezzo di sopra del bikini?
 
Gajeel si accorse che qualcosa non andava quando vide il gamberetto cambiare colore, che le era preso? Se ne stava lì, immobile, in mezzo all’acqua con la faccia rossa come un peperone.
La curiosità era troppo forte per poterla ignorare e si tuffò, nuotando veloce alle sue spalle.
 
Levy si voltò, sentendo l’acqua che si muoveva dietro di lei e con sua enorme sorpresa si ritrovò a fissare una lunga chioma nera che conosceva fin troppo bene, infatti un volto carico di piercing emerse piano e due occhi rossi accompagnavano un sorriso da squalo “Un bagnetto, gamberetto?” la canzonò Gajeel. Levy corrucciò le labbra “Vai via,Gajeel!” li  disse distogliendo lo sguardo. Gajeel rimase sorpreso da questo compartimento scorbutico così insolito per la ragazza “Che ti prende, nanerottola? Perché tieni le braccia così?” chiese, notando che la ragazza continuava a tenere le braccia incrociate al petto nonostante si trovasse in acqua.
Levy arrossì ancora di più “Vai via” ripeté di nuovo. Gajeel si alzò in piedi, mettendo le mani sui fianchi e guardandole i capelli e la fascia gialla “O mi dici cos’hai o ti prendo di peso e ti lancio nel entro della piscina” la minacciò.
Levy deglutì “Ho perso il pezzo di sopra del costume” confessò.
Gajeel impiegò un po’ a capire cosa comportasse quella scoperta. Se Levy fosse uscita dall’acqua, tutti avrebbero potuto vederle il seno e lui questo non poteva permettere che accadesse. Nessuno doveva permettersi di posare lo sguardo sulla sua piccoletta.
Si avvicinò a lei e si abbassò in acqua, per essere alla sua altezza “Allora” disse “io guardo in alto, tu ti aggrappi a me e ti porto fuori, va bene?”
“Che?!?” fece Levy, in preda all’imbarazzo. Gajeel sogghignò “Vuoi che tutti vedano quante poche tette hai?”.
E Levy obbedì controvoglia, cingendo con le gambe la vita del ragazzo e con le braccia il collo. Gajeel poggiò il capo sull’incavo della spalla di lei per poi stringerla e nuotare piano verso il bordo piscina dove aveva lasciato i suoi vestiti, essendo l’angolo più isolato. Cercava di concentrarsi sulla strada, anche se il contatto con il petto nudo di lei lo stava mettendo a dura prova.
Giunto a bordo piscina afferrò la sua maglietta nera e la mise sulla testa di Levy “Abbassala mentre ti sollevo “ le ordinò. Levy annuì e riuscì a metterla senza che nessuno si accorgesse della sua nudità. Be, quasi nessuno, dato che Gajeel beneficiava di una vista che gli mandò subito il sangue al cervello.
Levy si sedette al bordo piscina, presto fu raggiunta dal ragazzo “Grazie” disse “Non so proprio come abbia fatto a perderlo”
“Non c’era tanto da coprire” disse lui per prenderla in giro.
Levy gonfiò le guancie, poi sorrise maliziosa afferrando i lembi della maglietta bagnata che su di lei sembrava un vestito molto largo “Se non c’è niente da coprire allora posso toglierla” disse, e proprio quando giunse all’altezza dell’ombelico, Gajeel le fermò le mani, guardandola in cagnesco.
La fece alzare “Vieni con me!” disse e la portò fuori dalla gilda.
 
Gajeel portò lontano Levy senza neanche dargli il tempo di vestirsi; anche lui indossava solamente il costume da bagno nero e le infradito.
“Dove mi porti?” chiese la ragazza, preoccupata. Gajeel non le rispose, voleva solo essere lontano da occhi indiscreti, non voleva che lei giocasse così con lui, non voleva rischiare che qualcuno si accorgesse che non possedeva il costume e non voleva ammettere che aveva paura che qualcuno la vedesse nuda. Se fosse accaduto avrebbe rotto il naso a chiunque avesse posato lo sguardo sulla sua piccoletta.
Ben presto giunsero in un campo di grano dove tanti papaveri rossi sbucavano di tanto in tanto.
 Gajeel si fermò, era davvero un bel posto. Levy lo guardò “Era qui che volevi portarmi?” chiese, ma vedendo che non otteneva risposta riportò l’attenzione al paesaggio “E davvero bello qui” disse e si liberò dalla presa di lui, dirigendosi al centro del campo dorato e cremisi.
 
Gajeel guardò la ragazza che accarezzava piano le spighe che le sfioravano piano le gambe nude, qualche papavero si impigliava al bordo della maglia indossata da lei che gli liberava delicatamente, sorridendo lieta e già dimentica della figuraccia evitata grazie a lui.
Gajeel guardò il paesaggio. Quei papaveri rossi affioravano come chiazze di sangue su una pelle chiara fatta di spighe e a lui non potè tornare in mente quel che aveva fatto alla ragazza prima di unirsi a Fairy Tail.
Levy. Quella piccoletta che le stava stranamente tanto a cuore.  
Le aveva fatto del male e ora era lì, con lui, che volteggiava tra spighe di grano e papaveri serena, tranquilla, come se lui fosse da sempre un suo compagno, ma lui provò una stretta al cuore. Era vero che l’aveva perdonato? Spesso se lo chiedeva e doveva togliersi al più presto quel dubbio.
Con due grandi falcate la raggiunse e , senza preavviso, la abbracciò.
“Gajeel” chiese lei, rossa in viso “Che ti prende?”.
“Tu” disse lui “io ti ho resa come questo campo. Ho macchiato la tua pelle candida di papaveri rossi”
Levy non impiegò molto a capire a cosa si riferisse e spostò velocemente il ragazzo per poterlo guardare in viso, notando con rammarico il suo sguardo triste. “Gajeel, è stato molto tempo fa”
“Ma io ti ho fatto del male” sbottò lui, mettendosi dritto ed essendo di molto più alto di lei “Come puoi avermi perdonato? Come puoi essere sicura che io non ritorni sui miei passi ? Che non ti rifarò del male?”
Levy scosse il capo “Ti ho perdonato quando mi hai salvato da Laxus, quando hai dimostrato di essere un nostro compagno. Sono certa che tu non mi rifarai del male perché se l’avessi voluto l’avresti potuto fare tante volte e sai come posso esserne sicura?” lo guardò negli occhi per essere certa che non la interrompesse, era arrivato il momento di dirgli la verità “Perché sento nel mio cuore che tu non mi farai mai del male”
Gajeel cercò di scostarsi “Ma come puoi starmi sempre accanto nonostante il nostro passato?”
Levy arrossì “Perché ho scoperto di amarti, zuccone”
Gajeel la fissò, impressionato “Stai scherzando, vero?”
Levy accarezzò un papavero lì accanto “I papaveri crescono nonostante le intemperie, nonostante il terreno sia disseminato di spighe. Io ti amo come questi fiori amano la vita, contro ogni avversità, contro ogni passato nevoso.”
Guardò il ragazzo che continuava a fissarla immobile “ Io ti amo ed è per questo che ti perdono per il passato. Ovviamente non pretendo che tu faccia lo stesso,che tu ti perdoni; ma è giusto che tu lo sappia che per me quel passato non ha più importanza, perché ti amo e non posso farci niente per cambiare ciò”
Vedendo che lui non rispondeva si strinse nelle spalle “Io torno in gilda” disse “Dimentica quel che ti ho detto”
Lo superò per poi sentirsi trascinata a terra per un polso.
Aprì gli occhi e si ritrovò distesa sul petto nudo di Gajeel che si era steso sul grano, stringendola forte tra le braccia muscolose “ Tu” disse “Sei la fonte di vita che spinge questi papaveri a crescere” e , senza preavviso, la baciò sulle labbra mentre su un albero poco lontano due ragazze trattenevano le lacrime di commozione con un costume arancione in mano.
 
 
Angolo dell’autrice.
Ok, lo ammetto. Questa storia non ha senso. Vi ringrazio che vi siate fermati a leggerla, siete stati molto carini a farlo e mi piacerebbe sapere cosa ne pensate di questa boiata scritta di getto, quindi perdonate eventuali errori.
 Vi ringrazio ancora per averla letta. Giuro che prossimamente scriverò qualcosa con più senso.
Un bacio
Fra
  
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