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Autore: Theren    28/07/2008    7 recensioni
Ho spesso pensato che la causa della mia sofferenza fosse il rancore per non avere avuto neanche una possibilità contro di lui. Ma immagino che il vuoto abissale in cui sembra ristagnare la mia vita sia soltanto un atroce rimorso. Il rimorso per aver desiderato la donna del mio migliore amico.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alain de Soisson, André Grandier, Oscar François de Jarjayes, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ho fatto la Rivoluzione. Ma cosa è rimasto? La gloria? La libertà? Lo slancio ideale si è spento presto. E’ bastato scoprirmi ferito, vulnerabile e mortale. La guerra è stata sanguinosa, morte e disperazione in ogni angolo di Parigi. Dopotutto non è cambito molto da prima.Ho commesso atrocità inenarrabili, rinunciato a molti pezzi della mia umanità e lasciato che il cuore della ribellione, quella sua palpitante aspirazione di uguaglianza, morisse sotto i colpi del mio fucile. Alla fine dei conti ho combattuto per sopravvivere e non per essere uguale a qualcun altro.

Ciò che mi spinge a lasciare traccia del mio passaggio non è la sofferenza del popolo, le eroiche gesta di pochi o il senso di colpa che annega il cuore dei sopravvissuti. E’ l’amore. L’amore per una donna che non ho potuto fare mia.

Ho paura di dimenticare. Dimenticare il tono imperioso della sua voce, l’uniforme scintillante, la profondità glaciale dei suoi occhi. Non li ho mai incontrati quegli occhi, non erano per me. Erano per un altro uomo. Un povero stronzo che soffriva da una vita intera e che, per quanto io non voglia ammetterlo, era davvero quello giusto per lei. Ho spesso pensato che la causa della mia sofferenza fosse il rancore per non avere avuto neanche una possibilità contro di lui. Ma immagino che il vuoto abissale in cui sembra ristagnare la mia vita sia soltanto un atroce rimorso. Il rimorso per aver desiderato la donna del mio migliore amico.

Padre Dubois, il frate confessore della Guardia Francese, ci ha rinunciato. La carità cristiana non può nulla davanti alla mia lunga lista di peccati. Pare che la mia anima sia dannata. Sì, dannata e destinata all’inferno. Non me ne importa, gli rispondo sempre,  perché l’inferno è qui e adesso. Io lo sto già vivendo. Non c’è nessun sollievo, nessuna gioia, nessun balsamo che possa lenire la pena.

Ogni notte, quando poche ore di sonno riescono a distogliermi dallo strazio, rivedo il volto di entrambi. Ogni notte io cerco di portarli in salvo e ogni notte li uccido svegliandomi.  Il nuovo giorno mi porta via qualche sbiadito ricordo. Sono passate quattrocentoventiquattro notti dal quel giorno. Quattrocentoventiquattro dettagli in meno. Tra un po’ non ricorderò più nulla.

Notte 1: Il proiettile non colpisce un punto vitale, ma Andrè muore settimane dopo di infezione.
Notte 2: André evita il proiettile, ma muore per un colpo di mortaio.
Notte 100: I due rinunciano alla Rivoluzione e provano a scappare, ma vengono trovati dal padre di lei e uccisi.
Notte 245: Oscar prende il proiettile al posto di Andrè, lui muore di dolore.
Notte 365: Un anno di salvataggi, ma al mio risveglio non ricordo più nulla.
Notte 399: Sparo all’assassino di André prima che lo possa colpire.
Notte 424: Ho capito. Sprono il cavallo al galoppo e abbandono il mio posto. Lo prendo io quel proiettile, dritto nel cuore. Andrè è salvo, Oscar pure. Io un po’ meno, ma cosa importa?

André mi ripeteva spesso: - Nonostante tutto, sei generoso -  Già, nonostante tutto. Me lo disse quella notte del 12 Luglio, quando montai la guardia al suo posto e gli permisi di portarmi via per sempre la donna di cui ero innamorato. Scoparono sicuramente come dannati, mentre io facevo avanti e dietro col fucile e meditavo la Rivoluzione. Avrei dovuto sparare sulla folla o obbedire agli ordini? Avrei avuto il coraggio di vendicare Diane? Ricordo bene la profonda angoscia di quelle ore, il tentativo di contare uno ad uno i secondi che mi separavano dall’alba, il desiderio di potermi aggrappare a qualcosa.  A lei. Dio, avrei affogato tra le sue gambe l’inquietudine di quelle ore. Sebbene il sesso e le donne li abbia incontrati molte volte – anche a discapito della mia anima, come dice Padre Dubois – ammetto che le avrei fatto un torto. Tra quei due, tra lei e Andrè,  c’era qualcosa di sacro, qualcosa di profondo e misterioso come la vita stessa. Come competere con tutto questo?

Lei era felice, lui era felice e in fondo lo ero anche io. Mi bastava così, davvero, anche se non avrei potuto averla per me. Ma poi, il 13 Luglio, tutto andò in fumo. André fu colpito e io costretto a vederla singhiozzare su un corpo morto, a dover trovare parole adatte per giustificare la perdita di una persona così importante. - Tornerà da me, lo fa sempre - continuava a ripetermi. No non torna, le rispondevo io. Ma non penso che mi abbia davvero ascoltato: lei era morta con lui. Da me rimase solo il freddo generale di brigata, il campione del popolo che aveva disertato le fila della nobiltà per la causa della Rivoluzione. Della donna, della moglie, dell’amante non c’era più traccia. La morte di Andrè cancellò dal suo cuore ogni desiderio che non fosse la vittoria della guerra e la febbrile preparazione del contrattacco.  Sembrò persino recuperare il senno, diede ordini agli uomini e partì per la battaglia. Ma io avevo capito: la sua non era lucidità, ma quel dolore talmente prossimo alla follia da annullare qualsiasi pensiero. Una piccola e meschina parte di me sperò  che, morto Andrè, lei avrebbe finalmente considerato i miei sentimenti.  – Ora puoi guardare me. Guarda me – Pensavo. Questo fu il mio più grande peccato. Ebbi allora la certezza di essere condannato non solo nell’aldilà ma anche in questa vita: ho visto nella morte del mio migliore amico la possibilità di averla. Non che mi sarebbe stato concesso, per sua volontà o per destino. Si spense un giorno dopo, andandosene con la sua Francia sulle labbra, il volto disteso e l’acclamazione ad eroina dei cittadini. Tutti i soldati della guardia (Jean, Lassalle, Jules, Pierre, François) piansero amaramente e anche io versai tra le lacrime la mia dose di dolore. Tra di noi cominciò a serpeggiare una vile sensazione di mancanza. Era un vuoto incolmabile che spingeva sui nostri cuori e ci impedì di gioire per la vittoria.

(Jean ha visto la fine della Rivoluzione, ha trovato una donna e si è sistemato; Lassalle non ce l’ha fatta, caduto dopo la presa alla Bastiglia; Jules è fuggito, aveva troppa paura, una paura da morire: è stato trovato il suo corpo nella Senna; Pierre è sopravvissuto, ma un braccio ed una gamba in meno non sono una grande garanzia per il futuro; François non lo so,  l’ultima volta che l’ho visto assaltava un forno.)

Sono andato a trovare André e Oscar qualche volta, sulla cima di quella collina ad Arras dove io, Rosalie e Bernard li abbiamo sepolti. Ho sempre portato delle rose con me, bianche come voleva André.
Tutte quelle ore passate a parlare, ma credo che non abbiano mai sentito le mie parole. Tutti i racconti della Rivoluzione, dei nostri amici, delle donne che incontravo nei bordelli, degli ammonimenti di Padre Dubois. Penso che stiano ancora facendo l’amore e mi piace pensare che potranno farlo davvero per sempre.

Sembra che alla fine di questo lungo tunnel, vi sia una luce. Ho capito ciò che devo fare per trovare la pace. L’ultima notte, la 424 l’ho salvata, privandomi della vita.
Il sole è ancora alto, non penso che potrò mai salvarla un’altra volta. Ciò che dovevo fare io l’ho fatto già stanotte.
Oscar, André, Diane, Jean, Lassalle, Pierre, François, Jules, è qui l’inferno e io non ne posso più.

Eternamente vostro,

Alain
 
*
 
Note: Questa storia nasce moltissimi anni fa. Credo di aver avuto soltanto sedici anni, quando l'ho partorita. Lo stile era molto diverso da quello di adesso, forse un pò più semplice. La presentai sul Laura's Little corner, ma presto mi fece provare una grande insoddisfazione. Non mi piaceva, volevo migliorarla. Me la sono ripresa, l'ho sistemata e poi lo riproposta su Efp. Sono trascorsi da allora quasi quattro anni. Ho sentito il bisogno di reviosonarla ancora una volta, nel Dicembre del 2013. Quella che state leggendo è l'ultima, sicuramente più matura, versione a cui ho lavorato. 
  
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