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Autore: Sybelle Gray    24/12/2004    3 recensioni
Dopo 10 anni. Due amiche e un licantropo.
Genere: Dark, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Luna Lovegood
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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I ---- ISTINTO ---

 

BOULEVARD

 

ISTINTO

 

 

I walk this empty street

On the Boulevard of broken dreams

Were the city sleeps

And I’m the only one and I walk alone

[Boulevard of broken dreams – Green Day]

 

 

Percorreva una stradina laterale, laggiù, negli sporchi bassifondi della Londra babbana.

Quando Voldemort aveva dato inizio alla sua spietata crociata, la metropoli era stata devastata; in meno di 10 anni la realtà, la sua stessa vita, erano caduti, lasciando il posto a cenere e rovine.

Dopo due anni di sanguinose lotte, l’Oscuro Signore era scomparso definitivamente e il mondo magico si era scordato di un giovane adepto, marchiato nell’animo ma non sulla pelle, mai finito ad Azkaban.

Del resto, chi avrebbe dovuto preoccuparsi di o per lui?

Aveva provato a rifarsi una vita, un’esistenza sozza e miserevole, d’accordo, ma pur sempre quasi onesta. E poi… poi aveva incontrato lei.

 

Una nuova ondata di sangue uscì con forza dalle sue labbra, costringendolo a tornare con i piedi per terra.

Percepiva in gola il palpitare incostante del cuore, aveva bisogno di una dose, immediatamente, se non voleva rischiare una nuova crisi..

Giunto al limite, franò su alcuni bidoni dell’immondizia.

Le pupille si dilatarono, sino ad inghiottire le iridi grigie, divenute ormai da anni vacue e spente.

Persino il pallido tremore lunare irritava la sua vista, brucianti gocce perlacee scesero sul viso scavato, andando a morire sulla sudicia serpe smeraldo, ricordo di un’agiata e tutto sommato felice vita passata.

 

Faticosamente si raddrizzò, mancava poco, dietro l’angolo c’era la salvezza, cento metri e quell’agonia sarebbe cessata, per una notte, una sola notte, avrebbe potuto dormire sereno.

Ma quella tenue candela di speranza morì quando percepì le vertebre fremere violente, cozzare le une contro le altre, distendersi ed arcuarsi.

Cadde carponi. Di nuovo.

I lunghi capelli biondi strisciarono al suolo, la pelle della schiena s’increspò come acqua e la spina dorsale si sollevò come una catena montuosa.

Preda della sofferenza, si piegò sulle mani, inchinandosi alla luna.

Le ossa uscirono e rientrarono dai muscoli, che si agitavano serpentini fuori dalle carni, mentre una fitta pelliccia color miele scuro spuntava, ricoprendo il suo giovane corpo.

 

Non provava più dolore. La sofferenza aveva lasciato il posto a qualcosa di più invitante e letale.

Ora aveva fame, desiderava carne fresca, rossa  e succosa. E se la sarebbe procurata, in un modo o in un altro.

 

Il licantropo alzò il muso al cielo ed ululò la sua rabbia e la sua gioia, poi, ringhiando, sparì nella notte, verso l’aperta campagna.

 

 

***

 

 

-Cavolo,cavolo,cavolo!- la giovane non faceva che imprecare la sua frustrazione.

Ma guarda te se proprio sta sera il capo mi doveva trattenere per recuperare quelle tre orette che ho saltato la settimana scorsa. Dico io, ma non poteva aspettare domani?

E invece no! Il signorotto aveva altro da fare domattina, per occuparsi di una apprendista.

Si lanciò in una buffa ma quanto mai realistica imitazione di Gustav Elkinson, il borioso supervisore della sezione Alchimie Proibite e Pozioni Regolamentari del Ministero della Magia inglese.

 

Al termine della sfuriata, la graziosa rossa comodamente seduta in un appartamento a Hogsmeade, non poté esimersi dallo scoppiare in una sonora risata –Via, Luna! Fatti coraggio, ancora qualche mese e il Sorcio se ne andrà in pensione! Devi solo pazientare ancora un poco.

-La fai facile tu! Quella sorga obesa si diverte troppo a torturare me e Corner, vedrai che troverà qualche scusa per ritardare. Posso solo sperare che tutti gli Zuccotti di Zucca che si trangugia in ufficio gli facciano saltare le coronarie. Già- concluse sognante- sarebbe la soluzione perfetta.

 

Alzò il viso pallido verso la luna, che avvolta in una  dorata foschia pareva illuminarle la strada verso la casa.

-Vabbè, ci vediamo domani, Gin-

-Okay, stesso posto stessa ora?-

-No domani ho un doppio turno, devo fermarmi per alcuni accertamenti sulla nuova versione della pozione Anti-Lupo. Sai, pare che presenti alcuni effetti collaterali, ma dobbiamo ancora scoprirne le cause.

-Allora…ho trovato! Ci vediamo davanti alla gelateria di Florian Fortebraccio alle nove domani sera. Magari mi puoi accompagnare un po’ in giro, sai, pare che abbiano aperto dei nuovi negozi di vestiti non troppo costosi e…ma mi stai ascoltando?-

 

Luna sussultò appena, tornando improvvisamente alla realtà, in quella sperduta campagna di grano e papaveri, al telefono con la sua migliore amica..

-Oh scusa, mi sono persa nei miei meandri, come dici tu! – Abbozzò una risata, che però subito si spense.

Fu appena un fruscio, un silenzioso respiro nell’immota distesa dormiente

-Scusa Ginevra, ma ti devo lasciare, sono molto stanca. -

-Buonanotte. –

-Un bacio anche a te Gin. –

Era lì. Per lei.

Ebbe appena il tempo di estrarre la bacchetta e di lanciare un incantesimo di protezione, prima che la mostruosità le saltasse alla giugulare..

 

***

 

Una falcata dopo l’altra, sentiva il cuore accelerare i battiti, mentre i suoi più reconditi istinti già banchettavano sul suo cadavere.

Sete di sangue.

Fame.

Solo questo contava, solo la morte albergava nella mente distorta della creatura.

Non emozioni umane.

Non sentimenti complessi.

Solo. Tanta. Fame.

 

Il licantropo si arrestò appena in tempo dietro ad un faggio morto, al limitare del boschetto di latifoglie.

Osservò la sua preda gesticolare animatamente con qualcuno che non riusciva a scorgere.

Presto avrebbe posto fine a quella vita, straziandone a fondo animo e corpo.

Doveva solo pazientare.

 

Levò il muso dorato a quei freddi astri che un tempo aveva desiderato poter capire, ma che ora lo guardavano beffardi dall’alto.

Il momento era infine giunto. La battaglia aveva inizio.

Spostò una zampa innanzi a sé, leccandosi i baffi con la punta della lingua rugosa, mentre la bava gli colava senza controllo fuori dalle mascelle contratte in un ghigno di animalesca vittoria.

Dava sempre per scontata la sua superiorità, lui. Mai dare le cose per scontate. La sua metà umana l’aveva pagato a caro prezzo.

Sotto il suo peso le secche foglie autunnali scricchiolarono e si ruppero, generando un debole mormorio che alle orecchie della bestia suonarono al pari di disperate grida d’aiuto.

 

Sentì Lei tendersi appena.

Snella gazzella accortasi della rete.

 

Non c’era più tempo.

Ringhiando e sbavando le saltò addosso, infrangendo un frettoloso incantesimo.

Portò indietro il muso ed aprì le fauci alle stelle, sfidandole beffardo.

Le forti zanne pronte a colpire, tuffò il muso nel corpo sotto di sé.

 

- STUPEFICIUM! -

 

Cadde a terra senza un lamento, sprofondando in un gelido abbraccio. 

 

***

 

Luna dovette ringraziare il suo sesto senso e le poche nozioni da Auror che Ron le aveva insegnato, sicuro com’era che non fosse in grado di difendersi.

Quando il licantropo le si avvinghiò al corpo, atterrandola senza mezze misure con la sua struttura massiccia, la giovane fece velocemente passare la bacchetta sotto il corpo della belva, poi, mentre il lupo snudava i denti affilati come rasoi, colpì.

 

La giovane pozionista si congratulò con se stessa per il suo sangue freddo. Si disse che Harry sarebbe stato molto fiero di lei.

- Harry…- ricacciando indietro le lacrime che ancora minacciavano di sopraffarla dopo così tanto tempo alla sua scomparsa, Luna chinò lo sguardo sull’animale.

Aveva una folta pelliccia ambrata, morbida e lunga. Gli artigli color avorio, ancora sfoderati in posizione d’attacco, davano alla creatura un’apparenza fiera e decisa, ma anche crudele e feroce.

-Devo chiamare il 789 ed avvisare della sua esistenza, eppure… - Si sforzò di non completare quel pensiero, che agile le si era infilato nella coscienza, risvegliato da una inclinazione ai guai e alle mostruosità straordinariamente sviluppato.

 

Le tornarono alla mente le tante avventure, le incursioni e le punizioni che aveva passato da quando aveva conosciuto Harry e gli altri, una grigia mattina sull’Espresso, all’inizio del quarto anno suo e di Ginevra.

Una volta che la sua rossa amica aveva abbandonato la timidezza, si erano scatenate.

Rise tristemente al pensiero della fughe da Gazza, delle nottate passate nel Reparto Proibito. Avevano perfino organizzato una party clandestino nella Stamberga Strillante il sesto anno.

 

Tornando verso il lupo, per la prima volta si rese conto che sotto l’animale, i nascondeva un essere umano.

-Strano- pensò turbata – è dalla seconda guerra che i licantropi non sono più considerati controllabili, nemmeno io li considero più tali, eppure lui…è diverso-

Quando aveva sedici anni, circa a metà della guerra, i lupi mannari avevano deciso di allearsi con l’Oscuro Signore, che, come ai Dissennatori, gli aveva promesso rispetto e prede appetitose. Se poi qualche animale, una volta tornato uomo, avesse riconosciuto la realtà per quella che era… beh, peggio per lui. Così era stato per Remus Lupin e per alcuni altri.

Da allora ogni licantropo era costantemente sorvegliato e tollerato finché uomo.

In fin dei conti non avevano commesso alcun crimine, ma al plenilunio i cacciatori entravano in azione, ed ogni mago che per caso avesse intravisto o perfino abbattuto un licantropo era obbligato ad informarne le autorità competenti.

 

-Ma- rifletté Luna ironicamente – quando mai Lunatica Lovegood ha fatto qualcosa di sensato?-

Infischiandosene del pericolo e della legge, si trascinò l’uomo-lupo fino a casa.

 

***

 

Ginevra Weasley era preoccupata. Mai una volta Luna l’aveva congedata così bruscamente. Solitamente era lei che doveva convincerla a posare la cornetta o a togliere la testa color limone dal camino.

E poi il suo sesto senso le diceva che c’era qualcosa che non andava.

-Ora basta!- s’impose Ginny - la devo smettere di agitarmi per ogni sua minima stranezza. Era semplicemente stanca. Probabilmente a quest’ora starà già dormendo.

 

Afferrò lo “Spegnino”,  spense le luci e se ne andò a letto. Avrebbe visto Luna la sera successiva, non c’era nulla di cui preoccuparsi.

 

 

 

+++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++

 

Nuovo esperimento letterario.

Fa schifo?

 

Sybelle.

 

  
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