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Autore: giallo1412    14/05/2014    1 recensioni
Il giovane Davide frequenta il quinto anno del liceo scientifico Einstein. la sua vita è sempre stata monotona, ma ben presto questa monotonia verrà interrotta da un fatto agghiacciante.
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La caccia inizia
 
Il giorno seguente alla disgrazia Davide non andò a scuola; non aveva dormito un solo secondo per tutta la notte e non aveva alcuna intenzione di andare a seguire delle noiosissime lezioni. Si era fissato, doveva risolvere il caso, era come se avesse fatto una promessa a Mario e che non la volesse infrangere per nessuna ragione al mondo.
Restò ore e ore a pensare a come avrebbe dovuto procedere, dopotutto non conosceva nessuno dei sospettati, a parte Maria e la madre.
 
Verso le quattro e mezza del pomeriggio il campanello di casa iniziò a suonare come se fosse impazzito, il giovane cercò di non farci caso, ma a un certo punto sentì sbraitare da fuori: - Ehi Davide, sono Lorenzo! Lo so che sei in casa… su aprimi questa porta!
Davide fece un lungo e seccato sospiro, poi si diresse verso la porta d’ingresso. Lorenzo si precipitò all’interno appena la porta fu aperta, si sfregò le mani sulle braccia e esclamò: Oh, finalmente. Credevo di diventare un ghiacciolo nell’attesa!
- Che cosa ci fai qui? – Chiese sedendosi sulla comoda poltrona in pelle nel salotto.
- Ma come? Un amico viene a trovarti perché preoccupato e tu lo accogli così? Offrimi una cioccolata calda piuttosto! – Sorrise lui.
- Ti prego non ho voglia di mettermi a scherzare.
- E va bene. Ho saputo di quello che hai passato ieri, ti senti bene? – Borbottò Lorenzo sdraiandosi sul divano di fronte a Davide.
- Sono ancora un po’ scioccato. Non mi sarei certo immaginato di trovarmi Mario a penzoloni dal soffitto.
– Eh ti capisco. – Allungò la mano verso i cioccolatini sul tavolino e li azzannò uno dopo l’altro. – Allora, cosa hai intenzione di fare signor Detective? Hai già qualche idea su chi possa essere il colpevole?
- Nemmeno una. – Sospirò Davide. – È da questa mattina che penso a cosa dovrei fare, ma arrivo a un certo punto e mi blocco!
- Bèh, prima di tutto bisogna andare a interrogare i sospettati, Hercule Poirot farebbe così, no?
Davide si alzò di scatto in piedi e portò via il vassoio coi cioccolatini prima che l’amico gli finisse tutti: - Sì, ma Poirot era un detective, io invece un liceale. Se mi presentassi a casa di queste persone dicendo “Salve sono qui per indagare sull’omicidio di Mario” mi riderebbero in faccia.
Lorenzo, disperato per i cioccolatini, si sedette a gambe incrociate e esclamò: - Io farei un tentativo. Se va bene ti aiutano, se invece va male nel minore dei casi di pigliano per il culo a vita, no? – Fece l’occhiolino sorridendo.
- Non sei molto rassicurante sai? – Poi stette fermo immobile per qualche secondo. – Però forse hai ragione, devo superare questo blocco.
Il ragazzo si alzò, si mise il cappotto e spalancò la porta: - Bene, allora andiamo! Ci aspetta una dura indagine per svelare quel maledetto assassino che ha fatto fuori il nostro amico! – Questa volta il suo volta era serie e severo.
Davide all’inizio era un po’ titubante, ma poi si fece trascinare dalla spavalderia dell’amico e decise di iniziare questa sua prima vera indagine.
Dopo qualche passo Lorenzo inchiodò di colpo, si girò verso l’amico e con sorriso ebete chiese: - Emm… da dove incominciamo?
- Io direi di fare visita a sua madre, anche perché così ci potrà dire gli indirizzi delle altre persone, dato che noi non li conosciamo.
- Hai perfettamente ragione… allora marsch
 
I due ragazzi andarono a casa di Mario, per Davide era strano tornare in quel luogo dopo quello che era successo ieri, ma il fatto di essere con l’amico lo rassicurò e lo fece diventare più determinato nel voler risolvere il caso.
- Cosa volete dare una mano nelle indagini? – Esclamò meravigliata la signora Carla.
- Sì, vede vorremmo dare il nostro contributo nello scoprire l’assassino. Dopotutto Mario era un nostro compagno di classe.
- Oh siete davvero fantastici, ma io non penso che mio figlio sia stato ucciso. È già abbastanza terribile pensare che si sia suicidato a causa della scomparsa di suo padre, se invece fosse stato ucciso sarebbe ancora più orribile per me dato che vorrebbe dire che esiste una persona in grado di provare così tanto rancore nei confronti di mio figlio.
- Comprendiamo perfettamente, però deve ammettere anche lei che ci sono alcune cose che non quadrano, come ad esempio la porta di casa aperta e poi lei stessa aveva detto che Mario si stava riprendendo dalla depressione in cui era caduto.
- Sì, su questo avete ragione. – La donna si sedette su una sedia. – Allora, come posso esservi d’aiuto giovani detective?
- Vorrei sapere se in questi giorni ha notato qualche persona sospetta girarsi nei dintorni della casa.
- Come ad esempio uomini tutti bardati di nero e cose simili. – Si intromise Lorenzo, che della stoffa del detective non ne aveva la ben che minima traccia.
- Ora che mi ci fai pensare sì, anzi, ho notato ben due figure sospette. – Lorenzo e Davide aguzzarono le orecchie. – Una era un persona con cappotto lungo, cappello con visiera abbassato, occhiali da sole e una sciarpa che gli copriva il volto fina al naso.
- Il classico profilo del serial killer. – Borbottò Lorenzo.
- L’ho notato spesso aggirarsi nei dintorni verso le sette di sera, quando torno dal negozio. – La signora notò lo sguardo incuriosito di Davide e proseguì: - Ma non saprei dirvi nemmeno se fosse un uomo o una donna, figuriamoci darvi un nome. Mentre l’altra è l’ex fidanzata di mio figlio… come si chiamava?... ah sì, Maria se non sbaglio.
Sul volto dei due giovani si dipinse uno sguardo più che sorpreso, sconvolto: - Ne è proprio sicura? – Chiese timoroso Davide.
- Sì, ne sono certa. Mio figlio mi aveva detto che ultimamente lo perseguitava. Non riusciva più a distaccarsene e che una volta è riuscita a fare una scenata in pubblico supplicandolo di tornare insieme a lei.
- Wow! – Lorenzo fu capace di esprimersi solo in questo modo, mentre Davide fece un ragionamento leggermente più complesso: - Quindi non aveva accettato la separazione. Potrebbe essere un valido motivo per uccidere una persona, sarebbe un delitto passionale. – Rimase qualche secondo fermo immobile a massaggiarsi il mento, poi proseguì: - Oltre a queste utilissime informazioni sarebbe in grado di dirmi se negli ultimi giorni Mario si era lamentato di qualcuno e aveva litigato con una persona in particolare?
La donna rifletté scrupolosamente: - No mi dispiace, l’unica cosa che mi viene in mente è quella storia di Maria. È l’unica volta che si è lamentato, ma forse gli era successo qualche cosa in questi ultimi giorni, vedete io lavorando al negozio, ora che mio marito non c’è più, mi alzo presto la mattina e torno tardi la sera, quindi le mie conversazioni con mio figlio si erano ridotte praticamente a zero. – Una lacrima gli scese in volto.
- Molte grazie signora, ci è stata di grande aiuto. – Si alzò. – Ah un ultima cosa, ci potrebbe scrivere su un foglietto gli indirizzi di tutti gli altri sospettati nominati dall’ispettore ieri? Vorremmo fare delle domande anche a loro.
La donna  annuì, prese un pezzo di carta e scrisse velocemente quello che gli chiesero i due ragazzi. Dopo di che gli accompagnò alla porta e disse: - Se esiste un assassino vorrei che foste voi a trovarlo. Scommetto che Mario sarebbe contento se fossero i suoi amici a fare luce su quanto successo. – Poi richiuse velocemente la porta e mentre Lorenzo e Davide si allontanarono riuscirono a sentire il pianto straziante della donna.
 
Una volta in strada Lorenzo si parò davanti all’amico: - Allora chi è stato? Il misterioso uomo in nero, oppure la nostra compagna Maria, che in un attacco di follia lo ha strangolato e ha fatto in modo che sembrasse un suicidio?
- Non lo so, Lorenzo. – Lo scansò e procedette verso la fermata dell’autobus. – Questa indagine è ancora lunga e noi siamo solo all’inizio!
  
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