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Autore: Fifth P The Catcher    14/05/2014    1 recensioni
Stargate SG1, 10a stagione, 12° episodio. Line in the Sand. Sam viene ferita gravemente da un soldato Ori. Sappiamo tutti come è andata a finire. Io vi mostro come sarebbe potuta andare diversamente, con tutte le conseguenze del caso. Preparate i fazzoletti & I hope you'll enjoy the story! :)
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Samantha 'Sam' Carter
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Jack tornò a casa, nel suo appartamento a Washington, e, per la prima volta dopo giorni, non provò l’impulso di attaccarsi a qualsiasi bottiglia di vetro che contenesse alcool. Si gettò sul letto, stremato dalla quasi completa assenza di sonno di quei giorni. Si addormentò subito, ma i suoi sogni si trasformarono presto in incubi confusi, fatti solo di paura, buio e grida. Poi, in mezzo al buio, una figura, più luminosa di tutti i fantasmi che le stavano attorno.
- Sam..sei tu? -chiese, con un filo di speranza
- Certo Jack.
- Sei..sei ascesa? - sapeva la risposta.
- No.
- Però te lo meriteresti. - provò lui.
- Lo sai che non lo farei.
Annuì. Non si trattava del rigoroso pragmatismo degli scienziati, del loro credo basato sul “se non vedo e tocco (e non capisco le leggi fisiche dietro di esso) non ci credo”, si trattava che Sam non sarebbe riuscita a vivere relegata in un angolo di cielo, potendo vedere la sofferenza ed il dolore ma non potendo intervenire. Sam non voleva. Forse proprio per il suo essere scienziata, teneva bene a mente che la nostra vita è una, che è destinata a finire, senza seconde chances. Lei voleva giocare il gioco secondo le regole umane; immersa tutti i giorni in tecnologie futuristiche, era quella che comprendeva meglio i limiti che la natura ha imposto a noi uomini. Non aveva paura della morte, perché la sapeva implicita nella vita.
- Quindi? - chiese lui, spaventato del seguito. L’aveva davanti a sé, non poteva perderla di nuovo.
- Quindi questo è un addio, le nostre strade si dividono. Ma, non importa quanto lontani, saremo sempre vicini. Io ci sarò sempre per te, come tu ci sei stato per me fino ad ora.
- No..
La stava perdendo. Di nuovo e per sempre.
Lei lo prese tra le braccia, lui si lasciò trasportare. Sembrava tutto così caldo, così reale. Loro due, insieme, re e regina dello spazio e del tempo infiniti. Quel momento, una parentesi di illimitata disponibilità. In quel momento capiva cosa lei gli voleva dire: la sentiva così vicina, veramente non importava quanto fosse lontana.
Ma la sua figura svanì lentamente, come vento gli scivolò fuori dalle braccia. E tutto era finito. Rimase solo, per sempre.
Jack si svegliò. L’orologio sul comodino gli diceva che erano le sei di mattina. I nuvoloni scuri fuori dalla finestra che a breve sarebbe piovuto.

- - - -

Ieri, Sam, era una giornata splendida, il sole brillava ed illuminava tutta la Terra; ma io ero triste, perché tu te ne eri andata. Oggi il cielo è grigio e si preannuncia un temporale. Ma io non piango più, perché ho dentro di me quello che mi hai donato con il tuo amore: la vita. Presto ci rivedremo, ed allora, finalmente, potremmo essere liberi.
Addio, Sam.

Goodbye, blue eyes.
Farewell, sweet skies.















Angolo dell'autrice: Ok, è finita. Rileggendo questo capitolo ora, dopo quello che è successo in questi mesi, mi accorgo di quanto io sia cambiata dall'estate scorsa, ma anche di quanto stargate possa essere una delle poche cose belle che mi sono rimaste. Ma non è questo il momento di parlarne.
Questo era il "famoso" capitolo pieno di citazioni, di altre ff o di libri, e forse poteva esser fatto meglio, ma è quello nel quale volevo mettere di più, e, ovviamente (><), quello del quale poi rimango più delusa.
Nuntio vobis gaudium magnum: ho già tante altre storie scritte a metà, che spero di pubblicare quest'estate :3 (e voi: naaa, non la sopportavamo più questa qui! ><)
Last but not least, ringrazio, anzi, ringrazio infinitamente, le mie due lettrici, Vic Moretti e Creusa Jones.
  
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