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Autore: telesette    15/05/2014    0 recensioni
[Piramide di paura]
Quella fu la prima ed unica volta che vidi lacrime sul volto del mio compagno.
A volte, mi viene da pensare che abbia pianto la morte di Elizabeth, versando su di lei tutte quelle che aveva in corpo.
Ogni singola goccia trasparente, simbolo del suo dolore e della sua umanità, era testimone davanti a lei e a Dio.
La sofferenza di Holmes era pari a quella di qualsiasi altro uomo, forse addirittura più grande perché unica, una sofferenza che si sarebbe portato dentro per sempre...
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'In memoria di un'amica'
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In memoria di un'amica:

Nata a Chieti, il 4 marzo del 1977, Gina Ciriegi era una persona di animo semplice e molto creativa.  
Oltre a scrivere, sapeva creare delle bellissime riproduzioni e decorazioni angeliche. Molto brava anche col photoshop, con il quale sapeva creare delle immagini molto tenere coi personaggi di varie serie animate. Inguaribile e dolcissima romanticona, amante delle storie d'amore e dei finali lieti. Fedelissima conoscitrice dei vari capolavori di animazione DISNEY ( "Gli Aristogatti", "La Carica dei 101", "La Sirenetta", "Il Re Leone", e molti altri ancora ). Sognatrice e sensibile, nonostante le tante difficoltà della vita, sempre volta a rincorrere le tante piccole gioie che ogni persona desidera per sé: la serenità, la pace, gli affetti, l'amore...  
Gina si spegne il 7 marzo 2013 all'età di 36 anni, lasciando un grande vuoto nei cuori di molte persone ( me compreso ), e un dolore immenso in tutti coloro che la conoscevano per la persona meravigliosa che era.  
Di tutte le cose che ho ancora di lei, e della nostra bellissima amicizia nata su Facebook, senza dubbio rimane il ricordo delle nostre interminabili chiacchierate. C'erano così tante idee in lei, così tante storie da creare, perciò vorrei tentare di riportarle su queste pagine a nome suo. Nelle mani uno strumento, nella mente un pensiero, ma il cuore è quello che lega entrambi alla fantasia che abbiamo condiviso assieme.  
Ciao Gina!

 


***

Piramide di paura ( "Young Sherlock Holmes" ), film a metà tra il giallo e l'avventura del 1985, porta il marchio inconfondibile di Chris Columbus ( primo e secondo film di Harry Potter ) e Steven Spielberg.
Partendo dall'ipotetica infanzia di un giovanissimo John Watson, come al solito narratore e protagonista, a fianco dell'amico e compagno Sherlock Holmes qui poco più che adolescente, la storia comincia nella Londra vittoriana del 1870. Una spietata setta di assassini egiziani, conosciuta col nome di "Rame Tep", utilizza dei dardi che inducono visioni allucinative per spingere le loro vittime al suicidio. Indagando sulle morti apparentemente inspiegabili, i due ragazzi scoprono che all'origine di tutto vi è una sorta di vendetta: il capo della setta, furioso per la profanazione della tomba di cinque principesse egizie avvenuta anni addietro, ha infatti ricostruito un'intera piramide nei sotterranei di Londra. Oltre ad uccidere i quattro profanatori, costui intende anche ricreare le salme delle principesse defunte, offrendo in sacrificio altrettante fanciulle inglesi. L'ultima di queste, Elizabeth Hardy, è anche l'amatissima fidanzata del giovane Holmes. Dopo aver scoperto l'identità del misterioso capo della setta, dietro le mentite spoglie del professorRathe, Holmes affronta il suo nemico in un emozionante duello e lo osserva sparire sott'acqua senza possibilità di riemergere.
Sfortunatamente Elizabeth, per fermare una pallottola destinata a Holmes, muore tra le braccia di quest'ultimo. L'epilogo vede Holmes e Watson che si separano, forse già immaginando ciò che li attenderà in futuro; oltretutto scopriamo che il diabolico Rathe, miracolosamente sopravvissuto, ha assunto l'identità del professor Moriarty... ossìa colui che diventerà la nèmesi di Holmes negli anni a venire.
Ricalcando le orme del celebre "Indiana Jones e il tempio maledetto", senza ovviamente trascurare gli aspetti fondamentali che rendono questo film assai gradevole da seguire, Spielberg ha qui voluto unire il fascino della trama alla spettacolarità degli effetti speciali e al brivido dell'azione. Forse un tantino deludente, per gli appassionati del filone narrativo descritto nei romanzi di Conan Doyle, ma non per questo meritevole di finire nel dimenticatoio.

clicca qui per ascoltare la theme originale del film:
https://www.youtube.com/watch?v=f-n0KAytdDw

 

Le uniche vere lacrime di Holmes
( immagini tratte da internet )

 

Non posso fare a meno di pensarci...
Anche se sono passati anni da allora, e anche se la "logica" ( come direbbe Holmes! ) stabilisce che ho torto, non posso fare a meno di sentirmi in parte responsabile di ciò che allora avvenne.
Non occorreva certo la laurea, per capire che tipo di sentimento c'era tra Holmes e lei...

Elizabeth glielo aveva fatto capire in tutti i modi possibili, a volte persino banali, eppure lui non riusciva a risolvere quel mistero così complicato.
Il più grande segreto della vita.
Il rompicapo per eccellenza.
Di tutti gli enigmi e gli indovinelli, dalla storia del mondo in poi, le donne erano un indovinello senza soluzione.
Per Holmes, Elizabeth rappresentava un quesito continuo.
Lo amava, sì, ma perché?
"Perché?", si domandava sempre.
Qual'era il motivo, la causa principale, la spiegazione di questo sentimento?
Ripensandoci adesso, non posso fare a meno di provare una grandissima pena, per il mio povero amico.
Holmes è talmente abituato a cercare la risposta giusta per tutto, togliendosi il sonno se necessario, da non capire che al mondo esistono anche delle domande che semplicemente non possono trovare alcuna risposta.
Forse perché non esiste nemmeno.
L'amore, l'odio, la rabbia, il dolore, la felicità, la tristezza, il rancore, la pietà, il rimorso, la passione e la dannazione...
Chi può dire dove tutte queste cose hanno una sola comune origine, in confronto al modo tutto personale in cui vengono vissute?
E di conseguenza, dove hanno termine, se un sentimento nuovo giunge sempre a seguire quello precedente?
Sorrido.
Se anche provassi ad affrontare questo discorso con Holmes, sarebbe inutile.

Elementare, Watson, elementare - come al solito, mi metterebbe a tacere così, e saremmo punto daccapo.

Holmes non può vivere, senza una qualche dannata logica a sostegno di un altrettanto dannato ragionamento.
E' più forte di lui.
Quale che sia l'argomento, sia che si tratti di un'indagine complessa o più semplicemente di un caso di coscienza, deve sempre trovare la risposta della mente piuttosto che accettare quella del cuore.
Forse per questo non era mai riuscito a comprendere la dolce Elizabeth fino in fondo.
I suoi sorrisi.
I suoi silenzi.
I suoi momenti di gioia, quando l'amore le illuminava gli occhi... e i suoi momenti di rabbia, quando le fiamme ballavano nel fondo delle sue pupille.
Elizabeth non sopportava di venire "dopo", dopo le indagini o dopo qualsiasi altra cosa, così come non sopportava che Holmes giungesse sempre troppo tardi laddòve neppure il suo fine intuito pareva riuscire a condurlo.
Tra loro, era sempre stato così: innamorati, consapevoli, ma costantemente separati da un abisso.
Elizabeth non poteva pretendere di superare la sottile striscia di logica, ossìa ciò che condizionava l'intera esistenza di Holmes, così come lui non riusciva a scendere a patti con la sacrosanta striscia di emotività dell'altra.
Ciò che non richiedeva alcuna spiegazione, per Elizabeth, per Holmes doveva avere comunque un significato ben preciso.
Se Holmes non riusciva a spiegarsi qualcosa, per lui, quello era l'inizio della paura.
Puro terrore!
La paura di non capire, di essere inadeguato, e alla fine perdere qualcosa di troppo importante...
Purtroppo fu proprio quello che accadde.

Elizabeth - mormorò allora.

Quello fu un momento terribile per tutti.
La pallottola di Rathe l'aveva colpita all'addome, una ferita assai profonda, con conseguente emorragìa attraverso le duse intestinali.
Se solo fossi stato più esperto.
Se avessi avuto le conoscenze necessarie, gli strumenti per medicarla, forse avrei potuto salvarle la vita.
Holmes avrebbe rinunciato volentieri alla propria, strappandosela via con le proprie mani, pur di non lasciare morire Elizabeth.
Era troppo ingiusto.
Elizabeth non aveva alcuna colpa, era una vittima innocente, eppure stava morendo così dinanzi ai suoi occhi.
Perché?
Perché si era messa tra lui e la pistola di Rathe?
Perché il suo corpo aveva fermato una pallottola a lui destinata?
Holmes non capiva.
Non voleva capire, come se rifiutarsi di capire o di accettarlo potesse in qualche modo cambiare la realtà.
La realtà che Elizabeth aveva scelto di morire per lui.

Ti aspetterò, Holmes - esalò lei, con l'ultimo fiato che ancora le restava.

Anche se non potevo vederlo, potevo ugualmente sentire il cuore di Holmes come se fosse il mio.
In quel momento, stavo soffrendo quasi assieme a lui, perché sapevo cosa rappresentava la fanciulla morente al suo fianco.
Sapevo quanto dolore lui stesse provando, e tanto ne avrebbe provato ancora dopo, e perciò maledissi la mia impotenza.
Che "grande dottore" sarei diventato, lasciando morire la ragazza del mio migliore amico.
Mi sentivo così inutile.
Piccolo e inutile com'ero, pieno di rimorso e di disperazione, ma non potevo fare assolutamente nulla per lei.
Potevo solo osservarla assieme a Holmes, in quell'ultima dolce carezza, mentre la vita la abbandonava assieme al sangue che sgorgava copioso lungo la candida veste che ancora indossava.
E tutto si consumò allora, nello spazio di pochissimi istanti.
Holmes era smarrito.
Non sembrava neanche più lui: aveva gli occhi di un bambino, grandi e lucidi, sconvolto dalla passione dei sensi cui si era sempre detto di imporsi con la calma e la razionalità.
Ma come poteva rimanere calmo e razionale, dinanzi a questo?
Il gesto di Elizabeth era stato un atto d'amore istintivo, qualcosa che lei non si era neppure resa conto di avere fatto, e per questo Holmes non riusciva ad accettare che proprio quell'impulso istintivo dovesse costare la vita della sua amata.

Ma non fare tardi... come al solito!

Quella fu l'ultima cosa che uscì dalle sue labbra.
Nell'attimo in cui Elizabeth si spense, qualcosa dentro Holmes si spezzò assieme a lei.
Quella parte di Holmes che non conoscevo, e che pure non avrei mai conosciuto, era appena scomparsa assieme alla vita della fanciulla da lui amata.
I sogni.
Le speranze.
Il desiderio di vivere, con lei e per lei.
Il sogno si era trasformato in un incubo, solo che era reale, ed Elizabeth non si sarebbe mai più svegliata.
Non vi era amore in grado di riportarla in vita, né supplica o preghiera, solo il bianco pallore della morte sul suo volto e le morbide labbra immobili.

- Elizabeth - sussurrò Holmes.

Per quanto potesse chiamarla.
Per quanto si fosse ostinato a ripetere il suo nome, di là fino al Giorno del Giudizio, niente avrebbe mutato quella realtà tanto difficile da accettare.
Per la prima ed unica volta nella sua vita, abituato com'era ad esaltarla sopra ogni cosa, Sherlock Holmes rifiutava ora ostinatamente l'infallibilità scientifica della logica.
Quella fredda logica, vuota e spietata, che non vedeva altro che la morte di un essere umano tra milioni di miliardi di esseri umani.
Perché lei era Elizabeth.

- Ti prego, no - gemette Holmes, abbandonandosi completamente alla disperazione.

Quella fu la prima ed unica volta che vidi lacrime sul volto del mio compagno.
A volte, mi viene da pensare che, piangendo la morte di Elizabeth, abbia versato su di lei tutte quelle che aveva in corpo.
Ogni singola goccia trasparente, simbolo del suo dolore e della sua umanità, era testimone davanti a lei e a Dio.
La sofferenza di Holmes in quel momento era pari a quella di qualsiasi altro uomo, forse addirittura più grande perché unica, una sofferenza che si sarebbe portato dentro per sempre.
Io non sono nella testa di Holmes, non posso certo pretendere di comprendere sino in fondo quello che prova, ma so per certo quello che ho visto con i miei occhi.
E' vero, sono passati molti anni da allora.
Il lavoro, le indagini, e i molti successi delle nostre avventure insieme hanno riempito completamente la nostra vita.
Holmes non parla mai di lei, e ovviamente io evito di rammentargliela, ma è impossibile che l'abbia dimenticata. In fin dei conti, credo sia anche per questo che non posso fare a meno di rimanere al suo fianco. Per quanto insopportabile, dietro quella sua calma e risolutezza il più delle volte irritante, io stesso ho avuto la prova tangibile del suo lato "umano"...
Le sue lacrime!
Ho visto le uniche lacrime di Holmes, laddòve nessuno direbbe che lui possa versarne o ne abbia mai versate, e ognuna di quelle lacrime porta lo stesso nome.

FINE

   
 
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