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Autore: Flam92    15/05/2014    2 recensioni
Stava accogliendo le anime nel Regno di Hel come ogni giorno da che ne aveva memoria. Non c'era troppo da spassarsela in quel luogo, ma era grata ad Odino per averla relegata in quella landa desolata, lontana da tutto e da tutti. Questo, però, implicava che stesse lontana anche da suo padre, che tanto amava. In un attimo di tregua lo localizzò, era ad Asgard. Si concentrò un attimo, e subito gli apparve accanto.
"Padre!" esclamò. "Ho voglia di andarmene per un po' su Midgard, creare scompiglio qua e là..ma purtroppo non posso."
Loki sorrise. "Và su Midgard, alle anime dei morti ci penserò io."
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Hela si ergeva ora trionfante di fronte a Jane, pregustandone la morte. La sollevò, quasi con delicatezza, in modo che Thor potesse assistere impotente mentre poneva fine alla vita della donna che amava.
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Resterà impunito il gesto della Dea degli Inferi?
***Lavare i piatti fa molto male! E la mia mente malata partorisce questo genere di cose XD Spero lo troviate interessante e magari un po' diverso dal solito.***
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jane Foster, Loki, Nuovo personaggio, Thor
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5 – Primo incontro.
 
“Ti sei fatto fregare come uno sciocco! Eri talmente accecato dall’ira che non ti sei accorto che ti sfilava le chiavi da sotto il naso. È questo il Thor degno di prendere il mio posto sul trono?” inveì Odino.
Il Dio del Tuono rimase in silenzio a sorbire la predica paterna. Sapeva di aver agito d’impulso, in un momento in cui contava solo il suo bisogno di sfogarsi, ma quel giorno aveva perso Jane una seconda volta, e il dolore era stato insopportabile.
“Dì qualcosa!” urlò Odino.
“Mi dispiace, Padre.” Fu tutto quello che riuscì a rispondere.
Il Padre degli Dei sospirò e si passò una mano sugli occhi. Poi, con un tono più dolce, aggiunse: “Torna in te figliolo. Non sei l’unico a soffrire per una perdita.” Gli strinse la spalla in un gesto di conforto e lo lasciò solo.
Thor decise di rinchiudersi nelle sue stanze, aveva bisogno di solitudine per scendere a patti con gli ultimi eventi e mettere a posto i propri pensieri. Si concesse un bagno caldo e andò a dormire presto.
Il mattino dopo si svegliò ricordandosi di una cosa che gli aveva detto Hela. La Dea degli Inferi era a conoscenza dell’identità del padre.
Ella stessa ha affermato che è stata Jane a rivelarle il suo nome, ma per quale motivo? Forse perché non poteva sapere della punizione che Padre le ha impartito.
Scese di corsa le scale e si precipitò nella sala del trono, dove sperava di trovare Odino.
“Padre, mi è tornato alla mente un dettaglio della conversazione avuta con Hela.” Esordì.
“Allora parla, Thor, dev’essere importante se nemmeno ti sei premurato di renderti presentabile.”
Il Dio del Tuono si prese un attimo per osservare il proprio abbigliamento. A petto nudo e senza nulla ai piedi, indossava giusto un paio di vecchi e sgualciti pantaloni. “Perdonami, ma si tratta di una questione della massima importanza. Jane, nell’aldilà, ha rivelato ad Hela il nome di suo padre.”
Odino sgranò l’occhio, ma si trattò di un istante appena. Riprese subito il suo consueto contegno e poco dopo si pronunciò in merito: “Non importa se sa che si chiama Loki. Non costituisce un problema rilevante, soprattutto dopo che lui si è presentato sotto falso nome e sembianze.”
“Ma si è posta delle domande sul motivo del suo abbandono, sul perché non lo abbia mai conosciuto né visto. Potrebbe volerlo incontrare ora che sa chi è.” Insistette Thor.
“Allora faremo in modo che non si incontrino, così si rassegnerà ad avere un bastardo come padre.”
“E cosa intenderesti fare?” chiese Thor.
“Mi farò venire in mente qualcosa.”
 
Loki si svegliò, ritrovandosi la pelle azzurra e capendo di aver assunto il suo vero aspetto.
Spero abbia funzionato. Non poteva avere la certezza che le visioni mandate ad Hela le rimanessero impresse nella mente fino al suo risveglio, se si sarebbe ricordata quelle immagini. Avrebbe dovuto portare pazienza ed aspettare.
Non serve a nulla che io mi presenti nuovamente su Hel se non saprà il motivo della mia visita; insisterò ancora un paio di giorni, mandandole messaggi sempre più espliciti.
Tornò a chiudere gli occhi. Da quando era tornato su Jotunheim si era concentrato solo su quel compito. Mangiava quando i Giganti di Ghiaccio passavano coi pasti e riprendeva a riposare, cercando di mettersi in contatto con la coscienza di Hela. Sua figlia dormiva a orari strani per Loki.
La gente muore a qualsiasi ora. È già tanto che riesca a riposare.
Il Dio dell’Inganno si era sempre chiesto come facesse lei a sopportare una vita del genere, senza però mai esporle il dubbio.
Ci volle del tempo prima che Hela tornasse a dormire. Quando Loki fu pronto, inviò un’ennesima visione alla figlia. A volte il subconscio di lei opponeva resistenza, ma lui sapeva come farsi strada attraverso le difese erette dalle mente. Sperando di non toglierle ulteriori ore di sonno, si abbandonò a sé stesso.
 
Di nuovo lo sconosciuto, di spalle. Nel sogno, aveva quasi una forma ben definita. Finalmente si vedevano alcuni dettagli delle sue vesti nere e verdi. Lentamente, l’uomo si voltò ed Hela potè scorgerne il profilo dai tratti ben definiti, il naso dritto e la bocca sottile, gli occhi chiusi dotati di lunghe ciglia. Non ricordava di aver mai visto una persona con quell’aspetto, ma la sua immagine le causò strane emozioni.
L’uomo, che con sempre maggior convinzione credeva fosse suo padre, aprì gli occhi, di un verde magnetico, e le sorrise calorosamente.
“Hela..piccola mia..” la voce quasi gli si spezzò in gola.
Lei non seppe cosa rispondere. Era solo un sogno, giusto? Il frutto della sua immaginazione. E allora perché le sembrava così realistico?
L’uomo assunse un’espressione seria ma non dura, e iniziò a parlare: “Hela, il mio nome è Loki, e ci siamo già incontrati non molto tempo fa. Sono tuo padre, ma questo mi par di avere capito che già lo sapessi.” Gli sfuggì un risolino che Hela non seppe interpretare. “Perdonami, non ridevo certo di te. È una situazione di per sé ironica, capirai più avanti cosa intendo. Purtroppo non so se ricorderai la nostra breve conversazione, ma devo avvisarti della mia imminente visita.”
“Nessuno può entrare nel mio Regno.” Provò lei.
“Lo so bene, tuttavia fra due giorni mi troverai all’esterno dei cancelli di Hel, starà a te decidere.”
“Decidere cosa?”
“Se vorrai credermi o meno. Hela, io non ti ho abbandonata. Sappi solo questo per ora, è la cosa più importante. Ti voglio bene.”
L’uomo, Loki, si voltò e fece per andarsene, ma lei lo bloccò: “Aspetta!”
Lui la ascoltò e si fermò, voltandosi nuovamente nella sua direzione.
“Sei un Asgardiano?”
Hela capì che non si aspettava quella domanda dall’ombra che gli passò sul volto.
“No, ma ti prometto che ti parlerò delle tue origini quando saremo faccia a faccia.”
Infine, la figura ammantata di verde e nero sparì, lasciandola sola coi propri interrogativi.
Hela si svegliò come sempre di soprassalto. Aggrottò la fronte e ripensò a quell’ultimo sogno. Era stato anche più strano dei precedenti. Di nuovo, si chiese come mai le sembrasse così reale, così vero. Non poteva credere che il proprio subconscio avesse ideato un simile scenario, con quelle informazioni date quasi a caso. Ripensò a quegli occhi, verdi come i suoi, quasi con le stesse sfumature.
“Fra due giorni scoprirò se sono diventata pazza a furia di trattare coi morti.” Disse a sé stessa.
 
Erano trascorsi i due giorni, e Loki decise che sarebbe stato più prudente mandare avanti una copia. Attraversò senza esitazioni il passaggio che conduceva al Regno degli Inferi e creò un ologramma.
Il suo doppio si avvicinò ai cancelli ed aspettò. Pochi minuti dopo, ecco Hela con indosso il mantello, la spada che pendeva dal fianco. Le aveva inviato un’ultima visione in cui le comunicava a che ora si sarebbero incontrati. A quanto pare aveva ricevuto il messaggio.
Cara grazia che si è presentata all’orario previsto, ho infuso molto potere in quell’ultima visione.
“Ciao Hela.” Salutò Loki.
“Salve Loki.” Fu la risposta formale della donna.
La Dea degli Inferi trasse un sospiro di sollievo: non era ancora impazzita e il suo presunto padre era davvero lì ad attenderla. Dato che non aveva continuato a parlare, fu il Dio dell’Inganno a condurre la conversazione.
“Può darsi che Odino decida di presentarsi come ospite indesiderato a quella che gradirebbe restare una conversazione privata, anche se temo che Heimdall stia origliando.” Fermò sul nascere la domanda della figlia. “Devi sapere che non nutrono grande stima né fiducia nei miei confronti. E no, non sono un Asgardiano.”
“Allora quel sogno.. era vero!” esclamò interrompendolo.
“Esatto, si trattava di una visione. Te ne ho inviate diverse, sperando di riuscire a mettermi in contatto con te. In realtà non dovrei nemmeno essere qui, ma stavo impazzendo per quanto mi manchi. Hela, siamo sempre stati legati, ti voglio bene come non ne ho mai voluto per nessun altro, nemmeno per me stesso, tant’è che il mio solo essere qui potrebbe avvicinarmi alla morte da un momento all’altro, ma non me ne curo affatto perché so che non finirò nel Valhalla.”
“Non morirai oggi.” Si lasciò sfuggire lei.
“E’ una buona notizia, almeno spero. Ad ogni modo, sappi che c’è una spiegazione al fatto che non ricordi nulla di me. Ma Odino mi ha punito e non riesco a parlartene per quanto mi sforzi, riesco solo a dirti che sono stato esiliato su Jotunheim senza poter più mettere piede su Midgard o Asgard. Devi recuperare la memoria, Hela, solo allora capirai tutto.”
“E’ assurdo.” Eppure ella stessa intuì di non essere stata convincente, il tono della sua voce era titubante.
“Lo so. Posso solo immaginare la confusione che regna nella tua mente, Hela, ma ti sto dicendo la verità. Sono qui perché vorrei disperatamente che ti ricordassi di me. Sei sempre stata l’ancora di salvezza, il pensiero felice nei momenti bui e difficili della mia vita. Ho commesso molti sbagli, sono stato crudele e spietato, ma credo che non tutta la colpa gravi sulle mie spalle. Siamo il frutto delle azioni altrui.” Si concesse una breve pausa, Hela ascoltava ora rapita Loki. Voleva credergli, sentiva trasparire il dolore attraverso le parole pronunciate da quell’uomo. “Mi chiedesti se sono un Asgardiano, e ti dissi no. Immagino ti stia domandando chi io sia. Ebbene, sono Loki, figlio di Laufey, il Dio degli Inganni e delle Malefatte. Sono uno Jotun, un Gigante di Ghiaccio. Sono stato allevato da Odino e Frigga come se fossi stato figlio loro, ma è chiaro che non è così’.” Enfatizzò quella frase cambiando aspetto. Dapprima la sua pelle divenne bluastra, ed Hela rimase pietrificata quando i suoi occhi si tinsero di rosso, fiamme sanguigne puntate su di lei. Portò una mano alla bocca, incapace di distogliere lo sguardo, urlare o andarsene.
“Mi duole turbarti a questo modo, ma era necessario che tu sapessi.” Abbassò gli occhi mentre la pelle riprendeva un colorito roseo. Quando tornò a guardare Hela, lo fece attraverso iridi verdi smeraldo.
“Tua madre è morta.” Proseguì. “Si chiamava Angrboda ed era una gigantessa; hai due fratelli cui è stato riservato un destino anche peggiore del tuo: il lupo Fenrir, incatenato su Asgard con una spada piantata in gola, e il Serpente di Midgard, Jormungand. Capisco quanto suoni strano, ma ho bisogno che tu sappia. Devi ricordare chi sei Hela.”
Lei non fiatò, scossa per tutte quelle rivelazioni. Fino a poco prima non sapeva nulla delle proprie origini, ora Loki le accennava qualcosa, racconti che a stento riusciva a collegare.
“Ci siamo già incontrati da quando siamo stati puniti. Quel giorno mi presentai come Lothr, e non era previsto che giungessi nel tuo Regno.”
“Eri tu quel viandante?”
“Sì, ma non sarei dovuto arrivare su Hel, anzi. Stavo cercando un portale che mi conducesse su Jotunheim. Non mentivo quando dicevo di essermi perso.”
“Ricordo di averlo.. di averti avvisato che la tua anima sarebbe tornata in Hel. Mentre ora la sento distante dalla morte.” Lo guardò con gli occhi ridotte a due fessure. “Mi stai forse mentendo, Loki il Dio degli Inganni?”
Lui tentennò un istante, restando spiazzato da quell’accusa. Mai si sarebbe aspettato che sua figlia si ritorcesse contro.
“L’unico inganno che sto mettendo in atto ora è quello di averti mandato un ologramma.” Si girò a indicare una pietra. “Io sono là dietro.” Poi sparì tremolando.
Mentre il doppio di Loki svaniva, quello vero apparve da dietro il suo nascondiglio.
“Non potevo immaginare come avresti reagito, ed ero stato messo in guardia. Evidentemente la mia anima sarebbe tornata presto su Hel, ma ancora collegata al corpo.” Spiegò mantenendosi comunque a distanza.
Hela  si limitò a squadrarlo, non sapendo come reagire. Loki abbassò lo sguardo, aspettando un segno qualsiasi che gli facesse intuire cosa le passasse per la testa.
Infine, lei sospirò. “Loki, credo davvero che tu sia mio padre. Chi sarebbe così sciocco da creare una messinscena simile?” sorrise, e la sua espressione, finalmente, si addolcì. “Devo comunque riflettere su quanto appreso oggi, e ho molte domande da porti. Non me ne vorrai se ti mando via.”
“Affatto. Anzi, se desideri pormi altre domande, non esitare a recarti su Jotunheim.”
“Lo terrò a mente, ma come farò a trovarti?” chiese. Non aveva mai viaggiato attraverso i Mondi in maniera così specifica.
Loki si avvicinò e le porse un bracciale. “Tieni. Concentrati su di esso quando vorrai incontrarmi. Ti aiuterà a trovarmi.”
“Grazie. Ho solo una richiesta da avanzare.” Concluse tornando seria.
Loki si irrigidì. “Sarebbe?”
“Ti prego, non tormentarmi più con le tue visioni. È all’incirca da quando Jane è arrivata che dormo male per colpa tua.”
“Da quando..? Oh, per gli Asi! Vuoi dire che da allora mi sogni?”
“Sì, perché la cosa ti sorprende?”
“Perché è da un paio di settimane che ti invio immagini e cerco di parlarti.” Spiegò Loki.
“Ma non ha senso.”
Entrambi si misero a rimuginare su quella scoperta. Fu Loki a trovare una possibile soluzione.
“Probabilmente il tuo subconscio ha conservato memoria di me, la tua mente racchiude il segreto che ti porterà a ricordare.” Fece un passo avanti, l’istinto di stringerla era forte. Si impose di bloccarsi, limitandosi a sorriderle speranzoso. “Ti giuro che non tormenterò ulteriormente il tuo sonno,  ma devi promettermi che ti aggrapperai ad ogni più piccolo sogno, ad ogni ricordo che credi ti affiori alla mente.”
“Ci proverò.” Promise.
“Bene! Spero di rivederti presto Hela, piccola mia.”
Fu così che Loki tornò su Jotunheim, alla sua caverna. Vi trovò Heimdall e la sua felicità si spense all’istante.
“Non voglio rogne, Guerriero d’Ebano.”
“Non saresti dovuto tornare su Hel. Odino ha dato il preciso ordine di scortarti su Asgard.”
“So da fonti certe che non sto per morire. Dunque dimmi, Heimdall, che piani ha in serbo Padre Tutto? Non credi che dovrei essere messo a conoscenza del motivo per il quale mi vuoi arrestare?”
“Non ho parlato di arresto Loki. Ho specificato che verrai scortato nella Città d’Oro.” Puntualizzò lui.
La caverna si riempì delle copie di Loki, le quali chiesero all’unisono: “Per quale motivo?”
“Odino non ha voluto rivelarmelo.”
“Ma tu lo sai. Sai tutto. Dimmi cosa mi nascondi!”
 

N.d.A.

Rieccomi dopo un mese e passa. Ormai vi sto tediando col fatto di essere sempre straimpegnata, quindi credo l'abbiate capito ed eviterò di ripetermi xD
Che dire, vi lascerò sulle spine ancora per un po'. Il buon Odino sta tramando qualcosa, ma cosa? Scopriremo tutto nel prossimo capitolo! E dico scopriremo non a caso, perchè ancora mi devo inventare cosa gli frulla in testa XD
Spero recensiate, e come per l'altra storia non continuerò ad aggiornare se non ci sarà qualche recensione. Mi duole ma purtroppo ho anche notato che rispetto al primo capitolo, le visualizzazioni del quarto erano pari ad un quarto circa...finchè non migliorerà un poco la situazione mi prendo un po' di tempo, anche perchè ho altri problemi più importanti. Non voglio dire che abbandonerò la scrittura, perchè mi piace e perchè la utilizzo come valvola di sfogo, ma se non avrò un riscontro positivo nelle mie storie dovrò smettere almeno per un po' di aggiornare. Non vogliatemene, non ce l'ho con nessuno di voi che mi legge.
Concludo ringraziando chi ha inserito la storia nelle preferite/seguite/ricordate e chi ha recensito e spero recensirà.
Al prossimo aggiornamento!
Baci,
Flam.
  
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