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Autore: Annette85    15/05/2014    10 recensioni
Si chiuse la porta alle spalle sospirando e si addentrò nel bagno vuoto, silenzioso e buio. Una lacrima sfuggì al suo controllo e la tolse dalla guancia con forza.
Proprio non riusciva a capire perché Ron si comportasse in quel modo e perché lei non riuscisse a smettere di stare male per lui.
«Quell’idiota», sussurrò. [...]

Questa storia partecipa al contest "L'eternità era sui nostri occhi e sulle nostre labbra" indetto da ColeiCheDanzaConIlFuoco sul forum di EFP
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Nota: Come avrete già letto nell'introduzione, questa storia partecipa al contest L'eternità era sui nostri occhi e sulle nostre labbra indetto da ColeiCheDanzaConIlFuoco sul forum di EFP.
Devo dire che era da tantissimo che non scrivevo una storia che superasse le 1000 parole e che avesse per coppia una delle mie preferite, la Ron/Hermione. Come da indicazioni di pacchetto, ho scritto una "What if?" e ho pensato bene di ambientarla durante il sesto libro; siccome odio Lavanda Brown e il fatto che la Rowling l'abbia fatta finire tra le braccia di Ron, ho pensato cosa sarebbe successo se Ron non fosse Ron e Hermione gli desse una spintarella? E così è uscita questa storia, che spero vivamente vi piaccia.

Buona lettura^^


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[...] «Vacci tu!» esclamò Hermione, ricacciando le lacrime. «Non lo reggo proprio Ron, adesso, non so cos’avrei dovuto fare...»
E anche lei uscì di corsa dallo spogliatoio. [...]
Harry Potter e il Principe Mezzosangue, cap. 14 - Felix Felicis, pg. 276.


Hai baciato Viktor Krum!


Si chiuse la porta alle spalle sospirando e si addentrò nel bagno vuoto, silenzioso e buio. Una lacrima sfuggì al suo controllo e la tolse dalla guancia con forza.

Proprio non riusciva a capire perché Ron si comportasse in quel modo e perché lei non riuscisse a smettere di stare male per lui.

«Quell’idiota», sussurrò.

Quando litigavano c’era costantemente una piccola parte di lei che non avrebbe esitato un secondo a torturarlo con qualche Maledizione Senza Perdono. La parte razionale pensava sempre che, purtroppo, essendo un maschio, non c’era verso che potesse maturare a seguito di un Crucio ben piazzato.

E la tentazione l’aveva avuta anche nello spogliatoio di Grifondoro, quando lui le aveva risposto male per l’ennesima volta.

Il problema era capire cosa gli avesse fatto, perché nonostante le litigate precedenti fossero state tutte brutte e pesanti, si erano sempre detti in faccia le cose peggiori. Quella volta, invece, non c’era stato nulla.

Niente.

Nessun segno rivelatore. Nessuna parola fuori posto.

E allora cosa l’aveva fatto diventare così irascibile?

Harry non le aveva detto qualcosa a riguardo e la cosa la preoccupava non poco.

Si sedette sul bordo della vasca e si guardò intorno. Non aveva voglia di andare in sala comune per festeggiare quella stupidissima vittoria di quell’ancora più stupida partita dello sport più stupido del mondo. Non aveva ancora capito cosa ci trovassero gli altri di così eccitante.

La porta si aprì all’improvviso facendola sussultare, ma si preparò comunque bacchetta alla mano, nel caso in cui avesse dovuto combattere.

«Ah, sei qui», la voce di Ron rimbombò nella stanza e risultò ancora più carica di astio.

«Sì», rispose solo Hermione risoluta. «Che vuoi?»

Ron parve preso alla sprovvista: aprì e richiuse la bocca varie volte prima di trovare una scusa plausibile e rispondere a tono all’amica.

«Stavo...», la sua mente pareva svuotata. Perché Hermione doveva sempre fargli quell’effetto?

«Su, Ron, non è così difficile trovare una scusa plausibile e rispondere a una semplice domanda», ribatté lei con acredine.

Il mago parve riacquistare un po’ dell’atteggiamento indisponente che aveva mantenuto per tutti quei giorni. «Mi stavo chiedendo come mai non fossi in sala comune a festeggiare», rispose finalmente con aria di superiorità.

«Come se ti importasse qualcosa», disse lei, riponendo la bacchetta nella borsa e sedendosi nuovamente sul bordo della vasca, senza degnarlo di uno sguardo.

«Perché devi sempre rendere tutto così dannatamente difficile?» domandò Ron stringendo i pugni per la rabbia.

Hermione lo fissò per un istante: «Per cosa, di grazia, starei rendendo le cose difficili? Non mi parli da giorni e quando lo fai è per trattarmi male. E non so neanche il perché», sbottò.

«Lo sai perché», rispose lui riducendo gli occhi a due fessure.

«Non lo so!», urlò Hermione rialzandosi in piedi per fronteggiarlo.

«Sì!»

«No!»

«Sì!»

«Credi un po’ quel che ti pare! Non ho la più pallida idea del perché e di quando avremmo litigato», sbraitò nuovamente Hermione, stanca per quel battibecco e per la tensione che c’era stata per giorni e giorni. «Ti sei semplicemente svegliato una mattina e hai deciso che fossi arrabbiato con me, ma io non lo so il perché».

«Viktor Krum ti dice nulla?» domandò, o meglio urlò, pronto a non lasciar perdere.

«Cosa dovrebbe dirmi? Che ancora rimugini su cose accadute tanto tempo fa?» domandò confusa, non riuscendo a capire perché Ron si ostinasse a ritornare su argomenti triti e ritriti.

«Lo hai baciato!» disse alla fine, come se fosse la cosa più sgradevole e brutta del mondo.

Hermione restò interdetta un attimo prima di ribattere: «Tu sei matto».

«Allora Ginny ha ragione. È vero. Lo hai baciato», continuò lui, come se il commento dell’amica non l’avesse minimamente toccato.

Hermione iniziò a ridere e Ron la guardò come se la vera matta tra i due fosse lei. Quella situazione era surreale: loro due, nel Bagno dei Prefetti, a litigare perché, secondo Ginny, Hermione aveva osato baciare Krum.

«E anche se fosse?» chiese Hermione con un ghigno, dopo essersi ripresa dalle risate.

«Come... Come fai a essere così... serena? Come reagiresti se ti dicessero che io ho baciato... Pansy Parkinson?» domandò a sua volta Ron.

Hermione si trattenne dallo scoppiare a ridere un’altra volta: «Per prima cosa verrei da te e ti chiederei se la cosa sia vera».

In quel preciso istante Ron si sentì stupido. Più stupido del solito.

Come aveva fatto a non pensare di andare dalla diretta interessata e chiederle conferma, invece di dare retta alle parole di sua sorella, evidentemente volte soltanto a ferirlo?

«E poi mi verrebbe da ridere», continuò Hermione con un sorriso. «Perché non penso che tu vada in giro a baciare la prima che capita». Ron sorrise suo malgrado.

«Perché non ammetti una buona volta di essere geloso?» domandò lei quando capì che il peggio era passato e che lui si era sfogato.

Il mago ci rifletté per qualche istante: «Perché ho paura di quello che potrebbe succedere», rispose soppesando le parole con tono serio.

Hermione lo guardò sorpresa, quella era forse una delle poche volte in cui Ron non girava intorno alle cose e ammetteva, sebbene velatamente, ciò che provava. Che stesse crescendo anche lui?

«Perché non mi hai mai detto di aver baciato Krum?» chiese Ron mentre si avvicinava a Hermione.

«Conosco le tue reazioni e so che avremmo litigato per ore e non ci saremmo più parlati per settimane, mesi e, probabilmente, anni», rispose con calma. «E poi chi ti dice che sia proprio vero che io abbia baciato Viktor?»

Ron annaspò per un istante: «N-non l’hai baciato?» chiese con gli occhi spalancati.

«Oh, Ron, ci sono tante cose che non ti direi», iniziò Hermione con un sorriso. «E questa è forse una di quelle». Le piaceva tenerlo sulle spine e finché aveva un motivo per farlo, lo avrebbe sfruttato a pieno.

«Lo sapevo! Non mi dici mai le cose come stanno e poi ti lamenti se ti tratto male quando gli altri mi dicono le cose. Ma comunque tu né confermi né smentisci, quindi non so che pensare e mi arrabbio», Ron sembrava un fiume in piena.

Hermione, pur di far smettere di parlare l’amico, lo afferrò per la maglia e lo attirò a sé. Ron neanche si accorse di quello che stava accadendo se non quando sentì le labbra di Hermione sulle proprie.

Il contatto durò un istante, ma tanto bastò per far tacere Ron e far arrossire Hermione, sconvolta dal fatto di aver avuto tanto coraggio.

La ragazza si schiarì la voce e cercò di dire qualcosa, ma era troppo imbarazzata per intavolare un discorso razionale in quel frangente. Il pavimento sembrava aver acquistato un fascino particolare, perché non riusciva a togliergli gli occhi di dosso.

Non sapeva esattamente cosa le fosse preso, ma voleva solo che Ron smettesse di parlare e quello le era sembrato il solo modo plausibile per farlo tacere. Però non aveva calcolato fino in fondo i pro e i contro come faceva sempre.

«C-cos’era?» balbettò Ron con un filo di voce.

Hermione alzò la testa, incontrò lo sguardo dell’amico e arrossì ancora di più: «Un bacio, Ronald», sapeva di farlo arrabbiare chiamandolo col nome intero, ma in quel momento non le importava, le bastava rompere il silenzio imbarazzato.

«Oh», disse solo l’altro. «Mi hai baciato. Ma hai baciato anche Viktor Krum», continuò dopo qualche secondo.

Hermione alzò gli occhi al cielo, esasperata. «No».

«No, cosa?» chiese Ron mentre un lampo gli attraversava lo sguardo.

Hermione sbuffò. «Non ho baciato Viktor», bisbigliò alla fine.

«Come?» domandò ancora il mago, non del tutto sicuro di aver capito bene.

«Non. Ho. Baciato. Viktor», scandì meglio Hermione con un po’ più di coraggio.

Ron spalancò la bocca sorpreso: finalmente aveva avuto risposta alla domanda che lo tormentava da giorni, eppure la cosa l’aveva sconvolto.

Hermione si maledì all’istante per avergli rivelato tale segreto.

«Mi hai baciato», ricominciò Ron dopo un po’. «E non hai baciato Krum!»

«No, Ron», disse Hermione scocciata. «Sei contento, adesso?»

«Non immagini quanto», rispose il mago prima di abbassarsi e scoccarle un bacio a fior di labbra.

«C-cos’era?» domandò stupita quando lui si allontanò.

«Un bacio, Hermione», rispose Ron con un’alzata di spalle. «Mi meraviglio che la strega più intelligente del nostro anno non sappia una cosa tanto elementare».

«Oh. E non hai paura di quello che potrebbe succedere?» chiese ancora guardandolo negli occhi.

«No, visto che tu non hai baciato Krum e io non ho baciato nessun’altra se non Hermione Granger», scherzò Ron.

Hermione scosse la testa rassegnata: non era possibile fare un discorso serio con uno come Ron. Litigate serie e non parlarsi per giorni, settimane o mesi erano la norma, ma fare discorsi seri che non contemplavano insulti e lacrime no.

«Siccome non ho baciato Viktor, ma ho baciato Ron Weasley, che ne dici di affinare un po’ la tecnica?» domandò Hermione arrossendo. Ron non se lo fece ripetere due volte: la strinse a sé come se fosse l’ultima cosa che faceva in vita sua e si concentrò sulle labbra della strega.

Baciare Hermione era molto meglio che sentirla urlare e sbraitare, nonché infinitamente più piacevole che ricevere fatture e maledizioni perché lui l’aveva fatta arrabbiare e stare male.

Baciare Ron era la cosa migliore che le fosse capitata e si domandava per quale astrusa ragione lui fosse così... Ron da non chiederle apertamente le cose e non essersi fatto avanti prima di allora. Magari anche in un posto un po’ più romantico del Bagno dei Prefetti.


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