Angolo d'autrice: volevo avvisare che questa è una storiella che ho scritto alle medie e boh mi va di pubblicarla. Un giorno d'agosto i e i miei amici eravamo andati in un bosco per feteggiare il compleanno di mia sorella. Dovevamo arrivare al centro del bosco e fare un picnic sulla distesa di fiori ed erba, la quale era divisa in due parti da un ruscello gorgogliante dall'acqua fresca e limpida. Mentre camminavamo io mi ero fermata un po' a guardare i vari tipi di piante presenti, alcune bizzarre e altre inquietanti, ma quando mi voltai per mostrarle ai miei amici mi accorsi tremante che non c'erano nè loro nè mia sorella ad aspettarmi, ma solo fitta boscaglia che si ergeva cupa davanti a me. Girai su me stesa per vedere dove fossi ma tutto intorno a me era identico. Il mio cuore cominciò a battere più velocemente -su, dai rimani calma, staranno facendo uno dei loro stupidi giochi- pensai; un lampo creò ombre spettrali con gli alberi, poi un forte boato e... cominciò a cadere una fitta pioggia che mi bagnò il viso "Ragazzi dove siete?" Dissi con fil di voce, ma non potevo certo pretendere che qualcuno mi potesse sentire, sapevo di essere ormai sola. I grilli e le cicale ormai avevano smesso di cantare, sentivo solo il mio respiro affannato e lo scrosciare insistente della pioggia "Ragazzi" urlai, ma in risposta sentii solo l'eco della mia voce, mi venne mal di testa, iniziavo a sentirmi male, respirare divenne sempre più difficile. Smise di povere. Mii passai una mano sul volto e lo asciugai. Sentivo un fastidio sulle guance, me le tastai e mi accorsi che erano bagnate., tirai su col naso, aprii la bocca per dire qualcosa, ma la mia voce se n'era andata. Tutto il mio coro s'irrigidì, e dei dolorosi brividi mi percorseto la schiena per via dell'aria gelida, mi lasciai andare sull'erba, ma l'erba era umida ed ancora più fredda dell'aria, sentii il gelo penetrare fin dentro le ossa e soffocai un rantolo di dolore. Ero terrorizzata. Mi bruciavano gli occhi. Non provai nemmeno a cercare di andare via di lì. Le nuvole formose e scure coprovano fittamente il cielo. Tornai a guardarmi intorno. Mi sentivo osservata. Stava scendendo la sera ma dei miei amici e di mia sorella neanhe l'ombra. Iniziai a piangere e singhiozzare, tremavo, sia per il freddo sia per paura. Sentivo lo stomaco come punto da una miriade di spilli: la fame e la sete si stavano facendo sentire. Mi trascinai strisciando fino ad un albero non molto grande e mi appoggiai di schiena all'esile tronco, sentivo le palpebre pesanti così chiusi gli occhi, ma il cuorè cominciò a battere velocissimo così li riaprii con la paura che mi potesse succedere qualcosa. Ormai la notte aveva eliminato ogni spiraglio di luce e le tenebre avevano inghiottito tutto quanto. Si udivano gli ululati e i fruscii di animali, o chissá quali esseri, non molto lontani da me. Non riuscivo più a tenere gli occhi aperti... e poi con quel buio non serviva a nulla tenerli aperti, non riuscivo più a rimanere sveglia. Chiusi gli occhi. Un lampo bianco. Li riaprii terrorizzata e cercai di percepire se vi era qualcosa o qualcuno vicino, ma per (s)fortuna non c'era nessuno, si intravedeva in lontananza solo una sottile striscia di luce fioca. Feci un respiro profondo e cercai di rallentare il mio battito. Mi guardai intorno per l'ultima volta: ora anche quella sottile striscia di luce era stata inghiottita dal buio. "Hei Kery, Kery? Ci sei Kery?" Udii la voce di mia sorella che chiamava il mio nome. Forse avevo solo avuto un incubo. O forse.. avevo appena iniziato a sognare.