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Autore: metaldolphin    15/05/2014    1 recensioni
ATTENZIONE! SPOILER del capitolo finale del manga della serie "Sigma" (e quindi del finale dell'intera storia).
Si conclude la tragicomica vicenda di Sousuke Sagara e Kaname Chidori.
La battaglia è stata dura e tutti ne porteranno per sempre i segni.
Versione adattata alla narrazione, ma fedele allo svolgimento della vicenda.
Sarà precisato quando il racconto, ad un certo punto, diverrà di mia invenzione.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Andrey Kalinin, Kaname Chidori, Sousuke Sagara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NdA: da questo capitolo le vicende narrate sono presenti nella storia, ma il contesto in cui i protagonisti le raccontano è di mia invenzione, non esiste quindi nell’opera originale.
Grazie a quanti hanno seguito e vorranno continuare a farlo.




Più tardi, dopo essere riusciti a staccarsi dagli altri con la promessa di una rimpatriata a breve termine, nella penombra del soggiorno di lei, venne il momento delle spiegazioni tra Sousuke e Kaname.

Stretta a lui sul divano, la ragazza si stupì, quando apprese delle domande di AR e di come avesse autonomamente deciso, riuscendoci perfettamente, ad attivare il Lambda Driver in maniera difensiva, creando uno scudo protettivo intorno ad entrambi, proprio all’ultimo momento, quando era esplosa la testata atomica.
Quella strana AI* era riuscita a salvarli dalla catastrofe ed i Servizi Segreti statunitensi, monitorando l’area dell’esplosione dallo spazio con i satelliti artificiali, li avevano trovati, quindi recuperati e trascinati ad una propria base in Giappone per cercare di capire il più possibile su quanto accaduto.

Quando Sousuke si era ripreso del tutto, aveva atteso il momento propizio per evadere e portare con sé l’AS impossibilitato a muoversi per i troppi danni riportati nello scontro con Leonard… quella stessa mattina, prima dell’alba, era riuscito a caricarlo su di un camion per scappare a tutto gas sfondando i cancelli della base americana, senza esitazione.
Appena fuori aveva trovato uno sparuto drappello dell’ormai smembrata Mithril, composta dai vecchi amici e colleghi, corsi a recuperarlo dopo aver saputo da Tessa, che Sousuke era vivo e tenuto prigioniero in quella base… malconci ed evasi a loro volta dall’ospedale militare, Mao, il redivivo Kurz, Clouzot e Wraith, erano in assetto da guerra e delusi, vedendolo arrangiare da solo a quel modo... il loro intervanto era stato pressochè inutile

-Ho affidato loro AR e sono corso qui a Tokio, perché mi hanno detto che eri tornata a casa…- le spiegò.
-...La Mithril? Tessa?- gli chiese, sinceramente preoccupata.
Ma lui scosse il capo.
-Non lo so. L’Organizzazione ha subìto un duro colpo e senza il defunto fondatore e finanziatore non ha più molti fondi. Tessa non ha intenzione di ricostruire il TDD e credo frequenti Lemon… dai suoi contatti ha saputo di me e di AR dalla CIA. Mardukas è tornato in patria, in Inghilterra, credo dall’ex moglie… alla fine ognuno deciderà per sé, credo.

Era cresciuto Sousuke, e da uomo, anche lui aveva fatto le sue scelte.
Nessuno avrebbe più pilotato la sua vita con ordini a cui non poteva dire di no.
Anche se involontariamente, dopo l’incidente aereo che l’aveva reso orfano, Kalinin aveva dato il via alla sua vita tra le armi, successivamente non l'aveva tratto fuori, credendo di poter creare un lupo da un agnello.
Certo, l’agnello si era difeso, aveva combattuto ed ucciso, ma non era mai stato assetato di sangue, non aveva mai provato piacere nel farlo, aveva soltanto cercato di sopravvivere con tutte la forza di cui era capace. Quando il Maggiore se ne era reso conto era stato troppo tardi: solo in punto di morte aveva compreso la bontà di quel ragazzo... il dolce sguardo di quel bimbo rimasto solo tra i ghiacci dell'artico era ancora vivo, dietro la maschera del soldato.

Anche Kaname l’aveva capito, ormai da tempo: Sousuke aveva un animo buono, nonostante il sangue che gli sporcava le mani suo malgrado, e questo nessun ordine avrebbe mai potuto toglierglielo.
Continuava a stringerlo, forse per la paura di perderlo nuovamente o che quello fosse tutto un sogno, fino a che, stremata da tutte quelle emozioni, si addormentò.

Finalmente felice e sereno vicino a colei che era stata capace di fargli ritrovare la sua umanità, l’ex soldato la sollevò e la portò in camera sua, dove la poggiò con delicatezza sul letto. Tolse giacca e camicia, restando in pantaloni, calciò via le ciabatte, sfilò i calzini e decise di sdraiarsi vicino a lei.
Erano finiti i tempi in cui riposava sul pavimento, sotto al letto, pistola in mano… si assopì, tranquillo, col profumo dei capelli di lei a cullare i suoi sogni.
Sorrideva: c’era stato un momento disperato in cui si era chiesto perché, a che scopo fosse venuto al mondo, che senso avesse avuto la sua breve vita… adesso aveva trovato la risposta.


* (A.I. Artificial Intelligence = Intelligenza artificiale)
   
 
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