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Autore: Rota    15/05/2014    1 recensioni
Fiori giallo pastello alla base del collo – il cuscino dietro la schiena nuda, congelata in un atto molle e lento di stiramento, sostiene tutto il busto di Akashi e lo mantiene caldo in quel torpore tranquillo del primo risveglio, mentre il viso girato verso l'entrata della stanza rimane fermo in una precisa posizione e permette agli occhi di focalizzare l'attenzione sulla figura dell'insolito cameriere.
-Il colore dei tuoi capelli è molto intenso, Reo. Andrebbe rifinito con delle punte colorate, magari qualcosa di vivace che non crei l'illusione di nera pece.
-Come qualcosa del colore del sole, Sei chan?

Uno sbuffo diviso tra la poca pazienza e la leggera ilarità aveva zittito ogni sua replica, in quell'occasione, e fatto perdere l'occasione di negare l'eventuale piacevolezza di una simile ipotesi. Questa volta, in compenso, il motivo del suo silenzio ha ben altre origini.
[Akashi x Mibuchi; CrossDressing]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Reo Mibuchi, Seijuro Akashi
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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*Autore: Rota
*Titolo: Yellow Passion
*Fandom: Kuroko no Basket
*Personaggi: Mibuchi Reo, Akashi Seijuro
*Generi: Romantico, Sentimentale
*Avvertimenti: What if, Yaoi, One Shot, OOC, Cross Dressing
*Rating: Arancione
*Dedica: A Assasymphonie (L)
*Note autore: Terza della serie/raccolta. Perché mi sono presa troppo bene, questa è la verità. Ho in progetto di farne almeno altre due, dopo questa, che dovrebbero arrivare circa con una settimana di scadenza l'una dall'altra.
Come sempre, siccome io sono una persona che ama le ripetizioni e le piccole differenze sottolineate da queste, troverete il solito schema proposto nelle altre due fic anche qui, con discrete modifiche del caso.
Spero sia una buona lettura (L)

 

 

 

 

Fiori giallo pastello alla base del collo – il cuscino dietro la schiena nuda, congelata in un atto molle e lento di stiramento, sostiene tutto il busto di Akashi e lo mantiene caldo in quel torpore tranquillo del primo risveglio, mentre il viso girato verso l'entrata della stanza rimane fermo in una precisa posizione e permette agli occhi di focalizzare l'attenzione sulla figura dell'insolito cameriere.
-Il colore dei tuoi capelli è molto intenso, Reo. Andrebbe rifinito con delle punte colorate, magari qualcosa di vivace che non crei l'illusione di nera pece.
-Come qualcosa del colore del sole, Sei chan?

Uno sbuffo diviso tra la poca pazienza e la leggera ilarità aveva zittito ogni sua replica, in quell'occasione, e fatto perdere l'occasione di negare l'eventuale piacevolezza di una simile ipotesi. Questa volta, in compenso, il motivo del suo silenzio ha ben altre origini.
C'è un ricordo, depositato alla base della sua testa, che riaffiora sulla superficie della memoria con un solo spigolo, e ondeggia un poco persistente, cercando di reclamare qualcosa che non può ottenere. Qualcosa come l'attenzione di Akashi.
Ed è il motivo per cui il giovane Seijuro si ritrova tra quelle coperte, con la pelle che strofina a ogni movimento contro lenzuola candide e lisce, morbide di pulito: una serata passata a guardare un vecchio e lunghissimo film con la sensazione di un corpo addossato al petto e il battito del cuore contro la cassa toracica.
Il responsabile di tutto quello viene avanti, con un passo attento, e lascia che nel silenzio della stanza illuminata dal bel sole del mattino si espanda, senza intoppi, il rumore contro il pavimento della punta e del tacco delle sue scarpe alte. Stivaletti di color ambra, oltre l'altezza delle caviglie – Akashi lo nota di sfuggita, catturato dal suono secco; poi solleva appena lo sguardo, e l'ultima cosa che riesce a vedere, prima che Reo arrivi al letto, sono le ginocchia sporgenti oltre l'orlo di pizzo giallo oro del grembiule.
La catena che Mibuchi ha attorno ai fianchi è l'unica cosa che ferma e compone il lungo indumento, stretta quel giusto per non scivolare oltre ma molle abbastanza da avere un'inclinazione obliqua, quando il ragazzo si ferma e fa tintinnare il pendaglio a cerchio.
Akashi non indugia più e alza lo sguardo fino al suo viso sorridente, che con labbra morbide e lucide annuncia il buongiorno e la colazione servita. Reo appoggia il vassoio tra le sue mani sul comodino, per recuperare i piedi di legno su cui appoggiare il tutto, e quando si china in avanti con il busto, leggermente, steli e gambi completamente gialli scivolano in avanti dalla base del suo collo, rivelando il nodo a intreccio che lega la composizione dei fiori ai capelli. Lui non li tocca, preferendo lasciarli dove sono.
Spalle dritte, mentre allunga all'ospite il contenitore dello zucchero. Spalle nude, come tutto il corpo sotto il grembiule: Akashi non dice niente riguardo la personale preferenza per le colazioni giapponesi, ma con un cucchiaino si serve e mescola il proprio cappuccino. Gentilezza per gentilezza, Seijuro piega le labbra al sorriso non per emulare falsamente la felicità di lui, ma per lusingarne la cura e la dedizione – appena, non troppo sfacciato, perché il gesto risulti educato e non adulante.
Reo si permette, ad un certo punto, di prendere il tovagliolo e pulirgli un rimasuglio di schiuma sulla guancia; passano sotto gli occhi di Akashi sia la visione del petto nudo, rivelato dal fianco molle del grembiule, ma pure delle unghie lunghe e curate, piene di brillanti. Ma oltre questo non si sfiorano né tentano altro tipo di contatto.
Akashi mangia con una tranquillità pacata, che si bea di ogni momento; Reo è seduto all'altezza dei suoi polpacci, sul materasso, e sembra quasi che sia tanto leggero da non esistere. Lo guarda senza insistenza, in attesa.
Si avvicina a lui solo quando anche l'ultimo morso di un cornetto pieno di crema sparisce tra le labbra di Seijuro, e a quel punto il vassoio diventa un oggetto solo fastidioso.

 

 

-Ti ringrazio dell'ottimo servizio. Ho potuto godere di un'ottima colazione.
Reo si blocca, pur senza essere fermato – fianchi stretti, per un perfetto corpo slanciato.
Il retro del grembiule è completamente aperto, e lascia vedere una pelle bianca da sembrare latte.
Intera schiena, glutei e gambe.
Akashi sente il profumo una seconda volta, con un sospiro più profondo, e finalmente lo riconosce: narciso.
-Non so se devo ringraziarti oppure pensare che tu possa alludere a qualcosa.
Lui scherza, e si china verso di lui, il vassoio lontano.
Un petalo finto cade, giallo su bianco. Lo guardano e poi si guardano – le labbra di Reo sono morse dall'angolo di un dente e trattenute per qualche secondo.
Akashi allunga una mano e sfiora l'orlo giallo del grembiule con i polpastrelli; Mibuchi ondeggia e produce il suono di una fata gioiosa.
-Non mi permetterei mai di alludere. Piuttosto, preferisco dire precisamente le cose come sono.
Oltre il grembiule, oltre il bianco e il giallo.
Akashi accarezza pelle nuda e calda, Reo vibra non solo sulle cosce tenute ancora chiuse ma con tutto il corpo.
Le spalle si contraggono appena e le mani vengono portate al petto.
Lacci, lacci ovunque. Lacci da sciogliere.
Akashi inizia, e sul pavimento tintinna una catena d'oro.
-E come sono, le cose?
Grembiule libero, ora, che danza in avanti e permette allo sguardo di intendere e immaginare molto di più.
La mano continua a scivolare in basso, il dito indice fa cerchi attorno al ginocchio perfetto e torna in alto, senza spostare troppo tessuto.
Il primo gemito di impazienza ha una risposta piena di possesso: mani che si avvinghiano ai fianchi e trattengono.
-La compagnia, più che il servizio, ha reso unico il momento.
Bacio sull'osso del bacino, bacio verso l'interno dell'inguine.
Nessuna volgarità nei corpi perfetti, pelle candida che si tinge improvvisamente di rosso.
Pube morbido – labbra aperte.
Reo che sorride e lo guarda con occhi meravigliosi, pieni di brillanti.
-Sei-chan, sei un perfetto gentiluomo.
È così bello che potrebbe davvero innamorarsene.

   
 
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