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Autore: Eustass_Sara    15/05/2014    4 recensioni
Erano tante le cose che Crocodile odiava. [...]Non che fosse poi troppo difficile guadagnarsi l'odio di Crocodile, ma riuscirci solamente con un sorrisetto, una parola, un gesto o un passo, era davvero dura, specie perché lui ignorava tutti.
-Brutto idiota, tieni giù le zampe dal mio culo!-
Ma lui era davvero impossibile da ignorare.
°°°°°°
buona sera, pupi! ^_^ sono tornata e sta sera ho voluto cimentarmi in una CrocoxDoffy... è la prima volta che metto mano su questa coppia quindi spero non risulti una schifezza...
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Crocodile, Donquijote, Doflamingo | Coppie: Shichibukai/Flotta dei 7
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Beautiful love – quando i gesti valgono più delle parole.

Erano tante le cose che Crocodile odiava. Odiava i rompipalle, i fifoni, gli scansafatiche, la sveglia alle 6 del mattino e le suonerie cretine dei cellulari ; ma c'era una persona che era riuscita ad alimentare il massimo del suo odio, superando persino gli elementi della sua infinita lista. Non che fosse poi troppo difficile guadagnarsi l'odio di Crocodile, ma riuscirci solamente con un sorrisetto, una parola, un gesto o un passo, era davvero dura, specie perché lui ignorava tutti.
-Brutto idiota, tieni giù le zampe dal mio culo!-
Ma lui era davvero impossibile da ignorare.
A prima vista, sembrava un pazzo psicopatico daltonico ; l'abbigliamento era inguardabile, la lingua perennemente di fuori lo faceva sembrare un cane perverso e la camminata assurda suggeriva delle interminabili ore a prenderlo nel didietro. Chiunque lo vedeva, lo evitava per paura o che altro, Crocodile invece ne era rimasto schifosamente sorpreso : quell'essere era un ammasso di difetti, la personificazione di tutto ciò che lui odiava.
Era Donxiquote Doflamingo.
-Fufufufufu... siamo nervosetti oggi, neh, Croco-chan?-
Portò una mano in fronte, Crocodile, già stanco dopo neanche 3 minuti.
Pensava di poter avere pace e tranquillità almeno li, nella grande biblioteca di quel fottuto liceo, ma si sbagliava ; per lo meno, la biblioteca era deserta, c'erano solo lui e quel fenicottero umano.
Ignorò con tutte le sue forze la fastidiosa risata e l'irritante nomignolo ; perché se c'era un'altra cosa da aggiungere alla lista nera, erano gli assurdi nomignoli o storpiature del suo nome.
Odiava anche essere fissato insistentemente, proprio come Doflamingo stava facendo, ma ignorò come meglio poté anche quello, cercando di concentrarsi sul suo quaderno di matematica ; non era difficile come materia, al contrario, era la sua preferita.
Peccato solo che il mento bronzeo di Doflamingo sulla sua spalla, lo distraeva.
Lo distraeva anche il sentire il suo respiro così vicino ; Doflamingo era la sua fonte di distrazione e stress.
Neanche il tempo di sospirare, che le braccia robuste del fenicottero gli circondarono il busto.
-Staccati di dosso.-
-Naaa, sono comodo.-
-Io no, quindi levati.-
-Neanche per idea.-

La sua testa era peggio del marmo, non c'è che dire.
In uno sbuffo, Crocodile si arrese ad avere quella piovra addosso, non aveva tempo da perdere ; aveva non troppi compiti di matematica da fare e voleva risolverli, in più fra due giorni c'era la verifica. Sapeva già l'esito che avrebbe ottenuto, il solito 90 o 100, niente di nuovo.
-Che fai?-
-Matematica, non vedi?-
-E perché?-
-Perché è un compito e anche tu dovresti farla.-
-L'ho già fatta.-

Perplesso, lasciò la penna a metà quaderno, voltandosi verso il fenicottero.
Non era possibile che quella capra di Donxiquote Doflamingo avesse risolto prima di lui tutti gli esercizi di matematica, specie perché al contrario suo, il fenicottero la odiava e non riusciva mai a risolverli nel modo corretto ; dopo due conti mentali di facilissima soluzione ma che lui riusciva a sbagliare ugualmente, si arrendeva, buttando la testa sul banco fra le braccia incrociate su di esso.
-Fa vedere.-
Il quaderno giallo fluo con scacchi verdi e scarabocchi in penna, si affiancò al suo, blu e perfettamente tenuto.
Ecco un'altra differenza : Crocodile era il ritratto dell'ordine, a partire dalla divisa scolastica ben messa, sino al quaderno, privo di pieghe e scarabocchi strambi.
Doflamingo invece portava la camicia della divisa fuori dai pantaloni, la cravatta storta e allentata (orrore per i suoi occhi) e come colpo di grazia, ogni singolo quaderno era di colori improponibili, pieni di orecchie, pieghe e disegnini idioti.
Il quaderno si aprì su una pagina piena di segni neri, geroglifici simili a numeri e qualche scritta a caratteri cubitali.
Non che ci volesse molto a fare quelle 5 espressioni e i due problemi, ma a quanto pare per il fenicottero era troppo.
-santa pazienza... Doflamingo, questa non è la soluzione.-
-Si invece, è la mia soluzione.-
-Scrivere affianco alle espressioni “non lo so”, “non sono capace”, “non ce la faccio”, “non ho voglia” e “troppo difficile” non è una soluzione!-
-Che ci posso fare io se sono difficili?-
-Ti prego, sono delle cazzate!-
-Allora falle te, genio!-

Di riflesso, dopo pochi secondi, Crocodile terminò la prima.
Con gli occhi a palla, anche se celati dagli osceni occhiali, Doflamingo fissò la pagina pulita e ordinata su cui, con molta cura, era stata trascritta la soluzione della prima espressione.
5. La soluzione a quel caos di numeri e lettere, era un fottuto 5.
-Da dove cavolo lo hai tirato fuori quel cinque?! Ci sono troppi numeri perché il risultato sia così basso!-
-Si, ma se fai i giusti calcoli la maggior parte dei numeri li togli e ti rimane +2 e +3... quanto fa 2+3?-
-Cinque.-
-Quindi il risultato è cinque.-
-E perché hai tolto gli altri?-
-Perché sommandoli fra loro il risultato era zero.-
-...Impossibile!-

Sospirò, già a pezzi dopo neanche due minuti di spiegazione.
Davvero, quelle espressioni erano delle baggianate, cose per bambini ; non c'era niente di complesso e difficile in essa. L'unica difficoltà, semmai, era far capire la matematica a Doflamingo.
No, ok, quella era un'impresa impossibile.
-Allora, +2 e -2 quanto fa?-
-Quattro!-
-Perché quattro?!-
-Perché due più due fa quattro!-
-Ma io ho detto + 2 e -2!-
-E che differenza c'è, scusa? Sempre due è!-
-La differenza sta nei segni, idiota! Se i segni sono diversi fra loro devo sottrarre e due meno due fa zero!-
-Aaaah... ma che roba difficile, però!-
-....Ma mi pigli per il culo?!-

Le labbra imbronciate di Doflamingo si piegarono in un sorrisetto furbo e malizioso ; dannato lui e la sua boccaccia.
-No, Croco-chan, se ti pigliassi per il culo a quest'ora staresti gridando... fufufufu..-
-Fottuto maniaco pervertito... e non chiamarmi Croco-chan!-
-Oh, ma dai, suona così bene...
Croco-chan... fufufu.-
-Ti odio!-
-Bugiardo.-

Sorpreso, non fiatò, sbattendo le palpebre un paio di volte.
Doflamingo, ora, lo osservava con quel sorrisetto sghembo ma sapeva che era serio, lo vedeva ; in fondo, anche se non lo avrebbe mai ammesso, Crocodile conosceva bene quel fenicottero ambulante.
-Sai che non dico mai bugie.-
-Oh, non è vero, questa è già la seconda che mi dici.-
-Non ne ho mai dette e ora finiscila, devo finire i compiti.-
-Ah, ma davvero? E quel “non sono geloso” di sta mattina cos'era?-
-La pura verità.-
-Quindi se ora vado da Law per terminare il discorso di sta mattina...-

Strinse i pugni, Crocodile, in un impulso di cui si pentì subito ; il sorrisetto del fenicottero aumentò, ma prima che dicesse anche solo una lettera, sospirò ostentando una calma inesistente.
-Fa come ti pare, non ho tempo da perdere con te.-
-Fufufufu... dai, ammettilo, sei geloso di Law!-
-Non è vero.-
-Si, invece. È da quando mi hai visto con lui sta mattina che mi guardi male.-
-Io ti guardo sempre male.-

Non degnandolo più di uno sguardo o parola, Crocodile riprese la sua fidata penna nera, risolvendo il resto delle espressioni ; erano di una facilità assurda e, come sempre, si perse fra calcoli e numeri, immergendosi completamente nella matematica.
Non vedeva ne sentiva ciò che accadeva intorno a lui, per questo quando richiuse il quaderno con un sospiro soddisfatto, sussultò di sorpresa ; Doflamingo era in piedi dietro di lui, le mani ferme ai suoi lati sul tavolo, intrappolandolo così sulla sedia.
-Che vuoi ancora, Doflamingo?-
-Che dici la verità.-
-E che verità vuoi? Quella che fa più comodo a te? Accettalo, io non sono geloso di niente e nessuno.-

Gettò alla rinfusa penne e quaderni nello zaino, Crocodile, deciso ad andarsene ; non una parola in più sarebbe uscita dalla sua bocca, ne avrebbe accettato di ascoltarne altre.
Con uno spintone allontanò Doflamingo e a grandi falcate uscì dalla biblioteca.
Contrariamente alle sue abitudini, però, il biondo non lo seguì ; rimase li, imbambolato a pochi passi dalla sedia su cui fino a pochi istanti fa era seduto il moro.
Coperti dalle lenti viola, gli occhi verdi si persero a fissare l'entrata della biblioteca, feriti da quelle parole e quella spinta.
Forse si era fatto i castelli per aria lui, aveva visto una gelosia e un sentimento che Crocodile non provava ; lui credeva davvero in un qualcosa, non lo ammetteva a nessuno prima fra tutti se stesso, eppure ci aveva creduto davvero.
Ora più che mai si sentiva come un cane bastonato, con una paura pesante e dolorosa nel petto e con il bisogno di sapere.

°°°

Sabato. Con fatica, quel giorno tanto atteso era arrivato ; lo aspettava dall'inizio della settimana, ma ora era pesante. Non sapeva cosa doveva fare.
Di solito a quest'ora era già sotto casa di Crocodile con un sacchetto di brioche alla marmellata in mano, pronto a fare colazione con lui ; era una delle tante scuse che si inventava per entrare in quelle quattro mura e vedere il moro, passarci del tempo assieme e magari condividerci anche il letto.
Ora invece erano già le 10 e lui non si era ancora alzato dal letto.
Come ogni sabato, si era svegliato alle 8:30, ma non si era fatto la doccia, vestito e preparato la colazione, era rimasto li con quel vecchio pantalone grigio come pigiama e avvolto dal lenzuolo bianco.
Gli occhiali erano abbandonati sul comodino, vicino alla sveglia-fenicottero rosa.
Non sapeva a cosa pensare, nemmeno ne aveva voglia ; voleva solo fare il nulla fra quelle lenzuola. Amava il tepore del letto di primo mattino e ora che si sentiva fragile e pieno di dubbi, voleva solo goderselo senza più abbandonarlo.
-Ehi, Dofla, tutto ok?-
Monet.
Era appena entrata, sapeva che era lei senza il bisogno di guardarla in viso, ma lo fece lo stesso. Come ogni mattino in cui non scendeva per la colazione, la ragazza era salita col vassoio pieno di cibarie e un sorriso caloroso e fraterno.
-Si. Non ho molta fame, mangerò qualcosa a pranzo.-
Sentì il materasso piegarsi leggermente alla sua destra. Una mano affusolata di Monet gli accarezzò con gentilezza i biondi capelli corti, mantenendo quel dolce sorriso riservato solo a lui.
Monet era una ragazza fantastica, dopotutto.
Aveva i suoi difetti ed era una stronza di prima categoria, ma era anche la sua sorella maggiore, l'unica che lo capiva senza troppe parole.
Raccolse una ciocca dei lunghi capelli verdi di Monet, rigorosamente tinti, arrotolandola distrattamente attorno all'indice.
-Devi dormire di più, Dofla.-
-Hm...-

-Ti lascio li la colazione, in caso ti viene fame. Ci vediamo più tardi.-
Un'ultima carezza alle sue ciocche bionde e Monet si alzò dal letto raggiungendo la porta. Sapeva già che sarebbe andata al parco, pronta per fotografare ogni volatile che i suoi occhi incrociavano ; sin da piccola ha la passione dei volatili, in particolare dei rapaci, invidiando la loro libertà di volare alti nel cielo.
Lui non aveva passioni.
La sua vita ruotava per lo più attorno a Crocodile ; nemmeno aveva un'idea di quello che avrebbe fatto del suo futuro, ma con ogni probabilità si sarebbe arrangiato con un lavoro a caso come il cameriere.
Il sonoro e fastidioso campanello trillò, facendolo sbuffare.
Era pronto a scommettere che fosse il postino ; Monet purtroppo era già uscita, manco avesse i razzi sotto le suole, per cui le scelte erano due : o il postino andava a farsi fottere o lui si alzava, cosa assai impensabile.
Chiuse gli occhi, Doflamingo, sentendoli bruciare appena. Aveva dormito poco quella notte e delle occhiaie accentuate contornavano i suoi occhi ; odiava le occhiaie, gli segnavano il volto dandogli un'aria di vecchio e sciupato, per questo quando al mattino se le ritrovava sotto gli occhi le copriva di correttore firmato e costoso.
Respirò piano e lento, in cerca di quel relax che gli avrebbe permesso di crollare nuovamente fra le braccia di Morfeo, ma dei passi leggeri e frettolosi sempre più vicini alla sua stanza lo lasciarono nel dormiveglia, impedendogli il riposo.
Di sicuro era Monet che aveva dimenticato qualcosa, capitava sempre ; se non fosse che la sua testa era attaccata al collo, avrebbe dimenticato anche quella.
In un lieve cigolio, la porta si aprì e i passi cessarono ; se avesse avuto la volontà di girare il volto per vedere il viso fine della sorella lo avrebbe fatto, ma era troppo stanco e pigro in quel momento per anche solo provarci, per cui attese le parole consuete di Monet.
Ma ciò che arrivò alle sue orecchie fu solo uno sbuffo, stanco e spazientito.
-Hai una vaga idea di che ore sono, Doflamingo?-
Crocodile.
Era lui, con la sua voce carica di rabbia a pochi passi da lui e anche se non lo vedeva era certo che avesse la sua classica posa di quando è arrabbiato : la mano destra sul fianco, la testa leggermente inclinata e le sopracciglia aggrottate in una smorfia di rabbia.
Sbatté le palpebre un paio di volte e richiuse le labbra, dischiuse dallo stupore di ritrovarsi in casa Crocodile.
Alzò appena lo sguardo verso la sveglia, per poi sistemarsi meglio sul materasso alla ricerca di una posizione comoda e che lo distogliesse dal bruciante desiderio di voltarsi verso il moro.
-Le 10:40.-
-Mi spieghi che cazzo hai nel cervello?! Avresti potuto avvisarmi che non saresti venuto a fare colazione da me!-

Sta volta sgranò gli occhi, perplesso e confuso. Quella sfuriata era perché non si era presentato con le solite brioche sotto casa sua?
E ora si, si voltò verso Crocodile, scoprendolo più vicino a lui di quanto credesse ; solo pochi passi li dividevano. In mano teneva un sacchetto, il volto era furente e imbronciato ; si mise seduto sul letto, ancora perplesso, per poi lasciarsi andare a un sorrisetto sghembo.
-Non sapevo che ti facesse tanto piacere fare colazione con me, Croco-chan.-
-E infatti non è così.-
-Ah, no? E a cosa è dovuta tale rabbia?-
-Al fatto che, in un modo o nell'altro, mandi sempre in fumo i miei piani, dannato fenicottero.-

Terribilmente confuso, ecco come si sentiva.
Il lieve rossore sulle gote nivee di Crocodile erano la conferma che a lui faceva eccome piacere la colazione del sabato mattina, ma l'ultima frase blaterata non aveva proprio senso.
Lo sguardo nero e profondo di Crocodile si incatenò al suo e un fremito gli percorse la schiena ; amava quegli occhi, erano l'invito a perdervisi dentro.
Così semplici e inimitabili, li avrebbe guardati in eterno.
E Crocodile non era da meno.
Anche lui fissava incessantemente gli occhi di Doflamingo, con stupore e piacere velato ; non capitava tutti i giorni di vedere le iridi verde chiaro di quel biondino ed erano uno spettacolo. A pensarci bene, era la prima volta che lo vedeva senza quelle orrende lenti viola sul naso ; quasi gli doleva il pensiero che adesso Doflamingo si sarebbe girato verso il comodino afferrando in un gesto abitudinario gli occhiali.
Era un peccato nascondere quegli occhi, avrebbe voluto più tempo per ammirarli.
Quegli occhi che erano visibilmente confusi e che cercavano di celare un'incertezza ma senza troppo successo ; Doflamingo non era mai incerto.
Sospirò, sapendo già la risposta alla sua domanda.
-Doflamingo... sai che giorno è oggi?-
-...sabato.-

Si portò la mano libera davanti agli occhi, esasperato oltre ogni misura. Era indubbiamente un bell'uomo, Doflamingo, e la prova era quel petto bronzeo e scolpito che aveva fissato sin dall'inizio, ma era anche smemorato.
Lo sguardo gli cadde sul tavolino in legno chiaro, reggente un vassoio carico di cibarie ; di sicuro era la colazione che Monet gli aveva preparato e che lui non aveva nemmeno considerato.
Abbandonò il sacchetto affianco a una gamba del tavolino, prese il vassoio e sotto lo sguardo sempre più stupito del biondo, gli sedette affianco sul letto.
Quella era la colazione che Doflamingo faceva su in un sacchetto per portarla a lui, lo sapeva dalla doppia quantità di brioche e di cartoni di succhi alla pesca.
Senza dire una sola parola, Doflamingo sorrise sghembo, mascherando la sua felicità mista a confusione ; non capiva realmente il senso di tutto quello, ne aveva ancora compreso le parole di poco fa, ma vedere Crocodile al suo fianco che lo stava silenziosamente invitando alla loro solita colazione era sufficiente per fargli spegnere il cervello con tutte le sue domande.
Fece per addentare una brioche ma quella che gli porgeva il moro con lo sguardo basso e in cerca di una scusa valida, era decisamente più allettante.
-è al cioccolato... a me non piace, mangiala tu.-
Aprì appena la brioche di prima, vedendo il ripieno alla crema ; Monet aveva finito la marmellata.
La porse a Crocodile e afferrò quella al cioccolato, gustandosi l'espressione sorpresa del moro.
-A te piace la crema, Croco-chan.-
Conosceva meglio di chiunque altro quel coccodrillo, Doflamingo, per questo non si stupì di vedere la mano nivea afferrare il dolce alla crema.
Dopo le brioche, toccò ai succhi, che finirono in pochi secondi.
Con ancora in mano il cartone del succo, Doflamingo sfilò la cannuccia dal foro e cominciò a rigirarla fra i denti.
-Come mai sei venuto fin qua per la colazione, Croco-chan?-
-Perché sei un fenicottero stupido e smemorato.-

Lo vide piegarsi oltre il bordo del letto per poi rialzarsi con in mano il sacchetto di prima ; sacchetto da cui estrasse un pacchetto avvolto in una carta piena di fenicotteri stilizzati e un fiocco oscenamente fucsia che trovava semplicemente fantastico.
-Tanto smemorato da dimenticare che oggi è il tuo compleanno.-
Oh.
È vero. La festa che mai considerava, trovandola semplicemente inutile ; era solo un giorno in cui acquisiva un anno in più, non era come il Natale o la Pasqua e per questo, ogni anno, la ignorava.
Monet aveva rinunciato a fargli feste a sorpresa e auguri vari, lo annoiavano e basta, per non parlare dei regali.
Eppure Crocodile reggeva un pacco regalo, segno che aveva pensato a lui e glielo stava porgendo con un lieve broncio sul viso e un leggero rossore sulle gote. Adorabile.
Lo accettò senza fiatare, a stento trattenne quello stupido sorriso che voleva a tutti i costi stendersi sulle sue labbra ; attento a non rovinare il fiocco che avrebbe indubbiamente appiccicato sopra la testa della sveglia-fenicottero, scartò il regalo con più calma possibile.
La curiosità lo stava divorando.
Tolta la carta e sollevato il coperchio della scatola, la prima cosa che vide fu un ammasso di piume rosa ; non sapeva cos'era, ma già lo amava.
Sollevò l'ammasso di piume, incredibilmente soffice, che si rivelò essere un giubbotto. Un giubbotto grande, rosa e pieno di piume che gli dava l'aria di fenicottero.
Lo avrebbe indossato ogni fottuto giorno.
Puntò lo sguardo in quello di Crocodile, cercando di celare la gratitudine e la felicità infantile che lo pervadevano in quell'istante ; gli occhi tornarono a posarsi sulle soffici piume rosa del giubbotto.
-Come sapevi del mio compleanno, Croco-chan?-
-Sono pur sempre il presidente del consiglio studentesco, Doflamingo, ho accesso alla cartella di ogni studente.-
-Hm... non pensavo tenessi così tanto a farmi un regalo.-
-Infatti non ci tenevo, ma ho visto per caso quel giubbotto e avevo voglia di prendertelo.-

Il caos regnava nella sua testa.
Fino a pochi minuti fa aveva il dubbio di sentire qualcosa di non ricambiato per il moro e la paura di aver frainteso ogni sua parola e gesto, ora si ritrova Crocodile sul letto che gli fa un regalo di compleanno.
Senza contare che, appena ne aveva l'occasione, il moro lo aveva evitato per l'intera settimana ; non ci aveva dato molto peso, lo faceva spesso, ma dopo le parole nella biblioteca aveva avuto il forte sospetto che quello non era un gesto dettato dall'orgoglio come aveva sempre creduto.
Non sapeva più a cosa credere, adesso.
-Riguardo a ieri in biblioteca...-
-Non sono geloso di Law, fine della storia.-
-Non intendevo quello.-
-E allora cosa?-
-...No, niente.-

Gli era bastata quell'incertezza, a Crocodile, per completare il puzzle. Ora era chiaro tutto, persino l'improvvisa pigrizia del biondo ; sembrava assurdo pensarlo e crederlo, ma i fatti portavano solo a quella soluzione.
Doflamingo l'aveva presa male.
Puntò una mano sul materasso e poggiando l'altra sul petto bronzeo del biondo ; senza permettergli di pronunciare parola da quelle labbra dischiuse per la sorpresa, accorciò le distanze e iniziando una danza di lingue che venne presto ricambiata con piacere crescente.
Tanto le parole non sarebbero servite, avrebbero solo creato confusione.
Si lasciò trascinare, Crocodile, e permise anche lo stretto contatto dei loro corpi ; gli abiti scivolarono toccando il suolo, i corpi si scontrarono e il piacere divulgò offuscando anche la ragione.
Mani che si intrecciavano, bocche che si fondevano e sorrisi, sguardi carichi di malizia, desiderio e quel qualcosa che c'era fra loro, che dava un senso al loro rapporto e che li collegava.
Non volevano darci un nome a quel qualcosa, ma sapevano che c'era ; lo sapevano ogni giorno di più e andava bene così.
Anche ora andava bene, con Crocodile disteso sul letto ansante e sudato quanto Doflamingo, al suo fianco, che non smetteva di sorridere. Ghignare, più che sorridere.

°°°

-Sei un idiota, Doflamingo.-
-Fufufu...-
-Dico sul serio.-

Mai aveva provato una simile vergogna in vita sua, davvero. Quando aveva comprato quel giubbotto osceno per darlo a Doflamingo, aveva pensato che se lo sarebbe tenuto in camera o da qualche altra parte e fine della storia ; peccato solo che non aveva fatto i conti con il cervello del biondo che ora girava con quel dannato ammasso di piume rosa addosso.
Dal canto suo, Doflamingo camminava tranquillo sfoggiando il suo nuovo giubbotto ; nemmeno gli importavano quegli sguardi che sentiva su di se.
-Togliti quell'affare, ci guardano tutti!-
-Saranno invidiosi.-
-Si, certo... come no...-
-Neh, Croco-chan, mi dici dove hai preso questo giubbotto?-
-...Perché?-
-Voglio prendermi un paio di maglie nuove, ma non ne ho trovate in giro di decenti.-

Forse era Doflamingo stesso a non essere decente con quell'abbigliamento, ora più che mai visto l'ammasso di piume che lo faceva sembrare un vero fenicottero.
Istintivamente ripensò alle maglie che aveva visto nella vetrina di quel negozio da cui veniva il giubbotto ; tinte fluo con disegnini stupidi, oscenità fucsia e occhiali che avevano persino le lucine.
Impallidì : la strada che stavano percorrendo li avrebbe portati proprio in quel negozio.
Afferrò il polso di Doflamingo, trascinandolo dalla parte opposta, con sorpresa e divertimento da parte del biondo.
-Come mai tanta fretta, Croco-chan?-
-Niente, Doflamingo.
Niente.-



angolino sclerato_

Bona sera a tutti -////- contrariamente alle mie abitudini, sta sera vi propongo una DoffyxCroco, in attesa dei nuovi capitoli delle long.
Si, Ace of Spades, è colpa tua. U.U <3
E niente, sono qui a non so che orario a mangiarmi fragole con panna e a lasciarvi sta pupacchiata su questa coppia che non ho mai considerato ma che sto iniziando ad amare. Per cui, in questa AU troviamo Croco con entrambe le mani (miracolo!), dei quaderni da orrore, delle efficaci soluzioni matematiche di Doffy e una fratellanza improbabile... a tal proposito, non chiedetemi nulla.
Volevo inserire Monet e mi è uscita come sorella, non so il perché.
E sta sera abbiamo scoperto anche l'origine del giubbotto rosa piumato... tenerello Croco che ha frugato nella cartella di Doffy per sapere quando fa gli anni <3
e non spendo altre parole su di loro U.U
sono cariosamente dolci così, quindi cedo la parola a voi ^_^
un ultima cosa prima di lasciarvi... non dovrebbero esserci errori, l'ho controllata 3 volte, ma è anche vero che sta sera sono STREMATA, causa stage ; otto ore in fabbrica a lavorare di fianco a un logorroico sono pesanti.
E nulla, mi dileguo nel mio anfratto, certa che la mia testolina malata mi indurrà a scrivere altre CrocoxDoffy... si vede che sono drogata di Business Problem? <3 yosh, vi saluto e vi aspetto nell'angolo recensioni ;)
alla proxima!
Kiss and Bye

Googletta

   
 
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