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Autore: Dolcealcianuro    15/05/2014    0 recensioni
Caleb è un principe irrequieto, Aron la sua taciturna guardia del corpo. I due dovranno attraversare una foresta per superare una sacra Prova, ma con i caratteri che si ritrovano sarà difficile collaborare...
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il bandito sguainò una daga e si avventò su di lui, e prima che potesse difendersi lo colpì ad un fianco. Il giovane indietreggiò e prese in mano la sua spada. Il bandito fece per attaccarlo di nuovo ma Aron con un gesto veloce e istintivo mosse la spada e gli squarciò la pancia.
L’uomo emise una sorta di gemito sordo, e poi si afflosciò a terra, coperto di sangue. Senza prestargli attenzione Aron prese a correre furiosamente. Sentì il principe urlare. Lo vide poco più avanti. Un altro criminale lo aveva raggiunto, cercava di immobilizzarlo. Caleb si dibatteva con tutte le sue forze. Aron tentò di raggiungerlo, ma fu colpito ad una gamba. Si voltò, e vide un terzo bandito. Era un uomo incredibilmente imponente, che sembrò sorridere trai i folti baffi nel guardarlo. “Vediamo che sai fare, moscerino” disse con voce roca.
Il guardiano mosse la spada contro di lui. Il criminale era munito anch’egli di una daga, ma sapeva usarla bene, e respinse l’attacco. Si muoveva inoltre piuttosto velocemente per la sua mole. Però, indossava unicamente delle protezioni leggere.
“Se riuscissi a colpirlo con precisione...” si disse Aron, ma era già piuttosto difficile respingere i suoi attacchi.
L’uomo riuscì a colpirgli un fianco. Il guardiano urlò dal dolore. Ma nell’istante in cui l’aveva colpito, si era avvicinato. Aron sollevò la spada e la puntò contro il suo collo. Ma non riuscì a muoverla, perché l’uomo fu più veloce e gli provocò un taglio sul polso. Aron, da dolore e dalla sorpresa lasciò cadere la spada. Prima che potesse riprenderla, l’uomo gli fu addosso, e lo atterrò con tutto il suo peso. Per quanto Aron provasse a scalciare, non riusciva ad alzarsi, era immobilizzato da quella presa. Poi vide un lampo di pura cattiveria negli occhi del brigante, che lasciò l’arma e gli mise le enormi mani sul collo e lo strinse.
Per quanto provasse a dibattersi, le braccia dell’assalitore sembravano d’acciaio. Il fiato gli uscì dal petto. Aron sentiva il cuore agitarsi impazzito nel petto, mentre i polmoni cercavano disperatamente aria, e la vista si annebbiava. Neanche la mente riusciva più a ragionare lucidamente.
Non voglio morire. Non adesso. Non sono riuscito neanche a…
Ma poi improvvisamente, sentì sussultare il bestione che lo stava uccidendo. L’uomo mollò la presa, il suo corpo si irrigidì, ed emettendo un rantolo gli cadde addosso.
Passarono svariati secondi, poi qualcuno spostò il peso che lo schiacciava.
Aron impiegò diverso tempo per riacquistare lucidità. Poi riuscì a respirare e vedere normalmente. Il corpo del grosso brigante era steso a terra, col collo squarciato. Accanto a lui, il principe Caleb, sporco e ferito e con lo sguardo perso, reggeva in mano una spada coperta di sangue che non gli aveva mai visto prima.
“A-altezza… cos’è successo?” riuscì a chiedere Aron, confuso. “E l’altro brigante?”
“Mentre mi inseguiva, ha rovesciato il contenuto del mio zaino, e sono riuscito a prendere una cosa.” disse con un filo di voce il nobile. “Lo spiedo con cui ho infilzato la testa di quel serpente, ricordi? Era intinto del suo veleno. Così, mentre il bastardo cercava di immobilizzarmi, l’ho infilzato con quello. Ha fatto subito effetto. Lui si è messo a contorcersi come un dannato, non pensava più a me. Allora…” Il ragazzo prese fiato e deglutì. “Gli ho sfilato la spada. E l’ho… colpito. Non si è mosso più. Poi ti ho cercato e ho visto cosa ti stava succedendo. Così... ho usato di nuovo la spada contro di quello, e poi…”
Gli tremavano le mani. Aron si alzò, e si permise di posargli una mano sulla spalla. Caleb sembrava sotto shock, non era stato preparato come lui a combattere per uccidere.
“Va tutto bene, Altezza. E’ stato davvero straordinario, e le devo la vita. Io, piuttosto, sono imperdonabile, per non averla protetta adeguatamente. Ora però riprenderemo le forze, e poi ripartiremo verso il Santuario”
Il ragazzo scosse la testa. “Non raggiungeremo più il Santuario. Non ce ne è più motivo” disse. Lasciò cadere la spada. Iniziò a camminare.
“Come sarebbe a dire?” chiese Aron.
“Non possiamo più andarci” disse il principe. Raggiunse la zona in doveva essere avvenuta la sua aggressione. Il brigante era steso faccia a terra, rigido. Tutto quel che aveva un tempo formato i bagagli del principe; vestiti, ampolle, e libri era sparso a terra. Ma c’era anche il piccolo scrigno contenente la Pietra Bianca. Era spalancato, e i frammenti bianchi della gemma erano sparsi ovunque.
“E’ accaduto quando è stato aggredito?”
Il principe annuì. Si chinò e accarezzò un frammento più grosso degli altri, bagnato di pioggia. Luccicava appena. “Senza la sfera, tutto ciò che abbiamo compiuto finora non ha più senso. L’intera missione è stata inutile.”
“Non è colpa nostra. Basterà spiegarlo una volta tornati...”
“No. Io speravo davvero di poterci riuscire, di poter dimostrare alla mia famiglia, al regno, di avere un qualche valore. Evidentemente mi sbagliavo.”
Si alzò e diede un calcio ai frammenti, che si sparsero attorno a lui. Poi il principe si avvicinò al bordo del precipizio. La pioggia stava peggiorando. I capelli neri del ragazzo erano scossi dal forte vento.
Aron capì quel che voleva fare. “Mi ascolti. Noi torneremo al castello. E poi…”
“Non posso più tornare” disse il principe. Poi chiuse gli occhi e si lasciò cadere dal precipizio.

  
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