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Signori, signore,

bambini, bambine,

ragazzi e ragazze, adolescenti, anziani, uomini e donne di mezza età,

operai, cantanti, musicisti, lavoratori,

voi persone utili per il Mondo o almeno utili per Qualcuno,

sono fiera di annunciarvi che la Noia mi ha vinto.

Mi ha avvolta nel velo sottile del dolce far niente, tessuto lieve di disperazione.

Mi ha vestita di grigio e mi ha sollevata in aria staccandomi dal Mondo che ormai non mi interessa più.

Non mi piace il grigio, lo confesso.

So che non è il mio colore e so che mi sta facendo male, come un parassita che fa suo tutto di me e mi lascia al Niente.

Sembra quasi polvere quella che mi ritrovo addosso: si è incollata alla mia pelle. È la mia pelle.

Ma anche se solo per un attimo il velo si squarcia e lascia che il disinteresse sparisca, pur realizzando che l'appassire del morbo e la sua eventuale morte, lasciandomi di nuovo da sola e viva, sarebbero la mia salvezza, appena questa polvere vola via, mi trovo subito a pregare per il suo ritorno.

Senza di lei sto male.

Senza di lei prendono il sopravvento tutti gli altri:

il Dolore, la Scelta, la Possibilità, il Futuro, la Felicità, la Responsabilità...

Soffocami piano quindi, Noia.

E non lasciarmi annegare in quel mare di Vita.

Spero di essere abbastanza forte da non cadere ancora.

Cadere ancora nell'amore.