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Autore: Si_Punxx    16/05/2014    2 recensioni
La notte cala silenziosa sulla cittá dei dannati, la luce scompare, e in pochi attimi una luna piena brilla nel cielo, circondata da qualche stella che sembra stare accesa giusto perché deve.
-Eccolo, é arrivato il nostro santo.- dice chinando la testa. Il ragazzo che prima era dietro, ora si é seduto accanto a lui. -No Jesus, io non sono un santo- risponde l'altro senza guardarlo. -Bé, la gente ti chiama cosí- - Io non sono la gente. Lo sai meglio di me che non mi interessa quello che pensa o dice la gente- -Giá... Ma quando il pensiero degli altri ti condiziona a tal punto da costringerti a cambiare?- -In quel caso, o ti lasci plasmare, oppure tiri fuori le palle e combatti per te stesso-
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jesus of Suburbia, St. Jimmy
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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La notte cala silenziosa sulla cittá dei dannati, la luce scompare, e in pochi attimi una luna piena brilla nel cielo, circondata da qualche stella che sembra stare accesa giusto perché deve. Le strade si spopolano piano piano, la gente preferisce tornare a casa ad una certa ora, stare con la famiglia e rilassarsi dopo una giornata faticosa. Tutti tranne un ragazzo. Le converse nere consumate sbattono silenziosamente sul suolo ad ogni passo, i jeans neri strappati stanno su, retti da una cintura borchiata, senza la quale probabilmente cadrebbero immediatamente. Maglietta nera, stampa rossa e bianca, felpa nera aperta, consumata, messa giusto perché fa freschetto. Una sigaretta in mano, che si accende e fuma ad ogni tiro. Due stelle nere tatuate sul collo, matita nera sbavata intorno agli occhi e capelli scompigliati, sparati verso l'alto e neri come la pece anch'essi. Il nero sembra dominare nella sua vita, come un'ombra che sovrasta una piccola formica. Lui, che non ha una famiglia da cui tornare, un camino da accendere, un tetto con cui ripararsi. Lui, che non ha mai conosciuto suo padre, e non aveva mai voluto conoscerlo. Lui, che aveva mandato al diavolo sua madre, che anche dopo la sua nascita aveva continuato a fare la prostituta, senza curarsi minimamente del figlio. Lui, che aveva smesso di credere in Dio da chissá quanto ormai, o magari non ci aveva mai davvero creduto, che non aveva fatto nulla di male al mondo, ma sembrava che quest'ultimo ce l'avesse fin troppo con lui. E quel posto che si ostina a chiamare casa, altro non é che un magazzino abbandonato, dove per pura fortuna arriva la corrente e l'acqua. E quell'occupazione, che si ostina a chiamare lavoro, non é altro che un posto da cameriere in un bar poco frequentato in periferia, di certo non ben pagato. Questo è lui, questo è Jesus. Jesus of Suburbia. I suoi amici lo chiamano cosí, e lui ha deciso di dimenticarsi il suo vero nome. Non che l'avesse dimenticato seriamente, ma almeno ci aveva provato. Jesus si siede su un marciapiede illuminato da un lampione mal funzionante e finisce la sua sigaretta, gettandola lontano da sè. Neanche un minuto e ne ha accesa un' altra. -Se continui cosí tra qualche anno finirai sotto terra- sente dire alle sue spalle. Non si gira, sa benissimo chi é, si limita semplicemente a fare un altro tiro. -Eccolo, é arrivato il nostro santo.-  dice chinando la testa. Il ragazzo che prima era dietro, ora si é seduto accanto a lui. -No Jesus, io non sono un santo- risponde l'altro senza guardarlo. -Bé, la gente ti chiama cosí-    - Io non sono la gente. Lo sai meglio di me che non mi interessa quello che pensa o dice la gente-    -Giá... Ma quando il pensiero degli altri ti condiziona a tal punto da costringerti a cambiare?-     -In quel caso, o ti lasci plasmare, oppure tiri fuori le palle e combatti  per te stesso.- Jesus si aspettava una risposta simile. Insomma, sta parlando con Jimmy, lui è il cosí detto "santo di periferia" , puó permettersi di rispondere da filosofo. Prende un respiro profondo :- Dove sei stato? Non ti si vede da un pó- domanda alla fine il moro. Jimmy si passa una mano tra i capelli biondo-cenere  che sembrano non conoscere la forza di gravitá. -Sono stato in giro... Insomma, lontano. Sono andato a trovare Christian e Gloria nella loro 'Murder city' che comunque non é tanto meglio di questi vicoli abbandonati - risponde. -Aspetta... Sono i due che abbiamo conosciuto alla manifestazione  qualche tempo fa, giusto?- domanda Jesus. -Si, loro. Stanno bene, se la cavano, al loro giro si sono unite altre due ragazze: una si fa chiamare Amanda, anche se non credo che sia il suo vero nome, e poi c'é Ashley, simpatica e abbastanza schietta- risponde Jimmy, guardando l'amico, che nel frattempo si é acceso un altra sigaretta. -E siamo a tre. - sbuffa il biondo, levandogliela dalle mani e facendo un tiro. -Stronzo ridammela!-   -No, tutto questo fumo ti fa male.-   -E a te cosa cazzo te ne frega?! Quando é che hai iniziato a preoccuparti di me, scusa?- urla Jesus, visibilmente incazzato. -Io mi sono sempre preoccupato per te, sai?- dice Jimmy guardandolo negli occhi. Attimi di silenzio inteminabili avvolgono i due ragazzi. - Comunque... C'é qualche novitá? Intendo... Nella suburbia.- è ancora Jimmy a rompere il silenzio. -Bha, nulla di emozionate... A, si, é arrivata una tipa, qualche giorno fa. Sembra apposto, ma é una puttanella, anche se in fondo è innocua. -                     - Hahaha addirittura? Come si chiama?-            -Non lo so. Lei non ha un nome, o se cel'ha non me lo ricordo, magari non me lo ha mai detto.- sentenzia il moro, che intanto è riuscito  a recuperare la sigaretta rubatagli poco prima. -Tu lo sai  che non sono tornato sta sera, vero?- chiede Jimmy. L'amico annuisce lentamente e poi domanda:- Quindi?-      -Quindi... É da quando sono tornato che ti siedi su questo marciapiede ogni sera. E so che lo hai fatto anche tutte le altre sere, fin dal giorno in cui sono partito-      -Allora?- Insiste Jesus.  -Io so che tu sai che posto é questo. Non puoi esserti dimenticato. Ti sono mancato, non é cosí?-    -Perché avresti dovuto? Il passato é passato, no? Basta, ho voltato pagina, proprio come te-  Entrambi rimangono in silenzio per diversi secondi. Poi Jimmy si alza e tende una mano al moro :-Andiamo vá, ti riaccompagno a casa.- gli dice. Jesus afferra la mano e si tira su, incamminandosi verso il magazzino, affianco al suo amico. - Se non ti sono mancato, perché ti siedi ogni sera sul marciapiede dove ci siamo dati il primo bacio?- Jimmy è schietto e diretto. L'altro arrossisce :- Bé... Ecco... No, cioè... Veramente io...- balbetta ansioso l'altro. - Non devi spiegarti, la domanda era solo per vedere la tua reazione hahaha- dice il biondo. Poi allunga la mano verso quella di Jesus e la sfiora. Il moro ritrae la propria, suscitando l'iralitá del biondo. -hahahah mica ti ammazzo, eh!-     -Lo... Lo so... Ma te l'ho detto Jimmy... É passato, basta.-     - Mi ricordi perché ci siamo lasciati?- domanda il biondo, suscitando sgomento nell'altro. -C-Come scusa?-     -Ho detto se potresti ricordarmi perché ci siamo lasciati- risponde Jimmy con fermezza. -Bhé ecco... Quando ci siamo messi insieme eravamo piú piccoli... Non sapevamo cosa riservasse il mondo per noi. E poi l'abbiamo scoperto: solo merda. Anche se siamo stati insieme tanto, alla fine, per il bene di entrambi, abbiamo deciso di chiudere... O forse hai deciso tu di chiudere...- risponde Jesus, trovando molto interessanti le punte delle sue converse. -Ah, giá... - sussurra Jimmy. Poi si ferma improvvisamente e comincia a guardare l'amico negli occhi. Si avvicina a lui fino a schiacciarlo contro il muro. I due si fissano e gli occhi di Jesus cominciano a riempirsi di lacrime. -Non piangere...- gli sussurra Jimmy. -Perché...? Ti ho detto che é passato...- il moro cerca di divincolarsi, ma l'altro lo tiene stretto. -Il passato può essere passato, ma se ti tormenta ancora, vuol dire che non é poi cosí passato- gli sussurra Jimmy vicino l'orecchio. Poi avvicina le loro bocche e le fa combaciare. Una lacrima riga la guancia di Jesus, che comunque dischiude la bocca per permettere all'altro di entrare. Le loro lingue si intrecciano e si sfiorano, e il moro si lascia andara completamente. Il biondo gli infila una mano sotto la maglietta e comincia ad esplorare il suo petto, stuzzicando un capezzolo e accarezzando la pancia. Poi smette di baciarlo in bocca e passa a baciargli il collo, mentre Jesus rimane completamente succube. Poi con la mano con la quale stava accarezzando gli addomanali dell'amico, scende fino al cavallo dei pantaloni e lo stringe, facendo letteralmente boccheggiare l'altro, che sente mancare l'aria. Poi interrompe il tutto e si risistema. -Vieni, continuiamo a camminare, ne riparliamo a casa.- Jesus é scioccato e scombussolato, ma annuisce e si rimette comunque a camminare. Perché lui sa quello che succederá da ora a poco, e... La veritá? Non vedeva l'ora che succedesse.




 

Angolo della psicopatica


Wonder Frikets ragazzi e ragazze, bestioline rare... Allora, questa one shot è nata dalla semplice voglia di scrivere qualcosa, e dopo aver guardato e riguardato il video di Jesus of Suburbia per puro piacere personale, é uscita questa cosetta quì. Mi rivedo abbastanza in Jesus in questa ff, riguardo la storia del passato che non vuole passare. Io sono di Roma, e da noi si dice "Cor 'passato' ce famo er sugo"... Non so che senso abbia questo detto, peró é carino :)

Rage & Love

Sil


 
  
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