Storie originali > Generale
Ricorda la storia  |      
Autore: ChristieCharles    16/05/2014    0 recensioni
"Era una rosa bianca.
Semplice, bellissima e pura.
Forte e fragile allo stesso tempo.
Grande e piccola."
Allegra e triste.
La mia sorellina.
Genere: Drammatico, Generale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Era una rosa bianca.

Semplice, bellissima e pura.

Forte e fragile allo stesso tempo.

Grande e piccola.

Allegra e triste.

La mia sorellina.

 

Si chiamava Alessia. Eravamo sempre stati uniti. Lei era più piccola di me di tre anni, ma era incredibilmente matura. Non voleva che mi allontanassi troppo da lei così iniziammo a fare gli stessi giochi da piccoli. Le piaceva tutto quello che piaceva a me, dai cartoni animati ai giocattoli, dai vestiti al cibo. Lo stesso valeva per me. Ci comportavamo allo stesso modo.

L'unica cosa che ci differenziava era il modo di rapportari con il Mostro.

 

Nella nostra casa viveva un Mostro, il più spaventoso e cattivo dei mostri. Entrava dalla porta già infuriato e sfogava la sua rabbia su tutto quello che capitava a tiro. Ogni piccolo dettaglio, ogni parola, ogni gesto lo faceva infuriare. Io ne avevo paura, certo, ma Alessia ne era terrorizzata. Il Mostro sembrava prediligere lei per i suoi sfoghi di rabbia, era più debole.

 

Crescendo a scuola iniziarono a prenderla in giro, a picchiarla, ad umiliarla. Più io la difendevo, più ci andavano giù pesante, perché "si doveva far proteggere dal fratellino". Con tutti i lividi che aveva e con la sua timidezza era facile per gli altri indebolirla ancora di più. Quando andava alle medie la vidi tornare per l'ennesima volta con il volto tumefatto e un le lacrime agli occhi. Ormai andavamo in scuole diverse e non riuscivo più ad aiutarla. Decisi così di costruire un rifugio. Un posto dove potevamo di nuovo stare insieme, divertirci come da bambini, quando potevamo creare un bel mondo immaginario. Insieme costruimmo una casetta su un albero come l'avevamo sempre voluta, nel bosco vicino casa nostra, ben nascosta tra i rami.

 

Andavamo al rifugio insieme. Parlavamo, giocavamo e ci divertivamo come se non ci fosse altro al mondo all'infuori di noi. Spesso Alessia si metteva a disegnare. Era così brava. Riusciva a creare interi mondi solo con la fantasia. Con un tratto semplice e sottile, disegnava velocemente tutte quelle piccole linee, come se avesse saputo già dove andava fatto ogni singolo tratto per creare quello che lei voleva. In quel posto ritrovava la serenità per qualche ora. Appena ci avvicinavamo a casa iniziava ad andare nel panico. Sapeva cosa sarebbe successo. Ogni sera le urla del Mostro erano l'unica cosa che potevamo ascoltare, perfino parlare ci era proibito. I suoi immondi deliri pregni d'alcol e fumo riempivano ogni stanza della casa. Io e la mia sorellina eravamo schiavi. Lei più di me, per il Mostro era come un giocattolo. Fu così che Alessia iniziò a truccarsi la mattina. Iniziò durante la prima media, perché le persone iniziarono a fare domande sui segni. Per rigor di logica i bulli non potevano maltrattarla la mattina prima che uscisse di casa. Di giorno in giorno il trucco diventava più pesante, fino a che Alessia non iniziò a sembrare molto più grande della sua età. Paradossalmente nessuno si chiedeva perchè una ragazzina di dodici anni si truccasse così tanto.

 

Uno dei nostri pomeriggi più belli fu quando il Mostro non tornò a casa per una giornata intera. Andammo al rifugio per rilassarci un po'. Alessia si mise a disegnare mentre la guardavo. Sul suo volto non c'era traccia di preoccupazione e questo sollevava anche me. Come ogni giorno mi chiese tutti i dettagli di quello che mi era successo a scuola. Nonostante fosse lei quella che se la passava peggio non smetteva di preoccuparsi per me, voleva assicurarsi sempre che io avessi passato un'ottima giornata. Avrei voluto che fosse stato sempre così per noi. Avrei voluto poter passare i pomeriggi a pensare solo al disegno che si formava sotto i suoi occhi celesti per arrivare fino alle dita e poi alla punta della matita. Sarei voluto rimanere lì seduto a guardare la mia sorellina, con quei bellissimi ricci rossi, la pelle così chiara, e il cuore così grande.

 

  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: ChristieCharles