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Autore: smile_tears    16/05/2014    5 recensioni
«Le rose rosse sono i fiori più belli e più importanti. Simboleggiano l’amore, quello vero. Quando sarai grande e vorrai dire ad una donna che la ami, regalale una rosa rossa, lei capirà»
Genere: Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Rose rosse



Era una calda giornata di agosto. Il sole stava sorgendo dietro gli alti monti, gli uccellini cinguettavano allegramente svolazzando qua e la, i galli cantavano facendo risvegliare gli abitanti del piccolo borgo di Gradara.
Il paese stava lentamente prendendo vita, ma c’era qualcuno che non dormiva da giorni. Era un giovane ragazzo di circa vent’anni. Stava viaggiando da giorni ormai, era partito dal suo paese natio per raggiungere Gradara, dove era stato assunto come giardiniere nel palazzo reale.
Il suo nome era Federico. Era un bel giovane, alto con i capelli neri come la pece e occhi azzurrissimi, più chiari del cielo.
Chiunque si sarebbe potuto innamorare di lui, peccato però che fosse figlio di un' umile coppia di contadini e che per questo non fosse considerato all’altezza delle nobil donne del tempo.
Federico camminava a passo spedito, tanta era la voglia di entrare nel palazzo reale per svolgere il suo lavoro. Il suo era un lavoro umile, ma era quello che sognava di fare sin da piccolo. Aveva sempre amato i fiori, era una passione che gli aveva trasmesso suo nonno.
Quando era piccolo passava le giornate intere nel giardino di suo nonno correndo tra i fiori colorati, poi suo nonno lo raggiungeva, tenendo nella mano destra una rosa rossa a cui aveva precedentemente tolto le spine e gli diceva «Le rose rosse sono i fiori più belli e più importanti. Simboleggiano l’amore, quello vero. Quando sarai grande e vorrai dire ad una donna che la ami, regalale una rosa rossa, lei capirà».
Federico non aveva ancora avuto l’occasione di compiere un gesto così romantico, non aveva ancora trovato la ragazza giusta, sperava di trovarla a Gradara; era uno dei suoi sogni più grandi.
Dopo ore e ore di cammino attraverso i vicoli del borgo, il giovane arrivò di fronte ad una imponente costruzione in pietra: era appena arrivato al castello di Gradara.
Federico rimase estasiato, non riusciva a muoversi tanto era lo stupore di trovarsi in quel luogo così maestoso.
«Cosa ci fa lei qui?»
Una voce fece risvegliare Federico, che portò lo sguardo sul suo interlocutore.
«Sono Federico, il nuovo giardiniere chiamato da Sua Maestà il re»
«Mi segua» rispose la guardia conducendolo all’interno del palazzo.
La guardia gli fece percorrere molti corridoi e il ragazzo rimase di volta in volta più estasiato, quelle mura avevano una storia e ogni oggetto presente nelle stanze del palazzo serviva a raccontarla.
Alla fine i due giunsero nel salone del palazzo, dove ad accoglierli c’era il re con la sua famiglia.
«Vostra maestà» disse facendo un grande inchino in segno di rispetto.
Dopo aver ricevuto il consenso del re Federico si rialzò, e nel farlo il suo sguardo cadde su Arianna, la figlia del re.
Era una giovane ragazza dai lunghi capelli biondi e dagli occhi verdi, profondi come mai ne aveva visti in vita sua.
A quella visione il suo cuore prese a battere furiosamente, come se avesse voluto uscirgli dal petto. Non aveva mai provato niente di simile, che fosse l’amore che aspettava da anni? A questo pensiero si diede dello sciocco, lei era una principessa mentre lui era solo un giardiniere, non sarebbe potuto succedere mai niente tra di loro.
 
 
Erano passati già molti mesi dall’arrivo di Federico al palazzo reale. Il re era fiero di lui, oltre a saper svolgere bene il suo lavoro era anche un ragazzo molto educato e che eseguiva sempre gli ordini alla perfezione.
Federico passava la maggior parte del tempo nel giardino per prendersi cura dei suoi amati fiori, non gli piaceva stare chiuso nelle mura della sua stanza. E poi voleva evitare di stare troppo tempo con la principessa, provava emozioni troppo forti quando era con lei e non riusciva a pensare lucidamente.
Arianna, invece, passava il tempo a guardare Federico dalla finestra della sua stanza. Le piaceva osservarlo mentre lavorava, lo trovava ancora più bello del solito. Poi però, quando faceva pensieri simili, si vergognava di se stessa. Non doveva pensare a Federico, almeno non in quel senso anche perché lei era già stata promessa in sposa ad un principe del regno confinante. E poi lei non poteva stare con un giardiniere, suo padre l’avrebbe rinchiusa nel castello a vita e, cosa peggiore, avrebbe cacciato Federico dal palazzo e lei lo avrebbe perso per sempre, anche come amico.
Già, amici. Lei infatti considerava il ragazzo come un amico, l’amico che non aveva mai avuto. Da quando il padre le aveva chiesto di dare un paio di lezioni a Federico per insegnargli a leggere avevano passato molto tempo insieme, e non solo di pomeriggio. Furono infatti molte le notti in cui i due si incontrarono di nascosto per parlare, si trovavano benissimo insieme.
Arianna sarebbe stata capace di fare qualunque cosa pur di stare con Federico, era convinta di amarlo con tutta se stessa e non voleva farselo scappare così.
Proprio per questo la ragazza scese velocemente le scale del palazzo, cercando di non inciampare nel suo vestito, e corse nel giardino.
Quando arrivò in giardino trovò Federico nella stessa posizione di prima. Era chino su un cespuglio di rose rosse e stava tagliando alcune spine, cercando di non pungersi troppo.
«Federico» lo chiamò piano.
Il ragazzo si voltò e, non appena la vide, fece un inchino e «Mia signora» disse.
La ragazza si morse la lingua per non urlargli contro, sarebbe stato imbarazzante per una donna nobile come lei iniziare ad urlare. Gli aveva detto più volte di darle del tu piuttosto del voi dato che erano amici, ma il ragazzo non aveva intenzione di ascoltarla.
«Sono venuta qui per farti una domanda» disse dopo che ebbe sbollito la rabbia.
Il ragazzo, che era tornato a darle le spalle per poter lavorare, le fece un cenno col capo per farle capire che poteva parlare.
«Sei innamorato di me?» domandò diretta, anche se con un filo di voce.
A quelle parole il ragazzo si immobilizzò di colpo. Sapeva che la ragazza era molto schietta ma, accidenti, avrebbe potuto fargli la domanda in modo un po’ meno diretto.
Federico non riusciva a dire una parola, la voce gli era morta in gola tanta era la paura di risponderle. Per questo finì di togliere le spine ad una rosa che aveva in mano e poi, girandosi con un lieve sorriso ad increspargli le labbra, gliela porse.
La ragazza la prese e sorrise, sorrise come mai aveva fatto in vita sua perché lei aveva capito, lei sapeva il significato di quel fiore, glielo aveva raccontato Federico un po’ di tempo prima.
 
Arianna e Federico erano seduti a terra, con la schiena appoggiata contro il tronco di una quercia.
Teoricamente avrebbero dovuto studiare, praticamente Arianna leggeva mentre Federico si rigirava tra le mani una rosa rossa colta poco prima.
Dopo avergli lanciato alcune occhiate di nascosto, la ragazza si fece coraggio e «Perché sei così fissato con le rose rosse?» chiese.
Il ragazzo parve risvegliarsi da un lungo sonno e, poggiando la rosa al suo fianco, iniziò a spiegare.
«Io non sono fissato, è solo che a volte mi chiedo come faccia un fiore così piccolo a racchiudere un significato così profondo»
«Che tipo di significato?» lo interruppe
«Mio nonno mi diceva sempre che le rose, oltre ad essere uno dei fiori più belli, hanno anche un significato profondo perché simboleggiano l’amore e che, quando volevo dichiararmi ad una ragazza, dovevo regalarle una rosa rossa perché avrebbe capito il suo significato»
La ragazza a sentirgli pronunciare quelle parole arrossì e, chiudendo il libro con uno scatto veloce, si alzò dicendo «Devo tornare dentro, si è fatto tardi. Ci vediamo domani» e così corse dentro e, nel farlo, le parve di sentire la risata di Federico arrivarle lieve alle orecchie. Ma non seppe mai a cosa era dovuta.
 
A quel punto Arianna si avvicinò a Federico e l’abbracciò forte, appoggiando la testa sul suo petto e premendo le mani sulla sua schiena per tenerlo più vicino. All’inizio il ragazzo non ricambiò l’abbraccio, convinto che fosse solo un abbracciò di conforto ma non appena le sentì sussurrare un flebile «Anche io sono innamorata di te» la strinse forse a se.
Il dolce momento fu interrotto da Arianna che disse «Mio padre non accetterà mai una nostra unione. Lo sai questo, vero?»
Federico lo sapeva, lo sapeva eccome ma non avrebbe mai rinunciato all’amore della sua principessa per cui «Scappiamo» sussurrò. Un sussurro che fece perdere numerosi battiti alla ragazza. «Scappiamo, viviamo il nostro amore» ripeté Federico. Arianna non ebbe esitazioni nel rispondere, avrebbe fatto di tutto per Federico per cui «Si, scappiamo» acconsentì, finalmente felice di aver trovato un uomo che l’amasse per davvero.
 




Hola!
Ciao a tutti!
Questa è la prima storia che scrivo in questo campo, per cui scusatemi se la trama è vista e rivista e se non è proprio bellissima.
Questo, teoricamente, è il mio compito in classe di italiano. L'ho solo revisionato e ho aggiunto alcune parti in più che durante il compito non ho fatto in tempo a scrivere.
Detto questo, vi ringrazio se siete arrivati fin qui e, se vi va, lasciatmi un parere.
Miky

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