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Autore: Soqquadro04    16/05/2014    2 recensioni
[Spoiler!5x22 | Angst | ElenaCentred | Possibile OOC | Implied!Delena | Non ho proprio più la forza, capitemi]
[...] Hai sempre creduto che dopo aver visto morire Jeremy avresti sopportato qualsiasi cosa – hai sempre pensato di essere forte abbastanza, di avere visto abbastanza, di avere capito come si fa ad andare avanti (e ti sei sempre sbagliata, sei sempre stata così stupida – tutto quello che c'è stato prima è spazzato via dall'adesso e adesso tu sei soltanto qualcosa di vuoto, qualcosa di rotto; qualcosa che nessuno può sperare di rimettere insieme, irrimediabilmente frantumato in pezzi troppo piccoli e fragili e sei così persa, sei così stanca).
Una volta ti hanno detto che eri una donna capace di rimanere in piedi durante la fine del mondo – ora sai che hanno mentito,
hanno tutti mentito (il mondo è finito – tutto quello che era casa è andato distrutto – e tu sei in ginocchio [...]
Dolore che non è più nemmeno dolore (è qualcosa di troppo, qualcosa di oltre) - sorrisi di ombre e il cielo che crolla.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alaric Saltzman, Elena Gilbert | Coppie: Damon/Elena
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Autore: Soqquadro04
Fandom: The Vampire Diaries
Disclaimer: non sarei messa così, se mi appartenessero.
Generi: Introspettivo, Sentimentale, Angst
Avvertimenti: possibilissimo OOC, Spoiler!5x22, Implied!Delena
Rating: Verde
N/A - Note dell'Autrice:

No. Non sto bene, prima che me lo chiediate - dubito che ci sia qualcuna che sta bene.
Sono semplicemente svuotata - e sto decisamente male, altro che bene. Ma tanto.
Tutto ciò è semplicemente un flusso di coscienza senza sens che ho sentito il bisogno di buttare fuori - e mi sto concentrando su Elena perché non sono pronta, né lo sarò probabilmente entro i prossimi... venticinque anni, credo, a tentare di avventurarmi nella testa di Damon. E sto facendo fatica anche a scrivere, ora, perciò vi lascio e vado a cercare di pensare lucidamente. Cosa che non riuscirò a fare mai più, suppongo.

A presto,
la vostra Soqquadro

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E resta la cenere
 

 

Anche la polvere del nostro amore è qualcosa, confrontata al nulla del mondo.
Sergio Quinzio

Siamo polvere e ombra.
Quinto Orazio Flacco

 


Non è più nemmeno dolore, il tuo, Elena – è oltre il dolore, oltre il pianto, oltre la solitudine (oltre la tua anima spaccata e oltre la fiamma che eri, spenta da un colpo di vento).

Hai sempre creduto che dopo aver visto morire Jeremy avresti sopportato qualsiasi cosa – hai sempre pensato di essere forte abbastanza, di avere visto abbastanza, di avere capito come si fa ad andare avanti (e ti sei sempre sbagliata, sei sempre stata così stupida – tutto quello che c'è stato prima è spazzato via dall'adesso e adesso tu sei soltanto qualcosa di vuoto, qualcosa di rotto; qualcosa che nessuno può sperare di rimettere insieme, irrimediabilmente frantumato in pezzi troppo piccoli e fragili e sei così persa, sei così stanca).

Una volta ti hanno detto che eri una donna capace di rimanere in piedi durante la fine del mondo – ora sai che hanno mentito, hanno tutti mentito (il mondo è finito – tutto quello che era casa è andato distrutto – e tu sei in ginocchio, sei bocca a terra, ti trascini a malapena fra i giorni implorando il tempo di avere pietà, ma il passato continua a non tornare e ti restano solo i ricordi, solo i maledetti ricordi, e il presente non è niente più che una follia senza senso, venata di sofferenti frammenti di te); una volta ti hanno raccontato che al dolore si sopravvive (e tu ci hai creduto, Elena, e allora l'unica spiegazione è che quello che ti dilania i muscoli non sia dolore – sia qualcosa per cui non potrà mai esistere una parola, un terrore e un rimpianto e uno strazio continuo e costante e infinito e tu non puoi fare niente, non riesci più a fare niente ed è tutto così inutile che non sai neppure perché ti ostini a rimanere).

 

Avresti voluto una figlia con i suoi occhi – una bambina da chiamare principessa e un maschietto coi capelli scuri (se foste stati umani, se fosse stato possibile – se se se).

Ma non siete umani – se fossi umana ti saresti già spezzata a metà sotto il peso di tutto questo (e ancora non capisci perché non è successo, perché non ti sei accartocciata su te stessa come carta bruciata – dentro non sei niente più che questo e il corpo è solamente qualcosa di pesante, qualcosa che ti tiene legata alla realtà) – e non lo sarete mai – non sarete più niente, ormai, neanche quello che avreste potuto essere.

 

(Avreste potuto essere voi per l'eternità e un giorno – avreste potuto essere fuoco e litigi e giornate passate a ridere senza motivo; avreste potuto essere tutto e avreste potuto essere quello che eravate e non avresti chiesto nient'altro.
Avreste potuto essere felici.
)

E ora non hai più niente.

 

Sono passati mesi eppure fa male come il primo giorno – eppure ancora non accenni a guarire, a riprendere una parvenza di normalità, a tentare di tornare a respirare (hai l'impressione che l'aria sappia ancora di fumo e di corpi carbonizzati – e hai il terrore che da qualche parte si senta ancora il suo odore).

La paura ti ha svuotato – la sofferenza ti ha scavato solchi sotto gli occhi e ti ha lacerato le carni, ha morso e graffiato e strappato come un animale rabbioso (l'impotenza ti pesa addosso e le giornate sono tutte identiche e la tua vita è diventata una frase fatta – la tua vita non ha senso perché non c'è più nessuno in grado di renderla qualcosa che vale la pena vivere, non è più nemmeno una vita).

C'è stata rabbia, ci sono state lacrime – ci sono state le grida e le notti passate abbracciata ad Alaric (Ric che forse è l'unico che può capire – non del tutto, nessuno può capire tutto, ma è stato qualcuno a cui aggrapparti, qualcuno che anche solo vagamente si rende conto di ciò che hai perso – che mormorava fra i tuoi capelli e ti cullava come una bambina – shh lo so che fa male lo so ma passerà, passa sempre; e sai che anche quella è una bugia) e ci sono stati brandelli di passato che ti hanno inseguita e che continuano a farlo (l'ombra del suo sorriso e le sfumature delle sue espressioni e ogni volta che alzi lo sguardo vedi i suoi occhi – una notte ti ha detto che eri diventata tutto, per lui, e non avevi neanche provato a spiegargli cosa era lui per te. Cosa è).

 

Quando la persona che ami muore – e quella persona non la ami come la gente intende l'amore (la ami al di là del tempo e tu che non hai mai creduto poi troppo nelle storie contrastate la ami anche oltre l'universo – e non tanto per dire, non perché è qualcosa di romantico da pensare, solo perché è la tua realtà e a volte davvero la ami così tanto da fare male, tanto che ogni singolo momento in cui non ti è abbastanza vicino ti tortura, e come farai a sopravvivere a questo, Elena, non lo sai; semplicemente non puoi e prima o poi, inevitabilmente, lentamente, smetterai d'essere) – e quando non puoi nemmeno toccarlo un'ultima volta, quando non puoi neanche sentirlo dire addio, quando non fa neppure in tempo a sentirti chiedere perdono, ad avvertire un'ultima volta la tua bocca (ti amo – ti prego, ti prego no – ti amo ti amo ti amo non lasciarmi ti amo) e senti il peso di tutti quegli anni in cui hai mentito – tutti quegli anni persi e adesso cosa daresti per riaverli indietro, che prezzo pagheresti per aver aperto gli occhi un mattino d'inverno e aver avuto il coraggio di andare da lui e avere avuto più tempo, avere capito, avere avuto il futuro che avevi promesso avreste avuto (gliel'avevi promesso – e guarda dove sei ora); quando tutto questo ti cade addosso come se crollasse il cielo stesso, l'unica cosa che puoi fare è rimanere immobile e cadere con lui.

 

Non tornerà – la consapevolezza è fredda come neve e ti bagna le ossa (se avessi ancora una parvenza di vita diresti che ti uccide – ma ti sei lasciata andare; da sola non hai forza abbastanza per lottare).

Non tornerà – non c'è più neppure un luogo dal quale dovrebbe tornare (non c'è possibilità, non c'è futuro – non c'è nulla e l'unica cosa che resta sono i cocci del tuo cuore spezzato e le urla mute che ti fanno agitare la notte, mentre scalci in preda a incubi che nessuno scaccia più).
Non tornerà anche se l'hai pregato – anche se hai offerto tutto ciò che ti rimane alle stelle (tutte le tue lacrime), anche se senti di non poter sopportare un altro giorno (a nessuno importa, nessuno ascolta – nessuno nessuno nessuno).

Non tornerà.

 

(E l'unica cosa che resta è la cenere, Elena).

 

   
 
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