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Autore: Aiko Inochi    16/05/2014    3 recensioni
Gli esseri umani sono riusciti a sopravvivere alla grande crisi ambientale che avrebbe portato alla rovina il loro pianeta. La Terra ora è salva e gli uomini hanno imparato a vivere in pace. Però non sempre è tutto come appare e a capirlo bene, sarà un giovane diciassettenne. Con due fazioni opposte, imponenti mecha che combattono, legami creati e distrutti ognuno continua a portare avanti i propri ideali.
Genere: Azione, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ARGEST AGE – section 1

                              

 

Anno 2526. Negli ultimi secoli il pianeta Terra e i popoli che la abitano, hanno subito molti cambiamenti. Per far fronte alla gravissima crisi ambientale e salvare il pianeta, tutte le nazioni sono state riunite sotto l’impero Argest, i continenti sono considerati come regioni e gli stati vengono chiamati zone. Sono state cancellate la maggior parte delle differenze culturali, anche le lingue parlate sono quasi scomparse e al loro posto viene usata la lingua ufficiale dell’impero.  Il comando è affidato alla famiglia imperiale Argest con l’aiuto di una stretta cerchia di collaboratori. Essi mantengono l’ordine e la tranquillità sull’intero pianeta.

«Reattore ok. Propulsori al cinquanta per cento … settanta … novanta … cento per cento ok. Reattività dei comandi ok. Collaudo completato.»
«Ottimo lavoro Takehito! Puoi anche riposare ora.»
Da un enorme robot dall’aspetto umanoide si aprì uno sportello, dal quale uscì un ragazzo. Il robot si trovava in un’enorme sala spoglia e con pochissime luci, il minimo indispensabile per non sbattere contro un muro.
Il giovane si sbrigò a scendere e a raggiungere i suo colleghi nella stanza adiacente, più piccola e piena di diversi dispositivi elettronici.
Non appena entrò, prese velocemente un libro e sedendosi in terra cominciò a leggerlo.
«Ikeda Takehito, nato il 3/08/2509 nella regione asiatica, alto 1,68 capelli e occhi castani segni particolari nessuno, ma scriverei smemorato. Stai più attento a non perdere il tuo tesserino di riconoscimento o finirai col metterti nei guai.»
«Scusa, starò più attento.» disse il ragazzo prendendo il tesserino che gli stava porgendo il collega.
«Cos’è che leggi con così tanta attenzione?» gli domandò un altro collega che aveva da poco spento il resto dei macchinari.  
«Storia.» Rispose automaticamente.
«Non dovresti studiare dopo un’intera giornata di lavoro.»
«Purtroppo devo. Ho trascurato lo studio in questi giorni e domani ho un compito.» disse girando una pagina senza staccare gli occhi dal libro.
«Non è una novità che trascuri lo studio.» sentenziò sorridendo uno dei due colleghi.
«Ma se non completi il tuo corso di studi non potrai mai fare carriera, anche se sei già molto bravo.» continuò l’altro.
«Già! Almeno questa volta il compito non dovrebbe essere troppo difficile. L’argomento è la storia del nostro impero che mi viene raccontata da quando ero piccolo, in più c’è l’ultima rivoluzione industriale con molecole Mirish e i teknight.» spiegò Takehito.
«Mi raccomando, non dilungarti troppo con i tuoi amati robot da combattimento, teknight.»
«L’ho già fatto nel compito di fisica non mi ripeterò.»
«Che ne dici di tornare a casa? Domani il nostro giovane collaudatore, oltre al suo compito di storia,  ha i nuovi teknight CF 05 da testare .»L’altro annuì.
«Allora noi andiamo. A domani!»
«Buona notte!»
Takehito rispose ai saluti con un cenno del capo, apparentemente concentrato sulle pagine del libro.
Il suo pensiero, però, era tutto rivolto al lavoro del giorno seguente.
Finalmente l’ultimo modello della serie CF era terminato e poteva provarlo, prima ancora dei piloti.
 Aveva letto qualunque cosa lo riguardasse, dall’idea iniziale ai progetti finali e tutto il  manuale d’uso.
Gli cominciarono a brillare gli occhi. Così decise che il libro di storia non aveva più importanza riponendolo nel suo zaino.
Spense tutte le luci uscendo e chiuse la porta a chiave.
La sala dei collaudi si trovava in un grande laboratorio, nel quale venivano testate qualunque tipo di nuova tecnologia e Takehito viveva proprio lì, in una piccola stanza di quel grande laboratorio.
Di notte in genere non restava nessuno, era un posto tranquillo.
Forse a qualcun altro quel posto poteva apparire troppo buio e silenzioso, addirittura spaventoso, ma quella ormai era la sua casa da ben tre anni.
Aveva lasciato tutto ciò che aveva per dedicarsi completamente alla sua più grande passione.
Il giorno seguente Takehito, subito dopo il compito, che a suo parere era andato abbastanza bene, si recò di corsa nel laboratorio.
Il collaudo era previsto per il tardo pomeriggio ma voleva essere presente ad ogni attimo, già dal loro arrivo.
Una volta arrivato al laboratorio, si sbrigò a prendere il suo tesserino di riconoscimento e a soddisfare tutte le richieste del sistema di sicurezza.
Era arrivato in tempo.
C’erano diversi uomini che si davano da fare per posizionare i grandi container che racchiudevano i nuovi modelli. Tutte le operazioni della loro realizzazione furono svolte in gran segreto.
Tutto procedeva con tranquillità, l’edificio era protetto da due piloti dell’esercito imperiale a bordo dei loro teknight.
In CF 05 erano tre unità di colore verde scuro, dall’aspetto dovevano essere molto agili date le loro dimensioni più contenute rispetto ai precedenti modelli, dovevano essere all’incirca alti dieci o dodici metri e avevano alla sommità una sorta di elmo con sopra una stella arancione a quattro punte. Secondo le schede con le loro caratteristiche, dovevano possedere diverse armi da utilizzare in ogni situazione anche se a prima vista non ne aveva nemmeno una.
Improvvisamente si sentirono delle esplosioni provenire dall’esterno , i suoni arrivavano ovattati come se provenissero da lontano.
«Cosa sta accadendo?»si affrettò a domandare Takehito.
«Un attacco della Phlayrh! Sono riusciti a rintracciare i nostri movimenti -  a parlare fu uno dei tecnici che si trovava vicino ai container, aveva un auricolare con cui stava comunicando con l’esterno – dicono di interrompere le operazioni e di portare i teknight in un altro luogo facendoli passare per i sotterranei.»
Ricevuto l’ordine tutti cominciarono a darsi da fare.
Nel frattempo i due piloti dell’esercito imperiale erano in seria difficoltà.
La superiorità degli avversari era nettissima, e non solo per una questione numerica.
I teknight che stavano fronteggiando erano noti.
Dotati di una tecnologia in gran parte sconosciuta e diversa da quella utilizzata per i modelli imperiali, manovrati da piloti esperti e dalle straordinarie capacità, tutte caratteristiche che li rendeva avversari temibili.
Lo scontro proseguiva.
Uno dei teknight imperiali si ritrovava a combattere con un altro si colore blu dall’aspetto minaccioso, armato di una spada che emanava una luce bianca.
L’atro era impegnato con gli altri due. Uno era grigio leggermente più grande dell’altro, armato di una sorta di pistola, l’altro invece, di un marroncino molto chiaro, era molto più massiccio.
«Ci stanno prendendo in giro? Cosa pensano di fare soltanto in due?»
«Y7 non sottovalutare la situazione. Non possono permetterci di recuperare quei nuovi modelli così facilmente.»
«Però ha ragione. Almeno che non abbiano qualche unità nascosta o qualche trappola, impiegheremo solo pochi minuti per sbarazzarci di loro.»
«Y7! S8! Procediamo come stabilito.»
«Agli ordini!»
«Ricevuto!»
Il teknight blu si lanciò all’attacco sferrando una serie di fendenti che ridusse in più pezzi il mecha nemico.
Allo stesso tempo quello grigio si scaraventò sul suo avversario e bloccandolo, sparò un colpo mirando alla testa, provocando una piccola esplosione.
Il teknight marrone essendosi liberato dallo scontro, posizionò delle cariche esplosive sul tetto del laboratorio, una volta esploso il tetto cominciò a crollare poco alla volta.
I tecnici e i collaudatori per mettersi al sicuro dal crollo si allontanarono lasciando i container incustoditi.
Per i piloti della Phlayrh fu semplice recuperarli.
Entrati nel laboratorio, completamente indisturbati caricarono il loro obbiettivo su di una rete di acciaio. L’operazione durò pochi minuti, l’ultimo controllo per verificare che tutto fosse a posto e poi cominciarono e levarsi in volo.
«Maledetti terroristi! Non vi lascerò portarli via.» Takehito ripresosi dalla sorpresa e dallo spavento, corse verso di loro.
Non sapendo nemmeno cosa fare si aggrappò alla rete e si lasciò portare col carico rubato. Nessuno si accorse del ragazzo che ormai era lontano dal laboratorio.
Non sapeva dove lo stessero portando e non sapeva che cosa avrebbe fatto dopo, voleva solo fermarli e riportare indietro quei teknight che aveva tanto atteso.

 

 

Angolo dell'autrice:
Da un pò mi sono cimentata nell'impresa di scrivere una storia mecha, pur di mettere giù le idee che ho in testa. Ora seguo un'altra idea folle ... quella di pubblicarla e condividerla con altri.
Si tratta di una storia semplice che non vuole avere troppe pretese, e sicuramente pieno di influenze provenienti da diverse serie di robottoni. Spero possa essere piacevole leggerla come lo è per me scriverla.
I primissimi capitoli saranno un pò corti e ho intenzione di pubblicarli uno ogni due settimane, per quelli più lunghi non saprei dire se riuscirò a mantenere tale scadenza.
Grazie per aver letto e alla prossima!

  
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