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Autore: sweetPotterina    17/05/2014    1 recensioni
“Voglio risparmiarti dall’oscurità”.
Avevano un muto accordo.
La regola? Non parlarsi.
Lo scopo? Qualcuno, sapendo, avrebbe detto tenersi compagnia.
Sembrava meno lacerante il dolore quando si era in due.
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Lavanda Brown, Ron Weasley, Severus Piton | Coppie: Draco/Hermione, Lavanda/Ron, Ron/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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- Questa storia fa parte della serie 'Ombra costante'
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PREMESSA: Questa storia é legata alla long-fic “Solo con te”, in quanto rappresenta il prologo della saga “Ombra costante”.
Essendone, tuttavia, il primo capitolo, la comprensione di questa storia, delle circostanze e dei personaggi, sono possibili anche senza la lettura della storia da cui dipende. Pertanto, buona lettura a tutti!




PROLOGO
GIOCO DI OMBRE


Dove c’è molta luce l’ombra è più nera.
(Johann Wolfgang von Goeth)



Qualcuno si chiede ancora come sia iniziata tra Draco Malfoy e Hermione Granger.
Ma solo loro due sanno che l’inizio lo devono alla fine.
La fine di un’illusione, di una speranza calpestata brutalmente.
Lei aveva smesso di vivere alla luce del sole per un amore non corrisposto.
Lui aveva smesso di vivere alla luce del sole per un amore tradito.
L’orgoglio aveva cercato di aiutarli a sopravvivere, ma il sole, così come il mondo, gli aveva voltato le spalle e aveva smesso di irradiare il suo personale calore.
I raggi si erano trasformati in spire di fuoco capaci di bruciare sulla ferita ancora aperta e sanguinante.
Si erano ritrovati da soli, con forze insufficienti per sopravvivere. Per sopportare.

Erano stati costretta a rifugiarsi nell’oscurità.

Un inferno personale fatto di facce nemiche, di figure ambigue, di sofferenze che non riuscivano a trovare pace o riposo.
Poco contava se qualcuno gli dicesse che non erano da soli, che qualcuno porgesse una mano per tentare di aiutarli.
Loro si sentivano così dentro –due anime solitarie in pena!–, ed era questo l’importante.
Qualcuno poteva chiamarla codardia, ma solo chi aveva vissuto poteva davvero comprendere quei gesti introversi.
Perché loro non scappavano, non si nascondevano.

Loro cercavano semplicemente se stessi.

Perché solo quando si ha piena consapevolezza di sé si può affrontare il mondo e il proprio cuore.
In quel baratro senza fondo hanno quindi tastato ciechi l’oscurità, fino a quando hanno trovato la forza di vedere oltre la patina buia e fredda.
Hanno conosciuto i propri scheletri, le proprie paure, finché questi non sono diventati loro amici.
Hanno affrontato i mostri del passato e li hanno abbattuti.

Insieme.

Perché puoi sentirti solo un giorno, ma non sarà mai così per sempre.
Non è nella natura dell’uomo.
L’anima alla fine si ribella, si accende di disperazione e cerca la sua gemella.
Per questo nel buio sono riusciti a vedersi, nella solitudine ad avvicinarsi, nella ragione a scoprirsi e a conoscersi.
Finché nel cuore sono riusciti ad amarsi.

***

Ottobre 1996.

La stava guardando, mentre i suoi amici scherzavano e ridevano dietro di lui.
Non li ascoltava, ma fingeva di ridere con loro, intanto che nella foresta si sistemano vicini l’uno con l’altro in attesa che la lezione cominciasse.
-Ehi, Mezzosangue.
Hermione gli passò di fronte in quel momento, con la sua amica, e alzò lo sguardo su di lui con diffidenza, quasi distratta.
Ma Draco sapeva di avere tutta la sua attenzione.
-Hai incontrato Weasleyuccio, per caso? Stamattina non l’ho ancora visto.
Lei sorresse il suo sguardo divertito per un lungo istante, lungo abbastanza per leggerle dentro tutta la delusione e la tristezza che avevano provocato le sue parole.
Come previsto, un nodo allo stomaco lo colpì, ma Draco rimase fedele alla sua maschera e continuò a fingere di giocare a quel passatempo che divertiva tanto i suoi compagni di casa.
Era diventato semplice raggirare loro, sempre più difficile ingannare lei.
Lei che adesso stava abbassando il capo per raggiungere i suoi amici e che si ostinava a credere in un qualcosa che non poteva esistere.

La resurrezione.

Eppure entrambi sapevano che era tutta un’illusione, un gioco di ombre.
Era sempre stato così.
Lo sapeva lui e lo sapeva lei.
E questo per il momento bastava.
Perché tutto quello che era interessante accadeva nell’ombra.

   
 
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