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Autore: EmyEvans    29/07/2008    1 recensioni
Questa storia è complicata, molto lunga e altrettanto strana. Se un giorno non vi ricordaste più nulla della vostra vita, scopriste che siete soli al mondo e veniste affidati ad una famiglia mai vista prima, cosa fareste? Impazzireste o rimarreste voi stessi?
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Desolazione. Morte. Rovine. La pioggia cadeva su tutto questo, coprendone ogni dettaglio e trasformandolo in qualcosa di peggiore. Una strana ombra stava china su un ragazzo, mentre brandiva una spada. L’elsa era nera, mentre la lama argento, o almeno quello che ne riusciva a brillare, sotto un cielo coperto da nuvole grigie. Il resto era di uno strano vermiglio. Sembrava sangue. Esso ricopriva i vestiti di tutti e due, strappati. L’ombra assunse il volto di una giovane dagli occhi iniettati di rosso e spalancati, immobili come lei stessa, verso il volto del ragazzo, quando un fulmine attraversò il cielo con la sua linea gialla. Una lacrima scese lungo la guancia perfetta e diafana della ragazza, che però scomparve dietro le gocce di pioggia che si stavano andando ad accumulare lungo tutto il suo viso. Il ragazzo, ormai quasi in fin di vita, tentò di levare una mano verso il viso della ragazza, che però non sembrò accorgersene, persa in qualcosa come i suoi pensieri. Essa tratteneva ancora la sua spada, con la quale aveva posto fine alla vita di quel ragazzo. La mano ricadde inerme dopo poco e il petto del giovane smise di alzarsi e abbassarsi. La morte era piombata su di lui, come un velo nero. Ma prima, le sue labbra si erano mosse, quasi silenziose, e avevano mormorato qualcosa. Un nome. La ragazza aveva sussultato, ma solo per un secondo, prima di trasformarsi di nuovo in una statua perfetta. Gli occhi però sembrarono muoversi verso qualcosa alla sua sinistra, prima di chiudersi e prima che la giovane crollasse su se stessa e andasse a sdraiarsi a terra con la schiena, svenuta. In quel momento un altro lampo pervase il cielo e i lineamenti di quella ragazza assunsero un volto ben definito, dai lineamenti chiari e stranamente simile a quello di qualcuno. Vagando per quella landa desolata, in punta di piedi ed evitando gli altri corpi che accerchiavano quelli della scena iniziale, mi avvicinai alla ragazza, stando attenta a non fare nessun rumore. Urtai una spada, provocando un piccolo stridio, impossibile da udire. Quando mi rivoltai però, dopo essermi assicurata che la spada rimanesse immobile, la ragazza fissava davanti a sé, con uno strano sorriso sulle labbra. Sembrava quasi che stesse ridendo per qualcosa. In un secondo estrasse la spada dal corpo inerme del ragazzo. Un dolore atroce mi arrivò dal petto. Abbassai lo sguardo e vidi lo stesso rosso, allargarsi come una macchia lungo la mia camicia da notte bianca, trasformandola in un lago vermiglio. Mi specchiai in quegli occhi rossi, osservando il mio viso riflesso in quegli specchi vividi. E mi accorsi di quanto il suo volto assomigliasse al mio. Un urlo scivolò fuori dalle mie labbra, ormai esangui, e caddi a terra. I miei occhi si chiusero contro la mia volontà e un velo d’oscurità occupò il mio campo visivo. La morte stava calando lentamente anche su di me, ormai inesorabile e impossibile da fermare.
  
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