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Autore: _Yumi_    17/05/2014    5 recensioni
Cercò di aprire gli occhi, ma le palpebre risultarono pesanti e stanche, così rinunciò e rimase fermo. Sentì qualcosa sfiorargli delicatamente alcune ciocche di capelli sulla fronte, e una voce sussurrare il suo nome.
-Alexander…-.
Non riuscì a riconoscere la voce, era certo che non fossero né Jace né Isabelle, e nemmeno Hodge o Clarissa. Era una voce che aveva già sentito, ma di cui non ricordava molto.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Alec Lightwood, Izzy Lightwood, Magnus Bane
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti ^^ questa è la prima Malec che scrivo e premetto che ho letto solo il primo libro (leggerò anche gli altri quando riuscirò ad andare in libreria o quando me li presteranno xD) e si ambienta nel periodo in cui Alec viene ferito da “Dorothea”, anche se non era lei, va beh… non voglio dilungarmi troppo. Spero apprezziate, recensite pure se volete, ma vi chiedo di non essere troppo severi :)
saluti, _Yumi_
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Che mal di testa. Fu il primo pensiero di Alexander.
Non ricordava molto di quello che era successo, era confuso, i suoi pensieri si dividevano tra  il soffice cuscino sotto la sua testa e le calde coperte che lo ricoprivano fino all’altezza del collo, ma quello che attirò maggiormente  il suo interesse fu il piacevole calore preveniente dalla sua mano sinistra , come se qualcuno lo stesse stringendo in attesa del suo risveglio.
Cercò di aprire gli occhi, ma le palpebre risultarono pesanti e stanche, così rinunciò e rimase fermo. Sentì qualcosa sfiorargli delicatamente alcune ciocche di capelli sulla fronte, e una voce sussurrare il suo nome.
-Alexander…-.
Non riuscì a riconoscere la voce, era certo che non fossero né Jace né Isabelle, e nemmeno Hodge o Clarissa. Era una voce che aveva già sentito, ma di cui non ricordava molto.
Rimase secondi, minuti, a pensare a chi appartenesse, ma non passarono altro che un paio di minuti prima che il sonno lo reclamasse a sé.
 
-Alec, Alec…-, una voce lo chiamava, non era minimamente paragonabile al dolce sussurro udito prima, ma era una voce familiare che non si stancava mai di sentire, una voce di donna, Isabelle.
-E’ da tre giorni che dormi, penso sia ora che tu metta qualcosa nello stomaco, è già sera- disse Isabelle scuotendo piano il fratello.
Sono ancora stanco, pensò, ma questa volta si sforzò maggiormente di aprire gli occhi e li sgranò piano.
La luce del tramonto era leggera e soffusa in infermeria, ma non gli fece meno male della luce di un pomeriggio nel bel mezzo dell’estate.
Fu doloroso, accecante e anche irritante, come una farfalla che deve uscire per la prima volta dal baco e deve dare il primo battito d’ali per volare.
-Finalmente!-gli saltò addosso Isabelle.
-Piano, sorellina, sei ingrassata per caso? Mi stai schiacciando-rispose il ragazzo con un lieve sorriso.
-Che antipatico!-rispose Isabelle facendo una falsa faccia offesa-Eravamo tutti così preoccupati! Magnus è addirittura venuto qui tutti i giorni, è andato via giusto qualche ora fa-.
-Alexander…- quella voce, poteva essere Magnus Bane? Bane lo aveva chiamato e gli aveva tenuto la mano tutti i giorni? Gli era stato accanto per sostenerlo? Una strana sensazione invase il suo corpo, con un misto di imbarazzo per essere stato visto in quella situazione, così fragile, così indifeso…così spettinato! Prima che potesse pensare ad altro il sonno lo richiamò di nuovo e non sentì sua sorella brontolare del fatto che avesse dovuto mangiare qualcosa prima di addormentarsi nuovamente.

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Quella mattina, Presidente Miao, stava accoccolato sulle ginocchia dello stregone, prima che questi si alzasse con l’intento di andare a trovare Alexander.
Camminando verso l’Istituto, decise di raccogliere un po’ i pensieri.
Alexander Lightwood, era solo un ragazzo, uno shadowhunter per giunta, perché provasse questa “attrazione” per lui non se lo sapeva spiegare. Forse erano i suoi capelli corvini, lisci e arruffati nello stesso momento, o forse erano quei suoi enormi occhi azzurri, che spiccavano come un diamante su un abito nero, oppure erano quelle sue labbra rosee… Quelle labbra, quanto avrebbe voluto baciarle e leccarle piano per assaporarne il gusto… Magnus si fermò di scatto, sorpreso dai suoi stessi pensieri.
E’ così giovane accidenti, è maggiorenne e sexy, ma penso di star diventando proprio un pervertito.
Stava per allungare una delle sue lunghe e affusolate mani per bussare sulla porta dell’Istituto, prima di notare una figura incappucciate che stava uscendo, quatta quatta, cercando di non farsi vedere, da una porta secondaria.
Più per curiosità, che per altre ragioni, decise di seguirla.
 
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Oltre il dolore fisico provato per la ferita del demone, ora doveva pure mangiare la “colazione” cucinata da sua sorella? Il mondo mi vuole male. Decise che avrebbe evitato di stare male a causa del cibo di sua sorella e approfittò del fatto che Isabelle fosse fuori per la spesa, per mangiare qualcosa di commestibile dal frigo.
Sazio, pensò a cosa fare e gli venne in mente Magnus.
Devo pur ringraziarlo, no? Anche se nulla potrà ricambiare il fatto che mi abbia salvato la vita.
Ma il motivo non era solamente quello, Alec voleva vederlo, voleva vedere Magnus Bane.
Prese una felpa con cappuccio, appoggiata a un sedia in infermeria, e decide di uscire da una porta secondaria, nel caso qualcuno tornasse dall’entrata principale. Il corridoio era deserto, come sempre.
Appena uscì, sentì la brezza mattutina scompigliargli i capelli e la luce del sole scaldargli tiepidamente il viso, si sentì fresco, quasi rinato dopo tutti quei giorni a letto, sfortunatamente, dovette coprirsi con il cappuccio, nel caso qualche nascosto fosse stato in giro e lo avesse riconosciuto.
Volle fare il tragitto fino a Brooklyn a piedi, per sgranchirsi le gambe un po’.
Più si avvicinava alla casa dello stregone e più si chiedeva cosa avrebbe potuto dirgli e in che modo avrebbe potuto ringraziarlo. Smettila di farti queste paranoie, non sei un bambino, si disse continuando a camminare fino a ritrovarsi davanti alla casa dello stregone.
 
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Questa cosa si fa interessante, pensò Magnus, i miei clienti abituali sono notturni, non mattinieri.
Si sarebbe aspettato che quella persona andasse in qualsiasi luogo, ma non che si sarebbe diretta verso casa sua.
I suoi pensieri furono interrotti dal rumore di una porta che veniva bussata e da un voce.
-Bane? Magnus Bane?... Ecco, sono Alexander Lightwood… volevo parlare con te, sei in casa?...-.
Lo stregone rimase piacevolmente sorpreso e decise di uscire dal suo “nascondiglio” che non era altro che una grossa quercia secolare.
-Mi volevi, cacciatore dai bei occhi?-.
Vide il ragazzo saltare dalla sorpresa e girarsi di scatto, con il cappuccio abbassatosi per il movimento brusco, ed eccoli, i suoi limpidi occhi azzurri, pensò Magnus.
-E-ecco, io sono qui… perché volevo r-ringraziarti...-disse sconnesso Alec, abbassando lo sguardo e diventando imbarazzato all’improvviso.
E’ inutile che nascondi il viso, vedo benissimo che sei imbarazzato, la tua pelle è così chiara che ogni minimo rossore è visibile. Sei tremendamente adorabile, cacciatore.
Si avvicinò al ragazzo senza far rumore, con una mano gli circondò i fianchi per attirarlo a sé, con l’altra gli sollevò delicatamente il mento per vedere di nuovo quegli occhi che gli piacevano tanto.
-C-cosa stai facend…?-cercò di chiedere Alec, senza avere il tempo di concludere la frase.
Magnus gli aveva catturato le labbra, fu un bacio casto e gentile, un leggero incontro di labbra.
Allo stregone, però, non bastava, voleva sentire il sapore che aveva Alexander, la sua dolcezza.
Delicatamente gli leccò il labbro inferiore, cercando di far socchiudere le labbra del ragazzo, chiedendo il permesso di entrare, permesso che non gli fu negato.
Entrò lentamente e iniziò ad esplorare la bocca di Alec, facendo giocare di tanto in tanto la sua lingua con quella del cacciatore, in un miscuglio di saliva e piacevoli baci umidi.
Piano, cercando di lottare contro la voglia di fare suo Alexander in quello stesso momento, liberò il mento di quest’ultimo, ma non lo lasciò andare, un braccio ancora lo circondava.
Come immaginavo, ha un sapore tutto suo questo cacciatore…,notando il rossore sul viso di Alec, è imbarazzatissimo. Cercò di non ridere mentre invitava lo shadowhunter.
-Ho quasi dimenticato le buone maniere, Alexander, vorresti accomodarti in casa?-.


Ed ecco conclusa la mia prima one-shot su Alec e Magnus! Amo questa coppia, accidenti u.u sò che non è molto lunga, ma spero vi sia piaciuta ^^

 
  
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