Non seguirò l’ordine della tabella iniziale ;)
Vorrei ringraziare giulia_g91, Rakij e Rowen_Cullen per aver commentato il primo post ^^
Buona lettura,
Sara.
Parole: 322
Prompt: 028, Figli
Tabella: http://community.livejournal.com/fanfic_archivio/298.html#cutid1
1933~
-028 FIGLI-
-028 FIGLI-
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Un anno più tardi
aveva avuto un figlio,
uno splendido bambino con le fossette e i riccioli neri.
[…] Sognavo un figlio mio.
[Rosalie Hale, Eclipse, Capitolo 7]
uno splendido bambino con le fossette e i riccioli neri.
[…] Sognavo un figlio mio.
[Rosalie Hale, Eclipse, Capitolo 7]
Dalla finestra della casa, lasciata aperta nonostante l’aria ancora fredda di Aprile, proveniva la voce allegra del bambino. Mi avvicinai, nel tentativo di guardare dentro.
Il vestito bianco, quel vestito sfarzoso che avevo sognato per mesi mi impacciava. Cadeva ormai scomposto, ancora macchiato con il sangue di quel bastardo e dei suoi amici.
Cacciai dalla mente l’immagine del suo viso ormai esangue e tornai a concentrarmi sulla finestra.
La risata cristallina diventata sempre più forte man mano che mi avvicinavo.
Scrutai l’interno della casa, il salotto arredato con mobili semplici e decorato altrettanto semplicemente trasmetteva una sensazione di calore e ospitalità, la stessa sensazione che mi accoglieva ogni volta che andavo a visitare Vera.
Il sorriso felice di Henry mi tornò alla mente, procurandomi una morsa allo stomaco. Quella famiglia felice, che tanto avevo invidiato ma che ero sicura di poter ottenere, ora mi appariva come un ricordo sfocato, irraggiungibile.
Tornai a fissare l’interno della casa e incontrai lo sguardo curioso del bambino con i riccioli neri.
- Henry- sussurrai e gli sorrisi.
Mi sporsi mentre Henry si avvicinava. Un fascio di luce proveniente dalla lampada, poco lontana dalla finestra, mi colpì il viso, illuminando direttamente i miei occhi.
Il bambino si fermò di colpo, fissandomi con gli occhi sgranati dal terrore. Indietreggiò di qualche passo, mentre gli occhi si riempivano di lacrime.
- No- mormorai, ma Henry stava già correndo via, verso la porta della stanza, chiamando a gran voce la madre.
Gli lanciai un’ultima occhiata prima di voltarmi per andarmene ma mi bloccai quando vidi il mio riflesso nel vetro.
I capelli biondi, che erano sempre stati così belli e lucenti, ricadevano scomposti sulle spalle, spenti e macchiati del sangue ormai spento di Royce. Abbassai lo sguardo, incapace di osservare il mio volto.
Mi allontanai, mentre una nuova consapevolezza mi colpì come una frustata.
Ad un essere senz’anima come me, un mostro, non era permesso desiderare un bambino da amare.