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Autore: Nazuhi    17/05/2014    1 recensioni
La trama prende il via pochi giorni dopo il ritorno di Naruto al Villaggio, dopo l'allenamento di due anni con Jiraya, ma non segue per nulla la trama originale. Entra in scena un nuovo personaggio, misterioso e particolare, che condivide legami speciali con diversi personaggi, con un passato doloroso e doti di cui molti ignorano le potenzialità... Un mix di melanconia, tristezza e un po' di umorismo, come è giusto che sia una fic su un pilastro di Jump come Naruto!
Fatemi sapere cosa ne pensate!
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Itachi, Kisame Hoshigaki, Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Capitolo 1- Il ritorno

 

Erano le dieci passate di una mattinata di fine ottobre e Naruto era ancora profondamente immerso nel regno di Morfeo, quando qualcuno suonò alla porta. Il giovane eroe sobbalzò dal letto per lo spavento tanto che cadde in terra, battendo la testa sul pavimento di legno della sua disordinatissima cameretta.
-Accidenti, che male!! Uffa, spero solo che non sia l’Eremita Porcello, altrimenti questa volta mi sente… Suonare a quest’ora del mattino… spero solo che sia urgente!!- e, continuando a imprecare contro il possibile responsabile di quel fastidioso suono che continuava imperterrito in attesa che l’irruento ragazzo biondo facesse la sua apparizione sulla porta d’ingresso e massaggiandosi ancora la testa, si alzò dal pavimento e percorse lo stretto corridoio che conduceva all’ingresso. Arrivato davanti alla porta, girò la chiave e aprì all’inatteso ospite.
-Naruto… ma sei ancora in pigiama?? A quest’ora del mattino??
-Uh, Sakura, cosa ci fai qui? Per caso vuoi uscire con me?
-No, idiota! Lady Tsunade ti ha convocato. Dice che deve farti conoscere una persona.
-Una persona?? E chi sarebbe??
-Questo non lo so. Sbrigati a vestirti, io ti aspetto giù in strada.
Detto questo la ragazza richiuse la porta in faccia al ragazzo e scese velocemente le scale esterne dell'appartamento dell'amico. La ragazza in questione era Sakura Haruno, la compagna di squadra di naruto, l’unica presenza femminile nel Team 7. Era una ragazza particolare, partendo dai quei suoi capelli rosa chiari, come i fiori di ciliegio, e da quegli occhi color verde smeraldo che riflettevano tutta la sua dolcezza e la sua fragilità. Sapeva essere dolce e comprensiva, ma allo stesso tempo era anche una donna molto decisa e forte. All'inizio, quando il Team 7 si era appena formato, Sakura, nonostante la sua grande intelligenza, non riusciva ad essere utile in alcun modo ai suoi due compagni; il più delle volte era quella che doveva essere salvata e che non era capace di fare granchè, specie durante le missioni. In questi due lunghi anni, in cui Naruto era stato via dal villaggio, si era impegnata tanto e si era allenata tutti i giorni, sia che ci fosse il sole sia che piovesse; era riuscita a convincere Tsunade, una dei tre ninja leggendari e attuale Hokage di Konoha, a prenderla come allieva e a insegnarle tutto ciò che sapeva: la sua forza mostruosa e la sua speciali tecniche mediche. In questi due anni si era messa in testa di diventare più forte, sia fisicamente, sia mentalmente, e alla fine i suoi sforzi l'avevano ripagata: era riuscita a superare l'esame per diventare chuunin e adesso era un ninja rispettato da tutti. Tuttavia, la cosa, o meglio, la persona, che l’aveva spinta a migliorare così tanto, era quel ragazzino scontroso e chiuso che l’aveva fatta innamorare tempo fa. Quel Sasuke, quel ragazzo che l’aveva sempre trattata male, come se fosse soltanto una scocciatura,  e che alla fine aveva scelto di seguire l’oscurità del suo cuore, di abbandonare il Team 7 e Konoha, il villaggio natio, pur di riuscire nel suo desiderio. Sia lei che Naruto avevano provato a fermarlo, ma non ci erano riusciti. Ecco perché si erano allenati così tanto in questi due anni: lo avevano fatto per lui; per riportarlo indietro!
Mentre Naruto si vestiva, la ragazzina dai capelli color rosa chiaro si sedette sulle scale della vecchia palazzina dove abitava il compagno. Il sole era alto nel cielo e, nonostante non ci fossero nuvole o vento, l’aria era stranamente fredda e pungente e costringeva gli abitanti del villaggio a portare sciarpe e maglioni di lana, anche se non era la stagione. Tutto quel freddo improvviso era un fenomeno inspiegabile; a Konoha nemmeno in pieno inverno faceva così freddo. Il villaggio immerso nel verde delle foreste era famoso proprio per le temperature miti che si registravano in tutto l’anno. Certo non faceva caldo come a Suna, però gli abitanti potevano stare benissimo a mezze maniche anche a dicembre. Questo clima così mite era dovuto al riparo naturale della catena montuosa e alle correnti che soffiavano dalla costa. Invece quella mattina la temperatura si era notevolmente abbassata rispetto al giorno precedente e gli abitanti, che non erano preparati, erano dovuti correre subito alla ricerca d’indumenti pesanti.
Naruto fece in un lampo; riuscì inspiegabilmente a vestirsi nel giro di cinque minuti e, una volta chiusa a chiave la porta di casa, raggiunse la compagna che lo stava aspettando in strada.
-Hai fatto incredibilmente presto...- disse la ragazza all'amico.
-Beh, i vestiti erano già pronti sulla sedia... Allora andiamo?-chiese allegramente il ragazzo biondo.
-Si, ma prima dobbiamo passare in un posto...-rispose l'amica.
Sakura si alzò e fece cenno all'amico di seguirla. Insieme si diressero verso il fiume e, una volta giunti in prossimità, svoltarono a sinistra verso le abitazioni del clan Hyuga. L’entrata era in perfetta sintonia con la nobiltà del più antico clan di Konoha: nonostante fosse semplice, senza troppi fregi, emanava un forte senso di nobiltà e austerità e chiunque lo attraversasse sentiva di doversi inchinare di fronte a tanta eleganza. Un lungo muro su cui era impresso lo stemma del clan cingeva le abitazioni e vietava a occhi indiscreti di carpire i segreti dell’arte più nobile e antica del villaggio. Dalla tettoia dell’ingresso pendevano due lampade di carta di riso color panna con impresso sempre lo stemma del clan e che venivano accese al calare della sera, per illuminare il portone durante la notte. Il ragazzo biondo si guardava intorno curioso; era la prima volta che veniva nella residenza del clan Hyuga, nonostante ne conoscesse bene due membri. Era così intento ad ammirare le abitazioni antiche, che non si accorse che la compagna si era fermata.
-Ehi Sakura, perché siamo qui?
-Devo sbrigare un compito urgente per Lady Tsunade.
-Uhm e perché?
-Ehi, ragazzi! Si può sapere che ci fate anche voi qui da queste parti?-chiese una voce assonnata alle loro spalle.
Naruto si voltò, cercando di indovinare mentalmente chi mai potesse aver parlato. Tra tutte le persone che conosceva, non si sarebbe mai aspettato di vedere proprio lui, soprattutto non si sarebbe mai aspettato di vederlo in un posto del genere.
-Shikamaru?? Ma cosa ci fai qui?? Aspetta, non eri impegnato con la preparazione dell’esame chuunin?
-Si, ma io e Temari abbiamo terminato e lei è tornata al suo villaggio… sinceramente pensavo che tu fossi ancora a dormire…cosa ci fai da queste parti?
-Non lo so… mi ci ha portato Sakura…
-Ah, a proposito Sakura, è vero quello che si dice in giro? Sul fatto che sta ritornando al villaggio…
-Si, è tutto vero. E' per questo che sono dovuta andare a chiamare Naruto ed è per questo che sono qui… non avrei mai pensato che una singola persona riuscisse a mettere in crisi persino Lady Tsunade. E' da quando ha saputo della notizia che non fa che mandare tutti i ninja possibili avanti e indietro per il villaggio!
-E perchè?
-Uffa! Come fai a non capirlo. Lady Tsunade vuole che siano presenti tutti i ninja disponibili e mi ha mandata a chiamare te e a portare un messaggio per padron Hiashi… Comunque Shikamaru, dovresti andare anche te alla Magione. Ino ti ha avvertito?
-Si si, mi ha avvertito... Sono venuto per chiamare anche Hinata e Neiji, ma se ci siete voi qui, posso anche andarmene... Che seccatura, proprio ora doveva tornare... Comunque sarà sicuramente meglio di questo noiosissimo esame…beh, io vado, ci si vede là! E non fate tardi!
Il ninja del clan Nara salutò i due amici e si avviò verso la Magione.
Intanto Sakura, ricambiato il saluto dell'amico, si diresse verso la residenza del capoclan e, una volta bussato, aspettò pazientemente che venissero ad aprire, ignorando le insistenti domande di Naruto su chi fosse il misterioso personaggio che stava ritornando a Konoha.
Dopo qualche minuto venne ad aprire una donna alta e magra, dalla carnagione chiarissima e con i capelli color blu notte. Aveva gli stessi occhi spenti che accomunavano i membri del clan Hyuga; gli  stessi occhi contenenti una delle tecniche oculari più antiche e potenti: il Byakugan. La donna aveva un qualcosa di familiare che Naruto aveva già rivisto, ma che non riusciva a ricordare. Dietro la donna fece capolino una ragazzina di circa dieci anni, dai capelli lunghi castani che le ricadevano sulla schiena. La donna salutò cortesemente i due giovani ninja e fece cenno loro di entrare, ma la kunoichi dai capelli rosa le porse una pergamena chiusa con uno spago e con sopra il sigillo dell’Hokage.
-Per padron Hiashi da parte dell’Hokage.
-Grazie. Provvederò subito a fargliela avere, intanto se volete accomodarvi…
-Grazie, ma non importa. Dobbiamo andare.
-Come volete... Grazie ancora per averci portato la lettera.
I due giovani salutarono educatamente la donna con un piccolo inchino e s’incamminarono verso la Magione. Per qualche minuto si sentì solo il rumore dei passi; nessuno aveva intenzione di parlare. Erano entrambi immersi nei propri pensieri: Sakura stava pensando alla persona che più amava e che in quel momento era lontana, mentre Naruto stava morendo dalla curiosità; c’erano tante cose che non gli erano state dette, troppe per i suoi gusti, e non vedeva l’ora di scoprire chi fosse il misterioso ninja. Il primo a rompere quel silenzio che si era creato fu, come al solito, il ragazzo biondo.
-Ehi Sakura, si può sapere chi è questo tizio che è appena arrivato??
-Lo scoprirai tra poco.
-Uffa, ma non mi puoi dire almeno se è un ninja famoso??
-Ti ho già detto che lo scoprirai tra poco.
-Uffa…
Ormai, tra una supplica e l’altra, erano arrivati davanti alla Magione, un edificio antico, di forma sferica. A destra iniziava una lunga scalinata che portava al tetto, uno dei pochi punti da cui si poteva vedere tutto il villaggio e uno dei luoghi preferiti dell’Hokage. Sulla facciata principale dell’edificio c’era il simbolo del Paese del Fuoco. Non c’erano molte finestre e quelle più grandi appartenevano all’ufficio del ninja più forte di Konoha. L’ingresso era, come sempre, sorvegliato da una guardia che controllava l’entrata e l’uscita delle persone. L’edificio, oltre all’ufficio dell’Hokage, ospitava anche altre stanze, dove erano archiviati documenti di missioni, ninja, armi e tecniche comuni e non. Inoltre c’erano stanze dove erano ammassati vecchi tavolini, scaffali rotti e tanti altri mobili che erano serviti un tempo per adornare l’ufficio e che, con l’avvento del nuovo Hokage, erano state messe via.
I due ragazzi sapevano bene dove andare; ormai avevano fatto quel percorso un milione di volte e sapevano alla perfezione dove si trovava l’ufficio.
Arrivati davanti alla porta, fecero per bussare, quando questa si aprì all’improvviso e una donna dal volto sconvolto uscì di corsa, cercando di ignorare le grida che le erano rivolte. Sakura sorrise ingenuamente alla scenetta alla quale stava assistendo. Era una cosa normale vedere Shizune correre avanti e indietro per il villaggio per sbrigare le richieste, talvolta pure assurde di Tsunade. Nonostante fosse l’assistente del Quinto Hokage e ricoprisse un ruolo fondamentale, in momenti come questi nessuno, nemmeno Sakura, avrebbe fatto scambio, anche solo per un giorno, con il posto della donna.
Naruto, come se avesse letto nella mente di Sakura, accennò un sorriso e sussurrò nell’orecchio dell’amica:
-Scommetto che nessuno, a parte Shizune, sia disposto a farsi comandare a bacchetta dalla nonna!
Per tutta risposta la compagna gli tirò un pugno sulla testa; se c’era una cosa che non tollerava, era quando Naruto chiamava la sua maestra “nonna”. Lei provava un profondo rispetto per quella donna che l’aveva allenata in questi due lunghi anni e non tollerava chi le mancava di rispetto. Non che Naruto le mancasse di rispetto; il suo era solo un simpatico soprannome, un simpatico modo di chiamarla. Sakura questo lo sapeva bene, sapeva che in realtà Naruto voleva molto bene a Lady Tsunade e di solito non dava molto peso a come il compagno si rivolgeva alla donna. Ma oggi erano successe tante cose impreviste e non era dell’umore adatto per passarci sopra.
Naruto intanto, massaggiandosi la testa dolorante, era già entrato nell’ufficio e con sua grande sorpresa vide Jiraya e Kakashi intenti a far calmare Tsunade evidentemente agitata.
-Kakashi-sensei, Ero-sennin, cosa ci fate voi qui??
-Oh, ciao Naruto!-disse lo shinobi dal volto semi-coperto.
-Finalmente sei arrivato… e potresti finirla di chiamarmi con quel ridicolo soprannome! Anche se non si direbbe, io sono un grande ninja, uno dei più forti…
-E anche uno dei più pervertiti...-disse la donna bionda.
-Tsunade adesso ti ci metti pure te…- l’eremita dei rospi lanciò uno sguardo truce verso la ex-compagna, che ricambiò. Poi l'Hokage, facendo un sospiro, iniziò quello che doveva essere un discorso difficile.
-Comunque Naruto, ti abbiamo convocato per mostrati una persona…che sicuramente conosci bene…era partita due anni fa, poco dopo la tua partenza…e adesso è finalmente tornata…so che magari tra di voi non corre buon sangue, ma lei sta facendo di tutto per te…forse dovresti accettarla…ma è meglio se ci parli te di persona- fece un profondo respiro e pregò mentalmente un dio buono e generoso per metter fine al supplizio al quale era stata sottoposta. Il flusso dei suoi pensieri fu interrotto dall'ingresso trafelato di Shizune.
-Lady Tsunade! E' arrivata! E' finalmente arrivata!
-Davvero? Di già? Dov'è?- chiese il quinto.
-E' qui fuori dalla Magione... Gli dico che può salire?-chiese Shizune titubante.
L'Hokage si appoggiò alla sedia dando una rapida occhiata alla strada sottostante. Sotto la Magione si stavano radunando tutti i ninja del villaggio, pronti a festeggiare degnamente il ritorno dello shinobi. La donna sospirò. Avrebbe tanto voluto evitare questa tortura, ma sapeva bne che non poteva rimandare oltre. Gli aveva tenuto nascosto fin troppo. Poi rivolgendosi all'assistente disse:
-Va bene Shizune, digli di salire! Ai festeggiamenti pensiamo dopo.
La donna trascinandosi appresso il povero Ton-Ton, il maialino dell'Hokage, uscì di nuovo di corsa e rientrò pochi minuti dopo, seguita dal misterioso shinobi che era appena ritornato.
Una donna di circa vent’anni alta e snella entrò timidamente nell'ufficio di Tsunade. La sua bellezza era a dir poco stupefacente; gli occhi timidi e tristi, sempre rivolti al pavimento, erano di un azzurro tenue, come il cielo; i capelli erano lunghi fino alla vita, lisci come la seta, di color arancione scuro, come le tegole dei tetti. Due ciocche lunghe fino al petto le incorniciavano il volto. Sotto all'occhio sinistro c'era un piccolo neo scuro che gli donava un aspetto leggermente sensuale, che contrastava con la timidezza che esprimevano i suoi movimenti. Però era soprattutto il sorriso amaro e dolce insieme che la rendevano quasi una dea. Quel giorno indossava una maglietta, in stile kimono, corta e senza maniche che gli lasciava scoperto l'addome, color acquamarina. Le braccia erano protette da degli scaldamuscoli blu notte, che le proteggevano da sopra il gomito fino alla mano, lasciando scoperte  le dita. Sotto portava una gonna dello stesso colore della maglietta e dei sandali neri con il tacco. Le gambe erano invece protette da degli scaldamuscoli il maglia di ferro che le ricoprivano dalle cosce fino alle caviglie. Alla vita e alla coscia destra portava due marsupi, pieni di armi e rotoli. Fermato alla vita, portava anche uno wakizashi, dalla lama leggermente più corta del normale.
La ragazza appena entrata, iniziò a guardarsi intorno, poi fermò il suo sguardo sul ragazzo biondo e istintivamente abbassò gli occhi. Poi prendendo coraggio, alzò la testa verso l’Hokage e poi verso Kakashi. Non sapeva bene dove guardare; non aveva il coraggio di guardare in viso quel ragazzo biondo, non aveva il coraggio di vedere la sua espressione turbata, non voleva deluderlo un’altra volta. Non sapendo cosa fare iniziò a guardare distrattamente fuori dalla finestra; ma questo non fece altro che infuriare di più il giovane genin, che le puntò un dito contro e si mise a urlare a squarciagola:
-Tu…cosa ci fai tu qui?? Non ci credo…cosa stavate cercando di fare…perché…cosa significa tutto questo??

  
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