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Autore: RevRoses    18/05/2014    2 recensioni
Non sapevo cosa stesse succedendo nel mio cervello. o nel resto del mio corpo. So solo che i suoi occhi verdi mi fecero accelerare il battito cardiaco più di qualsiasi sostanza io abbia mai preso.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amy Rose, Shadow the Hedgehog
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Città del Messico, luglio 1998.
Mi chiamo Shadow the Hedgehog, ho 25 anni, per mantenermi faccio il muratore e in più spaccio anfetamina, non male vero? Con due stipendi ammetto che si vive bene. Mi piaceva divertirmi, io e il mio amico eravamo inseparabili, bevevamo insieme, abbiamo provato credo qualsiasi tipo di droga esistente, tranne l’eroina. Avevo tutto, soldi, divertimento, due buoni impieghi, ma un giorno dovetti ricredermi.
 
Mi trovavo in questo piccolo bar, c’era gente di ogni tipo; poveracci, spacciatori e ricchi borghesi con le loro mogli perfette. Il sole filtrava dalle finestre non troppo pulite del locale, faceva un bel contrasto con le pareti in legno. Io ero un giovane riccio nero arrivato qui da poco. Ero in vacanza col mio amico, che al momento era ancora in hotel a smaltire la sbornia. Ordinai una tequila, la buttai giù, mi girai, e all’improvviso la vidi, era li, in piedi dall’altra parte del bancone. Non sapevo cosa stesse succedendo nel mio cervello. o nel resto del mio corpo. So solo che i suoi occhi verdi mi fecero accelerare il battito cardiaco più di qualsiasi sostanza io abbia mai preso. Era bellissima, alta, lunghi capelli ricci rosa, un vestito verde corto al punto giusto e un fisico mozzafiato. Incontrai il suo sguardo per qualche secondo, ero totalmente rapito da quella creatura. Si morse le labbra, e io andai da lei, non riuscivo a starmene li impalato, dovevo prenderla. Mi presentai, le baciai la mano, aveva una pelle morbida, vidi un sorriso timido sul suo volto, avrei tanto voluto provare quelle labbra così perfette. Parlammo per ore, e insieme alle parole scorreva anche la tequila. Mi disse che il suo nome era Amy Rose, ah, suonava così bene. Aveva 19 anni ed era sposata con un ricco impresario della zona. Mi perdevo nei suoi occhi, avrei potuto guardarla per ore. Amavo il modo in cui rideva, in cui scherzava, amavo quel suo sorriso da ragazza spensierata. Lei non amava suo marito, è stata obbligata a sposarlo per via della sua famiglia e del fatto che avessero bisogno di soldi. Lei era triste, voleva l’amore, voleva la passione e più mi guardava negli occhi più avrei voluto stringerla.
Si fece notte, ed uscimmo da quel bar. Mi guardò negli occhi e mi disse “portami con te”. La baciai, d’impulso. Sentivo le sue piccole e morbide mani appoggiarsi delicatamente sul mio collo, e rimanemmo li.
La portai con me in albergo, il mio amico per fortuna era uscito. La spogliai, la misi sul letto, e le diedi tutto l’amore che potevo darle. Mi stringeva, mi baciava, mi accarezzava, gemeva guardandomi con quegli occhioni verdi. Facemmo l’amore per tutta la notte.
La mattina dopo lei mi disse che doveva tornare da suo marito, cosa abbastanza comprensibile, la baciai, per dirle addio e lei ricambiò dicendomi “mi mancherai da morire”. Quello sarebbe stato il mio ultimo giorno in Messico, ma Amy Rose mi stravolse l’anima, e la penso ogni notte tutt’ora.
  
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