Scritta per la Notte Bianca #15 di maridichallenge. Di nuovo, senza alcuna pretesa, ma visto che l'idea di kitten!Zazie è banale ma mi è sempre piaciuta, I regret nothing. Se ci sono errori... per favore, fatemelo sapere. Già temo d'aver incasinato i tempi verbali ;_;
Per chi avesse bisogno di un'immagine, questo è kitten!Zazie.














A Lag piace fin troppo quel micio che Sylvette ha trovato per strada qualche tempo prima.
È poco più di un cucciolo, ed è palesemente un gatto randagio: lo dice il suo pelo mai veramente in ordine, e il modo in cui soffia a chiunque consideri un estraneo, nonché il fatto che sia sempre sulla difensiva. Nonostante tutto, però, Lag prova una strana affezione nei suoi confronti, forse perché è l’unico essere umano che il gatto sembra ascoltare, forse perché gli piace l’affetto e la possessività che quell’ammasso di pelo nero pare aver maturato verso di lui.
Quando Sylvette aveva portato a casa “Zazie” per la prima volta, il gatto aveva preso Lag quasi subito in simpatia, per poi cambiare idea e decidere di soffiargli contro, non appena aveva capito che la maggior parte di ciò che avrebbe ricevuto da quello strano ragazzo mingherlino sarebbero stati rimproveri, e non cibo. 
Dopo quei primi contatti erano passati giorni, le settimane si erano succedute, e in un quattro e quattr’otto Zazie era diventato parte integrante della sua vita. Durante la prima settimana lo seguiva ovunque, e litigava con Niche per una questione di gelosia – neanche a dirlo, durante questi scontri tra titani chi rimaneva con tre lunghi segni di graffi sul corpo era il povero Steak –; passata la seconda sembrava aver già stretto un accordo con la sua dingo, e dalla loro alleanza Lag pareva aver ricavato – oltre che a pochi momenti di pace in più – una seconda guardia del corpo che lo seguiva ovunque e che soffiava a chiunque gli andasse vicino. All’inizio della quarta usciva di casa con lui, e rimaneva appollaiato sulla sua spalla quasi per tutto il tempo. Andavano persino a fare le consegne insieme, e Lag avrebbe giurato che sarebbe arrivato un giorno in cui i suoi colleghi avrebbero cominciato a chiamarlo Dottor Dolittle, da tutti gli animali (e non) che aveva cominciato a portare con sempre con sé.
Zazie aveva un rapporto ottimo con gli altri gatti, ma pessimo con il dottor Thunderland, nonché con gli amici di Lag, di cui era geloso. Una volta gli era capitato di soffiare persino a Sylvette. L’unico che approvava sembrava essere Connor, perché gli permetteva di dormire sulla sua pancia e durante i pasti gli allungava, da sotto al tavolo, teneri bocconcini di carne o un paio di fagiolini, così che, dopo cena, non dovesse mangiare i rimasugli della Zuppa Ultraschifosa che preparava Sylvette.
Zazie aveva, insomma, una tale personalità ed era una tale presenza, nella sua vita, che Lag si poteva dire confuso.
Perché gli piaceva, Zazie, ma in modo strano, e non avrebbe mai potuto definirne il motivo.
Pensava a questo, quando il gatto – suo – gli si sdraiò accanto, attaccato al suo petto, a dividerli solo una parvenza di coperta.
Lag lo accarezzò sulla fronte e poi dietro le orecchie, e Zazie emise un mugolio soddisfatto, incassandosi ancora di più contro di lui.
Decisamente, gli piaceva molto, Zazie, pensò stancamente, abbandonandosi al sonno che la vicinanza col corpicino morbido e caldo del suo nuovo amico gli provocava.