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Autore: LauraPalmerBastille    18/05/2014    3 recensioni
"Lo sguardo è fisso sulle sue mani sporche di sangue e sulla sua bocca spalancata in un urlo senza fine. La visione del sangue che cola dai suoi polsi mi fa venire il volta stomaco. Rimango lì,nascosta dietro quella colonna,mentre i suoi lamenti mi trafiggono il cuore.
E piange,piange come un bambino.. ed io non posso fare nulla.
Vorrei abbracciarlo,dirgli che andrà tutto bene,ma non posso. Perchè non è così. Nulla andrà bene.
Mi volto,mentre anche dai miei occhi iniziano a colare le lacrime.
Quel ragazzo è come me. Quel ragazzo si distrugge con le sue stesse mani."
L'amore e l'odio di due ragazzi che,con destini diversi ma dolori che si intrecciano,si salvano a vicenda.
**
La storia tratta tematiche delicate come bulimia o autolesionismo. Se sei "contrario" o cose del genere non aprire la storia.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Sono Carta Vetrata.

I'm Radioactive.

Boulimie..
<<Alzo le bandiere, indosso i miei vestiti. 
E' una rivoluzione, credo. 
Ci dipingeremo di rosso per adattarci. 
Sto per esplodere, prendo forma, 
quindi si parte sul bus del carcere. 
Questo è tutto, l'apocalisse. 

Mi sto svegliando, lo sento nelle mie ossa. 
Amo far funzionare i miei sistemi 
Benvenuti nella nuova era, la nuova era. 
Benvenuti nella nuova era, la nuova era. 
io sono radioattivo, radioattivo. 
io sono radioattivo, radioattivo.>>

Ogni mattina mia madre entrava in camera mia,spegneva la sveglia,apriva le persiane facendo entrare la luce nella stanza e mi baciava sulla fronte.
“Svegliati piccola”-mi diceva e poi mi scuoteva leggermente. Mi piacevano quei risvegli. Ora però,è tutto differente. Mia madre non è più qui. Ci sono solo io,sola con me stessa. E questa cosa mi terrorizza.
Non mi sono mai fidata di me stessa,non mi sono mai amata.
Stamattina sono io a dover spegnere la sveglia,sono io a dover aprire le persiane. Non che questo mi crei fatica,ma mi piaceva prima avere qualcuno che si prendesse cura di me,che manovrasse la mia vita al posto mio.
“Alex,sei sveglia?” mi urla Kim dal bagno.Non ho le forze per rispondere. Questa notte ho pianto tanto.
È strano,all'inizio dell'estate ero emozionatissima per questa opportunità,ora vorrei solo non essere mai stata presa. Pensavo che una nuova casa significasse una nuova vita:ma non è così. Mi ero dimenticata che il mio fisico mi segue ovunque io vada,che in qualsiasi luogo mi trovi rimarrò sempre la ragazza sovrappeso.
La felicità per qualche mese aveva cancellato questo pensiero,ma ora è riaffiorato,più forte che mai.
“Il bagno è libero,puoi andare.”-Kim esce dal bagno portandosi un odore forte di vaniglia dietro.La fisso per un secondo:ha i capelli perfettamente in ordine,gli occhi e le labbra truccate con precisione e la solita gonna che le sta più su del normale.
“Stanotte non ti ho sentita,dove sei stata?”
Si fissa per un secondo intorno,poi si siede sul letto e afferra le scarpe rigorosamente azzurre.
“Quando stavo tornando in stanza ho incontrato Alice e mi ha invitata ad una piccola festa per le nuove arrivate e..ho deciso di andarci”-dice senza nemmeno guardarmi negli occhi.
“Ah.”

Non sono anche io una nuova arrivata?

“Non te l'ho detto perchè pensavo tu stessi già dormendo e non volevo svegliarti..”
“Nono tranquilla,tanto non avevo voglia di andarci!”-abbozzo un sorriso,ma vorrei sotterrarmi.Se tutte le giornate saranno così meglio che io inizi a prepararmi.

**

Kim ed io arriviamo nella classe del professor Mc Rider con dieci minuti di anticipo. Ci tenevo ad arrivare in tempo.

In fondo sono in questa scuola per studiare,non per fare amicizia ed andare alle feste.

Mi sento sempre più fuori luogo,ma preferisco concentrarmi sulle lezioni ora. Mi siedo al primo banco di fronte alla cattedra,e Kim alza il sopracciglio scuotendo la testa.
“Sei forse diventata pazza?Da quando ti metti in prima fila?”
“Nuova scuola,nuovi voti no?”
“E questa da dove l'hai presa? Dalla cartina dei baci Perugina?”.Socchiudo gli occhi e cerco di fulminarla,ma non deve uscirmi molto bene perchè Kim sopprime una risata.
“No,stupida. È mia. Hai visto? Primo giorno al corso di lettere e già ho una citazione tutta mia!”.Scuote di nuovo la testa reprimendo un sorriso.
“Come vuoi tu Miss. Citazioni,ma io non ti seguirò in questa grande avventura! L'ultima fila mi aspetta!”
“Ma..Kim!Non puoi lasciarmi da sola..”
“Su Alex,te la caverai.”-mi urla dal fondo della stanza-”Almeno avrai più tempo per le tue citazioni!”
Gli altri alunni iniziano ad entrare nella stanza mettendosi seduti ai posti che più li garbano,e non posso non notare che i posti della prima fila (cioè quelli vicino a me) rimangono rigorosamente liberi.

Kim è una bastarda,poteva anche starmi accanto.

Mi volto e sto per dirlo ad alta voce,ma qualcosa mi blocca. Kim è lì dietro,e già sta ridendo e scherzando con due ragazze che io non ho mai nemmeno visto. Mi sento piccola,indifesa e sola. Come un uccellino che con un ala spezzata non sa più come ritornare a casa propria.Lei è cresciuta,sta conoscendo nuove persone e sta abbandonando quelle vecchie. Dovevo aspettarmelo,non dovevo venire qui. Non dovevo allontanarmi da casa.
C'è qualcosa che spinge le persone ad allontanarsi da me. È come se fossi radioattiva. Come se avessi un cartello appeso dietro la schiena con scritto "Attenzione gente! Grande scoria radioattiva in avvicinamento! Prego,evacuare la zona!"
Mi tocco la schiena per essere certa che quel cartello non esista davvero.

Quanto sei sciocca,tu e Kim vi conoscete da 10 anni,lei non ti abbandonerà mai. Ora basta e concentrati sulla lezione.

**

Il professore Mc Ride si chiama Lucas di nome,ed è un bell'uomo,non c'è che dire. Lo ha scritto in una calligrafia impeccabile alla lavagna appena entrato. A parer mio non ha più di 30 anni,muscoli nascosti sotto la giacca bianca ma tanto visibili da far sospirare tutte le ragazze del mio corso:compresa Kim.
I capelli mori che incoronano gli zigomi marcati e occhi color nocciola.
“Salve ragazzi”-dice con voce più alta di quanto mi aspettassi-”siete i nuovi studenti del corso di lettere della Dalton e non posso che dirvi:Benvenuti”
Alcuni urlano,altri battono le mani,io invece sorriso ma non mi scompongo.Il suo sguardo si posa per qualche attimo su di me,spostandolo poi immediatamente.
“Non vi conosco purtroppo,potreste essere alunni fantastici come potreste essere dei fantastici serial killer,è per questo che il primo compito che vi darò sarà proprio quello di scrivere un tema su voi stessi. Potete sbizzarrirvi quanto volete,ma vi dico solo una cosa di me:non sopporto i ragazzi che scrivono 'io ho' senza h. Quindi fate attenzione,quando mi arrabbio posso diventare pericoloso.”
Penso sia serio,ma poi abbozza un sorriso facendoci rilassare tutti. Si sfrega le mani e si mette seduto sulla cattedra,proprio di fronte a me, e dice-:”Allora,qui sono i fogli protocollo,potete prenderne quanti ne-”
“Scusi il ritardo!” dice una voce familiare dalla porta.Mi volto,e insieme a me lo fa tutto il resto della classe.

Questo è un incubo.

I due ragazzi di ieri sono proprio sull'atrio della stanza,con i capelli scompigliati e il fiatone. Cerco lo sguardo di Kim,ma il suo è fisso sulla camicia trasparente del ragazzo che ho capito si chiama Matt.
“Prego,ritardare la prima ora del primo giorno diciamo che non è proprio una grande mossa” scherza il professore. Il moro abbozza un sorriso e si accomoda in uno dei tanti banchi liberi:quello vicino a me.
Non dovrei illudermi,ma è un sollievo che ora uno dei due posti vicino ai miei sia occupato ed io non sembri una completa asociale.
“I vostri nomi prego”-lo sguardo del professore è chino sul registro scolastico.
“Mark Collins”-dice portando la mano al proprio petto-”e Matt Thomas”-indicando l'amico cafone che si è seduto proprio affianco a lui. Ci sono circa 150 corsi in questa scuola,ma lui dove doveva capitare?
Con la fortuna che mi ritrovo,decisamente al mio stesso corso.

**

Ho dei seri problemi a parlare di me stessa. Non so chi sono,e dopo un po' ho smesso di chiedermelo. Devo dare all'insegnante una descrizione appropriata e con i giusti aggettivi per diventare la prima della classe,ma non ci riesco.
A 10 minuti dalla fine dell'ora entro quasi in panico guardando il mio foglio bianco,con qualche frase cancellata.Quando mi sono inscritta al corso pensavo avremmo scritto romanzi d'amore,o storie dell'horror,non che avrei dovuto raccontare qualcosa di così personale:di me.
Sto per scoppiare a piangere,quando reprimo le lacrime e decido di farmi forza. Non posso piangere il primo giorno di scuola.

Parla di te stessa.

"C'è stato un periodo nella mia vita,in cui l'unica domanda che continuava a martellarmi nella testa era:chi sono io?"-inizio a scrivere.
"E mi ci sono impegnata per trovare una risposta,eccome se l'ho fatto.
Cercavo delle descrizioni appropriate per il mio umore mutevole e il mio aspetto da scaricatore di porto,ma non mi andava bene nulla di quello che dicevo.

Sono bella. No.
Sono spiritosa. Si,quando sei da sola.
Sono gentile. Puoi fare decisamente di meglio.
Sono generosa. Ma smettila.
Potrei andare avanti all'infinito. Mi basterebbe solo aprire un vocabolario e cercare ogni tipo di aggettivo:nessuno riuscirebbe a descrivermi a pieno. Sono qualcosa,ma vorrei essere qualcos'altro.
Vorrei essere bella,amata,con molti amici ed un fidanzato che mi ama,ma non lo sono.
Ogni persona ha qualcosa di sé stesso che non accetta e con cui combatte per tutta la vita. Ecco,con me è un bel problema,perchè io non accetto nulla di me,assolutamente nulla,e ci lotto ogni singolo momento.
E così,niente riesce a rispondere a quella domanda,perchè nessun aggettivo è quello che vorrei sentire..
Ma oggi,proprio oggi,ho finalmente trovato una risposta. Non ho bisogno proprio di nessun aggettivo.

Chi sono io?
Alex,sono semplicemente Alex."

Piego il foglio a metà e lo consegno al professore. Guardo le pagine di temi degli altri alunni e mi sento sprofondare. Il mio tema era lungo si e no metà pagina,mentre i loro arrivavano fino alle 3 pagine. Inoltre quella che ho scritto non era una vera e propria descrizione. Nei rapporti con le persone faccio schifo,e ho iniziato con il tema più brutto di tutta la mia vita. Voglio solo scappare.
Torno al banco con la testa bassa e raccolgo le penne e le matite sparse sul banco.
“Hei” -quasi cado quando sento quella voce. È davvero rivolta a me? Mi volto e due occhi verdi sono piantati nei miei.
“C-Ciao”-non è lui,non è Matt. È Mark,il suo amico. Non so perchè ma mi sento comunque in imbarazzo. Lui ha assistito alla scena,agli insulti.
“Ieri non abbiamo fatto in tempo a presentarci,io sono Mark”-sorride e mi porge la mano. Non so se stringerla,ho le mani troppo sudate.
“Piacere,io sono Alex” decido di stringerla o farei la scena della completa idiota.
“Senti volevo scusarmi per la scenata del mio amico di ieri,è solo un po' irascibile.”
Annuisco.

No,ha detto quelle cose perchè le pensava. Io sono davvero così.. sono davvero così..grossa.

“Va bene,grazie”-cerco di sorridere ma so che non sono scuse sincere,solo di circostanza. Sento delle risa femminili da dietro di me,e quello che vedo mi ghiaccia il sangue nelle vene. Kim con un'altra ragazza stanno seduto sul banco di Matt,e lei scherza e ride. Poi si tocca i capelli portandoseli dietro le spalle:”chiaro segno che ci stia provando con lui”-penso.
Possibile che Kim arrivi a farmi questo? A provarci con il ragazzo che mi ha messo in imbarazzo di fronte a tutti? La sua mano si posa leggera sul braccio di Matt,come se fosse capitata lì per caso. Lui la nota,e mostra il suo sorriso ancora più smagliante. Possibile che con lei sia così carino e raggiante,e a me mi abbia trattato come un gomma attaccata sotto la suola della scarpa?
E soprattutto,che Kim sia veramente lì con lui?
Poi,senza che io me ne accorga,si volta verso di me e si avvicina.
“Io me ne vad-”
“Andiamo Mark,non possiamo fare ritardo anche alla prossima lezione.” Matt lo afferra per il braccio senza fare caso alla mia presenza. Solo quando Mark fa resistenza lui alza gli occhi e mi vede. Aggrotta le sopracciglia e nel suo sguardo vero puro..schifo.
“Tu sei quella che mi ha quasi slogato la spalla!” -sputa con disprezzo.
“Quante volte dovrò ancora dirti che mi dispiace? La prossima volta potresti scansarti invece di urlare come una ragazzina”-dico con tono acido. Non provo più dispiacere per la sua spalla,solo rabbia per la figura che mi ha fatto fare di fronte a tutti,per tutte le lacrime che ho versato stanotte a causa di quegli stupidi insulti. Per Kim.
“Non-chiamarmi-mai-più-ragazzina”-ringhia. La sua faccia è deformata dalla rabbia. Ci guardiamo in cagnesco per qualche attimo.
“Ok,calma gente.”-dice Mark con voce decisamente troppo tranquilla.
“Andiamo Mark,non sprecherò il mio tempo con questa..cosa!”-sputa.
Abbasso lo sguardo avvampando di nuovo. Non può farmi questo,non sono io a decidere in che corpo vivere. Ma sono io a decidere chi frequentare,ed una cosa è sicura: lui non è il primo nella mia lista,e sicuramente non c'è più nemmeno Kim.
“Ciao Alex,è stato un piacere conoscerti!” mi sussurra Mark prima di seguire l'amico fuori dalla porta.
Mi butto sulla sedia e mi copro la faccia con le mani. Voglio solo andarmene.

**

Heeeilà!! Okay,questo è il capitolo,e la canzone che ho messo sopra è "Radioactive-Imagine Dragons".
E squindi,Alex è sempre più in paranoia,e cosa può migliorare le cose se non capitare nello stesso corso con Matt?
Hehehe!! Mark,il "personaggio misterioso" è sicuramente più gentile e amichevole del suo amico Matt,che prova un odio verso Alex,senza che lei abbia fatto nulla.
Nei confronti di Kim invece prova tutt'altro che odio,direi.
E Alex ora non sa come comportarsi u.u
Eeeh,basta!
Avevo detto che avrei aggiornato ogni Mercoledì,ma è impossibile c.c
La suola mi uccide!​MaggioStudenteFattiCoraggio!
Aggiornerò il prima possibile!:)

Bacioni! Laura PalmerBastille.

  
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