La mia
prima one su Nana…. Che scommetto sarà piena di imprecisioni quindi abbiate pietà di me!! Una volta ero informatissima ma adesso non so se quello che scrivo possa
andare bene!!
La cosa è
ambientata più o meno al inizio della seconda stagione
del cartone (chiedo scusa a chi legge solo il fumetto!!) spero che vi piaccia!!
Buona
lettura e lasciate un commento please!!
Una sola chance
per essere felice….
Osservo
distaccata questa triste città dall’alto del mio appartamento.
Cosa ci vede la gente di così attraente in Tokio?
Io
penso che sia una città come tante altre, non ha nulla che mi sorprenda.
E pensare che vivo qui da poco…
Ma è
come se la mia vita avesse imboccato una strada a senso unico… senza
svago ne altro….
L’amore
poi, non ne parliamo.
Solo
muta sofferenza secondo me…
Appoggio
la fronte al vetro della grande finestra davanti a me.
Le
luci della città sono offuscate da qualche lacrima solitaria.
“guardati
Sakura… sei patetica….” Dico a me
stessa, portandomi una mano al viso.
Ormai
essere patetica è una cosa normale per me.
Vivo
nell’autocommiserazione…
Forse
una birra mi tirerebbe su di morale…
La ragazza prese un respiro
profondo, allontanandosi dalla finestra.
Doveva cercare di distrarsi, la
solitudine può
fare male…
Prese la giacca di pelle, lasciata
abbandonata sul divano e la infilò, passando poi agli anfibi.
Controllò di avere soldi in tasca
e poi uscì nel freddo della notte.
Una birra l’avrebbe
distratta.
È la terza volta che controllo il cellulare e nessuna chiamata, nessun messaggio…
Ma perché non mi chiami Reira?
Ti sei già stancata di me?
“ehy?
Terra chiama Shin! Rispondi Shin!”
una mano svendola sotto al mio
naso.
“smettila di fare il cretino
Nobu” ribatto secco.
Nana mi guarda con un sopracciglio
alzato “che ti prende moccioso?”
Scuoto il capo “nulla”
mi limito a dire con una alzata di spalle.
Detesto quando mi si fanno troppe domande…
E poi Nana, Hachi,
Nobu e Yasu hanno preso il vizio di trattarmi come un bambino…
Più che mai…
Peccato che non lo sono,
anzi… penso di essere cresciuto troppo il fretta…
“allora questa birra?”
chiedo spazientito sentendo lo sguardo di tutti su di me.
“andiamo” dice Nana,
iniziando a camminare.
Io aspetto che tutti si avviino,
voglio rimanere solo infondo alla fila.
Oggi sono più apatico che mai.
Non so che mi prende, anzi lo so…
Reira non mi ha più contattato… e
la cosa non mi fa piacere…
Ma che mi aspettavo infondo?
Entriamo nel pub in fila, siamo tutti silenziosi.
Come sempre il mio cattivo umore
ha zittito tutti.
Ci sediamo a
un tavolo, e solo adesso decido di spegnere il cellulare.
Hai avuto la tua occasione, Reira, ora basta.
Mi serve un diversivo, qualcosa
che per attimo mi distragga.
E lo trovo subito davanti a me.
È una ragazza, ovviamente.
Cosa mi distrae di meglio del sesso?
Mi alzo
“che fai Shin?” mi chiede Nobu.
“ci provo” dico
semplicemente facendo un cenno verso la ragazza….
Il biondo si sporse per guardare
dove il bassista indicava “ma
dai è una ragazzina…”
“Proprio come lui
allora” osservò Nana accendendosi una sigaretta.
“Non ha l’aria di una
delle tue amichette però” li fece osservare Yasu “non so se sarà disposta a pagarti il
servizio…”
“oh ma stasera offre la casa” aggiunse Shin
prima di avviarsi a passo lento.
“osserviamo il mago
all’opera” disse Nobu.
Yasu imitando Nana si accese a sua
volta una sigaretta “non so dove questa storia
porterà Shin… insomma a quindici anni non credo
che si debba comportare così…”
“e tu non senti i discorsi
che fa a casa” disse sconsolato Nobu appoggiando la testa al tavolo.
“io sono preoccupata per
lui…” Hachiko si portò una mano sul viso.
Nana invece si limitò a buttare
fuori il fumo, spegnendo poi la sigaretta nel portacenere con disinteresse.
Ma in realtà anche lei si chiedeva
cosa avrebbe combinato quel disgraziato di Shin…
Intanto il bassista
si era seduto sullo sgabello del bancone, accanto alla ragazza osservandola.
Aveva dei capelli scuri, lunghi e
lisci, tendenti al viola.
Osservava con gli occhi blu
intenso il bicchiere davanti a lei, senza battere ciglio.
Stava per parlarle, ma qualcosa lo
frenò.
Appunto quelle grandi pozze blu,
così colme di malinconia…
Mi sembra di guardarmi dentro a uno specchio, mentre osservo questa ragazza.
È di una bellezza particolare,
tutta sua ed innegabile.
Ma è così triste, proprio come me…
Lei si accorse
dello sguardo insistente del ragazzo così si voltò per guardarlo.
Davanti a se vide quello che le
sembrava un ragazzino, minuto, dal viso sottile e dai grandi occhi azzurri.
Avevi i capelli di uno strano
colore verde acqua, del tutto innaturali.
La colpì il piercing
che portava al labbro, legato al orecchio da una
catenella…
Non ha
senso!
Questo
qui deve essere il classico punk….
Ma, esattamente come lui, si
soffermò sugli occhi, osservandoli.
Erano belli, limpidi, ma anche
malinconici.
Come se anche lui avesse una
strana sofferenza interiore…
Chi
sei tu, per minare così le mie certezze e distruggere?
Chi sei per annientare tutte le mie difese?
“ciao” disse lui
sentendosi esaminato.
“ciao…” rispose
la ragazza, abbassando il capo.
Non era la prima volta che un
ragazzo ci provava con lei, e come minimo si aspettava chissà quale discorso
per intortarla.
Ma non successe.
Lui prese un sorso della sua
birra, rimanendo in silenzio, senza mai togliere i suoi occhi da quelli della
ragazza.
“io… io sono
Sakura…” gli disse con un fil di voce.
Ma chi me lo a fatto fare di dirgli il nome?
Come
mi prende?
“Shin…”
rispose lui pacato, immergendo il viso nel bicchiere.
La ragazza di sentì quasi
demoralizzata da tutto quel disinteresse.
Ma infondo che si aspettava?
Di trovare il grande amore in un
bar?
Sei
patetica Saku, come al
solito…
“allora, sei nuova di
qui?” le chiese Shin “Non ti ho mai
visto…”
…e
mi ricorderei di te…
“si, mi sono appena
trasferita qui”
“Perché?”
“bhè…
per studio”
Lui si accese una sigaretta,
tornando poi a osservare la ragazza interessato.
Nobu non si capacitava
“ma vi rendete conto che ci sta già parlando?”
“sarà tecnica la sua”
osservò Yasu.
Hachi ridacchiò “una tecnica a
dir poco eccellente!”
Nana sbuffò “si certo come no… adesso che si fa? Io mi sto rompendo
a starmene qui a far nulla”
“Ok,
andiamo” disse Hachi “ma… dove è andato Shin?”
Tutti si voltarono.
Non c’era più nessuno al
bancone…
***
Non so
perché ho accettato di farmi accompagnare a casa, ma questo
ragazzo mi ha stupita.
Non
era mai successo che mi mettessi a parlare con uno sconosciuto, come è successo stasera con Shin.
L’ho
appena conosciuto, non dovrei fidarmi.
Ma lo faccio, il suo tacito silenzio mi da fiducia.
Arriviamo
sotto casa mia e lui guarda stupito l’edificio.
“vivi
qui?” mi domanda con la voce meravigliata.
Annuisco.
Vive nello stesso palazzo di Nana
e Hachi.
Bizzarro quanto avvolte il destino
sia strano.
“allora buonanotte” mi
dice arrossendo appena.
Ma per me non è ancora ora di andare…
“non mi fai salire?”
lei alzò gli occhi stupida e imbarazzata allo stesso
tempo.
“come?”
“ho chiesto se mi fai
salire” ripetè lui, abbozzando un sorriso dolce.
Lei annuì, mentre le gote
vermiglie le bruciavano.
Salirono le scale fino al settimo
piano…
Altra incredibile coincidenza…
Poi la ragazza si mise davanti
alla porta del appartamento 705 e la aprì.
“scusa per la confusione, ma
devo ancora sistemarmi del tutto” ammise la ragazza imbarazzata,
portandosi una ciocca di capelli dietro alle orecchio.
Shin invece si guardò attorno, curioso.
C’erano molti scatoloni a
terra, alcuni aperti e altri ancora imballati.
Shin fece correre lo sguardo sul comodò del ingresso mentre si levava le scarpe.
C’erano
molto foto, che ritraevano Sakura ma…
“eri bionda?” chiese
il ragazzo meraviglia, raccogliendo una foto.
La ragazzo sorrise “si… poi
quando mi sono trasferita ho deciso di cambiare…”
“i cambiamenti spesso sono
una bella cosa” ammise il ragazzo “ma
avvolte possono ingannare…”
Come
fa a leggermi dentro in questo modo?
Che tutte quelle balle sulle anime gemelle siano vere?
Non posso crederci… sarebbe bello però…
“toglimi una
curiosità” disse il ragazzo “quanti anni hai?”
“diciotto…
appena” disse Sakura “ tu?”
“quindici”
Lei spalancò la bocca stupita.
“cosa?
Ma sei piccolo!”
Shin assottigliò gli occhi.
Fantastico ora ci si mette anche lei….
“sono più maturo di quello
che sembro sai!”
Lei ridacchiò “davvero?”
Lui si avvicinò a passo lento.
Era si più
piccolo, ma in altezza la batteva di certo…
Si chinò su di lei, spostandole i
capelli lunghi e sussurrandole al orecchio “sono
disposto a dimostrartelo se vuoi…”
Le accarezzò il viso, mentre lei si irrigidiva appena sotto al tocco esperto del ragazzo.
La mano poi scese sul collo,
accarezzandolo per poi passare a toccarle il seno.
La prese per i fianchi, facendola
arretrare sul divano.
Quando la ragazza fu sdraiata portò il
corpo snello su di lei, prendendo a lambirle il collo di baci.
Cosa mi prende?
Non è
da me lasciare che i ragazzi si prendano certe libertà.
Eppure lo voglio con tutta me stessa…
Secondo i miei piani tutto sta
andando come deve andare.
Qualcosa mi dice
che di Reira, per almeno stanotte, non rimarrà
nemmeno il ricordo…
***
La mattina seguente Shin si svegliò per primo, steso sulla soffice moquette
bianca.
Abbracciata al suo corpo
c’era ancora la ragazza che sembrava dormire sonni tranquilli.
Si staccò da lei cercando di non
svegliarla.
Si rivestì rapido, come era abituato a fare.
Poi fece per andarsene
ma qualcosa lo distrasse.
La bellezza della ragazza, lo
distrasse.
Prese la coperta leggera dal
divano e la usò per coprire il corpo, poi si chinò su di lei per toglierle un
ciuffo di capelli ribelli dalla guancia.
Sorrise intenerito.
Gli dispiaceva andarsene… ed
era la prima volta che succedeva una cosa del genere….
Qualcosa mi dice
che non finirà così…
Scarabocchiò due cose su un foglio
trovato vicino al telefono del ingresso e uscì.
E chi si trovò di fronte?
”ciao Hachi” le disse.
La ragazza si voltò guardandolo
sorpresa “ciao Shin… ma che ci fai qui?”
“ ti spiego tutto dopo. Ora
vado a casa o Nobu si preoccupa” rispose lui con un sorriso correndo giù per le scale.
La ragazza guardò per un attimo la
porta da cui era appena uscito il ragazzo, strano
pensava che fosse un appartamento vuoto…
Forse Nana sapeva qualcosa…
***
la
ragazza aprì gli occhi stupendosi di trovarsi sulla moquette, coperta solo da
un soffice panno.
Poi si ricordo tutto e si mise a
sedere cercando un paio di occhi azzurri, forse ancora
chiusi.
Peccato che tutto ciò che vide fu
il suo appartamento avvolto dalla penombra.
Ci sono
cascata come una cretina…
Si alzò
avvolgendosi nella coperta.
Lo sguardo vagò tristemente sulla stanza
fino a che non notarono qualcosa appoggiato sul comò.
Si avvicinò speranzosa
raccogliendo il foglietto di carta.
Su di esso
erano scritti una serie di numeri e con una calligrafia stretta e veloce una
parola sola.
Chiamami.
Sorrise.
Allora forse
non è finita così…
Ecco qui
la mia schifezza!
Ditemi
che ne pensate!
Tra una paio di settimane risponderò ai commenti qui sotto
quindi ripassate per vedere le risposte!
Un bacione!
Jessika