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Autore: serengleepity    18/05/2014    2 recensioni
[Dani, post 5x12]
Proprio non le andava di rovinare la serata di Rachel, spegnere i sorrisi ignari degli amici, mentire su come si sentisse e né tantomeno di rincrociare il volto di Santana, che non le sembrava neanche più lo stesso del quale si era stupidamente innamorata.
L'ipotetico post missing moment/break-up che non abbiamo mai avuto.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dani
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Weakness of words'
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Titolo: Drops
Fandom: Glee
Personaggi/Pairing(s): Dani/Santana
Timeline: La timeline ci indirizza alla solita stessa metà s5, in un ipotetico episodio in cui, che so, forsemagarisignorepermettendo, Santana ritaglia meno di un minuto per lasciare Dani.
Note: Okay. Premessa; non odiatemi per il fatto che io ogni tanto mi risvegli dal letargo e semini drabbles/flashfics prive di senso quando effettivamente ho ancora la long ferma al capitolo sei... abbiate fede e pietà, vi prego. E' un periodo alquanto bruttino per raccogliere tutte le idee che ho in testa e farne uscire un qualcosa di accettabile, quindi preferisco concentrarmi e fare in modo che il tutto si sposi bene, sopratutto in questo prossimo capitolo, che tra parentesi sta uscendo una wordata di lunghezze assurde. Btw, scrivere questo missing moment è stato il dolore concretizzato, aiuto, e non so tuttavia se questo ennesimo sprazzo di tristezza random possa essere definito minimamente decente, ma facciamo finta che serengleepity sappia scrivere anche roba angst oltre al solito fluff melenso che illude e basta, vi va?
 

-
 

"Just a drop in the ocean
a change in the weather
i was praying that you and me might
end up togheter."


Ron Pope - A drop in the ocean
 

 

 
Drops.

 

 

 

L'orario sul display segnava le ventitré passate, il treno iniziava ad ingranare e il piccolo finestrino le offriva un'ultima visuale sui conclusivi fotogrammi della stazione. Quando i movimenti del treno iniziarono ad accelerare si sistemò meglio sul sedile, portò la chioma blu su una spalla e fece partire la riproduzione casuale dell'ipod ancora avvolto per metà dalle sue dita ghiacciate. Se ripensa a due ore prima, quando tutto - nonostante il continuo sguardo perso di Santana e la sua incapacità di festeggiare insieme ai loro amici - andava bene, si sente completamente protagonista del brano che inizia a sovrastarle i pensieri.
Chiude gli occhi e l'istante in cui Santana le chiede di parlare rimbomba nella sua testa. L'attimo in cui le confessa di essere ancora troppo legata a Brittany per poterle dare quello che avrebbe voluto. Non che ne fosse rimasta chissà quanto sorpresa, dopotutto sapeva che il ritorno a Lima avrebbe significato un inevitabile incontro tra le due, ma le parole di Santana l'avevano comunque colpita, quanto più il termine potesse avvicinarsi alla realtà.
Eppure non riesce a darle la colpa, nè portarle rancore, perché avrebbe solo voluto che quella bolla su cui erano sospese non fosse scoppiata in così poco tempo. Avrebbe voluto conoscerla meglio, imparare a conoscerla.
Poi ripensa a quando le aveva stretto la mano temendo che potesse colpirla, quando invece si era solamente limitata ad abbassare lo sguardo e a far scivolare una lacrima che l'altra prontamente raccolse con il pollice, e a quando Santana aveva affondato la mano tra i suoi capelli e l'aveva baciata, chiedendole scusa. L'aveva aggiornata su come la settimana precedente - in cui non si erano viste - lei e Brittany fossero partite per la Grecia e di come avrebbero potuto rimanere in contatto.
Beh, in quel momento avrebbe davvero voluto colpirla, ma non ce l'avrebbe fatta ugualmente. Così finse un sorriso e tornò in salotto, estraniandosi dal resto dei presenti.
Elliott la seguì fino al balcone e le prese le mani, chiedendole cosa andasse storto. Gli sorrise e lo abbracciò come non aveva mai fatto, premettendo quanto - da lì in poi - la sua compagnia sarebbe stata poco valida.
E un po' si sentiva in colpa per essere scappata via in quel modo, con la scusa di dover rimanere a prendere una boccata d'aria. Ma proprio non le andava di rovinare la serata di Rachel, spegnere i sorrisi ignari degli amici, mentire su come si sentisse e né tantomeno di rincrociare il volto di Santana, che non le sembrava neanche più lo stesso del quale si era stupidamente innamorata. Le risulta ancora spontaneo sorridere al pensiero di come e quanto fosse nervosa la prima volta che avevano parlato, al locale. Ora, probabilmente, se non avesse realizzato che tipo di persona fosse, le fossette facili e lo sguardo perso sarebbero due espressioni che non le attribuirebbe mai.
Alza al massimo il volume degli auricolari fino a non sentire più le voci dei presenti che l'attorniavano e quelle dei suoi stessi pensieri, consapevole di come una sola goccia possa realmente compromettere il tempo.
Di come avesse pregato per far sì che lei e Santana potessero avere una fine insieme.
E per ultimo lancia uno sguardo al cellulare, ripromettendosi di etichettarlo come ultimo, e osserva le otto chiamate e i dodici messaggi di Santana lasciati senza una risposta.
Avrebbe dovuto avvisarla, dirle che stava bene e che probabilmente il bacio di quella sera era stato l'ultimo, ma al momento voleva solo continuare a seguire il breve percorso di due gocce di pioggia che si rincorrevano all'estremità del finestrino fino a scontrarsi e a sparire, rabbrividendo per come quel contesto le ricordasse proprio loro due.
New York non era il suo posto. Non ancora.
Non senza di lei.





 

 

 

 

  
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