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Autore: Simposio    18/05/2014    4 recensioni
"Augustus Waters! Ma che bel vedere. Sono morta?" Gli risposi, non riuscivo a spostare gli occhi da lui.
"Esattamente"
"Lo immaginavo...dunque, dove siamo?"
"Nel Posto con la 'P' maiuscola, dove altrimenti?"
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Augustus 'Gus' Waters, Hazel Grace Lancaster
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Okay. Okay.

 

Anche io, come Gus, ho avuto diciassette miseri anni per vivere e guardare il Sole sorgere e sentire la musica e robe così. 
O meglio, cazzate così, perché in fin dei conti non vivevo già più da tanto tempo. 

Non vivevo già più da quando mi avevano diagnosticato il cancro. 

Vivicchiavo. 

Vivicchiavo per i miei genotori e per Isaac, che era rimasto solo. 
Quando anche Isaac si era spento avevo smesso anche io di vivicchiare, dilaniata dal dolore mi sono lasciata andare. 
Mi sono lasciata andare in un letto d'ospedale in terapia intensiva, subito dopo aver salutato, per quella che non sapevo fosse l'ultima volta, i miei genitori. 

E proprio in quella stanza piena di macchinari lo vidi. 

Con la sua sigaretta spenta al lato della bocca, il suo sorriso maledettamente sexy e i suoi occhi azzurri troppo intensi per non essere notati. 

Poi mi parlò. 

Mi parlò con la sua voce che mi aveva fatto innamorare. 

" Hazel Grace." 

"Augustus Waters! Ma che bel vedere. Sono morta?" 

"Esattamente."

"Lo immaginavo...dunque, dove siamo?" 

"Nel Posto con la "P" maiuscola, dove altrimenti?" stette un attimo in silenzio per farmi apprendere quella magnifica verità, poi riprese 
"Comunque, credevo che la depressione fosse un effetto collaterale del morire" 
" Per alcuni lo è, per altri no. Lo attendevo." lo guardai negli occhi e poi gli continuai: "Per te lo è stato?"

" Un po' "

Non mi staccava gli occhi di dosso. 

Si sedette sulla sedia recrinabile nell'angolo. Mi accorsi che non zoppicava più. 

"Sai, qui non ti serve l'ossigeno" mi sorrise. 

"Aiutami" 

Si avvicinò e mi aiutò a districarmi. 
Ci sfiorammo le mani ed in un attimo eravamo avvinghiati nel letto. 

Facemmo l'amore. 

Lo facemmo come la prima volta, poi ci addormentammo. 

Al risveglio eravamo nella sua camera d'albergo ad Amsterdam, dove mi aveva detto che era fatto di cancro. 

Ora il cancro non c'era più. 

Era lontano, era fuggito impaurito e impotente davanti all'amore che ci univa. 

Mi girai verso di lui, i suoi occhi erano ancora più belli e azzurri. 

"Okay." gli dissi 
"Okay." mi disse. 

  
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