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Autore: Luxus99chan    18/05/2014    2 recensioni
JackalxNuovoPersonaggio
Dedicata ad un mio caro amico! Ogni volta che Jackal va in missione, distrugge mezza città. Riuscirà una pasticciera a sedargli i bollenti spiriti?
Enjoy! ;)
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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*Nota*
Beh si. Questa storia nasce da una profonda e mistica riflessione durata ben due minuti e mezzo (?) che mi ha portato a capire che Jackal finora è uno dei miei cattivi preferiti, subito dopo Gerard versione posseduto, Cobra e Laxus versione in preda alle crisi ormonali dell’adolescenza.
Si, perché Laxus in preda alle crisi ormonali dell’adolescenza era figo ù.ù
 
E... *Disclaimer che mi dimentico sempre a farlo, mannaggia al demonio!* (?)
Fairy Tail e i suoi personaggi appartengono tutti a Hiro Mashima-sensei, compreso Jackal. Perché quando Tartaros Arc esploderà in MISTERIOSO incidente dovuto ad una CASUALE esplosione lui sarà l’unico che si salverà. Tutto casualmente eh u.u *nasconde una bomba dietro la schiena*
 
 
  Era la quarta volta che Jackal distruggeva “casualmente” una città durante una delle sue missioni in avanscoperta.
Così il capo si era davvero infuriato stavolta. Quando si infuriava, il ragazzo diventava ancora più freddo e pacato, e lì sapevi che dovevi cominciare a correre per salvarti la vita.
Solo che Jackal era abituato ad avere a che fare con le bombe, quindi non aveva particolari problemi. Anche ora stava tranquillamente seduto con le gambe incrociate, seduto a terra, la testa reclinata da un lato e una piccola smorfia sul viso, stufo di sentire la ramanzina. Fallo un’altra volta e ti dovrò punire, non attirare l’attenzione e bla bla bla. Tante chiacchiere inutili che il demone aveva smesso di ascoltare alla seconda parola.
Però le sue orecchie si drizzarono non appena sentì la parola “missione”. Il ragazzo, seduto sul suo trono, dovette accorgersi del cambiamento d’espressione del subordinato, perché sorrise tranquillo, prima di ripetere quello che aveva appena detto:
-Si, di questo membro del Concilio non sappiamo la sua esatta ubicazione. Il nostro... informatore è risalito fino al penultimo indirizzo, ma di più non abbiamo. E’ per questo che devi andare lì, per scoprire di più. Ovviamente gradirei che il paese rimanesse intero anche dopo che te ne sarai andato.-
Jackal rise sguaiato, ma alla fine sbuffò:- E va bene. Vorrà dire che per stavolta quegli stupidi umani rimarranno interi!-
Il corvino lo guardò con aria di sufficienza, prima di congedarlo.
 
Ora il demone era seduto sul cornicione di una casa di modeste dimensioni, osservando la vita degli umani scorrere tranquilla davanti a lui. Aveva già scoperto quello che gli serviva, però non gli andava di ritornare subito in base, ed era per quello che si era limitato a rubare un po’ di cibo, per poi goderselo in santa pace sul tetto di quella casa su cui si era seduto.
Il suo sguardo cadde per caso su di un carretto di dolci che passava in quel momento lungo la via sotto di lui. Era tirato da una giovane ragazza con dei sgargianti capelli rossi, che ricordavano parecchio il fuoco provocato dalle esplosioni del demone. La ragazza avanzava concentrata su quello che c’era davanti a sé, in strada, per evitare di travolgere qualcuno o di far cadere della merce. I dolci che facevano bella mostra di se stessi sul carrettino erano tremendamente invitanti, ed emanavano un profumino che per l’olfatto super sviluppato di Jackal era difficile ignorare. Senza volerlo si leccò il labbro superiore con un movimento veloce, desiderando assaggiare quelle delizie che sembravano chiamarlo con voce implorante, sperando di essere divorate dal grande demone Jackal.
Così alla fine Jackal scese dal suo punto di osservazione, dall’altro lato del muretto, per evitare di essere visto, e fece un giro largo, in modo da trovarsi esattamente di fronte alla sua preda. Si calò meglio il cappuccio sul volto, per nascondere le vistose orecchie che ovunque andasse attiravano attenzione, e si aggiustò il mantello sulle spalle. Poi si diresse a passo svelto e sicuro verso la sua meta, il cui odore si sentiva fin da là.
In quel momento la ragazza stava porgendo dei biscotti ad un gruppetto di avventori, che a giudicare dallo sguardo, dovevano essere affamati almeno quanto Jackal.
Che non perse l’occasione per avvicinarsi, e rubare uno dei pacchetti a lato, sicuro di sé.
I dolci scivolarono silenziosi nelle tasche del mantello, visti da nessuno tranne che dalla ragazza con i capelli rossi, che esordì con un “Ehi” severo, dando segno di aver notato il furto.
Jackal si fermò, senza girarsi, maledicendo tutti i demoni che conosceva perché tanto sapeva che era stato uno di loro a chiamargli la malasorte.
-Ridammi il maltolto.- disse severa la rossa, porgendo una mano.
Jackal sbuffò, ridando il pacchetto alla proprietaria, che sorrise riconoscente. Per un attimo il demone fu tentato di far esplodere tutto nel raggio di trenta, quaranta chilometri per sicurezza per cancellare il disonore di essere stato beccato, ma qualcosa nel sorriso della ragazza lo fece desistere.
-Grazie mille.- sorrise di nuovo la ragazza, riposando il pacchetto al suo legittimo posto. -Come ti chiami?- chiese poi rivolto a lui.
Jackal si guardò alle spalle, giusto per essere sicuro che stesse parlando con lui. Voglio dire, chi aveva il coraggio di rivolgere la parola ad un demone uscito direttamente dal libro di Zeref?! Poi si ricordò del mantello e capì perché non aveva paura di lui. Semplicemente non lo vedeva in faccia!
Così calò il cappuccio esibendo il suo ghigno migliore, ed esclamando:- Jackal!-
Si preparò alle grida, che non ci furono.
La ragazza invece replicò:- Piacere, io sono Isabelle.- lasciando Jackal incapace di dire alcunché.
Ma come, aveva visto il suo volto e aveva ancora voglia di parlare? Così glielo chiese:- Ma non hai paura?- disse, aggrottando le sopracciglia.
-Dell’aspetto? Ma no, una volta ho venduto un intero carretto ad un tizio che sembrava in tutto e per tutto un cane, e un'altra volta ho venduto una torta a forma di gatto ad una ragazza che sembrava una gatta!-
Cane? Gatto? E che c’entra con uno sciacallo?
-Ma io sono uno sciacallo.- obbiettò infatti.
-Beh, è la stessa cosa, no?- replicò la ragazza, scrollando le spalle.
-Come sarebbe a dire la stessa cosa!? Lo sciacallo è molto diverso da un volgare gatto o cane! E’ una razza pura e pregiata, con un istinto sopraffino e un abilità nella caccia senza eguali!-
Isabelle aggrottò le sopracciglia:- Non vedo ancora nessuna differenza, mi dispiace.-
-Lascia perdere, che ne vuoi sapere tu, piccola mocciosa!- disse Jackal con fare arrogante.
-Io? Non sono io quella che va a rubare dolci in giro per poi lasciarsi pure beccare!-
Ah, colpito e affondato.
-Io...- iniziò Jackal, rimanendo poi a bocca aperta senza sapere come continuare.
-Ma per carità...- sbuffò la ragazza, sistemandosi i capelli dietro un orecchio e voltandosi, per ritornare ad occuparsi del suo carretto di dolci. Lo sollevò con un po’ di fatica, segno che doveva essere pesante, e cominciò ad allontanarsi senza neanche salutare.
Jackal all’inizio non voleva fare niente, poi lo investì un'altra zaffata di odore sopraffino a cui non seppe resistere, e divorò la distanza che lo separava dalla ragazza in due passi. Gli levò il carretto dalle mani e continuò a spingere con un espressione sostenuta sul volto. La ragazza lo guardava basita.
-Che c’è?- sbraitò il demone. -Se ti aiuto a portare ‘sto coso maledetto, poi mi dai qualcosa, vero?-
Isabelle dapprima sorrise, poi scoppiò a ridere e alla fine si accodò dietro Jackal, che rimase chiuso in un dignitoso silenzio, il cappuccio e il mantello lasciati andare liberi, tanto ormai la copertura era saltata.
Alla fine l’aiutò per tutto il giorno a vendere, e fu sorpreso dal tono dolce e spensierato con cui trattava tutti. Un paio di volte ci fu qualcun altro che tentò di rubare qualcosa. Jackal era sul punto di intervenire infuriato come una belva, ma una sola occhiata rabbiosa della rossa accanto a lui faceva desistere qualsiasi ladruncolo. Beh si, Jackal cominciò a sentirsi inutile. Se non altro a fine giornata ebbe davvero i tanti agognati dolci, che superarono di gran lunga le sue aspettative fatte in base all’odore e all’aspetto. Il gusto era anche migliore!
Salutò Isabelle con un gesto della mano, affondando la faccia intera nel pacchettino profumato, scoprendo che stranamente il sacchetto aveva lo stesso odore di lei.
Il sacchettino lo conservò. Insieme a tutti gli altri che ricevette nei giorni successivi.
Perché aiutarla fu un piacere a cui da quel momento in poi non seppe rinunciare.
 
 
*Nota personale*
Ehm ehm.
Beh, è strana, lo so. Il fatto è che un mio amico (Emanuele, so che sei lì in mezzo e se non hai letto questa storia vengo a Roma e ti ammazzo o^o) ha appena scoperto che adora Jackal.
Il fatto è che io invece lo amo, come gli altri milioni di personaggi della mia lista dei personaggi preferiti che fra l’altro comprende anche come ho già detto prima, al primo posto, Gerard versione cattivo assassino indemoniato. Anche se il Gerard attuale è meglio ù.ù
Comunque, all’inizio doveva essere una JackalxLucy, ma non trovavo idee e dunque alla fine ho introdotto Isabelle, che ho inventato io u.u Si, so che è un personaggio terribilmente scontato, clichéato e chi più aggettivi negativi ha, più aggettivi negativi metta. (?)
Beh, spero che vi piaccia comunque!
Recensite. Vi prego. O la mia vita non avrà senso senza poter esultare quando vedo una nuova recensione. <3
Alla prossima! :*
 
  
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